Depressione o ansia?
Gentili medici sono una giovane ragazza di 24 anni e vorrei esporvi il mio problema.Nel mese di luglio in seguito a un avvenimento non bello per circa una settimana non riusci piu'a dormire,riuscivo solo ad addormentarmi per un ora.Cosi' per quello che mi stava accadendo cominciai a perdere l'appetito e di conseguenza persi anche dei chili.Stranamente cominciai ad avere cali dell'attenzione e difficoltà a concentrarmi.Mi rivolsi ad uno specialista,che mi prescrisse una terapia con sintopram e limbial e quindi mi diagnostico' una depressione.Oggi vorrei capire se realmente quella è stata una forma di depressione,in quanto in quella settimana non persi interesse per le cose che facevo,anzi nonostante tutto continuavo a lavorare,avevo voglia di uscire,di andare al mare,non riuscivo nemmeno a rilassarmi un po.Devo premettere che successivamente nel mese di settembre effetuai una visita endocrinologa,con esito positivo di ipotirodismo con nodulo tiroideo.Quindi la mia domanda è che se tutto quella che mi è successo poteva essere una forma di depressione vera,o probabilmente collegata anche da un insonnia da ipotirodismo.??Grazie per l'attenzione.
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Può essere stata una reazione all'evento, con sintomi (alcuni) neurovegetativi e poco altro. Non si saprà mai di preciso (quindi assumiamo che avesse ragione il medico) perché lei assunse poi una terapia antidepressiva, che comunque ha agito su determinati sintomi. L'associazione con l'IPO-tiroidismo con quei sintomi non mi sembra molto probabile, tanto più che questo fu riconosciuto un mese dopo e allora lei stava già meglio a quanto ho capito.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Ex utente
La ringrazio molto per la sua disponibilità.Comunque attualmente sto continuando la terapia di sintopran e dovrei finire fra sei mesi.Eventualmente le chiedo se in futuro ci potrà comunque essere una ricaduta.Se talora accadesse vorrei non prendere piu' antidepressivi,perche' purtroppo creano dipendenza.Grazie.
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Gentile utente,
se di depressione si trattava, deve sapere che è una malattia che tende a recidivare. Chi ha avuto già un episodio depressivo ha un rischio maggiore di avere un episodio rispetto a chi non ne ha mai avuti. Gli antidepressivi non creano dipendenza. Piuttosto è il loro uso sconsiderato che può dare qualche problema.
La reattività della sua condizione rispetto ad avvenimenti spiacevoli indica un rischio lievemente più basso di recidiva.
cordiali saluti
se di depressione si trattava, deve sapere che è una malattia che tende a recidivare. Chi ha avuto già un episodio depressivo ha un rischio maggiore di avere un episodio rispetto a chi non ne ha mai avuti. Gli antidepressivi non creano dipendenza. Piuttosto è il loro uso sconsiderato che può dare qualche problema.
La reattività della sua condizione rispetto ad avvenimenti spiacevoli indica un rischio lievemente più basso di recidiva.
cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
[#4]
"Eventualmente le chiedo se in futuro ci potrà comunque essere una ricaduta.Se talora accadesse vorrei non prendere piu' antidepressivi,perche' purtroppo creano dipendenza."
L'affermazione che gli antidepressivi creano dipendenza è totalmente priva di fondamento.
Lei probabilmente intende che prendendo gli antidepressivi la malattia diventa cronica e tenendo duro invece finisce in un solo episodio. Questo è completamente falso.
Questa visione delle cose crea una enorme perdita di tempo nel cercare "disperatamente" di non curarsi nonostante si affermi di star male, o nel metter fretta alle malattie come se dovessero sparire perché noi non prendiamo volentieri le medicine.
Le malattie hanno un andamento che non tiene conto dei nostri desideri.
L'affermazione che gli antidepressivi creano dipendenza è totalmente priva di fondamento.
Lei probabilmente intende che prendendo gli antidepressivi la malattia diventa cronica e tenendo duro invece finisce in un solo episodio. Questo è completamente falso.
Questa visione delle cose crea una enorme perdita di tempo nel cercare "disperatamente" di non curarsi nonostante si affermi di star male, o nel metter fretta alle malattie come se dovessero sparire perché noi non prendiamo volentieri le medicine.
Le malattie hanno un andamento che non tiene conto dei nostri desideri.
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"Eventualmente le chiedo se in futuro ci potrà comunque essere una ricaduta.Se talora accadesse vorrei non prendere piu' antidepressivi,perche' purtroppo creano dipendenza."
L'affermazione che gli antidepressivi creano dipendenza è totalmente priva di fondamento.
Lei probabilmente intende che prendendo gli antidepressivi la malattia diventa cronica e tenendo duro invece finisce in un solo episodio. Questo è completamente falso.
Questa visione delle cose crea una enorme perdita di tempo nel cercare "disperatamente" di non curarsi nonostante si affermi di star male, o nel metter fretta alle malattie come se dovessero sparire perché noi non prendiamo volentieri le medicine.
Le malattie hanno un andamento che non tiene conto dei nostri desideri.
L'affermazione che gli antidepressivi creano dipendenza è totalmente priva di fondamento.
Lei probabilmente intende che prendendo gli antidepressivi la malattia diventa cronica e tenendo duro invece finisce in un solo episodio. Questo è completamente falso.
Questa visione delle cose crea una enorme perdita di tempo nel cercare "disperatamente" di non curarsi nonostante si affermi di star male, o nel metter fretta alle malattie come se dovessero sparire perché noi non prendiamo volentieri le medicine.
Le malattie hanno un andamento che non tiene conto dei nostri desideri.
[#7]
Questa valutazione dipende molto dalla frequenza, dalla gravità e dalla tipologia delle ricorrenze.
Ovvero:
- quanto spesso si verificano e quanto durano le ricadute ?
- quali sintomi comportano, mettono a rischio la vita e l'integrità fisica ? Creano eventi di rottura come la perdita del lavoro, di rapporti sociali o relazioni ?
- la persona è in grado di chiedere aiuto durante la ricaduta o è assorbita da uno stato mentale condizionato dal processo di malattia e non lo chiede o lo rifiuta ?
Inoltre, per le depressioni bipolari si fa tutt'altro ragionamento perché in quel caso gli antidepressivi sarebbero da limitare.
Ovvero:
- quanto spesso si verificano e quanto durano le ricadute ?
- quali sintomi comportano, mettono a rischio la vita e l'integrità fisica ? Creano eventi di rottura come la perdita del lavoro, di rapporti sociali o relazioni ?
- la persona è in grado di chiedere aiuto durante la ricaduta o è assorbita da uno stato mentale condizionato dal processo di malattia e non lo chiede o lo rifiuta ?
Inoltre, per le depressioni bipolari si fa tutt'altro ragionamento perché in quel caso gli antidepressivi sarebbero da limitare.
[#8]
Ex utente
-Nel 2004 ebbi una prima fase depressiva,con sintomi di attacchi di panico e pianti improvvisi,scaturiti da paure.Ricordo in quel periodo persi l'appetito e diversamente da queata estate,piangevo e aveva voglia di stare nel letto.Cosi' mi curai con il fevarin ,e la terapia duro' circa 2 mesi.Poi continuai a fare la vita di sempre.Il secondo episodio a luglio 2008,in cui non persi l'interesse nel lavoro,di rapporti sociali e relazioni,anzi mi sentivo iperattiva nonostante non dormivo e non mangiavo.Ho chiesto aiuto perchè volevo uscire da questa situazione e volevo guarire.Ricordo che già nel periodo dell'adolescenza avevo sbalzi di umore repentini,ora mi sentivo triste ora felice.La mia vita è stata sempre accompagnata da questa inquietudine quotidiana e ansia.Attualmente con la terapia che sto effetuando sto bene,ma a volte ho pensieri negativi,sopratutto rivolti alla sfera affetiva,in quanto dopo 4 anni di fidanzamento i miei genitori mi vorrebbero vedere sposata con figli,ma il mio ragazzo non è deciso,anzi vuole aspettare un po di anni perchè secondo lui cè ancora tempo per farlo.Mi sento come se non riuscissi a renderli felici,essendo una ragazza semplice mi vorrebbero già sistemata.Questa sono le mie ansie quotidiane.Grazie mille..
[#9]
Gentile utente,
descritta così la sua storia, non dà l'idea di una malattia depressiva, se mai di una forma di disturbo bipolare minore che NON è una forma di depressione.
In questo caso è un disturbo ricorrente. La componente ansiosa è una delle componenti,sicuramente quella che la infastidisce di più, ma questo accade anche in una persona senza disturbi (l'ansia non la gradise nessuno per definizione).
Nei disturbi bipolari la prosecuzione dell'antidepressivi stabilmente può anche aumentare il numero di episodi, quindi nel programmare una strategia va tenuto conto anche di questo. Era l'ultimo punto che menzionavo nella mia precedente risposta, l'ultimo perché partivo da una ipotetica diagnosi di depressione ricorrente, mentre non sembra così.
descritta così la sua storia, non dà l'idea di una malattia depressiva, se mai di una forma di disturbo bipolare minore che NON è una forma di depressione.
In questo caso è un disturbo ricorrente. La componente ansiosa è una delle componenti,sicuramente quella che la infastidisce di più, ma questo accade anche in una persona senza disturbi (l'ansia non la gradise nessuno per definizione).
Nei disturbi bipolari la prosecuzione dell'antidepressivi stabilmente può anche aumentare il numero di episodi, quindi nel programmare una strategia va tenuto conto anche di questo. Era l'ultimo punto che menzionavo nella mia precedente risposta, l'ultimo perché partivo da una ipotetica diagnosi di depressione ricorrente, mentre non sembra così.
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Nessuno ha detto che SIA un disturbo bipolare. E' un'ipotesi basata sulla sua descrizione. La diagnosi deve porla un medico che la visita. Scriversi in questa sede non è una visita. Quindi prima di passare inutilmente a discutere altre cure, io le consiglio di chiarire la diagnosi con il suo specialista o un altro che le dia un secondo parere.
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 4.4k visite dal 18/01/2009.
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