Improvvisamente però si è scatenata un'ansia tale che mi ha costretto a rinviare la domanda di
Gentilissimi medici, mi rivolgo a voi per una opinione su una terapia che sto per iniziare.
Sin dall'adolescenza soffro di ansia, legata a tutto ciò che ha a che fare, principalmente, con la vita scolastica. Nonostante le mie qualià sempre riconosciute dagli insegnianti, il mio rendimento scolastico è stato sempre condizionato negativamente da questo disturbo.
Il problema si è protratto anche proseguendo con l'università, dove ho alternato periodi di studio con periodi di allontanamento in concomitanza anche a gravi situazioni familiari. Da qualche anno ho abbandonato ogni altra attività per cercare di raggiungere l'obiettivo della laurea, motivato dalla passione per gli interessi di attinenza della mia facoltà (ingegneria),verso i quali ci sono pienamente portato. Con grande difficoltà sono ora giunto al traguardo dell'ultimo esame ed ho chiesto la tesi ad un prof che aveva avuto modo di apprezzarmi in un esame passato. Sono stato trattato in maniera molto lusinghera con un argomento assai interessante ma molto impegnativo. Improvvisamente però si è scatenata un'ansia tale che mi ha costretto a rinviare la domanda di tesi per cercare di portare almeno a termine l'ultimo esame. Mi è parso subito chiaro che il problema è legato soprattuto all'idea della laurea e dell' 'esibizione' in pubblico il giorno della seduta. Infatti l'ansia legata all'esame e al confronto col professore, ormai avevo imparato a gestirla, anche se a volte con l'ausilio di psicofarmaci (Lexotan, cicli di terapia con Cipralex); ma l'idea di un'esposizione davanti ad una marea di gente, tutta con l'attenzione rivolta verso di me, mi appare come qualcosa di insuperabile. Non è l'idea della gente in sè che mi fa paura, bensì essere sottoposto all'attenzione e al giudizio contemporaneamente di tante persone.
Consultato lo specialista, mi è stato prescritto il DAPAROX. Ora la mia preoccupazione è che questo antidepressivo possa darmi dei gravi effetti collaterali, o possa incidere sulle facoltà intellettive proprio in questo momento. Può la paroxetina condizionare negativamente il rendimento nello studio? Inoltre può provocare danni irreversibili?
Ringrazio anticipatamente chiunque mi darà dei consigli.
Sin dall'adolescenza soffro di ansia, legata a tutto ciò che ha a che fare, principalmente, con la vita scolastica. Nonostante le mie qualià sempre riconosciute dagli insegnianti, il mio rendimento scolastico è stato sempre condizionato negativamente da questo disturbo.
Il problema si è protratto anche proseguendo con l'università, dove ho alternato periodi di studio con periodi di allontanamento in concomitanza anche a gravi situazioni familiari. Da qualche anno ho abbandonato ogni altra attività per cercare di raggiungere l'obiettivo della laurea, motivato dalla passione per gli interessi di attinenza della mia facoltà (ingegneria),verso i quali ci sono pienamente portato. Con grande difficoltà sono ora giunto al traguardo dell'ultimo esame ed ho chiesto la tesi ad un prof che aveva avuto modo di apprezzarmi in un esame passato. Sono stato trattato in maniera molto lusinghera con un argomento assai interessante ma molto impegnativo. Improvvisamente però si è scatenata un'ansia tale che mi ha costretto a rinviare la domanda di tesi per cercare di portare almeno a termine l'ultimo esame. Mi è parso subito chiaro che il problema è legato soprattuto all'idea della laurea e dell' 'esibizione' in pubblico il giorno della seduta. Infatti l'ansia legata all'esame e al confronto col professore, ormai avevo imparato a gestirla, anche se a volte con l'ausilio di psicofarmaci (Lexotan, cicli di terapia con Cipralex); ma l'idea di un'esposizione davanti ad una marea di gente, tutta con l'attenzione rivolta verso di me, mi appare come qualcosa di insuperabile. Non è l'idea della gente in sè che mi fa paura, bensì essere sottoposto all'attenzione e al giudizio contemporaneamente di tante persone.
Consultato lo specialista, mi è stato prescritto il DAPAROX. Ora la mia preoccupazione è che questo antidepressivo possa darmi dei gravi effetti collaterali, o possa incidere sulle facoltà intellettive proprio in questo momento. Può la paroxetina condizionare negativamente il rendimento nello studio? Inoltre può provocare danni irreversibili?
Ringrazio anticipatamente chiunque mi darà dei consigli.
[#1]
Gentile Utente,
la Paroxetina è il farmaco più testato nella fobia sociale, quindi probabilmente il più indicato nel suo caso; non provoca danni irreversibili, bisogna solamente fare un pò di attenzione nel momento della sospensione, riducendolo molto lentamente; appartiene ad una classe di farmaci che lei ha già assunto e dei quali conserva sostanzialmente le stesse caratteristiche, quindi se gli altri SSRI non hanno interferito negativamente sulla performance intellettiva nemmeno la Paroxetina dovrebbe farlo.
Potrebbe essere utile nel suo caso associare alla farmacoterapia una psicoterapia di tipo cognitivo comportamentale.
Cordiali Saluti
la Paroxetina è il farmaco più testato nella fobia sociale, quindi probabilmente il più indicato nel suo caso; non provoca danni irreversibili, bisogna solamente fare un pò di attenzione nel momento della sospensione, riducendolo molto lentamente; appartiene ad una classe di farmaci che lei ha già assunto e dei quali conserva sostanzialmente le stesse caratteristiche, quindi se gli altri SSRI non hanno interferito negativamente sulla performance intellettiva nemmeno la Paroxetina dovrebbe farlo.
Potrebbe essere utile nel suo caso associare alla farmacoterapia una psicoterapia di tipo cognitivo comportamentale.
Cordiali Saluti
Dr G. Nicolazzo
Specialista in Psichiatria
Psicoterapeuta
[#2]
Gentile utente,
la paroxetina è in genere molto ben tollerata. Non provoca alcun danno di tipo irreversibile. La maggior parte dei problemi di tollerabilità si esaurisce in genere nell'arco delle prime due settimane di trattamento. Effetti sulla sfera cognitiva e intellettiva non ve ne sono, a meno che non si riscontri una particolare sensibilità al leggero effetto sedativo della molecola, che indirettamente potrebbe lievemente condizionare la capacità di concentrazione. Ma , a onor del vero, nella mia esperienza clinica questo risulta essere un evento raro. Concordo con il collega nel prospettare i possibili benefici di una associazione con terapia cognitivo-comportamentale.
Cordiali saluti
la paroxetina è in genere molto ben tollerata. Non provoca alcun danno di tipo irreversibile. La maggior parte dei problemi di tollerabilità si esaurisce in genere nell'arco delle prime due settimane di trattamento. Effetti sulla sfera cognitiva e intellettiva non ve ne sono, a meno che non si riscontri una particolare sensibilità al leggero effetto sedativo della molecola, che indirettamente potrebbe lievemente condizionare la capacità di concentrazione. Ma , a onor del vero, nella mia esperienza clinica questo risulta essere un evento raro. Concordo con il collega nel prospettare i possibili benefici di una associazione con terapia cognitivo-comportamentale.
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.6k visite dal 03/02/2009.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.