Estranea alla realtà per come la conoscevo.

Salve; premetto che non so come iniziare questo discorso. In verità non so bene di cosa dovrei parlare, per cui non escludo che verrà fuori una roba piuttosto confusa. Ho già scritto in passato in siti di psicologia, e in teoria adesso avrei voluto scrivere per fatti miei e non destinando ciò che scrivo a qualcun altro, ma onestamente non so né cosa scrivere né perché, il che è strano perché di solito (fino ad un po' di mesi fa), non mi capitava mai di non avere nulla da scrivere pur volendo dire molte cose. In realtà non so perché sto scrivendo qui, ma proverò ad essere chiara.
Due giorni fa una mia compagna mi ha detto che non ho una vita. Secondo lei non vivo nel nostro mondo, solo perché non esco con gli amici, non vado quasi mai alle feste e così via. Ma a chi diavolo va di uscire con la gente? A me no di certo. E' strana come cosa? Io penso che mi reputino sfigata solo perché sono in sovrappeso, altrimenti non si spiega. Che c'è di male nel non avere amici con cui uscire? Ma chi li vuole gli amici poi?
Sto divagando di nuovo.
In passato ho preso in considerazione l'idea del suicidio per vari motivi, e in effetti ci ho provato due volte (una volta a 14 anni e una volta l'anno scorso, a 17 anni dunque), e in entrambi i casi l'idea era la stessa: bruciare tutte le mie cose [perché quando morirò non dovrà rimanere nulla di mio su questo pianeta] e tagliarmi le vene. Fallimento su tutta la linea, entrambe le volte. E quindi eccomi qui.
Ora non voglio farmi fuori (per il momento almeno), ma sono quasi costantemente apatica e priva di stimoli a fare alcunché, il che è fastidioso. A volte sono euforica e penso di essere chissà chi, poi mi rendo conto che faccio schifo e ricado nell'apatia.
La cosa peggiore è che non mi sembra di essere me. Nel senso, è come se non stessi vivendo, mi spiego? La mia vita si è fermata un po' di tempo fa (penso di sapere quando) e poi non è più ripresa. Io sono rimasta là, ma il tempo no. Il tempo va avanti, ormai sono passati quasi due anni, ma io sono là, e la persona che adesso sta scrivendo è solo l'ombra di ciò che io ero.
Non so come questa cosa si possa chiamare (se ha un nome, poi), ma so che mi sento lontana dalla realtà. Come estraniata. Ed è peggio che volere la morte, perché se vuoi la morte sai cosa vuoi, almeno, mentre adesso io non so più cosa voglio. So che vorrei essere qualcun altro e che vorrei avere il controllo su ogni singola cosa e persona presente nella mia vita, so che ci sto provando e fallendo (forse non ci provo abbastanza) e so che sono molto lontana da ciò che penso che vorrei essere (e che potrei essere, che dovrei essere).
Mi sembra di essere un fantasma, osservo gli altri che vivono mentre io sono ferma in un limbo. Non sono viva e non sono morta, non vorrei essere viva (non nel modo in cui questa parola viene intesa di solita) ma non vorrei neanche essere morta (non biologicamente).
Vorrei scrivere altro, ma sono finiti i caratteri, per cui concludo qui.
Grazie a chi leggerà.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Deve rivolgersi ad uno specialista in psichiatria per una valutazione appropriata ed un trattamento conseguente.

Dr. F. S. Ruggiero

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[#2]
Attivo dal 2018 al 2019
Ex utente
Secondo lei necessito di cure psichiatriche? Non è possibile che sia solo una fase adolescenziale, magari? :/
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