Disturbo da panico
Buona sera,
mi ritrovo a scrivere su questo sito perché, ahimè, da qualche mese la mia quotidianità è violentemente attaccata dal disturbo degli attacchi di panico. Ai tempi delle scuole medie iniziai a soffrire di disturbi d'ansia, ormai di facile ed immediata gestione. Un giorno di Luglio, mi venne il primo attacco di panico: sudori freddi, brividi, sensazione di avere delle palle di piombo alle caviglie, tachicardia, fame d'aria, bocca secca, sensazione di non riuscire a deglutire, paura di morire. Ricordo ancora tutto molto nitidamente, con paura, e credo sia quanto di più brutto mi sia mao successo fin'ora. Trascorsi le successive settimane con una media di un attacco al giorno, con la forte sensazione di non riuscire a deglutire, come se la gola si stringesse, e l'ormai quotidiana fame d'aria. Fortunatamente, ora quella sensazione è quasi del tutto sparita, ma persiste la paura, ed un perenne stato di ansia durante il quale i sintomi variano da paura immotivata a sensazione di torpore a braccia e gambe, a fame d'aria. Non sono attacchi veri e propri, ma una destabilizzante sensazione che non sembra volersene andare. Capitano momenti della giornata in cui il mio corpo sembra essere tornato ad uno stato "normale", per poi ritrovarsi a fare i conti con lo stesso maledetto malessere. Aumenta specialmente alla sera, nel momento in cui mi distendo a letto. Mi addormento tardi, nonostante la stanchezza, mi sveglio ancora più stanca e priva di vitalità. Ho 23 anni, sono sempre stata una ragazza piena di vita ed energia, molto solitaria, mentre invece ora mi ritrovo ad aver quasi paura di stare da sola perché il pensiero: "e se mi viene un attacco e sono qui da sola, cosa faccio?" prevale. È un chiodo fisso, nonostante io cerchi disperatamente di non pensarci. Vorrei avere delle indicazioni su come convivere con questo stato mentale, senza l'utilizzo di psicofarmaci che, categoricamente, non ho intenzione di prendere. Il mio medico curante ha semplicemente prescritto una visita psichiatrica. Vorrei riuscire a controllare maggiormente il panico, per evitare che questo assorba me e la mia realtà.
E, più che altro: è "normale" il fatto che io avverta questi "sintomi" e questa sensazione da così tanto tempo? È normale che questa sensazione di irrealtà e malessere e fame d'aria, spesso, io spesso li provi per quasi l'intera giornata?
Grazie in anticipo per quella che sarà la risposta.
mi ritrovo a scrivere su questo sito perché, ahimè, da qualche mese la mia quotidianità è violentemente attaccata dal disturbo degli attacchi di panico. Ai tempi delle scuole medie iniziai a soffrire di disturbi d'ansia, ormai di facile ed immediata gestione. Un giorno di Luglio, mi venne il primo attacco di panico: sudori freddi, brividi, sensazione di avere delle palle di piombo alle caviglie, tachicardia, fame d'aria, bocca secca, sensazione di non riuscire a deglutire, paura di morire. Ricordo ancora tutto molto nitidamente, con paura, e credo sia quanto di più brutto mi sia mao successo fin'ora. Trascorsi le successive settimane con una media di un attacco al giorno, con la forte sensazione di non riuscire a deglutire, come se la gola si stringesse, e l'ormai quotidiana fame d'aria. Fortunatamente, ora quella sensazione è quasi del tutto sparita, ma persiste la paura, ed un perenne stato di ansia durante il quale i sintomi variano da paura immotivata a sensazione di torpore a braccia e gambe, a fame d'aria. Non sono attacchi veri e propri, ma una destabilizzante sensazione che non sembra volersene andare. Capitano momenti della giornata in cui il mio corpo sembra essere tornato ad uno stato "normale", per poi ritrovarsi a fare i conti con lo stesso maledetto malessere. Aumenta specialmente alla sera, nel momento in cui mi distendo a letto. Mi addormento tardi, nonostante la stanchezza, mi sveglio ancora più stanca e priva di vitalità. Ho 23 anni, sono sempre stata una ragazza piena di vita ed energia, molto solitaria, mentre invece ora mi ritrovo ad aver quasi paura di stare da sola perché il pensiero: "e se mi viene un attacco e sono qui da sola, cosa faccio?" prevale. È un chiodo fisso, nonostante io cerchi disperatamente di non pensarci. Vorrei avere delle indicazioni su come convivere con questo stato mentale, senza l'utilizzo di psicofarmaci che, categoricamente, non ho intenzione di prendere. Il mio medico curante ha semplicemente prescritto una visita psichiatrica. Vorrei riuscire a controllare maggiormente il panico, per evitare che questo assorba me e la mia realtà.
E, più che altro: è "normale" il fatto che io avverta questi "sintomi" e questa sensazione da così tanto tempo? È normale che questa sensazione di irrealtà e malessere e fame d'aria, spesso, io spesso li provi per quasi l'intera giornata?
Grazie in anticipo per quella che sarà la risposta.
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Gentile utente,
Non si perda dietro a domande inconcludenti: che vuol dire "è normale che ?" Ha ricevuto un inquadramento diagnostico sommario da parte del medico, e giustamente l'indicazione ad una visita psichiatrica. Che significa che vorrebbe "controllare" il panico ? Se uno controllasse le malattie, non andrebbe neanche dal medico perché non le avrebbe.
Non si perda dietro a domande inconcludenti: che vuol dire "è normale che ?" Ha ricevuto un inquadramento diagnostico sommario da parte del medico, e giustamente l'indicazione ad una visita psichiatrica. Che significa che vorrebbe "controllare" il panico ? Se uno controllasse le malattie, non andrebbe neanche dal medico perché non le avrebbe.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
Gentile Dottore,
intanto la ringrazio per la risposta anche se poco esaustiva.
Con la frase "controllare il panico", intendevo "gestire" il panico, poter magari attingere ad una qualche fonte di "trucchetti" su come contrastarne gli effetti ed evitare che quest'ultimo prenda sempre il sopravvento.
Sarà mia premura recarmi da uno specialista al più presto, ma ahimè sono visite che hanno una certa incidenza economica e non tutti possono giovarne nell'immediato.
Motivo per il quale ho scritto qui con la speranza di ricevere qualche "consiglio" da un esperto.
Grazie.
intanto la ringrazio per la risposta anche se poco esaustiva.
Con la frase "controllare il panico", intendevo "gestire" il panico, poter magari attingere ad una qualche fonte di "trucchetti" su come contrastarne gli effetti ed evitare che quest'ultimo prenda sempre il sopravvento.
Sarà mia premura recarmi da uno specialista al più presto, ma ahimè sono visite che hanno una certa incidenza economica e non tutti possono giovarne nell'immediato.
Motivo per il quale ho scritto qui con la speranza di ricevere qualche "consiglio" da un esperto.
Grazie.
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I consigli non sono funzionali rispetto alla malattia.
Se ha un disturbo esso va curato in modo efficace al di là del fatto che il suo desiderio sia quello di resistere per utilizzare i "trucchetti", che di fatto non esistono, per cercare di curare la malattia.
Come se avesse l'ipertensione e volesse far scendere la pressione con la forza del pensiero.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Se ha un disturbo esso va curato in modo efficace al di là del fatto che il suo desiderio sia quello di resistere per utilizzare i "trucchetti", che di fatto non esistono, per cercare di curare la malattia.
Come se avesse l'ipertensione e volesse far scendere la pressione con la forza del pensiero.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#4]
Utente
Dunque non esiste alcun modo oltre alla terapia, che come ho specificato ho intenzione di intraprendere non appena ne avrò la possibilità (che scinde dalla somministrazione di farmaci che vorrei evitare), che mi possa permettere di vivere questa situazione con un po' più di serenità?
Come ad esempio esercizi della respirazione o altro?
Come ad esempio esercizi della respirazione o altro?
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Come si fa a vivere il panico con serenità, mi pare un po' una contraddizione in termini. Non che non ci siano adattamenti al panico, con le limitazioni che peraltro sono il vero problema del disturbo, ma Lei sta ragionando come se uno avesse il controllo delle proprie funzioni. Se così fosse, le malattie durerebbero un istante, giusto il tempo di accorgersene.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.2k visite dal 15/01/2019.
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