Scatti di ira, violenza

Buongiorno dottori.
Scrivo perché da 4 anni convivo con un ragazzo con il quale ho avuto un bimbo.
Lui viene da una famiglia un po problematica, la mamma è in cura presso il reparto di psichiatria da quando aveva 15 anni, per un problema psicologico ma anche fisiologico.
Ha fatto tso per anni e anni per un problema di litio e quindi in famiglia, specialmente lui si sono viste scene orribili.
Tornando al mio compagno, è sempre stato taciturno, molto introverso, una persona difficile e schiva... diciamo che io lo so prendere, ma è veramente difficile che instauri un rapporto con qualcono. Piu volte ha trattato malissimo mia madre per delle cose futili e durante la gravidanza, mi ha urlato contro nonostante io cercassi di mantenere la calma.
Vengo al punto, credo che abbia seriamente bisogno di essere ascoltato da qualcuno, ho paura che soffra di depressione cronica e di rabbia repressa, in quanto diventa una bestia a parole e a gesti, quando cerchi di affrontare un discorso con lui. Ovviamente non ha mai voglia di confrontarsi, si chiude e ti dice di lasciarlo stare... se tu insisti, ormai so come trattarlo ovvero con le pinze, lui scatta e urla fortissimo, bestemmia, prende a pugni cruscotti della macchina, sbatte porte... ieri davanti al bimbo ha avuto una reazione esagerata chiamandomi idiota e urlandomi contro mentre guidavo. Sono arrivata ad un punto in cui ho paura di parlare perché non voglio farlo esplodere. Nella vita non fa nulla oltre lavorare, starebbe sempre chiuso in casa, con le finestre chiuse, in silenzio, con il cellulare a giocare con i giochini.
Secondo voi potrebbe essere una patologia da far curare e tenere sotto controllo? Che cosa mi consigliate?grazie in anticipo
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.3k 1k
La sua è una relazione malata.
Se non può esprimersi liberamente come donna e come persona è opportuno considerare di non vivere con questa persona, senza farsi prendere dalla volontà di salvezza che può avere verso questo uomo.

O si stabilisce un rapporto paritario oppure è inutile continuare la relazione.

Dr. F. S. Ruggiero

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