Attacchi di panico(?)
Buongiorno dottori
Vi racconto la mia storia: fin da piccolo ho avuto una certa avversione verso sangue,taglie, siringhe, etc, ricordo giramenti di testa alle elementari in una visita in un centro avis(dal nulla,senza nemmeno sapere che c’era gente che sta male vedendo dei sacchi di sangue), di essere svenuto a 15-16 anni guardando un film da amici in cui il protagonista si tagliava le vene , svenuto ancora in quarta superiore nel pungermi un dito con un ago a scuola per analizzare al microscopio il sangue e forti giramenti di testa alle lezioni della patente in cui spiegavano come comportarsi per un primo soccorso(avevo paura di svenire…).
Quasi due anni fa(quindi a 20 anni,ora ne ho 22),d’estate, andando al cinema con amici di fronte ad una scena particolarmente cruenta mi si sono ripresentati fortissimi giramenti di testa, battito accelerato del cuore, sudorazione (il cinema era oggettivamente sovraffollato,molto caldo e umido). (nota:Già avevo paura che di fronte a certe immagini potessi avere questo tipo di reazione.) Era già passato l’intervallo e facendo alzare tutta la fila sono uscito e andato in bagno a rinfrescarmi. Mi sembrava di sentirmi meglio ma tornato in sala è ricominciato tutto da capo. Sarebbe stato “imbarazzante” uscire di nuovo,in pratica non poteva andarmene, così ho atteso la fine del film con la paura e la sensazione di svenire e fissando il muro per non rivedere scene cruente. Nei giorni dopo solo un po’ di intontimento(che mi capita ancora di avere:non una forte sensazione di svenimento “concentrata” ma un po’ di “annebbiamento”/”testa pesante”per mezza giornata). Finita l’estate qualche ho ripreso l’università e in una lezione particolarmente affollata(come al cinema?), ma in cui il sangue non entrava minimamente(faccio ingegneria….)mi si sono ripresentati sudorazione,sensazione di svenimento (e paura che accada, mi è già successo in fondo che fattori puramente emotivi mi facessero svenire…), tachicardia. Per un po’ di tempo tale fenomeno ha riguardato quella specifica lezione, poi le lezioni all’università in generale e i cinema, le funivie. Poi dopo un anno l’entrare in autostrada mi ha suscitato le identiche emozioni(lì non potevo fermarmi se volevo, come al cinema e a lezione uscire,non potevo stare male)e subito dopo le gallerie. Ora qualsiasi situazione in cui mi sento “non libero” di uscire,sedermi,alzarmi,andarmene mi causa ciò. Ad esempio in un negozio posso girare stando bene ma nel momento in cui rivolgo la parola al commesso (e non posso più andarmene ), lì comincio ad agitarmi. Oltre a questi momenti che capitano a seconda dei periodi da qualche volta al mese a più di una a settimana, ho addosso ormai una paura per qualsiasi situazione nuova,in cui non so se potrei finire a trovarmi appunto “chiuso dentro” da qualche parte,continuo a pensare a questo problema,non mi sento più libero,ad un esame è + forte la paura di star male che la sana tensione per l’esame in sé. Tensioni, paure, difficoltà che prima di ciò avevo sempre saputo affrontare,senza panico e con sicurezza. Ho cercato di far si ,anzi mi sono imposto, che questo problema non mi limitasse in niente, continuo ad andare all’università, continuo a guidare l’auto,a uscire con gli amici come so che farei se non avessi niente ,ma al consapevolezza che potrei star male mi segue sempre,ho perso la serenità.
Inizialmente mi sono rivolto al mio medico che mi ha mandato da un otorino (controllo labirintite),neurologo, fisioterapista,ho fatto risonanza magnetica e tac alla testa ma non è risultato niente. Mi sono allora rivolto,sul suggerimento del medico e di conoscenti, ad una psicologa definita “brava”. Dopo circa una ventina di sedute non noto però nessun miglioramento ,né mi sembra di essere sulla strada per averne in futuro,probabilmente una maggior consapevolezza del problema,quello si. Il mio dottore mi ha inoltre fatto prendere dell’ansiolin “al bisogno”(cosa impossibile,andrebbe preso una mezz’ora prima del bisogno,a sapere quando sarà!), la psicologa non si è espressa sulle dosi e i tempi ma ha detto di fare come mi sento(controllando che non esageri). Io lo prendo prima di ogni esame(dove non posso stare male),o quando so che potrò trovarmi in situazioni in cui sono appunto “chiuso dentro”. In generale diciamo un paio di volte a settimana,con l’unica eccezione di un paio di settimane fa in quando andato in vacanza con la mia ragazza l’ho preso per la prima volta tutti i giorni,2 al giorno (prima di uscire la mattina e la sera e per il viaggio in aereo,sono pastiglie da 5mg).Non mi è mai successo di star male dopo aver preso l’ansiolin,tuttalpiù un po’ di preoccupazione che ben presto si rivela infondata e sparisce. Con la psicologa,come detto,non ho avuto grandi risultati…le racconto ogni volta quello che mi è successo e mi dice di non trattenere le emozioni ma dargli libero sfogo(ma non mi sembra di farlo),di non essere troppo razionale.Ha provato con l’EMDR a desensibilizzare il fatto del sangue ma con scarsi risultati, probabilmente,penso io, dovuti al fatto che non sia il sangue in sé ma anche l’ambiente in cui sono immerso. Posso curarmi un taglio,o guardare un film con del sangue a casa senza troppe paure,ma se c’è gente per le stesse cose comincio ad aver paura di svenire davanti a loro e di conseguenza sto male...Starei male restando bloccato in un ascensore ma solo se c’è gente. Leggendo su internet ho trovato molte analogie coi cosiddetti “attacchi di panico”(sostituendo forse a “paura di morire” la “paura di svenire”),soprattutto su come il fatto si è propagato e ha influenzato la mia vita(se è vero che non rinuncio ad andare a lezione è anche vero che mi siedo sempre vicino alla porta…).La psicologa mi ha ora proposto un incontro con un omeopata per un lavoro in parallelo al suo.
Chiedo a voi:è giusto il percorso che sto seguendo?pensate sia una buona idea quella delle cure omeopatiche?sto usando correttamente le medicine?è stato giusto rivolgersi ad una psicologa o avrei dovuto andare da uno psichiatra(o psicanalista o psicoterapeuta,o chi?)?Può darsi che il male,sì di tipo psicologico,abbia origine fisiche(in fondo la psicologa stessa ha ammesso che non è emersa nessuna situazione particolarmente negativa che vivo o ho vissuto,cosa che mi sono sempre sentito)?in tal caso che esami potrei fare?(so che dovrei chiedere al mio medico,ma lui mi consiglia di andare a nuotare per scaricare la tensione,ma fa lo stesso anche quando ti fa male un piede, e reputa che “non sia assolutamente il caso di parlare di psichiatri”)
Scusate il messaggio davvero lungo ma volevo spiegarvi bene quello che ho. Curiosando in questo sito tra gli attacchi di panico per la prima volta ho avuto l’impressione che quello che ho sia qualcosa di noto,una malattia diffusa con cause e precisi metodi di soluzione,non “un po’ di tensione”o “è lo stress” o “cose che vengono e se ne vanno da sole” come ho sentito da troppi Dottori…
Grazie per le eventuali risposte e per l’ottimo lavoro che fate.
Vi racconto la mia storia: fin da piccolo ho avuto una certa avversione verso sangue,taglie, siringhe, etc, ricordo giramenti di testa alle elementari in una visita in un centro avis(dal nulla,senza nemmeno sapere che c’era gente che sta male vedendo dei sacchi di sangue), di essere svenuto a 15-16 anni guardando un film da amici in cui il protagonista si tagliava le vene , svenuto ancora in quarta superiore nel pungermi un dito con un ago a scuola per analizzare al microscopio il sangue e forti giramenti di testa alle lezioni della patente in cui spiegavano come comportarsi per un primo soccorso(avevo paura di svenire…).
Quasi due anni fa(quindi a 20 anni,ora ne ho 22),d’estate, andando al cinema con amici di fronte ad una scena particolarmente cruenta mi si sono ripresentati fortissimi giramenti di testa, battito accelerato del cuore, sudorazione (il cinema era oggettivamente sovraffollato,molto caldo e umido). (nota:Già avevo paura che di fronte a certe immagini potessi avere questo tipo di reazione.) Era già passato l’intervallo e facendo alzare tutta la fila sono uscito e andato in bagno a rinfrescarmi. Mi sembrava di sentirmi meglio ma tornato in sala è ricominciato tutto da capo. Sarebbe stato “imbarazzante” uscire di nuovo,in pratica non poteva andarmene, così ho atteso la fine del film con la paura e la sensazione di svenire e fissando il muro per non rivedere scene cruente. Nei giorni dopo solo un po’ di intontimento(che mi capita ancora di avere:non una forte sensazione di svenimento “concentrata” ma un po’ di “annebbiamento”/”testa pesante”per mezza giornata). Finita l’estate qualche ho ripreso l’università e in una lezione particolarmente affollata(come al cinema?), ma in cui il sangue non entrava minimamente(faccio ingegneria….)mi si sono ripresentati sudorazione,sensazione di svenimento (e paura che accada, mi è già successo in fondo che fattori puramente emotivi mi facessero svenire…), tachicardia. Per un po’ di tempo tale fenomeno ha riguardato quella specifica lezione, poi le lezioni all’università in generale e i cinema, le funivie. Poi dopo un anno l’entrare in autostrada mi ha suscitato le identiche emozioni(lì non potevo fermarmi se volevo, come al cinema e a lezione uscire,non potevo stare male)e subito dopo le gallerie. Ora qualsiasi situazione in cui mi sento “non libero” di uscire,sedermi,alzarmi,andarmene mi causa ciò. Ad esempio in un negozio posso girare stando bene ma nel momento in cui rivolgo la parola al commesso (e non posso più andarmene ), lì comincio ad agitarmi. Oltre a questi momenti che capitano a seconda dei periodi da qualche volta al mese a più di una a settimana, ho addosso ormai una paura per qualsiasi situazione nuova,in cui non so se potrei finire a trovarmi appunto “chiuso dentro” da qualche parte,continuo a pensare a questo problema,non mi sento più libero,ad un esame è + forte la paura di star male che la sana tensione per l’esame in sé. Tensioni, paure, difficoltà che prima di ciò avevo sempre saputo affrontare,senza panico e con sicurezza. Ho cercato di far si ,anzi mi sono imposto, che questo problema non mi limitasse in niente, continuo ad andare all’università, continuo a guidare l’auto,a uscire con gli amici come so che farei se non avessi niente ,ma al consapevolezza che potrei star male mi segue sempre,ho perso la serenità.
Inizialmente mi sono rivolto al mio medico che mi ha mandato da un otorino (controllo labirintite),neurologo, fisioterapista,ho fatto risonanza magnetica e tac alla testa ma non è risultato niente. Mi sono allora rivolto,sul suggerimento del medico e di conoscenti, ad una psicologa definita “brava”. Dopo circa una ventina di sedute non noto però nessun miglioramento ,né mi sembra di essere sulla strada per averne in futuro,probabilmente una maggior consapevolezza del problema,quello si. Il mio dottore mi ha inoltre fatto prendere dell’ansiolin “al bisogno”(cosa impossibile,andrebbe preso una mezz’ora prima del bisogno,a sapere quando sarà!), la psicologa non si è espressa sulle dosi e i tempi ma ha detto di fare come mi sento(controllando che non esageri). Io lo prendo prima di ogni esame(dove non posso stare male),o quando so che potrò trovarmi in situazioni in cui sono appunto “chiuso dentro”. In generale diciamo un paio di volte a settimana,con l’unica eccezione di un paio di settimane fa in quando andato in vacanza con la mia ragazza l’ho preso per la prima volta tutti i giorni,2 al giorno (prima di uscire la mattina e la sera e per il viaggio in aereo,sono pastiglie da 5mg).Non mi è mai successo di star male dopo aver preso l’ansiolin,tuttalpiù un po’ di preoccupazione che ben presto si rivela infondata e sparisce. Con la psicologa,come detto,non ho avuto grandi risultati…le racconto ogni volta quello che mi è successo e mi dice di non trattenere le emozioni ma dargli libero sfogo(ma non mi sembra di farlo),di non essere troppo razionale.Ha provato con l’EMDR a desensibilizzare il fatto del sangue ma con scarsi risultati, probabilmente,penso io, dovuti al fatto che non sia il sangue in sé ma anche l’ambiente in cui sono immerso. Posso curarmi un taglio,o guardare un film con del sangue a casa senza troppe paure,ma se c’è gente per le stesse cose comincio ad aver paura di svenire davanti a loro e di conseguenza sto male...Starei male restando bloccato in un ascensore ma solo se c’è gente. Leggendo su internet ho trovato molte analogie coi cosiddetti “attacchi di panico”(sostituendo forse a “paura di morire” la “paura di svenire”),soprattutto su come il fatto si è propagato e ha influenzato la mia vita(se è vero che non rinuncio ad andare a lezione è anche vero che mi siedo sempre vicino alla porta…).La psicologa mi ha ora proposto un incontro con un omeopata per un lavoro in parallelo al suo.
Chiedo a voi:è giusto il percorso che sto seguendo?pensate sia una buona idea quella delle cure omeopatiche?sto usando correttamente le medicine?è stato giusto rivolgersi ad una psicologa o avrei dovuto andare da uno psichiatra(o psicanalista o psicoterapeuta,o chi?)?Può darsi che il male,sì di tipo psicologico,abbia origine fisiche(in fondo la psicologa stessa ha ammesso che non è emersa nessuna situazione particolarmente negativa che vivo o ho vissuto,cosa che mi sono sempre sentito)?in tal caso che esami potrei fare?(so che dovrei chiedere al mio medico,ma lui mi consiglia di andare a nuotare per scaricare la tensione,ma fa lo stesso anche quando ti fa male un piede, e reputa che “non sia assolutamente il caso di parlare di psichiatri”)
Scusate il messaggio davvero lungo ma volevo spiegarvi bene quello che ho. Curiosando in questo sito tra gli attacchi di panico per la prima volta ho avuto l’impressione che quello che ho sia qualcosa di noto,una malattia diffusa con cause e precisi metodi di soluzione,non “un po’ di tensione”o “è lo stress” o “cose che vengono e se ne vanno da sole” come ho sentito da troppi Dottori…
Grazie per le eventuali risposte e per l’ottimo lavoro che fate.
[#1]
Gentile utente,
a quanto ho potuto capire ha effettuato diversi esami per escludere eventuali cause organiche; non so se fra questi ci sono stati anche gli esami ematici di routine e quelli della funzionalità tiroidea.
Il passo successivo è quello di rivolgersi ad uno psichiatra per ottenere una precisa diagnosi e iniziare una terapia adeguata con antidepressivi poiché da quello che descrive sembra trattarsi proprio di attacchi di panico, associati a fobia del sangue. Le benzodiazepine (come l’ansiolin) sono farmaci sintomatici che non agiscono alla base del disturbo come gli antidepressivi e dovrebbero essere assunte per brevi periodi.
Le consiglio inoltre di associare ai farmaci una psicoterapia cognitivo-comportamentale; spesso i due trattamenti combinati offrono una maggior probabilità di successo e una maggior stabilità dei risultati ottenuti.
Cordiali saluti
Dott.ssa Cristiana Cecchi
a quanto ho potuto capire ha effettuato diversi esami per escludere eventuali cause organiche; non so se fra questi ci sono stati anche gli esami ematici di routine e quelli della funzionalità tiroidea.
Il passo successivo è quello di rivolgersi ad uno psichiatra per ottenere una precisa diagnosi e iniziare una terapia adeguata con antidepressivi poiché da quello che descrive sembra trattarsi proprio di attacchi di panico, associati a fobia del sangue. Le benzodiazepine (come l’ansiolin) sono farmaci sintomatici che non agiscono alla base del disturbo come gli antidepressivi e dovrebbero essere assunte per brevi periodi.
Le consiglio inoltre di associare ai farmaci una psicoterapia cognitivo-comportamentale; spesso i due trattamenti combinati offrono una maggior probabilità di successo e una maggior stabilità dei risultati ottenuti.
Cordiali saluti
Dott.ssa Cristiana Cecchi
Dr.ssa Cristiana Cecchi
[#2]
Utente
Anzitutto grazie per la gentile risposta.
Sì tra gli esami c'erano quelli "normali" del sangue(tutto ok) e quelli della tiroide.In questi ultimi un valore compariva fuori dai limiti (FT3 4.30 pg/mL ,valori di riferimento 2.30-4.20) ma il dottore aveva considerato non significativa questa cosa, essendo appena fuori dal range.E' d'accordo?
Un chiarimento sulla Sua risposta(visto la mia totale ignoranza in materia):la "psicoterapia cognitivo-comportamentale" di cui parla è quella che sto facendo con la psicologa?o sarebbe svolta dallo psichiatra?(forse è una domanda stupida ma il confine del campo di lavoro dei due a un non addetto ai lavori non è così chiaro...)
Infine:non ha fatto alcun riferimento alle cure omeopatche che mi sono state proposte, non le giudica efficaci?(forse è un'altra domanda stupida ma non ho ben capito quando l'omeopatia è considerata una medicina e quando un "rimedio della nonna")
Grazie ancora
Sì tra gli esami c'erano quelli "normali" del sangue(tutto ok) e quelli della tiroide.In questi ultimi un valore compariva fuori dai limiti (FT3 4.30 pg/mL ,valori di riferimento 2.30-4.20) ma il dottore aveva considerato non significativa questa cosa, essendo appena fuori dal range.E' d'accordo?
Un chiarimento sulla Sua risposta(visto la mia totale ignoranza in materia):la "psicoterapia cognitivo-comportamentale" di cui parla è quella che sto facendo con la psicologa?o sarebbe svolta dallo psichiatra?(forse è una domanda stupida ma il confine del campo di lavoro dei due a un non addetto ai lavori non è così chiaro...)
Infine:non ha fatto alcun riferimento alle cure omeopatche che mi sono state proposte, non le giudica efficaci?(forse è un'altra domanda stupida ma non ho ben capito quando l'omeopatia è considerata una medicina e quando un "rimedio della nonna")
Grazie ancora
[#3]
Caro utente,
lei soffre del disturbo di panico. La psicoterapia cognitivo-comportamentale può essere utile per le condotte di evitamento, poco sui sintomi fisici. In primis è necessario impostare una corretta terapia antipanico e per questo deve rivolgersi ad un medico specialista in psichiatra e competente in psicofarmacologia. Se una psicologa (cioè laureata in psicologia e non in medicina) le ha prescritto un farmaco, qualunque esso sia, è passibile di denuncia poichè la Legge consente la prescrizione di terapia farmacologica solo al laureato in medicina. L'omeopatia non serve a niente.
Cari saluti
Silvio Presta
www.silvio-presta-psichiatra.tk
lei soffre del disturbo di panico. La psicoterapia cognitivo-comportamentale può essere utile per le condotte di evitamento, poco sui sintomi fisici. In primis è necessario impostare una corretta terapia antipanico e per questo deve rivolgersi ad un medico specialista in psichiatra e competente in psicofarmacologia. Se una psicologa (cioè laureata in psicologia e non in medicina) le ha prescritto un farmaco, qualunque esso sia, è passibile di denuncia poichè la Legge consente la prescrizione di terapia farmacologica solo al laureato in medicina. L'omeopatia non serve a niente.
Cari saluti
Silvio Presta
www.silvio-presta-psichiatra.tk
Silvio Presta
[#4]
Utente
Grazie anche al dottor Presta,ho apprezzato molto la chiarezza del suo intervento.
Ma ripeto:quella che definite "psicoterapia cognitivo-comportamentale" (che per la dottoressa Cecchi sembra avere più importanza che per il dottor Presta,ma in ogni caso mi sembra "meglio farla che no") è il lavoro che può fare una psicologa? Un "percorso" in cui si analizzano i momenti di malessere, ci si rende pian piano conto delle dinamiche che portano ad averli e più in generale un'indagine più ampia sulla propria vita scollegata dalle singole situazioni degli attacchi(sulla strada del farle passare)? oppure anche questo è campo dello psichiatra?
Inoltre permettetemi uno sfogo: che sia necessaria una visita da uno psichiatra non mi sembra a questo punto nemmeno in discussione.Ho avuto a che fare col mio dottore,un oculista,un otorino,un neurologo e molte altre persone operanti nell'ambito della medicina.Nessuno hai mai nemmeno detto la parola "psichiatra".Siete evitati,ignorati,temuti? Non dovrei essere IO quello che a sentir dire psichiatra si spaventa e fugge pensando a serial-killer,pazzi e suicidi e i dottori a spiegarmi che è solo un medico specialista,anzi IL medico specialista cui mi devo rivolgere? Devo saperlo da un sito internet?
Grazie ancora
NOTA:no,la psicologa non mi ha mai prescritto medicine;sono stato io a chiederle consigli su come utilizzare l'ansiolin visto che la frase "al bisogno" è tanto bella quanto inutile:se un giorno sto male a lezione avrei dovuto prendere la pastiglia prima della lezione,se la prendo al momento ora che fa effetto l'attacco di panico (a questo punto posso chiamarlo così) se ne è già andato da solo
Ma ripeto:quella che definite "psicoterapia cognitivo-comportamentale" (che per la dottoressa Cecchi sembra avere più importanza che per il dottor Presta,ma in ogni caso mi sembra "meglio farla che no") è il lavoro che può fare una psicologa? Un "percorso" in cui si analizzano i momenti di malessere, ci si rende pian piano conto delle dinamiche che portano ad averli e più in generale un'indagine più ampia sulla propria vita scollegata dalle singole situazioni degli attacchi(sulla strada del farle passare)? oppure anche questo è campo dello psichiatra?
Inoltre permettetemi uno sfogo: che sia necessaria una visita da uno psichiatra non mi sembra a questo punto nemmeno in discussione.Ho avuto a che fare col mio dottore,un oculista,un otorino,un neurologo e molte altre persone operanti nell'ambito della medicina.Nessuno hai mai nemmeno detto la parola "psichiatra".Siete evitati,ignorati,temuti? Non dovrei essere IO quello che a sentir dire psichiatra si spaventa e fugge pensando a serial-killer,pazzi e suicidi e i dottori a spiegarmi che è solo un medico specialista,anzi IL medico specialista cui mi devo rivolgere? Devo saperlo da un sito internet?
Grazie ancora
NOTA:no,la psicologa non mi ha mai prescritto medicine;sono stato io a chiederle consigli su come utilizzare l'ansiolin visto che la frase "al bisogno" è tanto bella quanto inutile:se un giorno sto male a lezione avrei dovuto prendere la pastiglia prima della lezione,se la prendo al momento ora che fa effetto l'attacco di panico (a questo punto posso chiamarlo così) se ne è già andato da solo
[#5]
Gentile utente,
per quanto riguarda la psicoterapia cognitivo-comportamentale può senza dubbio farla anche una psicologa basta che sia specializzata a riguardo. Lo psicologo infatti è laureato in psicologia ma per poter operare come psicoterapeuta è necessario che frequenti, dopo la laurea, un corso di formazione ed abilitazione alla psicoterapia della durata di almeno quattro anni.
Come ben saprà esistono più tipi di psicoterapie ma, a mio parere (condiviso da molti), per gli attacchi di panico la cognitivo-comportamentale è la più indicata.
Per quanto riguarda il fatto che nessuno dei medici a cui lei si è rivolto le abbia consigliato di effettuare una visita con lo psichiatra non saprei dirle il motivo.
Infine vorrei precisare che pur reputando importante la psicoterapia, vista anche la sua giovane età, condivido il parere del collega Dott. Presta sulla necessità primaria di iniziare un trattamento farmacologico adeguato nel caso venga confermata la diagnosi di attacchi di panico, come probabile.
Cordiali saluti
Dott.ssa Cristiana Cecchi
per quanto riguarda la psicoterapia cognitivo-comportamentale può senza dubbio farla anche una psicologa basta che sia specializzata a riguardo. Lo psicologo infatti è laureato in psicologia ma per poter operare come psicoterapeuta è necessario che frequenti, dopo la laurea, un corso di formazione ed abilitazione alla psicoterapia della durata di almeno quattro anni.
Come ben saprà esistono più tipi di psicoterapie ma, a mio parere (condiviso da molti), per gli attacchi di panico la cognitivo-comportamentale è la più indicata.
Per quanto riguarda il fatto che nessuno dei medici a cui lei si è rivolto le abbia consigliato di effettuare una visita con lo psichiatra non saprei dirle il motivo.
Infine vorrei precisare che pur reputando importante la psicoterapia, vista anche la sua giovane età, condivido il parere del collega Dott. Presta sulla necessità primaria di iniziare un trattamento farmacologico adeguato nel caso venga confermata la diagnosi di attacchi di panico, come probabile.
Cordiali saluti
Dott.ssa Cristiana Cecchi
[#6]
Utente
Non penso la psicologa cui mi sono rivolto abbia tale specializzazione...
Penso di avere perso già abbastanza tempo, e certo questo non ha giovato al tutto, e mi son reso conto di non essere assolutamente in grado di valutare da solo se quello che ho davanti è un "buon medico" che sta operando correttamente.Volevo chiedere se conoscete centri (o dottori) nella zona di Lecco(o al limite Como o Milano) in cui mi consigliate di recarmi.
Un ulteriore chiarimento se possibile.
Questo è quanto ho dedotto dalle vostre risposte(e navigando in questo sito): gli attacchi di panico sono una malattia(non c'è niente di sbagliato in come penso quindi, il disagio è dato da un effetivo malfunzionamento di qualcosa),una malattia con grandi ripercussioni psciologiche ma anzitutto una malattia,che va curata con farmaci. La psicoterapia cognitivo-comportamentale aiuta nei limiti di quelle grandi ripercussioni che avvengono a livello psicologico ,aiuta inoltre le medicine e garantisce risultati più duraturi,ma le medicina curano il male.
E' corretto?
Grazie ancora per quello che fate
Penso di avere perso già abbastanza tempo, e certo questo non ha giovato al tutto, e mi son reso conto di non essere assolutamente in grado di valutare da solo se quello che ho davanti è un "buon medico" che sta operando correttamente.Volevo chiedere se conoscete centri (o dottori) nella zona di Lecco(o al limite Como o Milano) in cui mi consigliate di recarmi.
Un ulteriore chiarimento se possibile.
Questo è quanto ho dedotto dalle vostre risposte(e navigando in questo sito): gli attacchi di panico sono una malattia(non c'è niente di sbagliato in come penso quindi, il disagio è dato da un effetivo malfunzionamento di qualcosa),una malattia con grandi ripercussioni psciologiche ma anzitutto una malattia,che va curata con farmaci. La psicoterapia cognitivo-comportamentale aiuta nei limiti di quelle grandi ripercussioni che avvengono a livello psicologico ,aiuta inoltre le medicine e garantisce risultati più duraturi,ma le medicina curano il male.
E' corretto?
Grazie ancora per quello che fate
[#7]
Gentile utente,
provi a rivolgersi al Terzo Centro di Psicoterapia cognitiva a Roma per ottenere il nome di uno psicoterapeuta cognitivo nella sua zona: www.terzocentro.it.
In ogni caso, come gia' consigliato dai colleghi e' importante inserire una terapia farmacologica adatta per consentire la riduzione dei sintomi.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
provi a rivolgersi al Terzo Centro di Psicoterapia cognitiva a Roma per ottenere il nome di uno psicoterapeuta cognitivo nella sua zona: www.terzocentro.it.
In ogni caso, come gia' consigliato dai colleghi e' importante inserire una terapia farmacologica adatta per consentire la riduzione dei sintomi.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#8]
Utente
La richiesta riguardava più che altro, usando le parole del Dr. Presta, "un medico specialista in psichiatra e competente in psicofarmacologia" o un centro adeguato.
Se poi la psicoterapia cognitivo-comportamentale è così frequentemente associata alla cura farmacologia di questo tipo di disturbo,credo che una volta indivuato lo psichiatra saprà poi lui consigliarmi adeguatamente. Se così non fosse terrò comunque conto del suo consiglio.
Grazie
Se poi la psicoterapia cognitivo-comportamentale è così frequentemente associata alla cura farmacologia di questo tipo di disturbo,credo che una volta indivuato lo psichiatra saprà poi lui consigliarmi adeguatamente. Se così non fosse terrò comunque conto del suo consiglio.
Grazie
[#9]
Su Milano il dr. Mario Savino (www.mariosavino.com) o il dr. luca Teoni a Bergamo (inidirizzo reperibile sempre nel sito web di Savino con cui collabora).
Saluti
Silvio Presta
www.silvio-presta-psichiatra.tk
Saluti
Silvio Presta
www.silvio-presta-psichiatra.tk
[#10]
Gentile utente,
sicuramente una volta individuato il collega a cui rivolgersi puo' accordarsi sul trattamento psicoterapeutico e su quello farmacologico.
Consideri che tutti gli psichiatri sono in grado di usare e prescrivere i farmaci. Non tutti gli psichiatri hanno un orientamento cognitivista.
Dovrebbe avere la pazienza di cercare un collega che abbia entrambe le caratteristiche.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
sicuramente una volta individuato il collega a cui rivolgersi puo' accordarsi sul trattamento psicoterapeutico e su quello farmacologico.
Consideri che tutti gli psichiatri sono in grado di usare e prescrivere i farmaci. Non tutti gli psichiatri hanno un orientamento cognitivista.
Dovrebbe avere la pazienza di cercare un collega che abbia entrambe le caratteristiche.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
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Approfondimento su Attacchi di panico
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