Vale di vivere
Gentilissimi Dottori,
dopo circa 2 anni e mezzo di malessere, ho deciso di rivolgermi a Voi per avere un parere e un piccolo aiuto.
Sono ormai passati 2 anni e mezzo da quando mio fratello ha avuto un grave incidente stradale e ha avuto una lesione midollare costingendolo a rimanere per un anno in ospedale e sulla sedia a rotelle. Lui ora sta meglio,per fortuna riesce a camminare anche se non benissimo,ma io mi sento di non vivere piu' la stessa vita di prima.All'inizio credevo di potercela fare,mi sentivo forte e non ho mai chiesto aiuto a nessuno reputando di potercela fare senza farmaci o sedute psichiatriche.
Mio fratello ha avuto questo incidente nella citta' in cui io vivo da soli 3 anni, ho un fidanzato che mi sta molto vicino, ma in compenso non sono riuscita a fare amicizie da quando sono arrivata qui. Mi sento molto sola, incompresa e non ho piu' alcuno stimolo. Il mio sogno e' sempre stato quello di viaggiare, ma da quando e' successo questo incidente mi e' venuta la fobia dell'aereo e ho paura di partire pensando che mio fratello o i miei genitori possano avere bisogno di me. Sento che questa sta diventando per me un ossessione e il mio umore ogni giorno peggiora. Alterno momenti di euforia ( in cui penso di potercela fare a modificare la mia vita) a momenti di tristezza e pianto( in cui mi sento vecchia-ho 27 anni-, e penso che la mia vita sia ormai destinata ad essere cosi).Ho pensato di cambiare citta' e di tornare dove vivevo prima dell'incidente, ma si tratta di ricominciare e non ho la forza.
Ho pensato al fatto che la maturita'o meglio il passaggio dalla giovinezza alla maturita' potesse crearmi questi disturbi, ma ...ora non so piu' cosa pensare. Fino a qualche anno fa quando studiavo all'universita' ero motivata e avevo tanta passione per i miei studi, ora anche quella passione e' svanita. I miei genitori mi dicono di non imputare all'incidente di mio fratello il mio malessere e mi consigliano di rivolgermi ad uno psichiatra, ma io non vorrei farlo per timore di dover prendere dei farmaci. Sono sempre stata superattiva e con tanti amici ora sono sempre in casa a leggere o consultare il computer, con la paura di tutto.
Spero di essere stata abbastanza chiara...confido in una Vostra risposta, ringrazio e saluto.
D.M.
dopo circa 2 anni e mezzo di malessere, ho deciso di rivolgermi a Voi per avere un parere e un piccolo aiuto.
Sono ormai passati 2 anni e mezzo da quando mio fratello ha avuto un grave incidente stradale e ha avuto una lesione midollare costingendolo a rimanere per un anno in ospedale e sulla sedia a rotelle. Lui ora sta meglio,per fortuna riesce a camminare anche se non benissimo,ma io mi sento di non vivere piu' la stessa vita di prima.All'inizio credevo di potercela fare,mi sentivo forte e non ho mai chiesto aiuto a nessuno reputando di potercela fare senza farmaci o sedute psichiatriche.
Mio fratello ha avuto questo incidente nella citta' in cui io vivo da soli 3 anni, ho un fidanzato che mi sta molto vicino, ma in compenso non sono riuscita a fare amicizie da quando sono arrivata qui. Mi sento molto sola, incompresa e non ho piu' alcuno stimolo. Il mio sogno e' sempre stato quello di viaggiare, ma da quando e' successo questo incidente mi e' venuta la fobia dell'aereo e ho paura di partire pensando che mio fratello o i miei genitori possano avere bisogno di me. Sento che questa sta diventando per me un ossessione e il mio umore ogni giorno peggiora. Alterno momenti di euforia ( in cui penso di potercela fare a modificare la mia vita) a momenti di tristezza e pianto( in cui mi sento vecchia-ho 27 anni-, e penso che la mia vita sia ormai destinata ad essere cosi).Ho pensato di cambiare citta' e di tornare dove vivevo prima dell'incidente, ma si tratta di ricominciare e non ho la forza.
Ho pensato al fatto che la maturita'o meglio il passaggio dalla giovinezza alla maturita' potesse crearmi questi disturbi, ma ...ora non so piu' cosa pensare. Fino a qualche anno fa quando studiavo all'universita' ero motivata e avevo tanta passione per i miei studi, ora anche quella passione e' svanita. I miei genitori mi dicono di non imputare all'incidente di mio fratello il mio malessere e mi consigliano di rivolgermi ad uno psichiatra, ma io non vorrei farlo per timore di dover prendere dei farmaci. Sono sempre stata superattiva e con tanti amici ora sono sempre in casa a leggere o consultare il computer, con la paura di tutto.
Spero di essere stata abbastanza chiara...confido in una Vostra risposta, ringrazio e saluto.
D.M.
[#1]
Gentile utente,
in questo ultimo periodo ha dovuto affrontare grandi difficoltà per essere vicina a suo fratello e alla sua famiglia in questo momento di sofferenza. E' comprensibile che, una volta esauritasi la grande carica emozionale della convalescenza di suo fratello, lei si senta come svuotata. In effetti dopo essersi dedicati con grande impegno ad un qualcosa che poi svanisce, ci si può sentire confusi, privi di motivazioni e di stimoli. Fortunatamente suo fratello ha preso la strada del miglioramento e adesso potrà e dovrà iniziare a cavarsela da solo. E lei? Lei forse è ancora immersa in quel compito di assistenza e di supporto del quale però non c'è più così bisogno come prima. E allora non viaggia e non esce perchè potrebbero aver bisogno di lei.
Credo che sia giunto per lei il momento di riprendere in mano la sua vita. Si rivolga ad uno specialista in psichiatria che possa aiutarla ad affrontare queste tematiche e ad alleviare la sua sofferenza. Se dovesse avere bisogno di terapie farmacologiche sappia che queste non sono per sempre e non sono più dannose di una terapia antipertensiva o antiacida; e sappia che non esiste solo la terapia farmacologica per questi tipi di problemi. Lo specialista, dopo aver valutato la sua situazione le proporrà il trattamento migliore per il suo caso. Non aspetti ancora.
Cordiali saluti
in questo ultimo periodo ha dovuto affrontare grandi difficoltà per essere vicina a suo fratello e alla sua famiglia in questo momento di sofferenza. E' comprensibile che, una volta esauritasi la grande carica emozionale della convalescenza di suo fratello, lei si senta come svuotata. In effetti dopo essersi dedicati con grande impegno ad un qualcosa che poi svanisce, ci si può sentire confusi, privi di motivazioni e di stimoli. Fortunatamente suo fratello ha preso la strada del miglioramento e adesso potrà e dovrà iniziare a cavarsela da solo. E lei? Lei forse è ancora immersa in quel compito di assistenza e di supporto del quale però non c'è più così bisogno come prima. E allora non viaggia e non esce perchè potrebbero aver bisogno di lei.
Credo che sia giunto per lei il momento di riprendere in mano la sua vita. Si rivolga ad uno specialista in psichiatria che possa aiutarla ad affrontare queste tematiche e ad alleviare la sua sofferenza. Se dovesse avere bisogno di terapie farmacologiche sappia che queste non sono per sempre e non sono più dannose di una terapia antipertensiva o antiacida; e sappia che non esiste solo la terapia farmacologica per questi tipi di problemi. Lo specialista, dopo aver valutato la sua situazione le proporrà il trattamento migliore per il suo caso. Non aspetti ancora.
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.8k visite dal 12/01/2009.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.