Dipendenza crack e cocaina
Salve,
scrivo perchè mio marito, nonchè il padre di mia figlia, ha un problema di dipendenza da cocaina/crack.
Il tutto è iniziato circa 10anni fa quando a seguito di alcuni traumi e problemi personali ha iniziato ad usarla.
7 anni fa dopo essere arrivato a farne un uso massiccio e quotidiano è andato in comunità; una volta uscito è stato completamente pulito per 4 anni..da circa due anni però ha iniziato ad avere delle ricadute..inizialmente sporadiche..poi sempre più vicine...lo scorso inverno è arrivato a farne uso fino a 3 volte a settimana..con l'estate le cose sono sembrate migliorare..forse anche a causa delle vacanze e dell'allontanamento dai soliti luoghi della sua quotidianità. Ora, dagli ultimi 3 mesi, ne fa uso ogni 15/20 giorni.
Di soluzioni ne abbiamo provate tante..dalla comunità (che gli è servita per essere pulito per 4anni) al sert e alla terapia con Depakin (che ha abbandonato alle prime ricadute), alla stimolazione magnetica transcranica(che a suo dire gli ha tolto il desiderio soltanto nella prima settimana in cui faceva 2sedute al giorno)
E' un ragazzo buono, intelligente, scaltro, generoso; si dedica al lavoro e alla famiglia a tempo pieno, fa tanto sport (nuoto, bici, corsa); è astemio e l'unica sostanza che usa è la cocaina sniffandola o fumandola.Tutti hanno una gran stima di lui..se solo non avesse questo grave problema sarebbe l'uomo migliore del mondo.
Dalla persona più tranquilla e "normale" del mondo, si trasforma nelle sue giornate no in qualcuno che non riconosco..sparisce per ore dandomi soltanto ogni tanto qualche segnale di vita e torna a casa tardi in brutte condizioni.
Dopo che resta immobile nel letto per qualche ora inizia con i sensi di colpa e la depressione, mi chiede scusa..mi dice che vuole buttarsi alle spalle questo mostro che lo condiziona ma che non ci riesce..Mi dice che quando gli parte quel desiderio assurdo prova a pensare a me alla bimba a tutte le cose belle che ha ma non riesce comunque a fermarsi.
Dopo tutto questo tempo ho capito che probabilmente anche con tutta la buona volontà da solo non può riuscire a farcela a lasciarsi questo problema alle spalle e che nemmeno io posso riuscire da sola a salvarlo.
La mia prima domanda è: dovrà di nuovo tornare in comunità per "guarire"? O un percorso psichiatrico svolto seriamente e consapevole delle ricadute che potrebbero comunque esserci potrebbe essere risolutivo?Quale potrebbe essere il tentativo migliore di cura da seguire nel caso descritto?
E poi ne ho un'altra: è possibile che nemmeno l'amore che prova per sua figlia, nei giorni delle ricadute, riesce a fermarlo? Se il legame con un figlio (ed il suo è fortissimo) non riesce a farlo desistere cosa può esserci di più forte? Cosa potrà effettivamente aiutarlo a riacquistare la sua voglia di tornare a vivere libero?
Io la mia decisione di restargli vicina l'ho presa ma voglio poter sperare che finalmente un giorno potremmo parlare di tutto questo come se fosse solo un brutto ricordo!
Grazie
scrivo perchè mio marito, nonchè il padre di mia figlia, ha un problema di dipendenza da cocaina/crack.
Il tutto è iniziato circa 10anni fa quando a seguito di alcuni traumi e problemi personali ha iniziato ad usarla.
7 anni fa dopo essere arrivato a farne un uso massiccio e quotidiano è andato in comunità; una volta uscito è stato completamente pulito per 4 anni..da circa due anni però ha iniziato ad avere delle ricadute..inizialmente sporadiche..poi sempre più vicine...lo scorso inverno è arrivato a farne uso fino a 3 volte a settimana..con l'estate le cose sono sembrate migliorare..forse anche a causa delle vacanze e dell'allontanamento dai soliti luoghi della sua quotidianità. Ora, dagli ultimi 3 mesi, ne fa uso ogni 15/20 giorni.
Di soluzioni ne abbiamo provate tante..dalla comunità (che gli è servita per essere pulito per 4anni) al sert e alla terapia con Depakin (che ha abbandonato alle prime ricadute), alla stimolazione magnetica transcranica(che a suo dire gli ha tolto il desiderio soltanto nella prima settimana in cui faceva 2sedute al giorno)
E' un ragazzo buono, intelligente, scaltro, generoso; si dedica al lavoro e alla famiglia a tempo pieno, fa tanto sport (nuoto, bici, corsa); è astemio e l'unica sostanza che usa è la cocaina sniffandola o fumandola.Tutti hanno una gran stima di lui..se solo non avesse questo grave problema sarebbe l'uomo migliore del mondo.
Dalla persona più tranquilla e "normale" del mondo, si trasforma nelle sue giornate no in qualcuno che non riconosco..sparisce per ore dandomi soltanto ogni tanto qualche segnale di vita e torna a casa tardi in brutte condizioni.
Dopo che resta immobile nel letto per qualche ora inizia con i sensi di colpa e la depressione, mi chiede scusa..mi dice che vuole buttarsi alle spalle questo mostro che lo condiziona ma che non ci riesce..Mi dice che quando gli parte quel desiderio assurdo prova a pensare a me alla bimba a tutte le cose belle che ha ma non riesce comunque a fermarsi.
Dopo tutto questo tempo ho capito che probabilmente anche con tutta la buona volontà da solo non può riuscire a farcela a lasciarsi questo problema alle spalle e che nemmeno io posso riuscire da sola a salvarlo.
La mia prima domanda è: dovrà di nuovo tornare in comunità per "guarire"? O un percorso psichiatrico svolto seriamente e consapevole delle ricadute che potrebbero comunque esserci potrebbe essere risolutivo?Quale potrebbe essere il tentativo migliore di cura da seguire nel caso descritto?
E poi ne ho un'altra: è possibile che nemmeno l'amore che prova per sua figlia, nei giorni delle ricadute, riesce a fermarlo? Se il legame con un figlio (ed il suo è fortissimo) non riesce a farlo desistere cosa può esserci di più forte? Cosa potrà effettivamente aiutarlo a riacquistare la sua voglia di tornare a vivere libero?
Io la mia decisione di restargli vicina l'ho presa ma voglio poter sperare che finalmente un giorno potremmo parlare di tutto questo come se fosse solo un brutto ricordo!
Grazie
[#1]
Gentile utente,
La terapia con depakin aveva un senso, ma se alle prime ricadute si interrompe non è stata alla fine provata, è esattamente l'opposto di come dovrebbe andare la gestione, alle ricadute si adegua se mai, o si attende un determinato periodo prima di lasciar perdere, La ricaduta non è ciò che "non doveva accadere", ma ciò che accadrà e va portato a estinzione. Per cui chi inizia investendo molto nell'idea di non dover più ricadere dal giorno x in poi, ricade e si demoralizza.
Questo è un errore di impostazione.
Ci sono altre opzioni magari, ma in generale questa regolaa vale per tutto.
Il fatto di essere rimasto pulito per un periodo è previsto dalla dipendenza, ma non è detto che anni fa fosse in atto una dipendenza, e che lo fosse con la gravità di adesso.
La terapia con depakin aveva un senso, ma se alle prime ricadute si interrompe non è stata alla fine provata, è esattamente l'opposto di come dovrebbe andare la gestione, alle ricadute si adegua se mai, o si attende un determinato periodo prima di lasciar perdere, La ricaduta non è ciò che "non doveva accadere", ma ciò che accadrà e va portato a estinzione. Per cui chi inizia investendo molto nell'idea di non dover più ricadere dal giorno x in poi, ricade e si demoralizza.
Questo è un errore di impostazione.
Ci sono altre opzioni magari, ma in generale questa regolaa vale per tutto.
Il fatto di essere rimasto pulito per un periodo è previsto dalla dipendenza, ma non è detto che anni fa fosse in atto una dipendenza, e che lo fosse con la gravità di adesso.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
Grazie dottore!
Forse lui si era illuso che il farmaco potesse aiutarlo a non pensarci...invece accorgendosi di avere ancora quel desiderio incontrollabile ha creduto, sbagliando, che con lui non funzionasse!
Il problema è che ogni volta sembra più dura ricominciare e soprattutto sembra che diminuisca la speranza di poterlo immaginare guarito..ma non voglio arrendermi!
Cosa ci consiglia di fare e da dove ci consiglia di ripartire?
La ringrazio per la disponibilità!
Forse lui si era illuso che il farmaco potesse aiutarlo a non pensarci...invece accorgendosi di avere ancora quel desiderio incontrollabile ha creduto, sbagliando, che con lui non funzionasse!
Il problema è che ogni volta sembra più dura ricominciare e soprattutto sembra che diminuisca la speranza di poterlo immaginare guarito..ma non voglio arrendermi!
Cosa ci consiglia di fare e da dove ci consiglia di ripartire?
La ringrazio per la disponibilità!
[#3]
Sì, ma non è che sia un'illusione, è che questo ci costruisce nel tempo attraverso le ricadute, è anche un farmaoc he ha bisogno di essere aggiustato nella dose.
Uno degli errori più frequenti è interrompere subito il trattamento. Se mai l'illusione è che il non pensarci per un giorno o una settimana voglia dire qualcosa, quello è il punto di partenza, che non è importante. Quello di arrivo lo è, e su quello va seguita e giudicata una cura, nei mesi che seguono, non certo in poche settimane.
Come fare e con cosa non posso indicarlo qui, quello dovete deciderlo con un medico.
Uno degli errori più frequenti è interrompere subito il trattamento. Se mai l'illusione è che il non pensarci per un giorno o una settimana voglia dire qualcosa, quello è il punto di partenza, che non è importante. Quello di arrivo lo è, e su quello va seguita e giudicata una cura, nei mesi che seguono, non certo in poche settimane.
Come fare e con cosa non posso indicarlo qui, quello dovete deciderlo con un medico.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 7.7k visite dal 26/09/2018.
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