Bolo isterico
Buonasera a tutti, cercherò di essere più esaustivo possibile senza dilungarmi troppo.
Sono un ragazzo di 25 anni che ha sempre avuto a che fare con l'ansia e tutte le somatizzazioni ad essa connesse, due anni fa ho avuto un brutto periodo dove l'ansia è cresciuta esponenzialmente tanto da non consentirmi di stare in aula o di guidare.
A quel punto ho cominciato un percorso di cura tramite uno psichiatra, che mi ha prescritto 3cp di mutabon antidepressivo e mezza di un'altro triciclico di cui non ricordo il nome.
Attualmente sono in fase di scalaggio (ho tolto l'altro farmaco e ho quasi dimezzato la dose del mutabon e devo dire che la situazione va abbastanza bene, contemporaneamente alla terapia farmacologica ho affiancato un ciclo di cognitivo-comportamentale che mi ha dato molteplici benefici.
Il motivo per cui faccio questo post è una condizione che mi porto dietro da prima dell'ansia"forte" di due anni fa, il motivo è un tic nervoso , in pratica deglutisco spesso e esso si presenta maggiormente in periodi di stress ma delle volte anche quando sono a casa tranquillo.
Il problema non è il tic in se per se, ma è la sensazione di bolo isterico che ne deriva, che in passato mi ha fatto arrivare anche(raramente) ai conati.
Fino a poco tempo fa non credevo ci fosse correlazione tra il tic e il bolo isterico, anzi credevo che l'ultimo venisse in alcune situazioni e che il tic ne acuiva la sensazione , mentre leggendo qua e là, ho visto che il bolo isterico può essere causato dalla continua deglutizione.
Quindi vi chiedo come dovrei agire nei confronti di questo tic, che sopraggiunge anche in momenti senza ansia e che mi crea cosi fastidio?
Non credo possa essere d'aiuto l'uso di antidepressivi visto che la mia ansia è diminuita parecchio e visto anche che questo è un problema che avevo anche a dosaggio farmacologico pieno dove stavo anche lì bene.
La mia domanda quindi è se è come devo agire nei confronti di questo tic e se è più giusto un approccio farmacologico o psicologico.
Grazie
Sono un ragazzo di 25 anni che ha sempre avuto a che fare con l'ansia e tutte le somatizzazioni ad essa connesse, due anni fa ho avuto un brutto periodo dove l'ansia è cresciuta esponenzialmente tanto da non consentirmi di stare in aula o di guidare.
A quel punto ho cominciato un percorso di cura tramite uno psichiatra, che mi ha prescritto 3cp di mutabon antidepressivo e mezza di un'altro triciclico di cui non ricordo il nome.
Attualmente sono in fase di scalaggio (ho tolto l'altro farmaco e ho quasi dimezzato la dose del mutabon e devo dire che la situazione va abbastanza bene, contemporaneamente alla terapia farmacologica ho affiancato un ciclo di cognitivo-comportamentale che mi ha dato molteplici benefici.
Il motivo per cui faccio questo post è una condizione che mi porto dietro da prima dell'ansia"forte" di due anni fa, il motivo è un tic nervoso , in pratica deglutisco spesso e esso si presenta maggiormente in periodi di stress ma delle volte anche quando sono a casa tranquillo.
Il problema non è il tic in se per se, ma è la sensazione di bolo isterico che ne deriva, che in passato mi ha fatto arrivare anche(raramente) ai conati.
Fino a poco tempo fa non credevo ci fosse correlazione tra il tic e il bolo isterico, anzi credevo che l'ultimo venisse in alcune situazioni e che il tic ne acuiva la sensazione , mentre leggendo qua e là, ho visto che il bolo isterico può essere causato dalla continua deglutizione.
Quindi vi chiedo come dovrei agire nei confronti di questo tic, che sopraggiunge anche in momenti senza ansia e che mi crea cosi fastidio?
Non credo possa essere d'aiuto l'uso di antidepressivi visto che la mia ansia è diminuita parecchio e visto anche che questo è un problema che avevo anche a dosaggio farmacologico pieno dove stavo anche lì bene.
La mia domanda quindi è se è come devo agire nei confronti di questo tic e se è più giusto un approccio farmacologico o psicologico.
Grazie
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Mi sembra strano che lei sia in terapia d'amore uno psichiatra e da uno psicoterapeuta e ponga una domanda che avrebbe potuto porre direttamente ai suoi curanti.
L'approccio lo stabilisce chi l'amore visita direttamente dopo aver valutato la sua condizione ed accertato che si tratta di ciò che racconta dopo una diagnostica differenziale indispensabile.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
L'approccio lo stabilisce chi l'amore visita direttamente dopo aver valutato la sua condizione ed accertato che si tratta di ciò che racconta dopo una diagnostica differenziale indispensabile.
Dr. F. S. Ruggiero
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https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.7k visite dal 21/02/2018.
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