La mano sul braccio o sulla spalla,ma mani
ho avuto gravi problemi relazionali con capi e colleghi derivanti sia da reclami contro ingiustizie e irregolarità sia da ripetute e ininterrotte confidenze manesche.Ho vissuto varie situazioni di isolamento collettivo alcune delle quali per aver preso distanze e in secondi momenti biasimato oralmente manatine varie dei colleghi.Mi dà fastidio che un collega,sia pure donna,mi si rivolga mettendomi la mano sulle ginocchia o sui bassi fianchi e mi si appiccichi senza motivo per lavorare assieme facendolo apparire come una necessità di lavoro,una giusta e doverosa confidenza o,all'estremo,un atto di sottomissione verso il collega + anziano.COme naturale evoluzione di queste vicinanze e manatine non mi sono stati evitati gesti + pesanti quali manate sul fondoschiena,episodi per i quali mi sono arrivati rimproveri orali dal direttore che mi disse'ma Lei non si fa toccare neanche dalle donne'.Per sentito dire e visto fare da altri colleghi e persone conosciute in internet,le confidenze manesche assillano i neoassunti:è praticamente impossibile iniziare il lavoro senza passare per quella via.Sui giornali si leggono spesso articoli sulle tendenze lesbiche e molestie sul lavoro,di codici antimolestia già a cominciare dai discorsi volgari.Reputo di aver avuto un gravissimo danno psicologico da questi contatti fisici mai voluti e impostami dapprima per il mio precariato e in seguito per l'ordinaria convivenza quotidiana.Per non parlare dei discorsi ossessivi volti a convincermi di essere da psichiatra per non volermi la manatina della collega che potrebbe essere mia madre,di avere problemi relazionali gravissimi sfocianti nel psichico per volere le distanze dai colleghi come dagli estranei.Non ho mai rimproverato nè allontanato colleghi che cortesemente mi mettono la mano sul braccio o sulla spalla,ma mani su gambe ,basso ventre, bassi fianchi e oltre mi danno seri fastidi.Addirittura in certi ambiti le palpate mi sono state imposte come regola di inserimento nel gruppo a fini lavorativi.Non mi sono mancati nemmeno approcci degli uomini:il mio primo tutor mi si appiccicava a un mm tutte le volte e già il primo giorno di tutoraggio mi chiese il bacino.La mia riservatezza mi proibì di cedere a un gesto simile e lui di sua autorità mi baciò la mano.Oltretutto questo tutor,che si mostrò sempre offeso per il rifiuto dei suoi bacini che a suo dire erano manifestazioni affettuose,mi diede giudizio negativo per l'aspetto relazionale e mi consuntivò con tanto di prove ufficiali metà lavoro effettuato.La nuova direttrice mi ha rimproverato che quando un collega mi si avvicina non succede nulla,mossa evidentemente dalle voci sul mio conto.Recentemente diversi colleghi fanno apposta ad avvicinarsi tirandosi su i pantaloni,colleghe,anche tra le + educate, mi chiedono la taglia di biancheria intima.Sembra impossibile legare senza entrare nell'intimo di un collega:se voglio toccare perchè non il braccio o la mano e subito le gambe e il resto?Se voglio fare un regalo perchè non il mazzo di fiori ma mutande e lingerie?Affrontai una collega che mi invitò a andare dallo psichiatra per questa repulsione alle confidenze fisiche invitandola a farsi dare le stesse manate dalle stesse colleghe + anziane e mi rispose sdegnata che ci mancherebbe,non lo farebbe mai,ma insisteva ancora che io dovevo accettarle.Lei,in cambio,accettava regalini del tipo mutandine rosse mai indossate dalle colleghe.Insomma,i colleghi sono una sorta di pseudofamiliari che possono prendersi queste confidenze?Il non saper farsi palpare dev'essere ostacolo così grosso sul lavoro pena l'emarginazione?E' impossibile lavorare senza andare sul fisico?Questo lavaggio del cervello veramente assillante sulle palpate che non mi devo permettere di qualificare come sesso ma come affetto e sano scherzo continua quotidianamente concretandosi in una sorta di addestramento ai + elementari contatti:quando consegno qualcosa molti colleghi mi toccano di proposito la mano come se avessi bisogno di un'educazione al contatto fisico.Come già detto,non che io reputi anche la mano sulla mano un gesto di quel tipo ma capisco che c'è l'intenzione di correggere quello che è per tutti il lato storto della mia personalità abituandomi ai + canonici contatti.I colleghi sembrano come dei dottori che devono curare la mia psiche malata e raddrizzare la mia deviazione relazionale,toccandomi anche solo di sfuggita innocuamente per convincermi che non c'è nulla di male o palpando altri in mia presenza perchè standoci tutti io non devo essere l'unica pecora nera.Preciso che lavoro in un ufficio pubblico e non in un teatro e tantomeno in un bordello o in una caserma.
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Gentile utente,
l'impressione che ci sia un problema psichico in effetti è data dalla sua descrizione di ciò che percepisce e che pensa. Esiste la possibilità che la sua percezione degli eventi sia alterata. Lei suppone che gli altri "sappiano" di cosa lei sta parlando al punto da pensare che si siano messi d'accordo per provocarla. E che stiano cercando di condizionarla per uno scopo non comprensibile. Le consiglio di farsi visitare da uno psichiatra per valutare quale è la sua condizione, e farsi eventualmente curare per questo. Se non altro per la tensione e la confusione che tutto questo sembrqa provocarle, il parere di un medico che si occupa di questi problemi mi sembra opportuna.
l'impressione che ci sia un problema psichico in effetti è data dalla sua descrizione di ciò che percepisce e che pensa. Esiste la possibilità che la sua percezione degli eventi sia alterata. Lei suppone che gli altri "sappiano" di cosa lei sta parlando al punto da pensare che si siano messi d'accordo per provocarla. E che stiano cercando di condizionarla per uno scopo non comprensibile. Le consiglio di farsi visitare da uno psichiatra per valutare quale è la sua condizione, e farsi eventualmente curare per questo. Se non altro per la tensione e la confusione che tutto questo sembrqa provocarle, il parere di un medico che si occupa di questi problemi mi sembra opportuna.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
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Ex utente
se certe manate sono reato da parte di un estraneo non capisco perchè non lo siano da parte dei colleghi.Sui giornali si leggono denunce fatte,talvolta anche alle colleghe e non solo ai colleghi,di molestie.Se il problema psichiatrico è di chi le riceve piuttosto che di chi le fa,allora non vedo perchè esiste il reato di molestia e non di molestato.Comunque certe esperienze le ho avute non solo in ambito lavorativo ma anche sanitario,diverse volte mi è capitato di ricevere manatine varie sul lettino,da dottori e infermieri.Dal dentista che a 15 anni mi palpò tutto il torace per prendermi il bavaglio annodato attorno al collo,al ginecologo che per un'ecografia che alla fine mi disse che nemmeno dovevo fare cominciò a mettermi le mani sulle ginocchia e poi il dito in fondo alla cerniera e mi ordinò in tono da militare di abbassare i pantaloni fino alle ginocchia,all'infermiera che all'ultimo esame del sangue vedendomi sdraiata sul lettino cominciò a avvicinare la mano per mettermela sotto il fondoschiena e si sdegnò quando mi alzai per evitare quel contatto che non mi pareva di prassi medica.Le mani in vari ambiti mi pare siano usate troppo.Una prof di italiano in prima superiore pensò di costringermi alla socializzazione mettendomi come vicino di banco un compagno notoriamente maniaco e ripreso dalle compagne in assemblea per allungate di mano.La società se la prende con chi rifiuta certi contatti ma non condanna chi sfrutta certe posizioni per imporle.
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Non ha compreso la risposta. Lei procede per la sua via ma sta di fatto che ha posto un quesito nella sezione "psichiatria".
Si faccia vedere da uno psichiatra e valutate insieme.
Ma chi le ha consigliato già di farsi vedere da uno psichiatra ? E' già seguito da qualcuno o ha ricevuto prescrizioni ?
Si faccia vedere da uno psichiatra e valutate insieme.
Ma chi le ha consigliato già di farsi vedere da uno psichiatra ? E' già seguito da qualcuno o ha ricevuto prescrizioni ?
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Ex utente
non sono in cura da nessun psichiatra,qualche collega in particolare me l'ha consigliato.Semmai ho sintomi fisici che mi portano a avere malesseri cronici che mi portano a depressione e nervosismo altrettanto cronici.Ho una malattia cronica biliare ereditata dalla nonna paterna che oltretutto mi porta disturbi alimentari,peraltro notati con molto 'dispetto' dai colleghi che continuano a chiedermi quale regime alimentare seguo.Un malato di bile ha una predisposizione molto + elevata di un sano a innervosirsi e probabilmente una simile situazione dovrebbe essere seguita da un 'colecistologo',se esiste,mi pare ci sia solo l'epatologo, + che da uno psichiatra.La colecistite/colangite cronica mi hanno causato anni fa un collasso dopo il quale non ho + sentito l'energia fisica di prima:al primo sforzo mi sento palpitare il cuore e mi ritrovo con improvvisi abbassamenti di pressione.Il dottore 626 con lo sfigmomanometro mi chiese se ero in preda a agitazione e mi scrisse 'parentesi nervosa agitata' sul referto.Sul lavoro si è notata la mia tendenza a andare in fibrillazione di fronte a lavori col pubblico e nell'attività esterna.E' noto a tutti che riesco a lavorare bene nella tranquillità di una stanza.Da quando ho iniziato a lavorare 8 ore in ufficio al giorno mi corico alle 8 e solo di recente ho cercato di prendere l'abitudine di coricarmi alle 8.30,le 9 sono già troppo tardi e non ce la faccio.I colleghi che sanno questa mia situazione insistono dicendo che sono tutte cose psicosomatiche che devo vincere con la volontà.Il dottore della mutua ha notato in me una forte tendenza all'infiammazione,dopo una crisi di sete eccessiva che mi portò a bere due litri di acqua in un giorno in ufficio mi prescrisse esami del sangue sospettando il diabete.Non è il primo dottore a sospettarlo in me,insieme a diversi dottori che hanno sospettato in me parimenti l'anemia.Risultato:tutti i valori a posto tranne la ves oltre i limiti, 26 invece di 20.Prima ancora di sapere l'esito il dottore di base mi prescrisse il valium per la forte agitazione che mi causò quella crisi di sete,dicendomi a voce di prenderne solo qualche goccia.So benissimo che il valium è ansiolitico prescritto con una certa frequenza dai dottori,non mi vergognerei a prenderlo,la maggioranza dei miei colleghi ne fa o ne ha fatto uso tant'è che una mia collega me lo ha sconsigliato sapendo che ho problemi di cuore.Infatti non ne ho mai fatto uso.Ma l'agitazione provocata da una sintomatologia fisica cronica può arrivare a far classificare una persona psicolabile o malata di mente?So da voci di corridorio che qualche capo mi ha proposto per accertamenti 626 senza che la cosa sia andata in porto.Nel frattempo è stata invece proposta una collega che è andata in giro a strappare le immagini di Padre Pio e ha messo le mani al collo.
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Perché invece non ci va da uno psichiatra, sarebbe una buona idea per i seguenti motivi:
a) perché chi si fa valutare come propria iniziativa comunque ha una posizione più forte di chi ci va perché ce lo mandano, e sul piano lavorativo nell'ipotesi che qualcuno le si metta contro sarebbe una scelta migliore
b) la cosa rimarrebbe comunque riservata, e lei potrebbe avere senza risonanze un parere specialistico sui disturbi che lamenta, nonché una eventuale terapia che la fa star bene e vedere le cose con più distacco
a) perché chi si fa valutare come propria iniziativa comunque ha una posizione più forte di chi ci va perché ce lo mandano, e sul piano lavorativo nell'ipotesi che qualcuno le si metta contro sarebbe una scelta migliore
b) la cosa rimarrebbe comunque riservata, e lei potrebbe avere senza risonanze un parere specialistico sui disturbi che lamenta, nonché una eventuale terapia che la fa star bene e vedere le cose con più distacco
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 7.7k visite dal 08/01/2009.
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