Bipolarismo tipo ii con crisi psicotiche, dismorfofobia e serenase
Gentili Dottori,
dopo anni di tentativi di cure ( e di diagnosi che oscillavano tra disturbi di personalità borderline e N.A.S), pare che finalmente abbia trovato un mix di farmaci (più psicoterapia) che mi sta aiutando:
- lamictal da 100 mg
- 1 rivotril da 2 mg ( a volte 2)
- 3 gocce di serenase mattino e pranzo e 10 la sera
- 20 gocce di talofen la sera (unitamente al serenase)
La crisi psicotiche che prima erano molto frequenti (con allucinazioni cenestesiche, passaggi all'atto, allucinazioni visive a carattere dismorfofobico ma più pesanti della dismorfofobia classica, deliri di persecuzione e paranoidei, allucinazioni di avere persone in casa o dentro la testa) ora sono molto diminuite. Quello che restano sono le scivolate deliranti, ma riesco in parte a contenerle.
La psichiatra però, prima di inserirmi in una struttura riabilitativa, specializzata anche in disturbi della percezione corporea (nel mio caso si tratta della faccia), insiste col volermi ricoverare per rivedere la terapia in atto e magari sostituire il serenase con farmaci antipsicotici di nuova generazione che però ho già provato e mi hanno causato diversi disturbi, dall'akatisia (l'abilify) a iperprolattinemia (risperdal e deniban) e - quello che più mi spaventa visto il mio disturbo dismorfofobico a carattere psicotico, l'aumento ponderale che danno la maggior parte di questi, in primis zyprexa e clozapina.
Peraltro, sino ad ora, nessun farmaco ad eccezione del serenase è stato capace di sedarmi sul fronte delirante e allucinatorio. So che è un farmaco che sul lungo termine può dare effetti collaterali invalidanti, ma nel breve periodo è così drammatico usarlo finché lavoro in psicoterapia, nell'ottica futura di dismetterli? Il lamictal mi sembra stia lavorando bene sul fronte delle ricadute depressive (l'ultima è durata due anni, con un anno intero sdraiata a letto 24/24 senza mai uscire di casa). Io personalmente, prendendo questi dosaggi e questo nuovo mix farmacologico da circa un mese e mezzo, vedendo risultati molto buoni, non riesco a capire la necessità di un ulteriore ricovero per ritestare altri farmaci. Non sarebbe più utile attendere per un po' e lasciarmi "un po' in pace" in questa fase migliore?
Un'altra domanda: la diagnosi pare sia di disturbo bipolare di tipo 2 ma "misto" (e non so cosa voglia dire), ho letto però che nel tipo 2 non sono presenti fenomeni di natura psicotica.
Anche la mia psicoterapeuta è d'accordo col fatto che io abbia una struttura psicotica, come quello precedente. So che non sono psichiatri, ma ritenendomi molto spesso con un disturbo di personalità o nevrotica, in realtà non sono mai stati presi in considerazione i sintomi più invalidanti, scoppiati nel 2011 pressoché di colpo.
Peraltro, credo che il fatto che serenase e talofen (anche a bisogno, quest'ultimo) riescano ad agire su questi sintomi, mi fa pensare che appunto i sintomi siano di natura psicotica. L'ha comunque detto anche la psichiatra. Perché allora tipo 2? Grazie
dopo anni di tentativi di cure ( e di diagnosi che oscillavano tra disturbi di personalità borderline e N.A.S), pare che finalmente abbia trovato un mix di farmaci (più psicoterapia) che mi sta aiutando:
- lamictal da 100 mg
- 1 rivotril da 2 mg ( a volte 2)
- 3 gocce di serenase mattino e pranzo e 10 la sera
- 20 gocce di talofen la sera (unitamente al serenase)
La crisi psicotiche che prima erano molto frequenti (con allucinazioni cenestesiche, passaggi all'atto, allucinazioni visive a carattere dismorfofobico ma più pesanti della dismorfofobia classica, deliri di persecuzione e paranoidei, allucinazioni di avere persone in casa o dentro la testa) ora sono molto diminuite. Quello che restano sono le scivolate deliranti, ma riesco in parte a contenerle.
La psichiatra però, prima di inserirmi in una struttura riabilitativa, specializzata anche in disturbi della percezione corporea (nel mio caso si tratta della faccia), insiste col volermi ricoverare per rivedere la terapia in atto e magari sostituire il serenase con farmaci antipsicotici di nuova generazione che però ho già provato e mi hanno causato diversi disturbi, dall'akatisia (l'abilify) a iperprolattinemia (risperdal e deniban) e - quello che più mi spaventa visto il mio disturbo dismorfofobico a carattere psicotico, l'aumento ponderale che danno la maggior parte di questi, in primis zyprexa e clozapina.
Peraltro, sino ad ora, nessun farmaco ad eccezione del serenase è stato capace di sedarmi sul fronte delirante e allucinatorio. So che è un farmaco che sul lungo termine può dare effetti collaterali invalidanti, ma nel breve periodo è così drammatico usarlo finché lavoro in psicoterapia, nell'ottica futura di dismetterli? Il lamictal mi sembra stia lavorando bene sul fronte delle ricadute depressive (l'ultima è durata due anni, con un anno intero sdraiata a letto 24/24 senza mai uscire di casa). Io personalmente, prendendo questi dosaggi e questo nuovo mix farmacologico da circa un mese e mezzo, vedendo risultati molto buoni, non riesco a capire la necessità di un ulteriore ricovero per ritestare altri farmaci. Non sarebbe più utile attendere per un po' e lasciarmi "un po' in pace" in questa fase migliore?
Un'altra domanda: la diagnosi pare sia di disturbo bipolare di tipo 2 ma "misto" (e non so cosa voglia dire), ho letto però che nel tipo 2 non sono presenti fenomeni di natura psicotica.
Anche la mia psicoterapeuta è d'accordo col fatto che io abbia una struttura psicotica, come quello precedente. So che non sono psichiatri, ma ritenendomi molto spesso con un disturbo di personalità o nevrotica, in realtà non sono mai stati presi in considerazione i sintomi più invalidanti, scoppiati nel 2011 pressoché di colpo.
Peraltro, credo che il fatto che serenase e talofen (anche a bisogno, quest'ultimo) riescano ad agire su questi sintomi, mi fa pensare che appunto i sintomi siano di natura psicotica. L'ha comunque detto anche la psichiatra. Perché allora tipo 2? Grazie
[#2]
Utente
Gentile Dottor Carbonetti,
intendo dire che oltre ad una dismorfofobia localizzata prevalentemente sulla faccia, durante le crisi psicotiche mi vedo letteralmente deformare, con una faccia che "va a pezzi", si sparpaglia, esce dai confini, diventare quella di un vecchio o di un bambino vecchio, non riconoscendomi letteralmente, la vedo scomporsi, fino al punto in cui, l'unica soluzione che trovo è quella o di farmi del male picchiando la testa al muro o tagliarmi capelli cercando di ricostruire un bordo che la contenga.
Mi riconosco in quelle che su wikipedia sono chiamate forme gravi di dismorfofobie,che solitamente appartengono a pazienti affetti da schizofrenia.
intendo dire che oltre ad una dismorfofobia localizzata prevalentemente sulla faccia, durante le crisi psicotiche mi vedo letteralmente deformare, con una faccia che "va a pezzi", si sparpaglia, esce dai confini, diventare quella di un vecchio o di un bambino vecchio, non riconoscendomi letteralmente, la vedo scomporsi, fino al punto in cui, l'unica soluzione che trovo è quella o di farmi del male picchiando la testa al muro o tagliarmi capelli cercando di ricostruire un bordo che la contenga.
Mi riconosco in quelle che su wikipedia sono chiamate forme gravi di dismorfofobie,che solitamente appartengono a pazienti affetti da schizofrenia.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 4.6k visite dal 05/10/2018.
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