Doc con crisi ansioso-depressive e sbalzi d’umore
Buongiorno gentili dottori.
Vorrei chiedervi un parere. Da qualche mese (circa 3) sono in cura farmacologica e ho avviato una psicoterapia cognitivo comportamentale la quale mi ha diagnosticato il DOC (di natura più che altro mentale, senza compulsioni evidenti) con crisi ansiose e depressive e sbalzi d’umore che si ripetono ciclicamente (iniziano tipo alle 19 e si protraggono sino a quando non prendo lo Xanax 0,5 mg la sera alle 21).
La cura farmacologica è stata avviata sotto consiglio del medico curante (ahimè) da un neurologo piuttosto che da uno psichiatra e ho alcuni dubbi sulla terapia farmacologica. Attualmente (da 3 mesi) prendo Xanax 0,5 mg alle 9 e alle 21, lo Zoloft mi è stato fatto aumentare progressivamente da 25 mg a 50, e poi a 75 mg. Dato che non riuscivo a dormire (ma questo è un problema che mi porto da anni) e la melatonina non ha portato benefici, il neurologo mi ha prescritto lo Stilnox che prendo da maggio. Questo ha funzionato perfettamente per due settimane, dopodiché mi ha aiutato a “cadere” nel sonno ma non a farmi restare dormiente. Dopodiché il neurologo ha aumentato lo Zoloft a 100 mg e ha inserito il Trittico (mezza compressa) come ulteriore aiuto per il sonno. Da qui ho iniziato ad avere diarrea costantemente, a sentirmi di una debolezza unica e ad avere episodi di derealizzazione e depersonalizzazione. Ho subito contattato il neurologo che ha ripristinato la terapia di Zoloft con 75 mg (che prendo al mattino), Stilnox (senza trittico) e Xanax 0,5 due volte al dì con intervallo di 12 ore. Il mio psicoterapeuta, pur ammettendo di essere ignorante in materia, ha dimostrato perplessità su questa terapia farmacologica e mi ha consigliato di rivolgermi ad uno psichiatra. Dopo la visita lui ha confermato la terapia (sebbene ha detto che secondo lui un farmaco più appropriato al mio caso sarebbe stato la Paroxetina, piuttosto che la Sertralina) però ha detto anche che adesso non avrebbe senso cambiare la terapia se prima di questi episodi di “derealizzazione” avvertivo comunque qualche beneficio e di fare un “salto nel vuoto” con un nuovo SSRI. Mi ha inoltre inserito qualche goccia (5) di Talofen da prendere insieme allo Stilnox per aiutarmi a dormire. Volevo chiedervi se secondo voi una terapia del genere può funzionare considerata la mia diagnosi? Attualmente gli sbalzi d’umore con la dose di 75 mg (anziché 100) e l’eliminazione del trittico sono diminuiti d’intensità, seppur è diminuito anche il tono “generale” dell’umore.
Vorrei chiedervi un parere. Da qualche mese (circa 3) sono in cura farmacologica e ho avviato una psicoterapia cognitivo comportamentale la quale mi ha diagnosticato il DOC (di natura più che altro mentale, senza compulsioni evidenti) con crisi ansiose e depressive e sbalzi d’umore che si ripetono ciclicamente (iniziano tipo alle 19 e si protraggono sino a quando non prendo lo Xanax 0,5 mg la sera alle 21).
La cura farmacologica è stata avviata sotto consiglio del medico curante (ahimè) da un neurologo piuttosto che da uno psichiatra e ho alcuni dubbi sulla terapia farmacologica. Attualmente (da 3 mesi) prendo Xanax 0,5 mg alle 9 e alle 21, lo Zoloft mi è stato fatto aumentare progressivamente da 25 mg a 50, e poi a 75 mg. Dato che non riuscivo a dormire (ma questo è un problema che mi porto da anni) e la melatonina non ha portato benefici, il neurologo mi ha prescritto lo Stilnox che prendo da maggio. Questo ha funzionato perfettamente per due settimane, dopodiché mi ha aiutato a “cadere” nel sonno ma non a farmi restare dormiente. Dopodiché il neurologo ha aumentato lo Zoloft a 100 mg e ha inserito il Trittico (mezza compressa) come ulteriore aiuto per il sonno. Da qui ho iniziato ad avere diarrea costantemente, a sentirmi di una debolezza unica e ad avere episodi di derealizzazione e depersonalizzazione. Ho subito contattato il neurologo che ha ripristinato la terapia di Zoloft con 75 mg (che prendo al mattino), Stilnox (senza trittico) e Xanax 0,5 due volte al dì con intervallo di 12 ore. Il mio psicoterapeuta, pur ammettendo di essere ignorante in materia, ha dimostrato perplessità su questa terapia farmacologica e mi ha consigliato di rivolgermi ad uno psichiatra. Dopo la visita lui ha confermato la terapia (sebbene ha detto che secondo lui un farmaco più appropriato al mio caso sarebbe stato la Paroxetina, piuttosto che la Sertralina) però ha detto anche che adesso non avrebbe senso cambiare la terapia se prima di questi episodi di “derealizzazione” avvertivo comunque qualche beneficio e di fare un “salto nel vuoto” con un nuovo SSRI. Mi ha inoltre inserito qualche goccia (5) di Talofen da prendere insieme allo Stilnox per aiutarmi a dormire. Volevo chiedervi se secondo voi una terapia del genere può funzionare considerata la mia diagnosi? Attualmente gli sbalzi d’umore con la dose di 75 mg (anziché 100) e l’eliminazione del trittico sono diminuiti d’intensità, seppur è diminuito anche il tono “generale” dell’umore.
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Gentile utente,
Il punto tecnico mi pare questo però: che un doc risponda a 75 mg di sertralina è improbabile per la dose. Se non la tollera bene a dose maggiore, sarebbe il caso di considerare una molecola alternativa.
Il punto tecnico mi pare questo però: che un doc risponda a 75 mg di sertralina è improbabile per la dose. Se non la tollera bene a dose maggiore, sarebbe il caso di considerare una molecola alternativa.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
Gentile Dottor Pacini,
La ringrazio molto per la veloce e cortese risposta.
Sarebbe quindi secondo Lei puntare ad un cambio di antidepressivo? Chiedo questo perché io avevo già dato la mia disponibilità al mio psichiatra qualora lui lo ritenesse opportuno di passare dalla Sertralina alla Paroxetina (dopo che lui mi ha detto che riteneva quest’ultimo farmaco più adatto al mio caso) ma lui mi ha consigliato di fare eventualmente tale modifica dopo altri 2/3 mesi, qualora non dovessi ancora trovare sostanziali giovamenti alla dose di 75 mg di Zoloft poiché, a suo dire, cambiare antidepressivo adesso costituirebbe un “salto nel buio”, specie considerando che all’inizio della terapia (prima degli indesiderati effetti dell’aumento di Zoloft a 100 mg e l’introduzione del Trittico) con Zoloft stavo riscontrando dei parziali benefici. Mi ha inoltre detto che è vero sì che in genere le linee guida per i dosaggi per il DOC sono relativamente alti (anche il mio psicoterapeuta mi ha detto che in genere per i pazienti col DOC ha sempre riscontrato dosaggi relativamente alti) ma anche che, indipendentemente dal disturbo, ci sono alcuni pazienti che non tollerano più di 25 mg, altri invece a cui nemmeno 200 mg apportano beneficio. Secondo Lei converrebbe pazientare qualche altro mese per vedere se ci si presentano dei giovamenti, anche col supporto psicoterapico, oppure puntare sin da subito ad un eventuale cambio di antidepressivo? (sto comunque valutando l’ipotesi di rivolgermi ad un altro psichiatra per i successivi controlli).
chiedo questo poiché una delle mie preoccupazioni principali è che sono già trascorsi 3 mesi e io ho sì ricevuto alcuni benefici (in particolare all’inizio della terapia) ma non vorrei per l’appunto “perdere tempo” e proseguire con una terapia farmacologica che in fin dei conti sarà comunque destinata ad essere (parzialmente) inefficace a lungo termine, data la mia diagnosi.
Vorrei inoltre chiedere se è possibile che l’uso prolungato e gli effetti concomitanti degli altri farmaci (prendo Xanax 0,50 mg due volte al giorno da tre mesi e Stilnox da due mesi + 5 gocce di Talofen al sonno) possano compromettere l’efficacia dell’effetto terapeutico di un altro farmaco come lo Zoloft?
Grazie ancora per il supporto e la disponibilità, credo di parlare a nome dell’intera community nell’esprimere immensa gratitudine per la vostra disponibilità e il mestiere di aiuto che svolgete.
La ringrazio molto per la veloce e cortese risposta.
Sarebbe quindi secondo Lei puntare ad un cambio di antidepressivo? Chiedo questo perché io avevo già dato la mia disponibilità al mio psichiatra qualora lui lo ritenesse opportuno di passare dalla Sertralina alla Paroxetina (dopo che lui mi ha detto che riteneva quest’ultimo farmaco più adatto al mio caso) ma lui mi ha consigliato di fare eventualmente tale modifica dopo altri 2/3 mesi, qualora non dovessi ancora trovare sostanziali giovamenti alla dose di 75 mg di Zoloft poiché, a suo dire, cambiare antidepressivo adesso costituirebbe un “salto nel buio”, specie considerando che all’inizio della terapia (prima degli indesiderati effetti dell’aumento di Zoloft a 100 mg e l’introduzione del Trittico) con Zoloft stavo riscontrando dei parziali benefici. Mi ha inoltre detto che è vero sì che in genere le linee guida per i dosaggi per il DOC sono relativamente alti (anche il mio psicoterapeuta mi ha detto che in genere per i pazienti col DOC ha sempre riscontrato dosaggi relativamente alti) ma anche che, indipendentemente dal disturbo, ci sono alcuni pazienti che non tollerano più di 25 mg, altri invece a cui nemmeno 200 mg apportano beneficio. Secondo Lei converrebbe pazientare qualche altro mese per vedere se ci si presentano dei giovamenti, anche col supporto psicoterapico, oppure puntare sin da subito ad un eventuale cambio di antidepressivo? (sto comunque valutando l’ipotesi di rivolgermi ad un altro psichiatra per i successivi controlli).
chiedo questo poiché una delle mie preoccupazioni principali è che sono già trascorsi 3 mesi e io ho sì ricevuto alcuni benefici (in particolare all’inizio della terapia) ma non vorrei per l’appunto “perdere tempo” e proseguire con una terapia farmacologica che in fin dei conti sarà comunque destinata ad essere (parzialmente) inefficace a lungo termine, data la mia diagnosi.
Vorrei inoltre chiedere se è possibile che l’uso prolungato e gli effetti concomitanti degli altri farmaci (prendo Xanax 0,50 mg due volte al giorno da tre mesi e Stilnox da due mesi + 5 gocce di Talofen al sonno) possano compromettere l’efficacia dell’effetto terapeutico di un altro farmaco come lo Zoloft?
Grazie ancora per il supporto e la disponibilità, credo di parlare a nome dell’intera community nell’esprimere immensa gratitudine per la vostra disponibilità e il mestiere di aiuto che svolgete.
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"Mi ha inoltre detto che è vero sì che in genere le linee guida per i dosaggi per il DOC sono relativamente alti (anche il mio psicoterapeuta mi ha detto che in genere per i pazienti col DOC ha sempre riscontrato dosaggi relativamente alti) ma anche che, indipendentemente dal disturbo, ci sono alcuni pazienti che non tollerano più di 25 mg, altri invece a cui nemmeno 200 mg apportano beneficio. "
Giusto, e quindi dove sta la logica nel tenere un dosaggio basso se una persona non ne ha beneficio ?
Ripeto, questo mi pare l'aspetto chiave della questione, il resto non è rilevante in prima battuta.
Giusto, e quindi dove sta la logica nel tenere un dosaggio basso se una persona non ne ha beneficio ?
Ripeto, questo mi pare l'aspetto chiave della questione, il resto non è rilevante in prima battuta.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.7k visite dal 28/06/2018.
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