Continuazione consulto dott. Pacini del gennaio 2018

Buongiorno dott. Pacini, sono quasi otto mesi che non Le ho più risposto.
In merito al mio quesito n. 10 dello scorso gennaio, le mie domande nascono dal fatto che sono sempre stato un grande appassionato di medicina; pensi che da bambino il mio sogno era quello di fare il medico, in particolar modo proprio lo psichiatra !!!
Tornando alla mia situazione clinica, sono stato bene da gennaio a giugno di quest' anno.
Dall' inizio dell' estate, invece, a causa di gravi problemi personali e professionali, sono ricaduto nella depressione più profonda che abbia mai avuto in tutti questi anni.
Non avevo voglia di fare nulla, nemmeno la forza di andare al lavoro (sono un impiegato d' ufficio).
Per "tirarmi su" per bene, il mio psichiatra mi ha modificato la terapia come segue:
al mattino: Citalopram 20 mg più Sertralina 100 mg più Amisulpride 50 mg;
alla sera: Remeron 30 mg più 10 gocce di Haldol.
Trattasi quindi di ben quattro antidepressivi in aggiunta ad un tranquillante maggiore.
Il mio psichiatra dice che non è una cura troppo pesante e il mio medico di base afferma che sia meglio assumere più farmaci a bassi dosi che un solo antidepressivo a dosi molto alte in quanto vanno ad agire su recettori diversi.
Secondo la Sua esperienza, Lei cosa ne pensa di tutto ciò? Sono reali queste linee guida?
Grazie mille dei suoi pareri e un saluto cordiale.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
La questione è che citalopram e sertralina non vanno ad agire sostanzialmente su recettori diversi, il remeron in parte, amisulpride sì.
Agire su recettori diversi è come dare un antibiotico ad ampio spettro, si spera di cogliere il bersarglio che interessa senza saperlo a priori.
Tuttavia le prove sugli antidepressivi sono fatte prima sui singoli, e poi eventualmente sulle associazioni. Prove su associazioni di quattro non ce ne sono, per cui se si va empiricamente può avere un senso. Iniziare subito con associazioni, a meno che non abbia un senso rispetto ai diversi tipi di sintomi che si vogliono correggere, è invece discutibile.
Non si tratta di "pesantezza", che non saprei di preciso cosa possa significare, ma proprio di prevedibilità e giudicabilità dell'effetto finale.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Salve dott. Pacini, sono tre mesi che non Le scrivo più e, per correttezza, volevo aggiornarLa sulla mia situazione.
Come già esposto, dall' inizio dell' estate, a causa di gravi problemi personali e professionali, sono ricaduto nella depressione più profonda che abbia mai avuto in tutti questi anni. Il mio specialista, ripeto molto competente, mi ha rimodificato la terapia: al mattino 75 mg di Zarelis e alla sera 20 mg di Citalopram a causa di forti crisi di ansia soprattutto al mattino, momento più difficile per una persona depressa come me. Ho anche forti attacchi di PIANTO IMMOTIVATO. Al bisogno una compressa di Lorazapam da 2,5 mg o 10-20 gocce di Diazepam in caso di ansia estrema. Ha eliminato la Sertralina, il Remeron e l' Haldol in quanto non mi facevano più effetto. Anche l' Amisulpride è stata debellata perchè dopo 30/40 giorni aumenta la prolattina e invece di darmi carica, non mi faceva più effetto nemmeno quella. Inoltre, oltre allo psichiatra, ho deciso di contattare una psicologa che ha sostituito il medico ipnotista ora deceduto per riprendere una psicoterapia con sedute di ipnosi. Tornando alla mia situazione farmacologica, sto notando che anche la terapia attuale (un SNRI e un SSRI) non mi sta facendo granchè nonostante sia passato già un mese. Sono molto preoccupato per questo in quanto, come già Le ho scritto, di farmaci ne ho provati tantissimi e il mio medico, secondo me, non sa quali sostanze ormai adottare più. Ho pensato anche di cambiare dottore, ma riflettendoci non mi sembra una buona soluzione in quanto sono due anni e mezzo che vado da lui, che conosce la mia storia, mi fido di lui ed è molto bravo sia professionalmente che umanamente. Inoltre dovrei ricominciare a raccontare tutto da capo spendendo soldi e tempo e francamente non me la sento. Che cosa potrei fare? Io ho perso la speranza in quanto penso che non uscirò più da questa situazione. Non vedo la luce in fondo al tunnel e il mio umore è completamente a terra. Grazie mille e un caro saluto.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

A quella dose, lo zarelis non agisce come SNRI, ma come SSRI, ed è sottodosato. Il citalopram è a dose non piena.
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Utente
Utente
Ok, se la situazione non migliora, riferisco al mio specialista come mi sento. Sarà lui poi a decidere i dosaggi. Grazie e cordiali saluti.