La stessa probabilità
Buongiorno gentili dottori. Ho iniziato una cura con cipralex gocce, dopo aver avuto una ricaduta per attacchi di panico, ansia generalizzata e doc nel controllare sempre il battito del mio cuore con la paura che potesse accadermi qualcosa, paura scaturita in seguito ad un caso di morte improvvisa in famiglia. La prima cura l'ho effettuato con dropaxin gocce ottenendo ottimi risultati, ora il problema si è ripresentato e lo psichiatra mi ha prescritto alprazolam la mattina e cipralex dopo pranzo, 5 gocce da aumentare a 10 gocce dopo una settimana. Leggevo sul bugiardino del prolungamento qtc di questi tipi di farmaci. Durante la vecchia cura con paroxetina non avevo mai effettuato un ecg di controllo per valutare questo rischio. Vorrei gentilmente sapere se paroxetina ed escitolapram hanno la stessa probabilità di mostrare questo effetto indesiderato e se alla dose di 5 e 10 gocce di cipralex (so che il massimo previsto è 20) si potrebbe presentare questo effetto del qtc allungato. Chiedo questo perché il mio psichiatra non mi ha avvertito riguardo questo effetto indesiderato, e vorrei sapere se il rischio è così alto o meno. Ringraziando anticipatamente, porgo cordiali saluti.
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La raccomandazione sul tratto Qt compare ormai in tutti o quasi i foglietti. Come per molti effetti, non è detto che esista una statistica su questo, semplicemente è possibile.
Non capisco però perché, se si era trovata bene con la paroxetina, alla ricaduta si è optato per un'altra molecola.
Non capisco però perché, se si era trovata bene con la paroxetina, alla ricaduta si è optato per un'altra molecola.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
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Ex utente
La ringrazio per la risposta dottore. In reelta è una domanda che mi sono posto a che io dopo la prescrizione, a mente fredda. Li per li non ho chiesto allo psichiatra.. Avevo portato con me tutte le prescrizioni precedenti in cui c'erano dropaxin gocce e daparox compresse alla dose stabilizzata.. In pochi mesi riuscii a guarire e sono stato bene per quasi 5 anni. Ora invece il dottore mi ha prescritto cipralex. Potrebbe essere un problema o potrebbe non funzionare? Sarebbe meglio suggerire al dottore un ritorno alla paroxetina? C'è molta differenza tra le due molecole? Grazie per le risposte
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Ex utente
Buongiorno dottore e buona Domenica. È una domanda che mi sono posto anche io in seguito alla prescrizione del trattamento, ma non ho fatto presente allo psichiatra per non influenzare negativamente l'inizio del mio percorso. Insomma ho cercato di non pensarci troppo e di pensare che magari questo farmaco attualmente potrebbe essere più adatto. Sono al terzo giorno di terapia ora e tra 3 giorni dovrò aumentare il dosaggio a 10. In genere, gli effetti collaterali, se presenti, si manifestano fin dalla prima assunzione o sono guardali? Mi permetta ancora una domanda dottore: cipralex potrebbe funzionare bene come il dropaxin che ho già assunto in passato, o esiste qualche probabilità che essendo già "guarito" con un farmaco differente, questo ora possa non fare effetto? Grazie
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Ex utente
La ringrazio dottore. Attualmente, come effetto collaterale, ho avvertito bruciore di stomaco a metà pomeriggio (lo assumo dopo pranzo, verso le 14) e un po' di stanchezza mista a sonnolenza. Il frontal la mattina mi aiuta a di distendermi un po' dato che mi sveglio con la sensazione di ansia, tachicardia e un senso generale di malessere.. Ma la somatizzazione più fastidiosa e che punto ad eliminare con la terapia è la tachicardia. Quindi non mi resta altro che attende la risposta del cipralex. Per quanto riguarda la valutazione del qtc, ai doassgi di 5 e 10 gocce potrebbe presentarsi? Dopo quanto giorni mi converrebbe eseguire un ecg per la valutazione? Grazie
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Su questo non c'è neanche una precisa linea guida, per esempio neanche sul fatto che l'ecg basale sia utile a identificare i casi a rischio, in realtà servirebbero indagini per misurare la varianza del QTc su tempi lunghi. Inoltre, per stabilire che c'è un QT lungo stabile basta anche un ECG, ma per stabilire che l'ha allungato un farmaco servirebbero almeno due ECG, prima e dopo.
Detto questo, si attenga ai tempi e alle modalità che le ha indicato il suo medico.
Detto questo, si attenga ai tempi e alle modalità che le ha indicato il suo medico.
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Ex utente
Certamente dottore, la ringrazio per la sua disponibilità. L'ultimo ecg l'ho effettuato esattamente un mese fa, dunque poco prima di iniziare la suddetta terapia, ed è risultato nella norma sia per il tratto qt sia per tutto il resto. Questo potrebbe bastare come ecg prima dell'inizio della terapia? e magari il secondo ecg ripeterlo tra circa una ventina di giorni?
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Le ho detto, senta il medico su questo. Per lo meno in questo modo si potrà dire se il QT(c) è allungato tra prima e dopo. Anche qui, un allungamento sempre entro i limiti non è che poi statisticamente tracci un solco tra il rischio e il non-rischio.
I QT che precedono le aritmie possono essere lunghi, normali o anche corti. L'allungamento precede di regola invece a breve termine quelle che poi saranno aritmie, per cui in pronto soccorso il QT è lungo.
Si fa l'ECG, sostanzialmente, perché è lo strumento più semplice per sapere almeno un paio di dati in proposito.
I QT che precedono le aritmie possono essere lunghi, normali o anche corti. L'allungamento precede di regola invece a breve termine quelle che poi saranno aritmie, per cui in pronto soccorso il QT è lungo.
Si fa l'ECG, sostanzialmente, perché è lo strumento più semplice per sapere almeno un paio di dati in proposito.
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Ex utente
La ringrazio dottore. Ciò che mi frenava da assumere questo tipo di farmaci era proprio questo effetto collaterale. In sostanza sto curando un disturbo riguardante proprio la paura di poter avere un'aritmia, con un farmaco che invece potrebbe causarmi questo tipo di effetto collaterale e portare poi alla stessa. Proverò a sentire il mio medico a riguardo e gli chiederò come muovermi per quanto riguarda tale valutazione. Mi perdoni l'ennesima domanda dottore: se come mi ha detto lei un aventuale allungamento prevede un'aritmia a breve termine, appena raggiunta la dose di 10 gocce dovrei effettuare già un ecg per valutare questa eventualità, o magari c'è bisogno di una valutazione tramite holter più prolungati? Mi perdoni le numerose domande ma questa paura credo faccia parte del disturbo stesso, e Il pensiero di stare assumendo un farmaco che può causare questa eventualità, non mi fa stare tranquillissimo. Inoltre questo tipo di farmaci aumentano il rischio di aritmie indipendentemente da un prolungamento del qt? Ciò che mi chiedo è, davvero possono essere così pericolosi questi farmaci o c'è una bassa incidenza in merito, statisticamente parlando? La ringrazio
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Ex utente
Mi permetta di chiederle un'ulteriore cosa dottore: ho letto che ci sono farmaci inseriti alla stessa classe del cipralex tipo depagut gocce che tra gli effetti indesiderati non hanno quello del prolungamento qt. È vero? Oppure ogni farmaco di questa classe può creare questo effetto? Fatto sta che resto consapevole del fatto di aver già assunto paroxetina e che se fosse stata un'evenzienza comune il mio psichiatra quanto meno avrebbe dovuto avvisarmi, invece su questo effetto non mi ha detto nulla.
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Forse non mi sono spiegato bene all'inizio. Lo hanno messo in tutti i foglietti, ma non significa che ci sia un dato statistico per ogni molecola. Basta un caso, una segnalazione etc e anche per analogia l'avvertenza arriva.
Che sia o meno sensata sul piano statistico non è detto si possa stabilire per tutti. Sarebbe magari anche semplice da verificare volendo, ma sul piano assicurativo, mettendo l'avvertenza già la cosa è quasi risolta.
Alcuni dei farmaci (metadone per esempio) su cui sono uscite numerose segnalazioni e fatti diversi studi (uno del sottoscritto) sul qt, non è che dimostrino in realtà dei rischi aritmogeni, e invece per esempio dimostrano un effetto sul qt, che però dipende molto da altri fattori, tipo terapie combinate.
Che sia o meno sensata sul piano statistico non è detto si possa stabilire per tutti. Sarebbe magari anche semplice da verificare volendo, ma sul piano assicurativo, mettendo l'avvertenza già la cosa è quasi risolta.
Alcuni dei farmaci (metadone per esempio) su cui sono uscite numerose segnalazioni e fatti diversi studi (uno del sottoscritto) sul qt, non è che dimostrino in realtà dei rischi aritmogeni, e invece per esempio dimostrano un effetto sul qt, che però dipende molto da altri fattori, tipo terapie combinate.
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Ex utente
Perfetto dottore, credo di aver compreso il senso delle sue parole. Ossia che sui foglietti ci sono queste indicazioni a scopo assicurato, magari in conseguenza a delle segnalazioni di questo effetto indesiderato probabilmente dovuto anche a una coesistenza di fattori. Vorrei porle Un'ultima domanda, poi la saluto e la ringrazio, poiché credo di aver già dato abbastanza prova del mio disturbo riempendola di domande. Dunque, questa classe di farmaci ssri, indipendentemente dal fatto che si tratti di cipralex paroxetina o altra molecola, possono aumentare il rischio airmtico indipendentemente dal fatto che prolunghino il qt? Dunque tralasciando il discorso qt, possono essere un fattore di rischio per il cuore?
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No, il rischio aritmico è in generale sulle aritmie ventricolari legate al Qt, mentre il potenziale aritmogeno indipendente di questi farmaci è scarso, a differenza di altre categorie di antidepressivi che invece sono espressamente controindicati in determinate aritmie.
In questi, si deve prestare attenzione alle controindicazioni specifiche, se presenti, nel foglietto, e alle indicazioni che uno riceve dal proprio cardiologo, se ha in corso terapie cardiovascolari. Il punto più importante sono le interazioni, che invece a volte ci sono, per esempio il potenziamento dell'effetto degli anti-ipertensivi.
In questi, si deve prestare attenzione alle controindicazioni specifiche, se presenti, nel foglietto, e alle indicazioni che uno riceve dal proprio cardiologo, se ha in corso terapie cardiovascolari. Il punto più importante sono le interazioni, che invece a volte ci sono, per esempio il potenziamento dell'effetto degli anti-ipertensivi.
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Ex utente
Gentile dottor Pacini, mi scusi se la ricontatto in questo consulto a distanza fi giorni. Seto seguendo la cura di frontal gocce la mattina e ciprqlex dopo pranzo. Erroneamente ho assunto circa 12 o 13 gocce di frontal inveve di 10, avendo per un attimo perso il conto di quelle già versate. Potrebbe essere un problema? Domani tornerò ad assumerne 10 come terapia, e mi chiedevo se magari dopo aver assunto una dose maggiore una volta sola, ritornando alla dose precedente potesse esserci qualche problema. Grazie per la risposta
Questo consulto ha ricevuto 20 risposte e 1.8k visite dal 29/06/2018.
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