Storia di una cefalea con ronzii ed acufeni, diventata cronica.

Sono un uomo di 55 anni.
Da un lungo periodo di circa 25 anni, a seguito episodio di trauma cranico con paresi facciale sx e successivi episodi di stress e tensione emotiva, si e' instaurata una sintomatologia diventata cronica consistente (sia pure con intensità variabile) in disturbi di cefalea compressiva apicale interna, con instabilità e frastornamento,ronzii all' interno della testa con acufeni continui spesso pulsanti.
Gli esami esperiti fra cui 2 tac, 3 rmn, 3 ang-rm, 1 pet, 1 monitoraggio
della p.i.c.,potenziali evocati, esami fundus oculi e vari altri esami clinici, CON RICOVERI IN CLINICHE NEUROLOGICHE, NEUROCHIRURGICHE, CENTRI CEFALEE E INNUMEREVOLI VISITE DA VARI SPECIALISTI hanno evidenziato una minima ampiezza della cisterna magna, a livello dei corpi quadrigemini, un modico edema dei nervi ottici (REGREDITO), con tortuosità e congestione vasale retinica e riflessi aumentati. Dagli esami spect e pet e' evidente una modesta disomogeneità nella distribuzione del tracciante in ambito corticale e sottocorticale; nella norma il metabolismo glucidico. Sono state fatte varie diagnosi fra cui:
Sospetto "pseudo tumor cerebri"; sindrome cefalalgica e vertiginosa con
reazione ansioso-depressiva; cefalea tensiva cronica in soggetto ansioso.
Le innumerevoli cure sintomatiche esperite (con analgesici, antinfiammatori,
calcioantagonisti, betabloccanti, antidepressivi, Ansiolitici, miorilassanti, neurolettici, diuretici,vaso-attivi, ecc. non hanno prodotto risultati soddisfacenti. Solo da circa 15 anni la terapia con lorazepam 2,5 (2 cp. al giorno) e anafranil 10 mg. (1-2 cp. al giorno) ha prodotto risultati migliori con discreta attenuazione dei sintomi, anche se permangono vari disturbi ed effetti collaterali (FORSE PER LA PROLUNGATA TERAPIA): sedazione e sonnolenza marcata (anche diurna), disturbi di concentrazione, memoria ed attenzione, secchezza delle fauci, tensione muscolare alternata talvolta a debolezza muscolare, acufeni e iperacusia, talvolta cefalea apicale, poliuria, Sudorazione, colon irritabile con alvo modificato, disturbi sessuali (calo del desiderio e disfunzione erettile), sudorazione eccessiva, problemi dermatologici (pelle secca ed arrossata).
Come si fa a sapere se i disturbi vari dipendono dagli effetti dei farmaci o
sono anche disturbi del paziente?
NON VORREI CHE SI FOSSE CREATO UN CIRCOLO VIZIOSO CON CRONICIZZAZIONE DELLA
SINTOMATOLOGIA ED EFFETTO PARADOSSO DELLA STESSA.Il mio medico di base dice,
che con una storia complessa come la mia, bisogna valutare rischi e benefici, e in funzione di questo provare a ridurre la terapia, VALUTANDO DA UN LATO L' EVENTUALE SCOMPARSA DEGLI EFFETTI INDESIDERATI, E DALL' ALTRO LA SUA UTILITA' SUL MAL DI TESTA E DISTURBI VARI.
CHIEDEREI UNA SUA SPIEGAZIONE in merito all' aspetto "neurologico" e "psichiatrico" e una VOSTRA VALUTAZIONE SU UNA EVENTUALE RIDUZIONE E/O CAMBIAMENTO DELLA TERAPIA, DIMINUENDO GLI EFFETTI COLLATERALI DI CUI SOPRA E TENENDO CONTO DELLA DIPENDENZA CREATASI. A VOSTRO AVVISO E' OPPORTUNA E GIUSTIFICABILE UNA DISINTOSSICAZIONE O DETOSSIFICAZIONE DA BENZODIAZEPINE E ANTIDEPRESSIVI, CON TRATTAMENTI SPECIFICI, IN REGIME DI RICOVERO OSPEDALIERO E/O IN REGIME DI TRATTAMENTO DOMICILIARE.
Ringraziando per la cortese attenzione, rimango in attesa di una risposta in
merito e porgo cordiali saluti.
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Quello che di sicuro c'è nella sua storia clinica è che una terapia di 15 anni con lorazepam non ha ragone di esistere, considerato che le benzodiazepine sono farmaci da usare per periodi di tempo molto limitati. Dopo così tanto tempo sorgono dubbi anche sull'anafranil e sulla reale efficacia. A questo punto non si può escludere che buona parte degli effetti collaterali da lei riferiti possano essere imputabili ai farmaci. Sarebbe opportuna la valutazione di uno specialista in psichiatria per verificare l'opportunità di una sospensione o della prosecuzione attuale, o una variazione con altre molecole.
cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

[#2]
Utente
Utente


Ringrazio vivamente per la sollecita risposta, ma vorrei spiegare meglio i dubbi sulla mia situazione ormai cronicizzata, chiedendo a sua volta un chiarimento, aperto anche ad altri specialisti, coinvolti nella mia storia.
Mi rendo conto che di esami ne ho sostenuti molti e, sostanzialmente tutti normali, a parte qualche lieve anomalia, che la scienza medica non riesce a spiegare.
La mia paura è quella di essere arrivato ad un punto di non ritorno; mi spiego meglio: i sintomi, talvolta invalidanti che avverto dipendono da uno stato di ansia e di depressione unite, probabilmente agli effetti di alcune possibili minime lesioni "non riscontrabili dagli esami strumentali", ma, a questo punto possono anche dipendere, dopo anni di terapie innumerevoli intraprese dagli effetti avversi e collaterali delle stesse, e qui mi riferisco in special modo ai psicofarmaci assunti lungamente (benzodiazepine, antidepressivi e neurolettici), i quali potrebbero avere modificato il mio cervello da un punto di vista bio-chimico e metabolico.
Quì sta il mio cruccio, se così si può chiamare: CONTINUARE CON LA TERAPIA ATTUALE, MAGARI MODIFICATA O AGGIUSTATA OPPURE CONSIDERARE L' OPPORTUNITA' DI SOSPENDERLA GRADUALMENTE, VALUTANDO COSI' DA UN LATO L' EVENTUALE SCOMPARSA DEGLI EFFETTI INDESIDERATI E DALL' ALTRO LA SUA UTILITA' SUL MAL DI TESTA CON RONZIO ED ACUFENI.
LO SO, LA RISPOSTA E' ARDUA E DIFFICILE, QUASI IMPOSSIBILE, CONSIDERANDO ANCHE LE PROBLEMATICHE LEGATE AD UNA DISMISSIONE DI TERAPIA ASSUNTA PER 15 ANNI CIRCA.
CHIEDEREI, GENTILMENTE UN CHIARIMENTO DA PARTE VOSTRA, QUALSIASI SPECIALISTA LO VOGLIA FARE, E SONO QUI PER RINGRAZIARVI TUTTI PER LA VOSTRA COLLABORAZIONE.
CORDIALMENTE VI SALUTO CON UN AUGURIO PER UN SERENO 2009.
[#3]
Utente
Utente
Non c' è proprio nessuno che vuol rispondermi; lo so la questione è piuttosta complessa.
Considerando i miei disturbi, essenzialmente funzionali e considerando che la terapia del lorazepam e anafranil mi ha fatto migliorare la sintomatologia, anche se non del tutto, considerando poi gli effetti avversi, il fatto che, forse, ho sbagliato a non ridurre la benzodiazepina privilegiando la molecola ad azione antidepressiva, vi riporto l' opinione di tre diversi psichiatri, da me contattati di recente.
per un emerito psichiatra di Verona, il mio caso è "neurologico", pertanto mi invitava a rivolgermi allo specialista, non abbandonando però la terapia attuale.
Per altri 2 psichiatri, fra cui uno esperto e quotato, la migliore cosa, a questo punto, considerando l' età, il lungo periodo di assunzione e tutto l' insieme è quella di continuare l' attuale terapia, tentando, semmai una ipotetica lenta riduzione del lorazepam 2,5 ( 2 compresse al giorno).
Un ulteriore tentativo, fatto in un centro cefalee, dove mi era stato consigliato di passare dalla mia terapia a:
laroxil gocce (3 v. al giorno da 5 gocce, ad aumentare) e inderal cp. (1/2 c. 2 volte al giorno) non ha avuto successo, in quanto ero molto più frastornato, confuso, con accentuazione anche degli acufeni e dei ronzii in testa.
Aspetto un vostro intervento, anche se mi rendo conto che su "internet" più di tanto non si può dire e poi la mia situazione è complessa e strana per le sue innumerevoli implicazioni tra l' aspetto "neurologico" e quello "psichiatrico".
In ogni caso, un caro saluto a tutti e grazie.
[#4]
Utente
Utente
Scusate ma se potete e volete, rispondete almeno a questo mio ultimo quesito: la cefalea compressiva con ronzii continui in testa, acufeni persistenti e una sorta di iperacusia possono derivare dagli effetti dei farmaci che prendo da molto tempo, oppure potrebbero essere dei disturbi funzionali bio-chimici del cervello, dovuti, per esempio a vasospasmi su base ansiosa, o disturbi neuro-vegetativi con somatizzazioni. Lo so, la risposta non è facile, ma è fondamentale poter discriminare, con buona attendibilità gli uni dagli altri. Questo lo chiedo a Voi, in considerazione della Vostra esperienza in innumerevoli casi da voi affrontati. Il circolo vizioso che, a mio avviso si è creato ed è diventato cronico, potrebbe essere il risultato integrato della patologia iniziale che si è instaurata e l' effetto avverso della terapia che prendo da anni. VI PREGO, DATEMI UNA RISPOSTA, UN VOSTRO PARERE, UN VOSTRO CONSIGLIO SU COME TENTARE DI USCIRE DA QUESTA BRUTTA SITUAZIONE. GRAZIE INFINITE E CHE DIO VI BENEDICA.
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Utente
Utente
ALL' ATTENZIONE DEL DOTT. MATTEO PACINI

CARO DOTTORE, SPERAVO CHE, ALMENO LEI MI RISPONDESSE, MA, A QUANTO PARE, FORSE LA MIA SITUAZIONE E LE MIE DISQUISIZIONI SONO TROPPO COMPLESSE.
I LIMITI DELLA SCIENZA MEDICA CI SONO E, PURTROPPO NON PERMETTONO DI DARE UNA RISPOSTA A TUTTO.
CORDIALI SALUTI E BUON LAVORO.
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