Antipsicotici per ansia
Gentili dottori,
sono un ragazzo di 26 anni in cura da febbraio con sereupin (portato da poco a 40 mg) a cui é stato da poco associata olanzapina da 2,5.
Non saprei riportarvi il nome esatto della diagnosi. Il mio problema però consiste in stati di angoscia associati a pensieri catastrofici (del tipo futura impossibilitá di lavorare o paura di avere una psicosi) della cui assurdità sono conscio a livello razionale. Tuttavia in alcuni momenti mi prende questa sorta di angoscia in cui questi scenari mi sembrano veri.
Lo psichiatra ha cercato di spiegarmi in parole povere che il mio problema é che forti stati di ansia protratti e ossessività nei confronti di questi scenari hanno causato un lieve scompenso della dopamina (che si manifesta appunto in questo contenuto del pensiero “strano”) che quindi va “aggiustata” con basse dosi di antipsicotico per un breve periodo.
Del mio psichiatra mi fido, non sono qui a cercare di svalutare la sua diagnosi, anche perchè so che un rapporto vis a vis non é paragonabile a un consulto online, ma volevo sapere se questa pratica di inserire un antipsicotico in un disturbo ansioso/ossessivo é frequente e soprattutto quale é il discriminante che porta a inserirlo in un caso piuttosto che in un altro, solo per capire meglio.
Vi ringrazio molto del servizio offerto e vi porgo cordiali saluti.
sono un ragazzo di 26 anni in cura da febbraio con sereupin (portato da poco a 40 mg) a cui é stato da poco associata olanzapina da 2,5.
Non saprei riportarvi il nome esatto della diagnosi. Il mio problema però consiste in stati di angoscia associati a pensieri catastrofici (del tipo futura impossibilitá di lavorare o paura di avere una psicosi) della cui assurdità sono conscio a livello razionale. Tuttavia in alcuni momenti mi prende questa sorta di angoscia in cui questi scenari mi sembrano veri.
Lo psichiatra ha cercato di spiegarmi in parole povere che il mio problema é che forti stati di ansia protratti e ossessività nei confronti di questi scenari hanno causato un lieve scompenso della dopamina (che si manifesta appunto in questo contenuto del pensiero “strano”) che quindi va “aggiustata” con basse dosi di antipsicotico per un breve periodo.
Del mio psichiatra mi fido, non sono qui a cercare di svalutare la sua diagnosi, anche perchè so che un rapporto vis a vis non é paragonabile a un consulto online, ma volevo sapere se questa pratica di inserire un antipsicotico in un disturbo ansioso/ossessivo é frequente e soprattutto quale é il discriminante che porta a inserirlo in un caso piuttosto che in un altro, solo per capire meglio.
Vi ringrazio molto del servizio offerto e vi porgo cordiali saluti.
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La valutazione diretta è quella che ha distinto la scelta del suo psichiatra.
Non vi è una regola generale di trattamento.
Mancano comunque delle indicazioni rispetto al trattamento ed alle decisioni pregresse.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Non vi è una regola generale di trattamento.
Mancano comunque delle indicazioni rispetto al trattamento ed alle decisioni pregresse.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 10.1k visite dal 06/05/2018.
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