Il primo episodio maniacale
Gentilissimi medici,
la mia ragazza (futura moglie)soffre di disturbo bipolare di tipo I, ha quasi 33 anni e a 30 anni ha avuto il primo episodio maniacale con scompenso psicotico.
sto con lei da 5 anni e mezzo e da quando la conosco ha sempre avuto una tendenza a "negativizzare" la sua quotidianietà ma non ci ho mai prestato seriamente attenzione in quanto ho sempre ritenuto che avesse degli ottimi motivi per essere un pò depressa (situazione familiare abbastanza problematica), ora, col senno di poi, mi rendo conto delle manifestazioni cicliche della malattia...a 30anni ha avuto il primo episodio maniacale con scompenso psicotico, episodio che è stato decisivo per la diagnosi della malattia. In ospedale le sono state somministrate delle benzodiazepine più un antipsicotico (risperdal). Da allora è stata presa in carico dal CSM di competenza territoriale. Le è stato prescritto il litio (4cp da 300mg al dì) e si è proseguito per circa un mese con il risperdal che poi le è stato sospeso. Da allora ha preso solo il litio allo stesso dosaggio ma dopo due anni ha avuto un altro scompenso psicotico e questa volta è stato necessario un ricovero con TSO anche se, ritengo, lo scompenso è stato più leggero rispetto al primo. Premetto che non ha mai interrotto la terapia che ha sempre accettato di buon grado, com'è possibile che si sia nuovamente scompensata nonostante la copertura del litio?
In quest'ultimo episodio, inoltre, quando l'ho portata il CSM (era ancora in stato pressochè cosciente) il medico di guardia non ha ritenuto di dover intervenire in alcun modo (da denuncia!) nonostante anch'io che non sono un medico so che lo scompenso psicotico tende ad aggravarsi mcome si è aggravato rendendo necessario l'intervento successivo del 118 ed il conseguente ricovero con TSO per fortuna senza conseguenze gravi.
Pertanto vi chiedo: se dovessi trovarmi in condizioni difficili ciè si il csm si rifiuta di intervenire, se il suo psichiatra (che a questa domanda risponde sempre di chiamare lui al CSM) non fosse raggiungibile cosa fare?
Un mio ex professore universitario di psicologia generale(psichiatra) mi ha consigliato di somministrarle 10-15 gtt di valium che ne pensate?
Inoltre se volessimo avere un figlio come fare con la terapia( alla quale è stato reitrodotto un antipsicotico (SEROQUEL: 2cp al dì inizialmente da 300mg ora portato a 200)?
GRAZIE DI CUORE!
Cordialmente
la mia ragazza (futura moglie)soffre di disturbo bipolare di tipo I, ha quasi 33 anni e a 30 anni ha avuto il primo episodio maniacale con scompenso psicotico.
sto con lei da 5 anni e mezzo e da quando la conosco ha sempre avuto una tendenza a "negativizzare" la sua quotidianietà ma non ci ho mai prestato seriamente attenzione in quanto ho sempre ritenuto che avesse degli ottimi motivi per essere un pò depressa (situazione familiare abbastanza problematica), ora, col senno di poi, mi rendo conto delle manifestazioni cicliche della malattia...a 30anni ha avuto il primo episodio maniacale con scompenso psicotico, episodio che è stato decisivo per la diagnosi della malattia. In ospedale le sono state somministrate delle benzodiazepine più un antipsicotico (risperdal). Da allora è stata presa in carico dal CSM di competenza territoriale. Le è stato prescritto il litio (4cp da 300mg al dì) e si è proseguito per circa un mese con il risperdal che poi le è stato sospeso. Da allora ha preso solo il litio allo stesso dosaggio ma dopo due anni ha avuto un altro scompenso psicotico e questa volta è stato necessario un ricovero con TSO anche se, ritengo, lo scompenso è stato più leggero rispetto al primo. Premetto che non ha mai interrotto la terapia che ha sempre accettato di buon grado, com'è possibile che si sia nuovamente scompensata nonostante la copertura del litio?
In quest'ultimo episodio, inoltre, quando l'ho portata il CSM (era ancora in stato pressochè cosciente) il medico di guardia non ha ritenuto di dover intervenire in alcun modo (da denuncia!) nonostante anch'io che non sono un medico so che lo scompenso psicotico tende ad aggravarsi mcome si è aggravato rendendo necessario l'intervento successivo del 118 ed il conseguente ricovero con TSO per fortuna senza conseguenze gravi.
Pertanto vi chiedo: se dovessi trovarmi in condizioni difficili ciè si il csm si rifiuta di intervenire, se il suo psichiatra (che a questa domanda risponde sempre di chiamare lui al CSM) non fosse raggiungibile cosa fare?
Un mio ex professore universitario di psicologia generale(psichiatra) mi ha consigliato di somministrarle 10-15 gtt di valium che ne pensate?
Inoltre se volessimo avere un figlio come fare con la terapia( alla quale è stato reitrodotto un antipsicotico (SEROQUEL: 2cp al dì inizialmente da 300mg ora portato a 200)?
GRAZIE DI CUORE!
Cordialmente
[#1]
Gentile collega,
la terapia con il Litio è efficace in moltissimi casi, ma purtroppo non in tutti.
Infatti alle volte viene potenziato con l'introduzione di antiepilettici in terapia.
Certamente la tua ragazza avrà monitorato la Litiemia nel corso dei mesi di trattamento (e questo è anche indice della corretta e assidua assunzione della terapia).
Come hai riferito però, la tua ragazza ha vissuto due anni di benessere, quindi presumibilmente il Litio stava comunque facendo il suo "dovere" e ,in più, l'ultima ricaduta non è stata così grave come l' altra quando non assumeva il Litio.
Probabilmente occorre valutare se alla tua fidanzata, nei giorni precedenti l'ultima attivazione maniacale, possa essere accaduto qualcosa di veramente stressante vedi: gravosi impegni di lavoro/studio, notti insonni consecutive,ecc che possano avere dato il via allo scompenso nonostante la terapia stabilizzante.
Ti consiglio, soprattutto visto l'idea della maternità, di farla seguire c/o un Centro specializzato in Dist. dell'Umore per valutare in che modo poter affrontare la gravidanza (visto che il Litio non potrà assumerlo durante la gestazione).
la terapia con il Litio è efficace in moltissimi casi, ma purtroppo non in tutti.
Infatti alle volte viene potenziato con l'introduzione di antiepilettici in terapia.
Certamente la tua ragazza avrà monitorato la Litiemia nel corso dei mesi di trattamento (e questo è anche indice della corretta e assidua assunzione della terapia).
Come hai riferito però, la tua ragazza ha vissuto due anni di benessere, quindi presumibilmente il Litio stava comunque facendo il suo "dovere" e ,in più, l'ultima ricaduta non è stata così grave come l' altra quando non assumeva il Litio.
Probabilmente occorre valutare se alla tua fidanzata, nei giorni precedenti l'ultima attivazione maniacale, possa essere accaduto qualcosa di veramente stressante vedi: gravosi impegni di lavoro/studio, notti insonni consecutive,ecc che possano avere dato il via allo scompenso nonostante la terapia stabilizzante.
Ti consiglio, soprattutto visto l'idea della maternità, di farla seguire c/o un Centro specializzato in Dist. dell'Umore per valutare in che modo poter affrontare la gravidanza (visto che il Litio non potrà assumerlo durante la gestazione).
Cordialmente
Dott. Vito Fabio Paternò
www.cesidea.it
info@cesidea.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 6.6k visite dal 16/01/2009.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Disturbo bipolare
Il disturbo bipolare è una patologia che si manifesta in più fasi: depressiva, maniacale o mista. Scopriamo i sintomi, la diagnosi e le possibili terapie.