Gestione rapporto con collega con tratti di disturbo di dipendenza
Salve,
il mio problema è il seguente : non so più come difendermi dallo sfibramento psicologico ed emotivo generato dal dover stare costantemente a fianco ad una collega che corrisponde esattamente alla descrizione di una persona affetta da disturbo di dipendenza. (Avendo questo costante flusso di parole al mio fianco, ho cominciato a cercare articoli ed a leggere, finché mi sono imbattuta nella descrizione di questo sisturbo. Sembrava parlassero di lei)
Fa parte del mio team, mi siede alla scrivania a fianco e non ho modo di sfuggirle. Ha costante bisogno di attenzione, costante flusso di parole che escono dalla sua bocca in ogni momento (anche se non interpellata), la costante intromissione nelle conversazioni (di lavoro e non), fa la telecronaca di tutto quello che fa e ricerca la reazione altrui, ma soprattutto la mia perchè le sono di fianco e glia altri si possono nascondere dietro gli schemi, io no! Appena distolgo lo sguardo dallo schermo e magari chiedo qualsiasi cosa a qualcun'altro lei si intromette...e non smette mai mai più di parlare.
Ho provato a mettere 'dei paletti' ma penso che la mia strategia sia totalmente inefficace. Ho provato ad interromperla quando si è intromessa nelle conversazioni (a volte anche bruscamente); ho provato a limitare le mie reazioni a qualsiasi cosa dicesse; distolgo lo sguardo quando parla, faccio finta di non sentire. Questo mi genera stress e la cosa che sopporto di meno è che poi mi vado a sfogare magari con altri amici/ colleghi. Non mi piace. Non mi piace che la mia giornata sia monopolizzata dal continuo cercare riparo dalla sua presenza ingombrante. Inoltre ho notato che più cerco di essere fredda e di ignorare questa persona e più mi cerca, mi fa domande inutili (che mi fanno innervosire ancora di più) solo per stabilire un contatto e così mi ritrovo a comportarmi come la persona che non sono.
Io vorrei essere ignorata da lei , ma proprio non mi molla. Anzi, trova sempre il modo di farmi un complimento, di intromettersi se qualche collega entra in stanza a salutarmi/piuttosto che parlarmi di lavoro.
Non è una persona cattiva, tutto il contrario. E' onesta, trasparente, quasi come se fosse una bambina. Il che genera nei colleghi sensi di colpa ogni volta che non la invitano a pranzo (tutti la evitano). Io non ho questo senso di colpa perché so quanto è pesante il suo comportamento e quello che mi genera. Ma come si neutralizza? come mi difendo?
Inoltre ci sono dei giorni che ha un odore sgradevole. Ma anche a questo non posso sfuggire... perché le sono a fianco.
che devo fare?
il mio problema è il seguente : non so più come difendermi dallo sfibramento psicologico ed emotivo generato dal dover stare costantemente a fianco ad una collega che corrisponde esattamente alla descrizione di una persona affetta da disturbo di dipendenza. (Avendo questo costante flusso di parole al mio fianco, ho cominciato a cercare articoli ed a leggere, finché mi sono imbattuta nella descrizione di questo sisturbo. Sembrava parlassero di lei)
Fa parte del mio team, mi siede alla scrivania a fianco e non ho modo di sfuggirle. Ha costante bisogno di attenzione, costante flusso di parole che escono dalla sua bocca in ogni momento (anche se non interpellata), la costante intromissione nelle conversazioni (di lavoro e non), fa la telecronaca di tutto quello che fa e ricerca la reazione altrui, ma soprattutto la mia perchè le sono di fianco e glia altri si possono nascondere dietro gli schemi, io no! Appena distolgo lo sguardo dallo schermo e magari chiedo qualsiasi cosa a qualcun'altro lei si intromette...e non smette mai mai più di parlare.
Ho provato a mettere 'dei paletti' ma penso che la mia strategia sia totalmente inefficace. Ho provato ad interromperla quando si è intromessa nelle conversazioni (a volte anche bruscamente); ho provato a limitare le mie reazioni a qualsiasi cosa dicesse; distolgo lo sguardo quando parla, faccio finta di non sentire. Questo mi genera stress e la cosa che sopporto di meno è che poi mi vado a sfogare magari con altri amici/ colleghi. Non mi piace. Non mi piace che la mia giornata sia monopolizzata dal continuo cercare riparo dalla sua presenza ingombrante. Inoltre ho notato che più cerco di essere fredda e di ignorare questa persona e più mi cerca, mi fa domande inutili (che mi fanno innervosire ancora di più) solo per stabilire un contatto e così mi ritrovo a comportarmi come la persona che non sono.
Io vorrei essere ignorata da lei , ma proprio non mi molla. Anzi, trova sempre il modo di farmi un complimento, di intromettersi se qualche collega entra in stanza a salutarmi/piuttosto che parlarmi di lavoro.
Non è una persona cattiva, tutto il contrario. E' onesta, trasparente, quasi come se fosse una bambina. Il che genera nei colleghi sensi di colpa ogni volta che non la invitano a pranzo (tutti la evitano). Io non ho questo senso di colpa perché so quanto è pesante il suo comportamento e quello che mi genera. Ma come si neutralizza? come mi difendo?
Inoltre ci sono dei giorni che ha un odore sgradevole. Ma anche a questo non posso sfuggire... perché le sono a fianco.
che devo fare?
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Gentile utente,
Questo è un sito medico, queste sembrano rimostranze relative ad una convivenza sul lavoro per caratteristiche di un'altra persona. Non saprei cosa sia "disturbo da dipendenza", forse intende personalità dipendente ? Non vedo attinenza però.
Questo è un sito medico, queste sembrano rimostranze relative ad una convivenza sul lavoro per caratteristiche di un'altra persona. Non saprei cosa sia "disturbo da dipendenza", forse intende personalità dipendente ? Non vedo attinenza però.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
Salve Dott. Pacini,
si è sicuramente corretta la sua definizione e non la mia (per cui mi scuso per l'improprietà).
in cosa non vede attinenza?
dal mio lato provo a essere più chiara :
qualora fosse che la collega in questione fosse affetta da questo disturbo , cosa deve fare chi le sta intorno? come ci si deve comportare per non cadere nella rete di comportamenti che questi soggetti mettono in atto estenuanti per chi sta intorno?
grazie per l'attenzione
si è sicuramente corretta la sua definizione e non la mia (per cui mi scuso per l'improprietà).
in cosa non vede attinenza?
dal mio lato provo a essere più chiara :
qualora fosse che la collega in questione fosse affetta da questo disturbo , cosa deve fare chi le sta intorno? come ci si deve comportare per non cadere nella rete di comportamenti che questi soggetti mettono in atto estenuanti per chi sta intorno?
grazie per l'attenzione
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Cerco di spiegarmi meglio. La psichiatria non si occupa di come gli altri devono convivere con una persona x affetta da qualcosa di imprecisato. I comportamenti fastidiosi degli altri non sono né necessari né sufficienti per definire una malattia mentale. E poi, anche se fosse, non capisco esattamente perché ci dovrebbero essere consigli da dare.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.2k visite dal 11/01/2019.
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