Cipralex o Citalopram ?
Salve Dottori,
soffro da 27 anni di importanti disturbi ansiosi associati ad attacchi di panico.
Dopo anni di farmaci che non hanno prodotto effetto (anafranil, efexor, seroxat ecc.), preso dalla disperazione nel 2012 ho fatto un piccolo e modesto studio personale individuando nel Citalopram il farmaco più idoneo alle mie problematiche.
Ovviamente ero in cura da uno specialista e prima ne ho parlato con lui che ha appoggiato la mia scelta cambiandomi il farmaco, all'epoca, da Efecor a Citalopram.
L'assunzione del Citalopram nel 2012 ha significato una svolta se non radicale importantissima alla mia situazione portandomi in pochi mesi ad un livello di oramai insperata normalità ed ovviamente a riprendermi un pezzo della mia vita.
Purtroppo dopo 6 anni di assunzione (20mg) da maggio di quest'anno (2018), ho gradualmente avuto una ricaduta. E' iniziato con episodi violenti ma isolati fino ad oggi (Novembre 2018) con una sistematica ansia per qualsiasi cosa faccia con conseguente crisi di ansia ed attacchi di panico e quindi un salto indietro nel passato di 6 anni ... come dire i "bei vecchi tempi".
Potete immaginare quanto ne stia risentendo anche perchè oramai non più abituato a quest'inferno e soprattutto quanto sia confuso nel vedere che il vecchio ed amato Citalopram non sta funzionando più (ma perchè poi?!).
Ovviamente sono in procinto di riprendere una psicoterapia ma avendo sbagliato tante volte cure e specialisti ed avendo sofferto tanto vorrei essere preparato a quello che mi spetta perchè nessuno più di me può tenerci afinchè io ritorni alla normalità ... e da questa considerazione finalmente la mia domanda.
Il Citalopram si è rivelato eccezionale, il suo "non funzionare più" mi ha lasciato un senso di smarrimento...dovrei, ovviamente discutendone con un terapeuta, aumentare la dose oppure passare ad un altro farmaco ed in quest'ultimo caso Il Cipralex può rivelarsi utile oppure è identico al Citalopram e quindi non funzionale come "farmaco sostitutivo" ?
La domanda potrebbe sembrare banale ma il mio ragionamento è che se il Citalopram è stato valido ed il CIpralex è un pò diverso e magari migliore sarebbe più facile poter switchare il farmaco, invece se il Cipralex è sostanzialmente uguale mi troverò costretto ad aumentare il Citalopram oppure a cambiare farmaco ed in quest'ultimo caso la domanda sarebbe: "a quale farmaco diverso dal Citalopram ma con lo stesso rapporto benefici/poche controindicazioni (nel mio caso nessuna) potrei affidarmi ?
Grazie 1000 per l'attenzione e mi scuso per la logorroicità del mio intervento.
soffro da 27 anni di importanti disturbi ansiosi associati ad attacchi di panico.
Dopo anni di farmaci che non hanno prodotto effetto (anafranil, efexor, seroxat ecc.), preso dalla disperazione nel 2012 ho fatto un piccolo e modesto studio personale individuando nel Citalopram il farmaco più idoneo alle mie problematiche.
Ovviamente ero in cura da uno specialista e prima ne ho parlato con lui che ha appoggiato la mia scelta cambiandomi il farmaco, all'epoca, da Efecor a Citalopram.
L'assunzione del Citalopram nel 2012 ha significato una svolta se non radicale importantissima alla mia situazione portandomi in pochi mesi ad un livello di oramai insperata normalità ed ovviamente a riprendermi un pezzo della mia vita.
Purtroppo dopo 6 anni di assunzione (20mg) da maggio di quest'anno (2018), ho gradualmente avuto una ricaduta. E' iniziato con episodi violenti ma isolati fino ad oggi (Novembre 2018) con una sistematica ansia per qualsiasi cosa faccia con conseguente crisi di ansia ed attacchi di panico e quindi un salto indietro nel passato di 6 anni ... come dire i "bei vecchi tempi".
Potete immaginare quanto ne stia risentendo anche perchè oramai non più abituato a quest'inferno e soprattutto quanto sia confuso nel vedere che il vecchio ed amato Citalopram non sta funzionando più (ma perchè poi?!).
Ovviamente sono in procinto di riprendere una psicoterapia ma avendo sbagliato tante volte cure e specialisti ed avendo sofferto tanto vorrei essere preparato a quello che mi spetta perchè nessuno più di me può tenerci afinchè io ritorni alla normalità ... e da questa considerazione finalmente la mia domanda.
Il Citalopram si è rivelato eccezionale, il suo "non funzionare più" mi ha lasciato un senso di smarrimento...dovrei, ovviamente discutendone con un terapeuta, aumentare la dose oppure passare ad un altro farmaco ed in quest'ultimo caso Il Cipralex può rivelarsi utile oppure è identico al Citalopram e quindi non funzionale come "farmaco sostitutivo" ?
La domanda potrebbe sembrare banale ma il mio ragionamento è che se il Citalopram è stato valido ed il CIpralex è un pò diverso e magari migliore sarebbe più facile poter switchare il farmaco, invece se il Cipralex è sostanzialmente uguale mi troverò costretto ad aumentare il Citalopram oppure a cambiare farmaco ed in quest'ultimo caso la domanda sarebbe: "a quale farmaco diverso dal Citalopram ma con lo stesso rapporto benefici/poche controindicazioni (nel mio caso nessuna) potrei affidarmi ?
Grazie 1000 per l'attenzione e mi scuso per la logorroicità del mio intervento.
[#1]
Le scelte terapeutiche vanno fatte da chi la visita direttamente.
Evidentemente lei non fa controlli periodici e ciò che descrive come inefficacia del farmaco potrebbe essere altro.
Deve affidarsi ad uno specialista senza elucubrare sulle opzioni terapeutiche ma consentendo a chi la visita di stabilire i trattamenti liberamente.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Evidentemente lei non fa controlli periodici e ciò che descrive come inefficacia del farmaco potrebbe essere altro.
Deve affidarsi ad uno specialista senza elucubrare sulle opzioni terapeutiche ma consentendo a chi la visita di stabilire i trattamenti liberamente.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Utente
Salve Dottore grazie per la risposta.
Non ho mai pensato di sostituirmi ad uno specialista sono solo un "paziente esperto" ed il mio elucubrare sulle opzioni farmaceutiche è stata solo conseguenza di una serie di cure e psicoterapie errate fatte nei 18 anni precedenti.
Lei mi insegna che 28 anni fa tali disturbi non erano in Italia così conosciuti e studiati come ora...sbagliare un approccio terapeutico o farmacologico per i professionisti che mi hanno seguito in passato voleva semplicemente aver fallito con un paziente (fosse anche 1 su 100), per il paziente invece vuol dire soffrire per anni e perdere senza soluzione di continuità un pezzo della propria vita.
Nel 2012 il terapeuta che mi aveva in cura mi aveva proposto il Prozac. Purtroppo da ipocondriaco/ansioso professionista quale sono avevo letto parecchio sul suddetto farmaco ed onestamente non mi convinceva...di questa mia titubanza ne avevo parlato apertamente con il terapeuta... ho condiviso tutto con lo specialista anche al costo di sentirmi dire: "il medico sono io e decido io".
Spero di averle tolto qualche dubbio su quella che potrebbe essere stata erroneamente percepita come presunzione ... io non sono mai stato presuntuoso semplicemente sono terrorizzato.
Solo il suo passaggio sui controlli periodici mancati non mi sono chiari, cosa intende ?
Se intende controlli psicologici ... ha ragione, se intende altro forse ha ragione lo stesso ma vorrei un chiarimento.
Saluti e grazie per la disponibilità.
Non ho mai pensato di sostituirmi ad uno specialista sono solo un "paziente esperto" ed il mio elucubrare sulle opzioni farmaceutiche è stata solo conseguenza di una serie di cure e psicoterapie errate fatte nei 18 anni precedenti.
Lei mi insegna che 28 anni fa tali disturbi non erano in Italia così conosciuti e studiati come ora...sbagliare un approccio terapeutico o farmacologico per i professionisti che mi hanno seguito in passato voleva semplicemente aver fallito con un paziente (fosse anche 1 su 100), per il paziente invece vuol dire soffrire per anni e perdere senza soluzione di continuità un pezzo della propria vita.
Nel 2012 il terapeuta che mi aveva in cura mi aveva proposto il Prozac. Purtroppo da ipocondriaco/ansioso professionista quale sono avevo letto parecchio sul suddetto farmaco ed onestamente non mi convinceva...di questa mia titubanza ne avevo parlato apertamente con il terapeuta... ho condiviso tutto con lo specialista anche al costo di sentirmi dire: "il medico sono io e decido io".
Spero di averle tolto qualche dubbio su quella che potrebbe essere stata erroneamente percepita come presunzione ... io non sono mai stato presuntuoso semplicemente sono terrorizzato.
Solo il suo passaggio sui controlli periodici mancati non mi sono chiari, cosa intende ?
Se intende controlli psicologici ... ha ragione, se intende altro forse ha ragione lo stesso ma vorrei un chiarimento.
Saluti e grazie per la disponibilità.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 13.1k visite dal 09/11/2018.
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