Dap? non ci credo

Buonasera a tutti,
sono il padre di una ragazza di 16 anni, con una famiglia tranquilla senza mai problemi,
a settembre 2008 il primo episodio di mia figlia che al pronto soccorso e' stato diagnosticato come attacco di panico,(si dice dap?)
non contento sono andato dal medico che curo' la ragazza, 8 anni fa, per "assenza dell'infanzia" ma un EEG ci assicura che non si tratta del vecchio problema positivamente risolto.
poi i sintomi degli attacchi cambiano, alcune volte racconta di visioni, ha momenti in cui non vede, gli occhi sono spenti, e' assente, altre volte cade a terra perche' le cedono improvvisamente le gambe, e vedo tremori e scatti del braccio,
tutta la crisi dura almeno mezz'ora, finisce indolenzita e stanca, ma non parla mai,soprattutto nelle ultime crisi, di paure tremende che la fanno fuggire, neanche piange piu'.
Torno dallo psichiatra e racconto i mutamenti, ma dal nostro racconto non ha dubbi, non e' epilessia.
vado quindi da una psichiatra-psicoterapeuta e iniziano le sedute (sono ancora solo 4), ancora nessuna diagnosi, ma e' il medico di mia figlia e dice che non puo' parlare con noi genitori in disparte,(per fiducia) ne io voglio preoccupare mia figlia,
ma i pensieri non mi fanno dormire,
a chi esternare i miei dubbi?
quali accertamenti proporre?
io al DAP non ci credo,
puo' lo stress, aver causato tutto questo?
2 scuole contemporaneamente, preoccupazioni per gli esami, adolescenza..
oppure
8 anni fa abbiamo avuto un incidente stradale, io mi sono fratturato una mano, la ragazza un bernoccolo sbattendo la testa lato destro al finestrino,
ma senza accusare nulla di piu' a parte il colpo, nessun mal di testa svenimento etc,
non furono fatti accertamenti...
cos'altro pensare?
ringrazio anticipatamente,
cordiali saluti
ps
non so se dovevo scrivere in una sezione diversa.
[#1]
Dr. Giuseppe Nicolazzo Psichiatra, Psicoterapeuta 2.2k 80
Gentile Utente,

se non correlata a fattori organici che dovrebbero essere esclusi sia da un EEG che eventualmente anche da una TAC encefalo, la sintomatologia pare più suggestiva di un disturbo di tipo dissociativo che di DAP; ne parli con lo psichiatra,

Cordiali saluti

Dr G. Nicolazzo
Specialista in Psichiatria
Psicoterapeuta

[#2]
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
scusate,
posso chiedere qualche parola in piu'?
ovviamente resto a disposizione per qualsiasi domanda
grazie
[#3]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Scusi quale altra parola in piu' aspetta?

La diagnosi deve escludere le altre cause che possono rappresentare il quadro clinico descritto, quindi, come indicato dal collega, in assenza di alterazioni sostanziali degli esami suggeriti, la diaqnosi e' quella che le e' stata detta.

Guardi, non so perche' lei forse cerca i sintomi di una epilessia o di altre patologie in sua figlia.
Avere, eventualmente, gli attacchi di panico non e' peggio di avere un quadro epilettico, in quanto la prognosi per gli attacchi di panico e' piu' favorevole di quella dell'epilessia.

A mio avviso, va inquadrata senza dubbio la diagnosi di sua figlia che in questo momento necessita chiaramente di un aiuto, probabilmente anche di tipo farmacologico, cosa che, mi pare di aver capito, fino ad ora non e' stato ancora introdotto.

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[#4]
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Grazie per le precisazioni,
mia figlia ha espresso il desiderio con la psichiatra,
di non prendere farmaci e la dottoressa sta per ora acconsentendo alla sua volonta', anche se ha iniziato con qualcosa di omeopatico,
chiedevo se:
si guarisce da queste situazioni e con che tempi,
se a suo avviso e' sempre necessario l'uso di farmaci,
se ci sono pericoli,
ancora mille grazie dell'aiuto
[#5]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Gentile utente,
rispondo alle sue domande assumendo per assurdo che la diagnosi di sua figlia sia disturbo da attacchi di panico.
La terapia più efficace è l'associazione di terapia farmacologica con psicoterapia cognitivo-comportamentale. La terapia farmacologica da sola e la psicoterapia da sola sono parimenti efficaci, con la differenza che la psicoterapia richiede tempi più lunghi e un importante impegno personale; diversamente dalla terapia farmacologica (che effettuata correttamente e per i tempi giusti appiattisce di molto il rischio di possibili ricadute), la psicoterapia è in grado di fornire strumenti per gestire eventuali situazioni simili in futuro e non ricadere nel disturbo (o almeno non ricadere con la stessa gravità della prima volta). Inoltre la psicoterapia costituisce senz'altro in ogni caso, un importante momento di autoconoscenza e di crescita personale. Nel caso specifico, non posso che concordare con i colleghi sulla necessità di escludere cause organiche attraverso gli opportuni accertamenti strumentali.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

[#6]
Dr. Giuseppe Nicolazzo Psichiatra, Psicoterapeuta 2.2k 80
Gentile Utente,

il paziente ha diritto a ricevere una diagnosi appena il medico è in grado di formularla, chiaramente il più precisa possibile.
La sintomatologia che lei descrive potrebbe in effetti non essere riferibile ad un DAP ma ad un quadro per certi versi più complesso come quello di un Disturbo di tipo Dissociativo, come ho detto più sopra, sempre escludendo problematiche di tipo organico.
E' sostanzialmente un problema di diagnosi differenziale che resta di competenza del medico che ha in cura sua figlia.
La guarigione, i tempi, i pericoli e quant'altro non possono prescindere dalla corretta diagnosi che a quanto sembra non è stata ancora formulata.

Cordiali Saluti
[#7]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 928 16
Aggiungo anche il mio intervento in quanto per età la questione è di competenza di un neuropsichiatra infantile. Sono d'accordo col parere dei colleghi che non tanto ( o soltanto) di crisi di ansia si tratti (il panico è solo un nome, sempre di ansia si tratta) ma di una forma più specifica, che una volta si chiamava Isteria, e porta a 'inscenare' tipi diversi di crisi, che talvolta sono motorie, simil epilettiche, simil paralitiche, ecc. In adolescenza non sono rare, anche se oggi sono più frequenti quelle cosiddette appunto "di panico". Specialmente in età adolescenzaile, comunque, qualsiasi sia la forma che prendono i sintomi, e anche per i pochi cenni che lei aggiunge, è bene valutare tutta la situazione familiare. L'adolescenza è un periodo critico sia della ragazza che della famiglia, per cui il consiglio sarebbe di richiedere una valutazione familiare e eventualmente successivo intervento rivolto sia a famiglia che ragazza. Discutetelo anche con l'attuale psicoterapeuta: non è condivisibile, a quest'età, di lasciar fuori i familiari dall'intervento, questo non la fa più quasi nessuno nelle diverse scuole psicoterapiche. Se vuole darci qualche elemento in più della storia, della situazione familiare, (non c'entra la tranquillità, a volte sono le normali abitudini che creano problemi, in questa fase, e spesso dall'interno non si vedono bene) degli eventi e stress eventuali, possiamo forse dare qualche suggerimento in più.
Cordialmente

Dr. Gianmaria Benedetti

http://neuropsic.altervista.org/drupal/

[#8]
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Innanzitutto grazie del vostro aiuto,
cosa dire? scriverei cose che magari non aiutano,
forse e' meglio rispondere a delle domande specifiche,
intanto preciso che ci hanno gia' detto che a breve arrivera' anche una psicoterapeuta per noi genitori (sono in attesa dell'arrivo di altro personale)
quello che mi chiedo e', pur nutrendo la massima fiducia per tutti quelli che fino ad adesso ci hanno aiutato con
una serieta',umanita' lodevole,
perche' nessuno propone degli accertamenti clinici?
e' tutto gia' chiaro?
sono inutili?
quanto e' grave tutto questo?
mi preoccupa il futuro... si e' esposti ad altro?
c'e' in italia un centro specializzato?(prenderei subito l'arereo)
quali sono le cure?
ancora mille ringraziamenti.

[#9]
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
aggiungo che le crisi son variabili,
durano sempre circa mezz'ora
ma con un intervallo di 10 giorni o anche di solo un giorno
grazie
[#10]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 928 16
Gentile signore. Anche se la sintomatologia sembra di tipo psicologico psichiatrico, ha ragione che è necessario escludere possibili lesioni organiche, visto anche i precedenti che lei ricorda. Anche perchè una manifestazione 'isterica' non esclude di per sè possibili lesioni organiche. A volte possono coesistere crisi 'organiche' e ' funzionali' (cioè 'isteriche', 'di conversione'), che creano un quadro complicato. Come Le è stato in parte già detto, oltre all'EEG, che forse va ripetuto, fatto nel sonno, ecc, magari in 'Holter', che è un apparecchietto portatile con registrazione continua di 24 ore per cogliere eventualmente la fase critica, l'altro esame da fare è eventualemente una Risonanza Magnetica dell'encefalo. Per tutto ciò è forse meglio che lei consulti un neurologo/epilettologo.
Quanto all'intervento psicologico psichiatrico, ci chiarisca meglio se vi siete rivolti a una struttura pubblica o privata, se c'è un team di specialisti che lavora, ecc.
Quanto alla storia passata e alla situazione presente, può essere utile che Lei ci dica quanto ricorda o osserva, o meglio 'ricordate e osservate', entrambi i genitori: a valutare se i dati aiutano o meno saremo noi.
Cordialmente
[#11]
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
situazione presente:
e' seguita da una psichiatra/psicoterapeuta di struttura pubblica che parlera' tra poco con l'epilettologo che la curo' per decidere gli esami da fare.
parlera' anche con l'altra dottoressa sempre di struttura pubblica che disse subito(a settembre)
diamo Fluoxetina senza fare nessun esame,
mia figlia non volle prenderlo e anche a noi sembro' affrettato, cosi' cambiammo dottoressa.
ho letto della Fluoxetina, e vengono i brividi.
non prende ancora nessun farmaco.

l'atteggiamento della ragazza e' apparentemente:
"non ho niente, non ci voglio pensare oppure mi fa paura non ci voglio pensare"
apparentemente non ha un atteggiamento di depressa.
da poco ha un ragazzo e sembra innamorata(bene!) chiudendo una storia precedente di 3 anni (furtiva perche' sapeva che noi non volevamo, di cui sappiamo poco).

situazione passata:
l'atteggiamento e' sempre stato chiuso e silenzioso,
al contrario della sorella, 5 anni + grande, anche troppo chiacchierona,
in questi ultimi anni, di carattere un po' estrema, o bianco o nero, o mangia troppo o mangia pochissimo, anche le reazioni alle situazioni a volte sembrano eccessive per presa di posizione, come dire, poco accondiscendente,
coi compagni socievole ma con una posizione risoluta, determinata.
entrata a scuola all'eta' di 5 anni non ancora compiuti, a scuola mai problemi particolari.
a parte l'inizio, due streghe private che secondo me impaurivano i bambini, portata via dopo un mese.
ora in 4-sup. lic.scientifico, voti 9 in matematica, 8,7,6, nelle altre materie.

frequenta contemporaneamente il conservatorio, un impegno non da poco, con esami tutti gli anni,
a questo proposito cito gli ultimi due anni pesanti:
il penultimo, usciva piangendo per la prof troppo hitler,
ultimo anno, cambio di classe con un prof poco interessato,
la ragazza si sente sola, non seguita e aiutata, ma c'e' l'esame, o dentro o fuori, passero' l'esame? si ripeteva,
2 mesi di lezioni private per arrivare all'esame, ultimi 15 giorni, tendinite alle mani, farmaci antiinfiammatori 10 gg e l'esame si fa.
l'esame passa senza problemi(luglio 2008),
ora fila al mare e riposati!,
a fine agosto prima crisi di panico.
Sara', ma sembra l'apice di sfogo di una quotidianita' stressante, 3,4 giorni alla settimana esce alle 7.30 e torna alle 20.00
scuola1+scuola2
quest'anno ottimo professore, sue parole
"sembra un papa'"
finisco qui sperando di essere stato utile,

mie domande
e' indispensabile un trattamento con farmaci?
penso agli effetti collaterali
come e' il decorso di queste situazioni?

mille grazie



[#12]
Dr. Stefano Garbolino Psichiatra, Psicoterapeuta, Sessuologo 2.5k 36
Gentile utente,
in effetti credo che le sue richieste siano legittime e necessarie (anche per una corretta gestione del problema in ambito familiare).
Le cure farmacologiche sono necessarie in molti casi (e ovviamente nel suo non è dato saperlo senza una valutazione clinica approfondita che on line non è possibile fare) ma non sono necessariamente l'unico trattamento possibile.
Come già espresso dai colleghi, l'associazione tra i trattamenti psicoterapeutici e psicofarmacologici, in caso di disturbi d'ansia, è l'approccio ottimale in molti casi. Ma nel suo caso sarebbe anche importante che la famiglia fosse "integrata" nel rapporto trattamentale e il primo passo da fare n tal senso è quello di porre alcune domande agli psichiatri che curano sua figlia.
E le domande sono:
- quale diagnosi?
- quale possibile trattamento (compresi eventuali effetti collaterali)?
- quale esito della patologia?
- quale informazioni avere nel relazionarsi con sua figlia?

Cordialmente

Cordialmente
www.psichiatriasessuologia.com

[#13]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 928 16
Vediamo se capisco bene (aspettando l'esito di esami quali la RMN encefalo e l'EEG dinamico tipo Holter):
aspetti di carattere 'chiuso e silenzioso'
scuola (elementare) iniziata un anno prima del tempo;
sempre bene a scuola, con in più impegno di conservatorio, con notevole stress per impegni, in particolare ultimi due anni particolarmente pesanti, con crescendo finale e sintomatologia esplosa dopo circa un mese di 'riposo'
Contemporaneamente ultimi tre anni storia sentimentale controversa e 'furtiva' (nascosta alla famiglia, contraria), finita più o meno in epoca della crisi. Ora storia più accettata, alla luce del sole.
una sorella maggiore un po' esuberante.
Nulla viene detto dell'organizzazione e del funzionamento familiare, dei rapporti ed eventuali conflitti, più o meno evidenti, con la sorella e con i genitori, nè della figura materna.
I pochi elementi forniti fanno pensare a un accumulo di elementi stressanti, sia scolastici che familiari che sentimentali, in un'età di per sè delicata, che possono aver superato le capacità di contenimento e dato sfogo a episodi di conversione, quali potrebbero essere quelli descritti.

A maggior ragione sembra indicato un approfondimento e un'esplorazione delle dinamiche familiari ( è pensabile che il conflitto sotterraneo sul precedente ragazzo inviso alla famiglia sia stato più importante di quanto sembra, ed anche che la ragazza sia esposta a un conflitto interno di lealtà e obbedienza verso i genitori rispetto a spinte a trasgredire e rifiutare le loro richieste, come è normale nell'adolescenza, ma forse più accentuato in una ragazza ligia alla scuola e chiusa e riservata).

Non ho capito se il servizio presso cui è presa in carico sia di psichiatria adulti o di neuropsichiatria infantile, ma sembra che i curanti condividano l'indicazione a un intervento rivolto sia alla ragazza che alla famiglia, dopo aver valutato eventuali componenti 'organiche' epilettiche.
Se l'ipotesi diagnostica qui fatta verrà confermata (sindrome di conversione su base isterica in risposta a stress eccessivo in età adolescenziale), il significato è di una crisi evolutiva a prognosi favorevole, dipendente però anche dalla possibilità di risolvere gli elementi conflittuali, esterni ed interni, alla base della crisi. Le terapie solitamente indicate in questi casi non sono farmacologiche ma psicoterapiche, rivolte alla famiglia ('Terapia familiare') e / o alla ragazza in base alle indicazioni che solo una conoscenza diretta può specificare maggiormente.
[#14]
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
cara Dr. Gianmaria Benedetti,
inizieremo ora una serie di accertamenti clinici,
anche se penso che sara' tutto ok,
quindi...
tutto lo stress puo' portare a questo?
(sindrome di conversione su base isterica in risposta a stress eccessivo in età adolescenziale),

mi piacerebbe molto evitare i farmaci,
ma visto che le crisi sono passate prima(ottobre-novembre) da 20gg a pochi gg,
poi durante il riposo feste scolastiche natalizie, migliorate a 10gg,
ora, dopo le riaperture delle scuole, ce ne sono state 3 in una settimana, (sempre di sera alle 18, o alle 20)
cosa posso fare per evitare i farmaci?

ancora mille grazie della disponibilita'
[#15]
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
mi e' venuta una domanda tosta,
prima pero' bisogna definire cosa si intende per guarito,
si e' guariti dopo xx? anni (ditelo voi) che non si ripresentano crisi (da quando non si prendono piu' farmaci)
--
se da questi problemi(DAP,isteria) non si guarisce, si puo' saltare al punto B,
altrimenti
A) come si puo' fare una statistica dei guariti se:
esempio di decorso:
uno prende farmaci, le cose migliorano, risolve, smette con i farmaci, dopo xx anni i problemi ritornano, sfiduciati cambiano medico, il primo medico non lo vede piu' e continua a pensarlo guarito,
non e' una percentuale falsata?

caso B)
non si guarisce, allora bisogna conviverci,
ipotizzando di non aver bisogno di lavorare,
di non essere esposto a pericoli, di fare una vita + o -
con poche rinuncie etc...
prendereste lo stesso farmaci...
o mi tengo il problema, con tanto di crisi, allucinazioni, etc,
o questo mi espone a malattie mentali piu gravi?

grazie a tutti
[#16]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 928 16
Visto che le crisi sembrano più frequenti con la ripresa della scuola, anche questa fa parte probabilmente delle situazioni stressanti. Non tanto la scuola in sè ( a meno che non si siano verificati episodi di bullismo o simili) quanto evidentemente il significato che in questa fase riveste per la ragazza, rispetto alla famiglia, alle aspettative che forse pesano su di lei. Non ho capito (o non ricordo) se sua figlia mantiene una normale frequenza scolastica o no. Le sue considerazioni sono legittime, ovviamente. Ma sembra che Lei tenda a precipitare e drammatizzare la situazione, come di fronte al rischio di un crollo di tutte le aspettative e le speranze che uno spesso ripone sui figli. E' più utile cercare di aiutare la ragazza e collaborare con i curanti a superare questo periodo e riprendere la sua vita. Le crisi adolescenziali a volte sono eclatanti come manifestazioni ma possono spesso passare senza produrre danni sulla successiva evoluzione della persona.
[#17]
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
frequenta regolarmente dalla prima elementare,
si, in classe ci sono attriti, ma non bullismo

per un trattamento psicologico psichiatrico,
come devo scegliere tra:
una struttura pubblica(ospedale neuropsichiatria infantile)
una struttura privata(ospedale neuropsichiatria infantile)
presso uno studio di uno psichiatra privato o asl

grazie
[#18]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 928 16
Le consiglio di sentire il parere del vostro medico curante e del pediatra, o comunque di medici di fiducia. Il parere dei conoscenti a volte non è attendibile, ma è difficile a dirsi.I criteri di scelta possono essere molti, la competenza e la fiducia in primo luogo, ma anche la possibilità pratica, la distanza, la spesa. Bisogna essere informati realisticamente sulle risorse a disposizione.
Deve esserci comunque una approfondita valutazione di tutti i possibili fattori, psicologici e 'organici', individuali e familiari, e poi una proposta di intervento sugli aspetti considerati come i più importanti, spiegati chiaramente sia alla ragazza che alla famiglia.
[#19]
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
buonasera a tutti,
eccomi di nuovo qui a parlare di mia figlia di 16 anni,
finalmente abbiamo terminato i controlli clinici, in termine di risonanza encefalo, tac, eeg, visite cardiologiche etc
tutto ok, quindi si ritorna al disturbo d'ansia che dura da 8 mesi e si presenta ora partendo da
-forti fitte alla tempia sinistra
-stomaco
-quasi sempre la sera tra le otto e le nove
a frequenza variabile tra 8-10 giorni anche se questa settimana ne ha avuti 4, lun,gio,sab,dom-
effetti
mancamenti(incoscienza?), cecita', revulsione globi oculari,

non prende ancora nessun farmaco, solo ora mag-2.

la psicoterapia da natale ad oggi non sembra abbia aiutato molto,(cambiare?)
dopo la trasmissione su rai uno tra Crepet e Sorrentino
devo arrivare a delle decisioni e partire per Roma...

sono parecchio preoccupato
farmaci che non sono caramelle
cure lunghe anni senza certezze
ricadute possibili

ogni giorno di ritardo mi porta verso situazioni croniche piu' gravi?
grazie ancora del vostro prezioso aiuto
un saluto cordiale a tutti




[#20]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 928 16
Escluse dunque anomalie organiche (epilessia) resta quindi l'ipotesi sopra formulata di sindrome di conversione su base isterica in risposta a stress eccessivo in età adolescenziale, cioè di marcato disagio psicologico che si manifesta con sintomi fisici, corporei che apparentemente non hanno però un'origine organica.
In questo caso e a questa età è consigliabile un intervento di esplorazione psicologica della situazione sia individuale della ragazza che familiare, che potrà prendere la forma, a seconda delle disponibilità, di un intervento di psicoterapia della famiglia e di psicoterapia individuale, volto ad aiutare sia ragazza che famiglia a superare la situazione attuale. E' raro che in simili situazioni siano utili i farmaci, spetterà comunque ai curanti cui voi vi siete rivolti o vi rivolgerete, di formulare una proposta terapeutica. Discutete i vostri dubbi con loro. Non so che hanno detto Crepet e Sorrentino.
Cordialmente
[#21]
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
cara Dottoressa
la puntata di porta a porta e' stata molto interessante e puo' rivederla via internet sul sito della rai
usando questo collegamanto
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-54596ffe-02d0-41fa-83d1-72ea0004d77b.html

puo' succedere che il video le chieda di scaricare e installare 'silverlight' che e' il programma che serve per vedere questi video

puo' cosi' farsi un'idea della grande differenza di posizione dei due medici
a sua disposizione per qualsiasi supporto
la saluto cordialmente
[#22]
Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
buonasera a tutti
la diagnosi che ci hanno dato e quella del disturbo di conversione, quindi se ho capito bene non rientra nei disturbi d'ansia e di panico,
non so se questo sia meglio, se ho ben capito non e' necessario usare farmaci,
mi chiedo se bisogna uare una specifica psicoterapia ad esempio
cognitivo-comportamentale
o la emotocognitiva,
oppure lo psichiatra sa e usera' tutti gli "attrezzi del mestiere" in suo possesso a prescindere della tecnica di un tipo o dell'altro.
devo avere speranza e fiducia, speriamo di vedere miglioramenti in tempi brevi, sono passati tre mesi da quando e' seguita e otto da quando e' iniziata questa brutta storia.
grazie ancora
p.s.
qualcuno ha visto il porta a porta tra Crepet e Sorrentino?
mi interessava conoscere il vostro parere....
salutissimi a tutti.
[#23]
Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 928 16
Sembra quindi che le cose siano più chiare. La cosa migliore che può fare a questo punto è seguire le indicazioni dei curanti e collaborare con loro.
Quanto a Crepet e Sorrentino (non so chi sia quest'ultimo), non ho visto il programma. Solitamente non sono interessato a quanto dicono gli 'esperti' in tv.
Cordiali saluti
Attacchi di panico

Scopri cosa sono gli attacchi di panico, i sintomi principali, quanto durano e quali sono le cause. Come affrontarli e come gestire l'ansia che li provoca?

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