Uso di antiepilettici nelle patologie psichiatriche
Salve, sono un ragazzo di 27 anni, che soffre d'ansia e di dismorfofobia, come diagnosticato da due chirurghi plastici, che mi hanno visitato, e dalla dermatologa, che mi tiene in cura per la perdita dei capelli. La mia terapia farmacologica è questa: DEPAKINE 300 mg, 1 cpr dopo colazione e un'altra dopo cena; DELORAZEPAM, 8 gocce alle 14 e 25 alle 22,30; NOZINAN 25 mg, da prendere alle 22,30. Con questa cura, prendendo in considerazione una scala di valutazione del benessere psicologico, da 1 a 10 sto bene 7 e mi sento stabilizzato: non ho più le crisi di pianto e i pensieri suicidari e di morte che avevo all'insorgere del disturbo da dismorfismo corporeo; mi vedo ancora un mostro di faccia, ma con questo pensiero riesco a convivere grazie a questa farmacoterapia. Vi chiedo: che senso ha somministrare un antiepilettico nella cura dei disturbi psichiatrici? Vi ringrazio in anticipo per la risposta!
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Alcuni antiepilettici, come l'acido valproico, la carbamazepina, l'oxcarbazepina, la lamotrigina, sono utilizzati frequentemente anche in psichiatria come farmaci stabilizzatori del tono dell'umore. Prevalentemente utilizzati nel disturbo bipolare, questi farmaci, avendo la proprietà di stabilizzare il tono dell'umore (evitando la sua oscillazione) e di contenere l'aggressività e l'impulsività, sono utilizzati anche in altri disturbi. Anche se con minore efficacia del Litio, questi farmaci riescono anche a ridurre significativamente i pensieri e gli agiti suicidari.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.5k visite dal 15/11/2018.
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