Doppia personalità

Buongiorno a tutti,
ringrazio anticipatamente per tutti i professionisti che potranno dare il loro parere.
Fin da bambino sono sempre stato deriso dai coetanei maschi perché troppo effemminato per cui ero sempre il gay, finocchio, ecc ecc.
Effettivamente ho sempre preferito la compagnia delle bambine rispetto a quella dei maschietti in quanto sentivo di non avere molto in comune con loro.
Queste idee su di me sono andate avanti per tutta la mia vita fin che non ho trovato la ragazza con cui ho iniziato una relazione che dura da ben 13 anni. Durante il nostro rapporto ho sempre “evitato” situazioni troppo social io meglio ho affrontato solo quelle a cui non potevo proprio sottrarmi ma le vivevo male malissimo perché so che la percezione data alle persone è quella che mi portò dietro da sempre. A parte l’inizio dell’adolescenza, i miei occhi sono sempre stati puntati verso il mio stesso sesso ma non volevo darci peso, era come fosse una cosa che dovevo sapere solo io.
Lo scorso anno è nato nostro figlio e dopo i primi mesi di apparente calma ho iniziato a sentirmi in colpa per quello che avevo fatto, abbiamo comprato una casa insomma costruito tutto quello che la società pensa sia la cosa giusta.
Continuavo a guardare mio figlio e sentirmi in colpa scoppiando a piangere, al lavoro non mi sono più sentito apprezzato come prima perché mi sono sentito additato proprio come ai tempi della scuola.
Ho sempre evitato di stare a contatto con uomini di qualsiasi orientamento sessuale, ho proprio il rifiuto perché so che stando insieme a loro esce fuori la mia forte parte femminile, mi sento anche la voce cambiare.
Ora dopo mesi di rimurginamenti vari sono scoppiato, ne ho parlato con la mia compagna che ho dubbi sul mio orientamento sessuale ovviamente è scoppiato il putiferio. Non ce la facevo più era diventato un tarlo mi sentivo che stavo continuando a prendere in giro il mondo intero perfino me stesso.
Ora per sono entrato in uno stato confusionale terribile, se già prima ero asociale ora mi sto chiudendo ancora di più.
Ho iniziato a seguire un percorso sia psicologico che psichiatrico, la cosa più strana è che quando sono con le donne mi sento abbastanza uomo mentre con gli uomini proprio per nulla, non mi sento uomo abbastanza, mi sento lo sfigato gay di sempre.
Ora sono a vivere da mia mamma, non so cosa ne sarà di me, mi sento in colpa continuamente nei confronti della mia compagna e di mio figlio.
Aggiungo che ho conosciuto un ragazzo omosessuale, con lui sto bene ma appena ride penso subito che mi stia prendendo in giro e mi richiudo a riccio.
Ho combinato fin troppi casini, vorrei non esistere.
Grazie a tutti, buone feste.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Lo psichiatra che l'ha visitata che diagnosi ha fatto e che terapia le ha indicato ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
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Utente
Utente
Buongiorno Dottor Pacini,
Il medico non si è espresso, ho chiesto se trattasi di doppia personalità mi è stato risposto che nessuno ha una doppia personalità.
Mi ha detto che sono molto ansioso e mi ha prescritto una cura con Sertralina.
Ora sono anche in mutua perché mi vergogno in una maniera assurda perfino a mettere il naso fuori casa. Soffro di complessi di inferiorità da sempre, non mi sento abbastanza uomo, mi sento sicuramente attratto dagli uomini ma non capisco se per invidia o per piacere. Ho provato a trovarmi in intimità con questo ragazzo e mi sentito inizialmente in paradiso (anche se l’erezione è stata abbastanza deludente) ma subito dopo mi sono sentito uno schifo, in colpa, disgustato ma affascinato un mix di sensazioni, un profondo senso di vuoto. E ora ogni volta che lo vedo mi viene voglia di rivivere queste cose ma poi penso alla mia famiglia, alla vergogna, alla gente, alle prese in giro che da sempre mi portò dentro di me. Prossima settimana ho secondo incontro con psicologo e sentirò psichiatra per informarla su come va terapia. Sto morendo dentro
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Quindi il medico le ha diagnosticato un (diciamo genericamente) problema di ansia e prescritto la sertralina, il che mi torna. Presumo che ci sia anche un dosaggio da raggiungere, e la debba rivalutare dopo un tot di tempo.
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Utente
Utente
Il dosaggio per ora è metà pastiglia al giorno dopo cena.
E questo ok ma continuo a non sapere cosa fare della mia vita.
Quando vedo mio figlio e la mia compagna riprenderei tutto e tornerei lì ma c’è qualcosa che non me lo fa fare perché ho paura di prendere in giro nuovamente tutti quanti. Il dubbio è: vivo una vita con la mia famiglia o vivo una vita che mi intriga ma lascerebbe dentro di me comunque un senso di vuoto enorme?
Devo dire che mi sento un po’ meno depresso ma questo non aiuta comunque su quello che devo fare, su cosa è giusto e cosa no. Per non parlare del desiderio sessuale che già prima era non ai massimi livelli ora proprio sotto zero.
La ringrazio
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Ma per quale motivo deve fare il punto del suo stato appena dopo l'inizio di una cura ?
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Utente
Utente
Perché è una vita che vivo male e non ne posso più!!!
Ieri sono stato a casa con mio figlio e la mia compagna, avrei voluto stare lì con loro.
Ma non appena mi trovo solo mi sento sempre uno schifo, vorrei tanto sentirmi più uomo più sicuro di me ma sembra impossibile.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Mi chiedevo perché dovesse fare il punto appena iniziata una cura che impiega del tempo.
Se intende che lo ripete perché sta male, non si tratta di una domanda, ma di uno sfogo.
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Utente
Utente
Certo, non posso fare il punto di nulla ma nel frattempo sto perdendo tutto quello che ho costruito e più passerà tempo più non potrò tornare indietro. Per di più si aggiunge il fatto che vedendo lei mi fa crollare tutto, le ho rovinato la vita me lo dice anche lei ed ha ragione.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Questa è una visione che è semplicemente una proiezione dipendente dal suo stato mentale di ora. Quello che oggettivamente ha fatto e che è positivo è iniziare a curarsi. Non si tratta di tentativi a casaccio, ma di cure che hanno loro dati, loro tempistiche e una loro logica scientifica. I ragionamenti che fa adesso non sono "alla base", sono sintomatici e di rimuginazione su quello che magari è avvenuto, ma non rappresentano una "chiusura" oggettiva alla possibilità di un cambiamento.
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Utente
Utente
Gentile dottore, oggi ho sentito la psichiatra che mi ha aumentato il dosaggio a 100 mg di Sertralina. Devo dire che quando sto con questo ragazzo mi sento in paradiso, su questo non ci piove....
Martedì ho incontro con psicologa.
La ringrazio, cordiali saluti.
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Utente
Utente
Al dire il vero non ho molto capito la sua risposta...
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Che i ragionamenti che uno fa quando è malato sono sintomatici dell suo stato di malattia, visto che stiamo parlando di malattie che si esprimono con sintomi mentali, tra cui ragionamenti ripetitivi, incapacità di non porsi in maniera pressante domande su problemi aperti o insoluti o sul futuro etc.