Comparsa nuovi sintomi ansiosi

Gent.mi dottori, sono in cura da poco più di 1 mese con pregabalin (75 al giorno, suddivisi in 50 la sera e 25 al mattino) e 150 di sertralina (dosaggio raggiunto da 2 settimane e mezzo). I problemi che mi hanno indotto a cercare un aiuto farmacologico sono stati una forte ansia generalizzata, corredata da forti somatizzazioni (soprattutto continui dolori muscolari al petto e alla schiena e una fastidiosissima dispnea sospirosa), reflusso e gastrite (che da gastroscopia non ha evidenziato una motivazione fisica) e ipocondria galoppante con continuo rimuginio sui miei sintomi, malattie non diagnosticate ecc... Tutti questi disturbi li ho avuti in maniera più o meno costante per circa 3 anni durante i quali ho tamponato con alprazolam (25 max 50 al giorno) al bisogno e un percorso di terapia breve strategica.
Dopo 3 anni mi sono decisa a cercare aiuto da uno psichiatra che ha riscontrato oltre ad ansia generalizzata un distrubo di tipo doc, nel mio caso ha parlato di personalità di tipo doc (in effetti anche da bambina ho avuto qualche problema di questo tipo però auto-limitatosi come la fissazione di aver toccato cose sporche e essermi messa in bocca le mani oppure un periodo l'idea che dovevo sposare un anziano, avevo in questo caso circa 6 anni, qualche tic con il collo ecc...) e ho cominciato la terapia. Da subito ho avuto grandi benefici sulle somatizzazioni ansiose, dolore e dispnea scomparsi del tutto, a detta del mio psichiatra grazie al pregabalin. Con la sertralina sono passata da 50 a 100 in una settimana e dopo 2 settimane a 150, tuttavia anche se sono passate 2 settimane e mezzo dall'aumento del dosaggio non sento di stare meglio, anzi, mi sono comparsi gli acufeni che non avevo mai avuto e ultimamente a seguito di una congiuntivite allergica un fastidioso tic che mi porta a strizzare frequentemente gli occhi (tranne quando sono impegnata e non ci penso). Inoltre non riesco più a provare l'orgasmo da quando ho iniziato la terapia. Devo però riconoscere che la mia resistenza allo stress è aumentata moltissimo, sono più calma e riesco a non farmi prendere dall'ansia e dal nervoso anche in situazioni che prima mi facevano saltare i nervi tantissimo. Tuttavia a livello di rimuginio non sento di stare bene, ho inoltre ancora tanta resistenza all'assunzione della terapia (la prendo diligentemente ma mentre la prendo non sono convinta...continuo a rimuginarci sopra) e mi sento strana e "malata" per questo. La psichiatra mi ha proposto di continuare un altro paio di settimane con la terapia ed arrivare almeno a 5 di dosaggio a 150 e poi valutare se passare alla fluvoxamina, che secondo lei dovrebe avere anche minor impatto a livello sessuale, cosa importante visto che la terapia per il doc mi ha detto deve durare almeno 2 anni. Cosa ne pensate di questo approccio? E' corretto? Vi ringrazio in anticipo dell'attenzione
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Se la cura la prende, non ha nessuna resistenza di fatto. Quindi, la diagnosi è di disturbo-ossessivo a cui accennava alla fine ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Buongiorno Dott. Pacini, la mia psichiatra ha parlato di ansia generalizzata e doc, nel mio caso sfociato in ipocondria e continui rimuginii sui miei sintomi somatizzati, diagnosi, cure ecc... per quanto riguarda la resistenza all cura intendevo psicologica, cioè prendo le medicine ma non sono convinta di farlo, sono piena di dubbi, paure ecc... proprio da brava ipocondriaca.
Il problema che sto riscontrando questi giorni poi è la comparsa di nuovi sintomi tipo acufeni e tic (strizzamento occhi) che non avevo nemmeno prima nei momenti di ansia e ipocondria maggiore. Mi chiedo se è tutto normale e se l'idea di cambiare farmaco tra un paio di settimane è sensata...non voglio vanificare quanto fatto fino ad adesso perchè confondo sintomi derivanti dal mio problema da effetti collaterali del farmaco. Spero di essere stata meno confusa nello spiegare.
grazie ancora
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Ho capito, è vero che un rapporto "negativo" con la cura condiziona il modo in cui una persona riferisce i sintomi, e talvolta anche i segni stessi di un disturbo, ma le cure sono comunque provate nel confronto con questo fenomeno.

Lo psichiatra vuole valutare i farmaci nei tempi opportuni, perché le differenze si vedono a distanza di qualche settimana.
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Utente
Utente
Dottor Pacini ma dalla sua esperienza questa comparsa di nuovi sintomi, tic e acufeni, è una cosa "normale" nell'ambito di una terapia di questo tipo a questi dosaggi e dopo questo intervallo di tempo? L'eventuale passaggio alla fluvoxamina è indicato secondo lei? La mia paura è cominciare a cambiare diversi farmaci (come purtroppo si sente in tanti casi) senza trovare la soluzione. Mi chiedo se devo proprio abituarmi a questo tipo di effetti collaterali con gli ssri, essendo comunque farmaci della stessa classe.
Grazie ancora
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Quel che chiama tic può essere parte classica del disturbo, lasci pure valutare al suo medico che mi pare stia procedendo in maniera logica.
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Utente
Utente
La ringrazio dottore, cercherò di avere pazienza e fiducia e soprattutto di evitare che la mia patologia impedisca di curarmi efficacemente.

cordiali saluti
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