Scalaggio rivotril
Buonasera, assumevo rivotril da 2 mg due pastiglie al giorno da 2 anni per un disturbo di ansia generalizzata. Vedendo che non mi facevo più effetto, ho chiesto alla mia dottoressa cosa dovessi fare e mi ha detto di scalarlo di 0,5 ogni 10 giorni, perché secondo lei ormai sono assuefatto al farmaco. Anzi a volte mi capita e mi capitava che quando non lo prendevo mi rilasso da solo e con profondi respiri. Ora però mi sono sbagliato a dire alla dottoressa che ne prendevo 4 mg al giorno e così invece che partire da 3,5 sono partito da 1,5. Qualche iniziale sintomo da riduzione lo avverto.
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Cioè invece di togliere 0,5 mg da 4 mg ha tolto subito 2,5 mg come se partisse da 2 mg - 0,5 mg ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
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Mi sembrano due problemi diversi. Uno è un errore semplice.
La questione dell'assuefazione, sì, anche dopo un mese si è parzialmente assuefatti ad alcuni effetti, ragion per cui lo scalaggio va fatto con una certa gradualità.
Comunque, se intende che le sembra "poco" come riduzione da 4 a 1,5 mg... no, è una riduzione che si può associare certamente ad astinenza.
La questione dell'assuefazione, sì, anche dopo un mese si è parzialmente assuefatti ad alcuni effetti, ragion per cui lo scalaggio va fatto con una certa gradualità.
Comunque, se intende che le sembra "poco" come riduzione da 4 a 1,5 mg... no, è una riduzione che si può associare certamente ad astinenza.
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Utente
Grazie. Ormai ho iniziato a scalare così e quindi procedo. Tra un mese sarò padre e da molti mesi era forte in me la volontà di dismettere il farmaco perché ho notato che da solo spesso posso arrivare a rilassarmi! E in più ne ho parlato spesso con mia moglie, quindi non è stata una decisione facile né improvvisata. So che è dura abbandonare per sempre gli psicofarmaci ma vorrei intraprendere questo percorso finalmente ovviamente con il supporto del mio medico.
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Non esistono "gli psicofarmaci", è un'idea senza oggetto.
Non si capisce bene il discorso: lo scala perché non funzionava più (cosa logica) o lo scala perché vuole togliere una cura in quanto al momento si rilassa da solo ? Nel secondo caso ovviamente viene in mente l'equivoco più classico, ovvero che uno abbia una cura, e che siccome funziona, pensi che il problema non c'è più. Certamente che uno si rilassa da solo quando è curato, e questo può essere appunto l'effetto della cura.
Da come aveva introdotto il discorso sembrava che togliesse una cura in quanto non più efficace. Adesso sta facendo invece un discorso tutto diverso.
Non si capisce bene il discorso: lo scala perché non funzionava più (cosa logica) o lo scala perché vuole togliere una cura in quanto al momento si rilassa da solo ? Nel secondo caso ovviamente viene in mente l'equivoco più classico, ovvero che uno abbia una cura, e che siccome funziona, pensi che il problema non c'è più. Certamente che uno si rilassa da solo quando è curato, e questo può essere appunto l'effetto della cura.
Da come aveva introdotto il discorso sembrava che togliesse una cura in quanto non più efficace. Adesso sta facendo invece un discorso tutto diverso.
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E allora se non è più efficace, e adesso si rilassa da solo, cosa la spinge a dire che non è più efficace ? Io credevo che, non essendo più efficace, si trovasse di nuovo in uno stato d'ansia come all'inizio, segno appunto che qualcosa non funzionava più.
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Quindi è in uno stato di ansia, allora perché dice che ora si rilassa da solo. Non si capisce molto di come stia, ha detto praticamente due cose opposte, ora torna a dire che quindi è di nuovo ansioso e in questo senso intendeva che non funziona più.
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L'ansia non scompare quando ci si cura, per cui la cosa da stabilire è se sia funzionale o meno.
Se però questa è la situazione, alla riduzione, o prima ancora della riduzione, si dovrebbe pensare a che cura utilizzare per il controllo dell'ansia. Altrimenti l'ansia è in aumento e si toglie la cura, il che può essere "neutro" se tanto non funzionava più, ma cosa utilizzare in sostituzione ?
Se però questa è la situazione, alla riduzione, o prima ancora della riduzione, si dovrebbe pensare a che cura utilizzare per il controllo dell'ansia. Altrimenti l'ansia è in aumento e si toglie la cura, il che può essere "neutro" se tanto non funzionava più, ma cosa utilizzare in sostituzione ?
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Neutro nel senso che se alla fine dello scalaggio etc uno non prende più una cosa che non funzionava, non dovrebbe migliorare né peggiorare.
Resta il fatto che ha questi disturbi, che hanno delle cure possibili. Non vedo perché assumere questa posizione anti-farmacologica.
Resta il fatto che ha questi disturbi, che hanno delle cure possibili. Non vedo perché assumere questa posizione anti-farmacologica.
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Ah, ho capito. Certo, io riprenderei contatto con la psichiatra. Non tanto per come effettuare lo scalaggio, quando in generale perché non è chiaro come si debba comportare con la gestione dell'ansia che già non è più controllata come prima. Oppure, ovviamente anche il medico di base può gestire questo aspetto se ritiene. Il semplice scalaggio mi pare non consideri l'altro aspetto, che va programmato prima secondo me.
Questo consulto ha ricevuto 17 risposte e 4.3k visite dal 29/12/2018.
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