Depressione: psichiatria o psicoterapia
Ho avuto il primo attacco depressivo a 20 anni; sono stato da uno psichiatra che con anafranil e delle sedute di psicoterapia e' riuscito a farmi andare avanti ( dico cosi' perche' in realta' non sono mai " guarito " ).
Il rapporto con questo 1° medico e' durato 15 anni e piu'; naturalmente all' inizio per qualche mese andavo anche una volta al mese, poi le sedute si sono molto diradate forse sono stato anche per un anno e piu' senza vederlo e la terapia farmacologica per periodi piu' o meno lunghi la gestivo in autonomia, quando stavo meglio diminuivo quando stavo peggio aumentavo; mi direte che non e' corretto curarsi da se', ne sono consapevole, ma sapendo che il farmaco andava diminuito o aumentato gradualmente e che i risultati si vedono dopo tre, quattro settimane sono riuscito ad andare avanti per tanti anni.
Poi sono stato cinque, sei anni senza prendere niente dopo aver passato un perido che prendevo una pastiglia da 10 di anafranil al giorno. Adesso e' il terzo anno consecutivo che ho delle ricadute ( come metro di tempo usero' il periodo che sono stato a casa dal lavoro ): la prima e' durata un mese, la seconda tre mesi e adesso sono 20 giorni che sono a casa, sempre d' inverno.
La prima volta sono stato da uno psichiatra e ne sono uscito grazie ( di nuovo ) all' anafranil; la seconda volta ho iniziato anche la psicoterapia, con il solito psichiatra, ma non ero soddisfatto e quindi ho cercato una brava psicologa che devo dire mi ha aiutato molto ma non puo' - giustamente - seguirmi farmacologicamente. Non ho detto che durante la prima ricaduta, tre anni fa', che e' stata abbastanza "grave" ( sono stato la prima settimana tra letto e divano, non mi lavavo e mangiavo poco )mi ha aiutato molto leggere il libro dove la 'Zoli' intervista 'Cassano' e dove si spiega che la depressione e' prima di tutto una malattia. Questo per dire che in questo momento avrei bisogno di un bravo psichiatra che sappia fare una buona psicoterapia perche' sono nella fase dove mi sento vuoto, senza energia, senza vitalita' e ho saltato anche un paio di sedute dalla psicologa. Adesso avrei bisogno di parlare della malattia, di sentirmi dire che quello che provo, tutti i miei sensi di colpa, l'energia vitale che sento di non avere dipende solo da un organo che non funziona bene; solo quando il mio umore e' salito di qualche tacca potrei essere in grado di affrontare i miei difetti comportamentali, il mio modo di relazionare con gli altri e le mie paure e disagi dell'infanzia che mi porto dentro. Scusate se sono stato lungo; se qualcuno e' daccordo con me e conosce un bravo " psichiatrologo " nei dintorni di Prato.
GRAZIE A TUTTI
Il rapporto con questo 1° medico e' durato 15 anni e piu'; naturalmente all' inizio per qualche mese andavo anche una volta al mese, poi le sedute si sono molto diradate forse sono stato anche per un anno e piu' senza vederlo e la terapia farmacologica per periodi piu' o meno lunghi la gestivo in autonomia, quando stavo meglio diminuivo quando stavo peggio aumentavo; mi direte che non e' corretto curarsi da se', ne sono consapevole, ma sapendo che il farmaco andava diminuito o aumentato gradualmente e che i risultati si vedono dopo tre, quattro settimane sono riuscito ad andare avanti per tanti anni.
Poi sono stato cinque, sei anni senza prendere niente dopo aver passato un perido che prendevo una pastiglia da 10 di anafranil al giorno. Adesso e' il terzo anno consecutivo che ho delle ricadute ( come metro di tempo usero' il periodo che sono stato a casa dal lavoro ): la prima e' durata un mese, la seconda tre mesi e adesso sono 20 giorni che sono a casa, sempre d' inverno.
La prima volta sono stato da uno psichiatra e ne sono uscito grazie ( di nuovo ) all' anafranil; la seconda volta ho iniziato anche la psicoterapia, con il solito psichiatra, ma non ero soddisfatto e quindi ho cercato una brava psicologa che devo dire mi ha aiutato molto ma non puo' - giustamente - seguirmi farmacologicamente. Non ho detto che durante la prima ricaduta, tre anni fa', che e' stata abbastanza "grave" ( sono stato la prima settimana tra letto e divano, non mi lavavo e mangiavo poco )mi ha aiutato molto leggere il libro dove la 'Zoli' intervista 'Cassano' e dove si spiega che la depressione e' prima di tutto una malattia. Questo per dire che in questo momento avrei bisogno di un bravo psichiatra che sappia fare una buona psicoterapia perche' sono nella fase dove mi sento vuoto, senza energia, senza vitalita' e ho saltato anche un paio di sedute dalla psicologa. Adesso avrei bisogno di parlare della malattia, di sentirmi dire che quello che provo, tutti i miei sensi di colpa, l'energia vitale che sento di non avere dipende solo da un organo che non funziona bene; solo quando il mio umore e' salito di qualche tacca potrei essere in grado di affrontare i miei difetti comportamentali, il mio modo di relazionare con gli altri e le mie paure e disagi dell'infanzia che mi porto dentro. Scusate se sono stato lungo; se qualcuno e' daccordo con me e conosce un bravo " psichiatrologo " nei dintorni di Prato.
GRAZIE A TUTTI
[#1]
Gentile utente,
un trattamento psicoterapeutico e' caratterizzato da incontri settimanali e non mensili, pertanto non si puo' chiamare psicoterapia cio' che ha fatto precedentemente.
Ha avuto anche un discreto successo con un trattamento farmacologico.
Nel corso di 15 anni, i presidi farmacologici sono variati molto ed anche le diagnosi si sono raffinate in funzione della sintomatologia dei pazienti.
Ora, i due percorsi non sono antitetici ma certamente il trattamento farmacologico deve compensare le disfunzioni che la portano a non lavorare per lunghi periodi di tempo.
Mentre, il trattamento psicoterapeutico richiede un tempo piu' lungo con buoni risultati.
Se vuole puo' cercare uno psichiatra della sua zona all'interno del sito.
un trattamento psicoterapeutico e' caratterizzato da incontri settimanali e non mensili, pertanto non si puo' chiamare psicoterapia cio' che ha fatto precedentemente.
Ha avuto anche un discreto successo con un trattamento farmacologico.
Nel corso di 15 anni, i presidi farmacologici sono variati molto ed anche le diagnosi si sono raffinate in funzione della sintomatologia dei pazienti.
Ora, i due percorsi non sono antitetici ma certamente il trattamento farmacologico deve compensare le disfunzioni che la portano a non lavorare per lunghi periodi di tempo.
Mentre, il trattamento psicoterapeutico richiede un tempo piu' lungo con buoni risultati.
Se vuole puo' cercare uno psichiatra della sua zona all'interno del sito.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Gentile utente,
Una precisazione. Psicoterapia non significa "parlare". Parlare ha uno scopo diagnostico o terapeutico in una maniera controllata dal terapeuta secondo schemi standard, altrimenti diventa una libera discussione in cui si finisce per fare discorsi non utili agli scopi terapeutici, ma soltanto sintomatici.
Nella depressione si finisce per voler parlare della depressione. Questo è una specie di sintomo della depressione stessa (il tema di malattia) e non un buon punto di partenza per una psicoterapia specifica.
Tutti i medici del settore conoscono i sintomi della depressione, molti sono abituati anche a sentirli riferire dai pazienti, e quindi conoscono il tipo di discorsi del paziente depresso, il quale utilizza gran parte delle sedute per ripetere gli stessi elementi di sofferenza e preoccupazione, che non per questo migliorano o si capiscono meglio.
La depressiona ha schemi terapeutici assodati. Poi c'è la depressione resistente, le forme residue e le forme che appartengono ad una diversa categoria diagnostica fondamentale (come i disturbi d'ansia o il disturbo bipolare).
La prima cosa da fare è lasciar decidere ad uno specialista se le terapie fatte sono state quelle disponibili oppure no, se le dosi sono state sempre efficaci o a volte no, e se le terapie non farmacologiche disponibili sono state provate o no, compresa la psicoterapia (ma il tipo che funziona la depressione, non qualsiasi forma di colloquio con un medico) e le terapie fisiche come l'elettrostimolazione esterna (shock) che, se ha letto il libro del prof. Cassano sarà certamente citata.
Quindi non le consiglio di presentarsi ad un medico dicendo che cosa vuole, spieghi il problema, ne specifichi tutti i dettagli che ricorda e lui provvederà a decidere cosa è sensato fare.
Una precisazione. Psicoterapia non significa "parlare". Parlare ha uno scopo diagnostico o terapeutico in una maniera controllata dal terapeuta secondo schemi standard, altrimenti diventa una libera discussione in cui si finisce per fare discorsi non utili agli scopi terapeutici, ma soltanto sintomatici.
Nella depressione si finisce per voler parlare della depressione. Questo è una specie di sintomo della depressione stessa (il tema di malattia) e non un buon punto di partenza per una psicoterapia specifica.
Tutti i medici del settore conoscono i sintomi della depressione, molti sono abituati anche a sentirli riferire dai pazienti, e quindi conoscono il tipo di discorsi del paziente depresso, il quale utilizza gran parte delle sedute per ripetere gli stessi elementi di sofferenza e preoccupazione, che non per questo migliorano o si capiscono meglio.
La depressiona ha schemi terapeutici assodati. Poi c'è la depressione resistente, le forme residue e le forme che appartengono ad una diversa categoria diagnostica fondamentale (come i disturbi d'ansia o il disturbo bipolare).
La prima cosa da fare è lasciar decidere ad uno specialista se le terapie fatte sono state quelle disponibili oppure no, se le dosi sono state sempre efficaci o a volte no, e se le terapie non farmacologiche disponibili sono state provate o no, compresa la psicoterapia (ma il tipo che funziona la depressione, non qualsiasi forma di colloquio con un medico) e le terapie fisiche come l'elettrostimolazione esterna (shock) che, se ha letto il libro del prof. Cassano sarà certamente citata.
Quindi non le consiglio di presentarsi ad un medico dicendo che cosa vuole, spieghi il problema, ne specifichi tutti i dettagli che ricorda e lui provvederà a decidere cosa è sensato fare.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 3.4k visite dal 07/01/2009.
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