Ansia depressione doc
Salve,
Sono affetto da un disturbo d'ansia con tratti depressivi e DOC. Tra i vari sintomi che mi affligono ve ne sono due in particolare di un certo rilievo (masturbazione compulsiva e più recentemente ipocondria). Specifico che si tratta di una malattia di lungo corso, ma che negli ultimi anni sembra peggiorare (forse aggravata da alcuni fallimenti lavorativi e personali). Sono in cura psicologica (indirizzo cognitivo-comportamentale e EMDR) da 5 mesi, ma ho notato solo lievi miglioramenti che ritengo trascurabili e una certa recrudescenza negli ultimi mesi. Premetto che non ho fatto mai una visita psichiatrica e che il mio psicologo si è mostrato scettico sull'utilità di iniziare una terapia farmacologica perché ritiene di poter escludere una depressione clinica e un disturbo d'ansia generalizzato (non ho attacchi di panico). A suo dire, eventuali farmaci curerebbero solo il sintomo ma non le cause. Io non mi trovo d'accordo la sua diagnosi e ho l'impressione che abbia sottovalutato il mio caso (sarà la mia ipocondria?). Sapreste indicarmi se esistono dei criteri più o meno oggettivi per capire se è il caso di passare ad una terapia farmacologica? In questi casi un approccio integrato (farmaci + psicoterapia) è la norma? Esiste qualcosa di specifico per trattare pensieri ricorrenti e compulsivi di natura sessuale?
Grazie mille.
Sono affetto da un disturbo d'ansia con tratti depressivi e DOC. Tra i vari sintomi che mi affligono ve ne sono due in particolare di un certo rilievo (masturbazione compulsiva e più recentemente ipocondria). Specifico che si tratta di una malattia di lungo corso, ma che negli ultimi anni sembra peggiorare (forse aggravata da alcuni fallimenti lavorativi e personali). Sono in cura psicologica (indirizzo cognitivo-comportamentale e EMDR) da 5 mesi, ma ho notato solo lievi miglioramenti che ritengo trascurabili e una certa recrudescenza negli ultimi mesi. Premetto che non ho fatto mai una visita psichiatrica e che il mio psicologo si è mostrato scettico sull'utilità di iniziare una terapia farmacologica perché ritiene di poter escludere una depressione clinica e un disturbo d'ansia generalizzato (non ho attacchi di panico). A suo dire, eventuali farmaci curerebbero solo il sintomo ma non le cause. Io non mi trovo d'accordo la sua diagnosi e ho l'impressione che abbia sottovalutato il mio caso (sarà la mia ipocondria?). Sapreste indicarmi se esistono dei criteri più o meno oggettivi per capire se è il caso di passare ad una terapia farmacologica? In questi casi un approccio integrato (farmaci + psicoterapia) è la norma? Esiste qualcosa di specifico per trattare pensieri ricorrenti e compulsivi di natura sessuale?
Grazie mille.
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Di fatto il criterio per una valutazione psichiatrica consente di capire se sia opportuna una terapia farmacologica associata ad altro e non viceversa.
La presenza di un disturbo importante, che sembra peggiorare, potrebbe portare ad una cronicizzazione dello stesso rendendo più difficile un trattamento efficace.
Sarebbe il caso di sentire il parere di uno psichiatra per una appropriatezza diagnostica e prescrittiva.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
La presenza di un disturbo importante, che sembra peggiorare, potrebbe portare ad una cronicizzazione dello stesso rendendo più difficile un trattamento efficace.
Sarebbe il caso di sentire il parere di uno psichiatra per una appropriatezza diagnostica e prescrittiva.
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https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
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Utente
Grazie della risposta,
Sono orientato a fare un consulto psichiatrico nel breve termine. Eppure mi rendo conto che i punti di vista in materia sono molto variegati. Ci sono specialisti che consigliano farmaci solo per forme gravi di depressione e ansia, perché non vi è evidenza scientifica che essi funzionino per forme più lievi. Ci sono dei criteri (determinati sintomi, aspetti) che in quanto paziente possono mettermi al corrente sul mio stato e dunque rapportarmi allo specialista in modo più consapevole? Lo chiedo anche per preparmi al meglio alla visita che mi accingerò a fare e per interfacciarmi di conseguenza con lo psicoterapeuta.
Sono orientato a fare un consulto psichiatrico nel breve termine. Eppure mi rendo conto che i punti di vista in materia sono molto variegati. Ci sono specialisti che consigliano farmaci solo per forme gravi di depressione e ansia, perché non vi è evidenza scientifica che essi funzionino per forme più lievi. Ci sono dei criteri (determinati sintomi, aspetti) che in quanto paziente possono mettermi al corrente sul mio stato e dunque rapportarmi allo specialista in modo più consapevole? Lo chiedo anche per preparmi al meglio alla visita che mi accingerò a fare e per interfacciarmi di conseguenza con lo psicoterapeuta.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.1k visite dal 06/03/2018.
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