Ipocondria e reali disturbi fisici non curati
Gentilissimi,
Mio padre, quasi un decennio fa, sì è ammalato di depressione con tratti in ipocondriaci (abbiamo visto non so più quanti specialisti a vuoto) ed OCD (lavaggio continuo di mani). Abbiamo provato a fargli fare psicoterapia con scarsi risultati, asserisce di non avere assolutamente nessun problema psicologico e che fingeva spesso malesseri per non andare a terapia.
Da allora ha smesso di lavorare ed ha praticamente smesso di uscire di casa.
Negli ultimi anni la situazione è peggiorata, sono sopraggiunte delle patologie reali (dovute o facilitate dall'immobilità che mio padre si è "autoinflitto"): è affetto da linfedema,che si rifiuta di curare in pratica facendo il completo opposto di quanto prescritto dai medici e non prendendo nessuna delle medicine di cui avrebbe bisogno (o prendendole in dosi e combinazioni che decide in autonomia), ed insufficienza renale determinata (anche) dall'abuso di antinfiammatori, antibiotici etc presi con e senza prescrizione medica per anni.
Da circa due anni si rifiuta di lavarsi (nessuna parte del corpo, denti inclusi. Unica eccezione: le mani che vengono invece lavate quotidianamente) o di cambiarsi gli abiti (tenendo addosso pigiami con urina o liquido che perde dalle gambe, infetto) e di sdraiarsi al letto (conduce una vita H24 su una sedia, giorno e notte, al punto che ha piaghe da decubito nella zona anale e che ci ritroviamo sempre più spesso nella pericolosissima situazione per cui cade a terra quando si addormenta - essendo sotto oppiacei per via dei dolori e soffrendo di grave insonnia. Visto il suo stato di salute, ogni caduta (oltre che generare rischi di fratture e traumi) , porta il rischio che eventuali ferite diventino istantaneamente 'infezione che fa fatica a guarire visto il sistema immunitario debole per via del linfedema. Ha tremori diffusi alle mani (le cose gli cadono dalle mani) e le gambe sembrano peggiorare invece che migliorare...
Non ritengo che questa sia una vita. Noi familiari viviamo nella paura e nella frustrazione ed impotenza.
Rifiuta le sue problematiche mentali (ormai psichiatriche) e rifiuta anche solo l'idea di psicofarmaci. Diventa aggressivo con chiunque provi a toccare l'argomento o chiunque contraddica / critichi le assurde scuse o motivazioni che adduce per il suo comportamento. Urla, insulti etc.
Ho pensato anche ad un TSO ma sarebbe solo per 7 giorni nei quali mio padre potrebbe decidere di andare via in qualsiasi momento e pregiudicherebbe il mittente rapporto con lui senza ottenere nessun risultato concreto in così poco tempo (si dice che occorra un mese perché gli psicofarmaci facciano effetto?)
Ho anche paura che questa carenza di igiene possa anche generare danni non solo a se ma anche alla sua compagna (ha fatto quattro ricoveri negli ultimi due anni e non si è mai lavato...)
Cosa possiamo fare per aiutarlo?
Mi scuso per lo sfogo disperato, non so a chi rivolgermi.
Cordiali saluti.
Mio padre, quasi un decennio fa, sì è ammalato di depressione con tratti in ipocondriaci (abbiamo visto non so più quanti specialisti a vuoto) ed OCD (lavaggio continuo di mani). Abbiamo provato a fargli fare psicoterapia con scarsi risultati, asserisce di non avere assolutamente nessun problema psicologico e che fingeva spesso malesseri per non andare a terapia.
Da allora ha smesso di lavorare ed ha praticamente smesso di uscire di casa.
Negli ultimi anni la situazione è peggiorata, sono sopraggiunte delle patologie reali (dovute o facilitate dall'immobilità che mio padre si è "autoinflitto"): è affetto da linfedema,che si rifiuta di curare in pratica facendo il completo opposto di quanto prescritto dai medici e non prendendo nessuna delle medicine di cui avrebbe bisogno (o prendendole in dosi e combinazioni che decide in autonomia), ed insufficienza renale determinata (anche) dall'abuso di antinfiammatori, antibiotici etc presi con e senza prescrizione medica per anni.
Da circa due anni si rifiuta di lavarsi (nessuna parte del corpo, denti inclusi. Unica eccezione: le mani che vengono invece lavate quotidianamente) o di cambiarsi gli abiti (tenendo addosso pigiami con urina o liquido che perde dalle gambe, infetto) e di sdraiarsi al letto (conduce una vita H24 su una sedia, giorno e notte, al punto che ha piaghe da decubito nella zona anale e che ci ritroviamo sempre più spesso nella pericolosissima situazione per cui cade a terra quando si addormenta - essendo sotto oppiacei per via dei dolori e soffrendo di grave insonnia. Visto il suo stato di salute, ogni caduta (oltre che generare rischi di fratture e traumi) , porta il rischio che eventuali ferite diventino istantaneamente 'infezione che fa fatica a guarire visto il sistema immunitario debole per via del linfedema. Ha tremori diffusi alle mani (le cose gli cadono dalle mani) e le gambe sembrano peggiorare invece che migliorare...
Non ritengo che questa sia una vita. Noi familiari viviamo nella paura e nella frustrazione ed impotenza.
Rifiuta le sue problematiche mentali (ormai psichiatriche) e rifiuta anche solo l'idea di psicofarmaci. Diventa aggressivo con chiunque provi a toccare l'argomento o chiunque contraddica / critichi le assurde scuse o motivazioni che adduce per il suo comportamento. Urla, insulti etc.
Ho pensato anche ad un TSO ma sarebbe solo per 7 giorni nei quali mio padre potrebbe decidere di andare via in qualsiasi momento e pregiudicherebbe il mittente rapporto con lui senza ottenere nessun risultato concreto in così poco tempo (si dice che occorra un mese perché gli psicofarmaci facciano effetto?)
Ho anche paura che questa carenza di igiene possa anche generare danni non solo a se ma anche alla sua compagna (ha fatto quattro ricoveri negli ultimi due anni e non si è mai lavato...)
Cosa possiamo fare per aiutarlo?
Mi scuso per lo sfogo disperato, non so a chi rivolgermi.
Cordiali saluti.
[#1]
Gentile utente,
Potete interessare la ASL, che può valutare se occuparsi del caso. Non ne consegue un TSO in automatico, prima un medico dovrebbe comunque vederlo, ma questo passaggio può essere obbligato (visita obbligatoria).
Chiaramente anche questa procedura comporta il problema che ha evidenziato, cioè non c'è sicurezza di soluzione, e se la persona accetta formalmente di curarsi, non ne consegue nessun TSO.
Questi medicinali che assume di sua iniziativa come se li procura ? Il medico di base non è al corrente di questa situazione ?
Potete interessare la ASL, che può valutare se occuparsi del caso. Non ne consegue un TSO in automatico, prima un medico dovrebbe comunque vederlo, ma questo passaggio può essere obbligato (visita obbligatoria).
Chiaramente anche questa procedura comporta il problema che ha evidenziato, cioè non c'è sicurezza di soluzione, e se la persona accetta formalmente di curarsi, non ne consegue nessun TSO.
Questi medicinali che assume di sua iniziativa come se li procura ? Il medico di base non è al corrente di questa situazione ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
Salve e grazie infinite per il celere riscontro. Mio padre non accetterà mai spontaneamente di vedere uno psicologo, questo è il vero dramma. Quale altra strada rimane?
In relazione ai medicinali, il "giochino" è il seguente: gli specialisti consultati danno una prescrizione, poi mio padre acquista i farmaci e li prende come dice lui (solo alcuni, sulla base dei suoi umori ed i timori di quel giorno), diminuisce i dosaggi etc. Quando parlo di "senza prescrizione" intendo farmaci prescritti ma non nella combinazione che mio padre " crea" né nei dosaggi o con l'aggiunta, per esempio, di antinfiammatori (es Aulin) presenti in casa da precendenti prescrizioni del medico di base (legittime, dovute a necessità che lo richiedevano, ma si sa... Una scatola ha svariate bustine che bastano per più di un utilizzo) o ansiolitici (che il medico prescrive in quanto mio padre da oltre 15/20 anni soffre di insonnia / ansia che il medico ritiene debba essere gestita con questo tipo di farmaci). Ne viene da sé che il cocktail che ne esce non è del tutto "controllato " e le cure, fatte così, non danno ovviamente i risultati sperati.
La ringrazio anticipatamente per ulteriori consigli che saprà darmi.
In relazione ai medicinali, il "giochino" è il seguente: gli specialisti consultati danno una prescrizione, poi mio padre acquista i farmaci e li prende come dice lui (solo alcuni, sulla base dei suoi umori ed i timori di quel giorno), diminuisce i dosaggi etc. Quando parlo di "senza prescrizione" intendo farmaci prescritti ma non nella combinazione che mio padre " crea" né nei dosaggi o con l'aggiunta, per esempio, di antinfiammatori (es Aulin) presenti in casa da precendenti prescrizioni del medico di base (legittime, dovute a necessità che lo richiedevano, ma si sa... Una scatola ha svariate bustine che bastano per più di un utilizzo) o ansiolitici (che il medico prescrive in quanto mio padre da oltre 15/20 anni soffre di insonnia / ansia che il medico ritiene debba essere gestita con questo tipo di farmaci). Ne viene da sé che il cocktail che ne esce non è del tutto "controllato " e le cure, fatte così, non danno ovviamente i risultati sperati.
La ringrazio anticipatamente per ulteriori consigli che saprà darmi.
[#3]
Se suo padre rifiuta le cure ed è nelle condizioni che descrive può essere obbligato a una visita medica psichiatrica, come dice il collega.
Il problema maggiore è la soggezione che si crea nei familiari in queste situazioni e l'illusione che un domani, quando starà ancora peggio, il paziente accetterà l'aiuto (non capita mai). Qui c'è uno stato di degrado fisico dovuto non a una scelta volontaria (un maggiorenne può anche rifiutare di curarsi), ma alle conseguenze di una grave patologia mentale.
In questi casi ci vuole rispetto del paziente, ma anche determinazione e impegno, per cercare di raggiungere l'obbiettivo, che è quello di curare al meglio il proprio familiare. Non sarà facile, ci saranno ostacoli e problemi, spesso sarete tentati di lasciar perdere, ma è l'unico modo di aiutarlo.
Il problema maggiore è la soggezione che si crea nei familiari in queste situazioni e l'illusione che un domani, quando starà ancora peggio, il paziente accetterà l'aiuto (non capita mai). Qui c'è uno stato di degrado fisico dovuto non a una scelta volontaria (un maggiorenne può anche rifiutare di curarsi), ma alle conseguenze di una grave patologia mentale.
In questi casi ci vuole rispetto del paziente, ma anche determinazione e impegno, per cercare di raggiungere l'obbiettivo, che è quello di curare al meglio il proprio familiare. Non sarà facile, ci saranno ostacoli e problemi, spesso sarete tentati di lasciar perdere, ma è l'unico modo di aiutarlo.
Franca Scapellato
[#4]
Utente
La verità è che mio padre è in grado di tratrenere le sue problematiche di personalità e comportarsi in maniera "normale" (mi scuso per l'uso odioso di questo termine) di fronte a medici e persone estranee, anche se costoro, dopo una serie di incontri, si accorgono poi della cosa (motivo per cui, per esempio, molti medici ci hanno poi abbandonato a dire il vero e per cui abbiamo difficoltà a farlo seguire sotto il profilo medico. Vergognoso ma vero).
Anche nella costruzione delle sue motivazioni strampalate e scuse sa mettere una intelligenza ed abilità che, sebbene siano completamente irrazionali ed incredibili, ad un orecchio meno allenato potrebbero sembrare strane ma quasi convincenti.
A meno che io non filmi i suoi comportamenti in ambito privato (cosa che non so quanto sia lecita) o che lo psichiatra vada più volte, non credo che la situazione possa essere compresa correttamente per quello che è.
Come si comportano gli psichiatri in questi casi?
Anche nella costruzione delle sue motivazioni strampalate e scuse sa mettere una intelligenza ed abilità che, sebbene siano completamente irrazionali ed incredibili, ad un orecchio meno allenato potrebbero sembrare strane ma quasi convincenti.
A meno che io non filmi i suoi comportamenti in ambito privato (cosa che non so quanto sia lecita) o che lo psichiatra vada più volte, non credo che la situazione possa essere compresa correttamente per quello che è.
Come si comportano gli psichiatri in questi casi?
[#5]
Capisco, in questi casi purtroppo la situazione è spinosa.Gli strumenti legali sono quelli descritti.
La tipologia, cioè la persona che si autoprescrive ed è probabilmente convinta anche di saperlo fare con un criterio valido, è di difficile gestione.
Se però gli accertamenti ad esempio evidenziano dei rischi attuali, come l'insufficienza renale in atto con persistente uso di antiinfiammatori, dubito che i medici ripetano prescrizioni di antiinfiammatori che aggravano l'insufficienza, quindi forse la cosa passa dal medico di base, direttamente dalla farmacia o altro.
La tipologia, cioè la persona che si autoprescrive ed è probabilmente convinta anche di saperlo fare con un criterio valido, è di difficile gestione.
Se però gli accertamenti ad esempio evidenziano dei rischi attuali, come l'insufficienza renale in atto con persistente uso di antiinfiammatori, dubito che i medici ripetano prescrizioni di antiinfiammatori che aggravano l'insufficienza, quindi forse la cosa passa dal medico di base, direttamente dalla farmacia o altro.
[#6]
Utente
La ringrazio per il riscontro.
Quali sono i dipartimenti ASL da interessare? CSM? La visita obbligatoria avverrebbe in via domiciliare? Mio padre ha estrema difficoltà a camminare, visto il linfedema su entrambe le gambe, oltre al fatto che non riusciremo mai a portarlo, considerando il suo totale rifiuto delle sue problematiche psicologiche.
Cordialmente e grazie ancora per i preziosi consigli.
Quali sono i dipartimenti ASL da interessare? CSM? La visita obbligatoria avverrebbe in via domiciliare? Mio padre ha estrema difficoltà a camminare, visto il linfedema su entrambe le gambe, oltre al fatto che non riusciremo mai a portarlo, considerando il suo totale rifiuto delle sue problematiche psicologiche.
Cordialmente e grazie ancora per i preziosi consigli.
[#7]
Bisogna interpellare il Centro di salute mentale, decideranno poi i medici per l'accertamento sanitario obbligatorio, se occorre e se bisogna effettuarlo in ospedale o a casa. Naturalmente non sareste voi a trasportare un paziente così problematico.
Ora la priorità è segnalare il caso, che mi sembra urgente (insufficienza renale, decubiti) con la collaborazione possibilmente del vostro medico, e ottenere una risposta. Sul fatto che suo padre sembri collaborativo e possa ingannare ho qualche dubbio, perché una persona che non si lava da due anni e non ha cura del suo abbigliamento si vede e si sente, "igiene e cura della persona" sono le prime osservazioni dell'esame obiettivo.
Ora la priorità è segnalare il caso, che mi sembra urgente (insufficienza renale, decubiti) con la collaborazione possibilmente del vostro medico, e ottenere una risposta. Sul fatto che suo padre sembri collaborativo e possa ingannare ho qualche dubbio, perché una persona che non si lava da due anni e non ha cura del suo abbigliamento si vede e si sente, "igiene e cura della persona" sono le prime osservazioni dell'esame obiettivo.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 1.6k visite dal 03/01/2019.
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Approfondimento su Ansia
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