Farmaco giusto

Gent.mi Medici,
ho 28 anni e nel 1997 ho avuto i primi attacchi di panico. Iniziai una psicoterapia che in due anni mi diede i "mezzi" mentali per contrastare il disagio avuto in seguito ad una condotta di vita sbagliata ed irresponsabile (noncuranza della scuola e solo divertimento forte con gli amici). Poi per anni ho convissuto con l'ansia (ad un livello accetttabile di alti e bassi)pensando che tutto un giorno si sarebbe normalizzato avendo famiglia, avendo lavoro ed una vita regolare. Avevo trovato il mio equilibrio e, dopo una seconda parentesi di psicoterapia, dal 2006 camminai con le mie gambe senza problemi e senza mai un farmaco (a parte una benzodiazepina in tasca per emergenza mai presa). Quest'anno mi sono sposato, ho avuto un bimbo bellissimo e un buon lavoro. Insomma ho poco da lamentarmi eppure.. ho cominciato a soffrire di nuovo di attacchi di panico, ansia generalizzata, non riesco a guidare in autostrada e le montagne mi terrorizzano. Certo ho traslocato in un luogo che non mi piace e dal quale vogliamo andarcene presto, eppure assodato che non saremo li per sempre perchè non ho avuto subito effetti positivi ? Lavorando con il mio nuovo psichiatra abbiamo capito che i miei sono traumi che mi porto dietro dall'infanzia a causa della troppa apprensione di mia madre che non mi avrebbe permesso di sviluppare la giusta "capacità di esplorazione". Nella mia famiglia, essendo l'ultimo figlio di una madre quarantenne, avrei ricevuto troppi comandi da tutti i parenti. Secondo lui oggi c'è un pendolo tra claustrofobia (il fatto che non accetto lo star in casa e convincermi di aver problemi) ed agorafobia (l'uscire con tutto cio che comporta). Inoltre il mio defunto padre, per motivi di salute, non mi avrebbe ceduto li "testimone" di padre ed oggi, nonostante adori mio figlio, vivo l'ansia dell'essere genitore. Stavolta volevo affiancare alla terapia un farmaco perchè dopo 4 mesi di malessere vorrei avere subito un piccolo miglioramento.. ma ne vorrei uno con pochi effetti collaterali.. il mio medico dice Sertralina oppure Citalopram.. io strizzerei l'occhio all' escitalopram.. un consiglio ? Lui dice che è difficile scegliere un farmaco per il mio caso perchè non sono troppo depresso e la mia è un ansia particolare.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

"Lavorando con il mio nuovo psichiatra abbiamo capito che i miei sono traumi che mi porto dietro dall'infanzia a causa della troppa apprensione di mia madre che non mi avrebbe permesso di sviluppare la giusta "capacità di esplorazione"." Questa è una libera interpretazione che mai si potrà verificare. Ai fini terapeutici non si possono utilizzare queste visioni come base operativa, non ce ne sono i presupposti. Sono solo interpretazioni conformi a teorie, che sicuramente torneranno e se non tornano ci sarà sicuramente un perché.
Il disturbo di panico non ha cause psicodinamiche riconosciute. Ha un fattore genetico riconosciuto e occasioni di scatenamento che non valgono molto ai fini terapeutici.
Non aver preso un farmaco lei lo presenta come un merito, ma non è tale. Sarebbe come vantarsi di non aver mai fatto psicoterapia, che senso ha ? Non è che siano due modalità di cui una per tipi in gamba e l'altra per persone meno in gamba o deboli.
Hanno precise indicazioni su precisi aspetti del disturbo.
Peraltro il disturbo di panico attraversa periodi di remissione e può risolversi in alcuni casi anche da solo.

Per quanto riguarda la cura di ora, il suo medico non può demandare a Lei la scelta. Sono farmaci con indicazioni simili ma va fatta una diagnosi e quindi impostata la terapia. Gli effetti collaterali non sono né pochi né tanti, e soprattutto non sono "assicurati", quindi il giudizio si dà in corso di trattamento. Le controindicazioni vanno valutate prima e questo deve farlo il medico.
Forse è meglio chiedere un parere specialistico.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
"Questa è una libera interpretazione che mai si potrà verificare. Ai fini terapeutici non si possono utilizzare queste visioni come base operativa, non ce ne sono i presupposti. Sono solo interpretazioni conformi a teorie, che sicuramente torneranno e se non tornano ci sarà sicuramente un perché."

Cosa intende dottore, che non la mia infanzia non è una base sulla quale ragionare ?

Non è un vanto non aver preso farmacim chiedo venia se non mi sono fatto capire, ma un segnale per capire che finora da solo avevo fatto parecchia strada.

Riguardo il farmaco sono certo che alla fine lo sceglierè lui.. ma in base alle Vostre esperienze volevo avere un opinione in merito.

Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Intendo dire che le teorie non ci servono a niente in medicina, e non vi è dimostrazione dell'importanza di eventi infantili nella genesi del disturbo di panico. Ovviamente a livello teorico si può sostenere di sì, di no e questo per mille altre teorie. La conoscenza scientifica è altro.

"finora da solo avevo fatto parecchia strada." mi sembra un concetto analogo, perché vantarsi di aver fatto da soli, trattandosi di malattie. Se fosse ricorso da subito ad una terapia sarebbe stato meno meritevole ?

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Utente
Utente
Gent.mo Dottore,
ribadisco che non volevo creare un sistema di merito riguardo le mie abilità senza farmaci, ma sottolinearle che a volte le mie patologie non erano eccessivamente limitanti. Poi se neppure stavolta mi sono spiegato rinuncio a proporre il concetto ulteriormente.

Anche perchè l'apertura del post era per una sana discussione utente-medico sugli psicofarmaci, raccontando in modo rapido tutta la mia storia. Insomma credo che voi medici psichiatri abbiate una vasta esperienza di casi clinici per segnalarmi quale farmaco ha effetti collaterali (al di la della soggettività) "peggiori" e quali non vanno per il mio caso. La mia era sola curiosità, magari non lo prenderò mai. Ma lei dr. Pacini per un'ansioso come me che ripone nella "geografia" tipo montagne tanta ansia, e nell'autostrada un qualcosa che mi soffoca perchè "con poche vie d'uscita" e tutto il resto che ho scritto quale farmaco proporrebbe ?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

adesso si è espresso chiaramente, ma io sono fatto così...ci tengo a determinate espressioni.

Passiamo al dunque. Le farmacoterapie non si basano su esperienze personali, ma su studi scientifici. Per il disturbo di panico esisteranno una decina di farmaci utili. I più vecchi sono sicuramente utili anche a lungo termine, i più nuovi non si sa (perché materialmente non c'è stato il tempo di osservare pazienti che li prendono per anni).
Pertanto un medico la visita e dopo sceglie tra le soluzioni disponibili secondo vari fattori della sua storia e attualità medica.
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Utente
Utente
Gent.mo Dr. Pacini,
posso farle delle domande sulla serotonina ?

Prendendo un farmaco SSRI miglioro il tono e la qualità del mio umore, me perchè molto spesso vengono associate benzodiazepine ? Prendendo un ssri non si arriva ad una condizione di vita con minor ansia senza benzodiazepine ? Nonostante l'assunzione di ssri durante una giornata dura di lavoro posso avertire stati di rabbia e malumore ?

Un pò di chiarezza aiuta sempre :-)
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
a) perché le benzodiazepine hanno azione rapida su gran parte dei sintomi, e anche perché l'antidepressivo all'inizio peggiora i sintomi ansiosi, il che può spaventare il paziente prima dell'arrivo dell'effetto terapeutico;
b) sì, ma spesso i pazienti arrivano già con le benzodiaz. addosso per precedenti terapie gestite in maniera autonoma o non proprio corretta dal medico, cioè inducendo passivamente un'assuefazione alle stesse (un paziente ansioso si lega istintivamente al farmaco che lo fa star bene subito, anche se poi non funziona più).
c) la cura è rivolta al disturbo: rabbia, malumore e ansia entro certi limiti rientrano nella normalità della vita psichica, le terapie antidepressive non producono un buon umore rigido e perpetuo, proteggono contro la malattia depressiva.
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Utente
Utente
Dott. Pacini,
Lei è estremamente chiaro, nessuno finora era stato così preciso nelle spiegazioni.

Le faccio quella che poi è verosimilmente per ora la mia ultima domanda:

Dopo un mese di trattamento con, ad esempio, cipralex, io potrei arrivare a giudare da solo su una strada di montagna pensando: "tranquillo è solo una strada.." senza ansia quindi ?

Premetto che non cerco la pillola miracolo ed al farmaco continuerei ad associare la terapia.. ma parliamoci chiaro, la terapia aiuta a prendere coraggio, il farmaco teoricamente blocca l'insorgere dell'evento avverso tipo l'attacco di panico ? Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Non teoricamente, il farmaco blocca l'insorgenza dell''attacco di panico. Le benzodiazepine questo per esempio non lo fanno, eliminano la paura dell'attacco ma non prevengono l'attacco né lo estinguono (a meno che non siano date in flebo).
Un meseè il tempo per iniziare a notare la riduzione di frequenza degli attacchi e di intensità, può essere sufficiente per riprendere una certa autonomia, non in tranquillità in genere, per questo si attende altro tempo, anche in assenza di attacchi, e a seconda del tempo trascorso con il disturbo addosso ci si mette più o meno. Talvolta per superare specifiche situazioni/luoghi (in genere quelli teatro dei primi attacchi o le situazioni che non si praticano più da anni) è necessaria una psicoterapia specifica. A volte basta il tempo trascorso senza più attacchi a sanare la situazione.

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Utente
Utente
Buongiorno,
volevo porre altre domande sulla questione Citalopram..

È possibile dunque che i sintomi negativi iniziali non si verifichino per nulla oppure è la norma il peggioramento dell'ansia ?

Come mai prendendo una pastiglia di Tavor 1mg divisa in due l'ansia non mi passa.. anzi sembro più calmo ma la mente fa più facilmente cattivi pensieri.. come se mi abbassasse le difese.. forse per la dose sbagliata ? beh io sono 86 kg per 1.83 m forse dovrei prenderne di più ?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Non è obbligatorio che peggiori l'ansia, può anche semplicemente non succedere niente nei primi giorni, oppure un pò meglio, oppure peggio. Varia.
Il tavor è depressogeno, può benissimo peggiorare umore e pensieri relativi, anche se calma o addormenta.
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Utente
Utente
Quale molecola mi consiglia per non avere quell'effetto depressogeno ? (il principio dello xanax va meglio ?oppure altri..)
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
In questa sede non si possono dare consigli sull'assunzione di medicine o meno.
E' un effetto condiviso da tutti i sedativi comunque.
Ma parla dei farmaci come se li potesse indicare al medico, spero non sia così.
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Utente
Utente
Buongiorno,
il medico mi ha prescritto la terapia.. seropram una goccia a salire una volta la settimana.. quindi ieri ho cominciato con 2mg.. sabato passo a 4 e a salire fino a 10.
Così mi ha spiegato che gli effetti avversi non si dovrebbero presentare perchè il corpo si abitua piano al farmaco.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
E' corretto. Tenga presente che ci vorrà anche di più rispetto agli studi di riferimento, in cui si inizia subito con 20 mg.
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Utente
Utente
Quindi dottore mi conferma che non avrò aumenti di ansia ed effetti collaterali ma per 2 o 3 mesi è come se bevessi acqua dal punto di vista terapeutico ?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Gentile utente,

non puo' certo pensare di bere acqua se sta assumendo un farmaco.
Non avra' alcun effetto collaterale ma allo stesso tempo dovra' attendere un tempo superiore per ottenere benefici dal trattamento fino a quando questi non arrivera' al dosaggio terapeutico efficace.

https://wa.me/3908251881139
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Quando mai ho detto una cosa simile ? Se preferisce star bene in un tempo più lungo, ma avere meno probabilità di effetti collaterali per quanto passeggeri, quella indicata dal medico è una tattica corretta.
[#19]
Utente
Utente
Dottori scusate.. non volevo dire quella frase..
Lo so che non è bere acqua neppure prendere 2mg..
La mia domanda è una però perchè mi sono dimenticato di farla al mio medico.. quando arriverò ai 10-20 mg e cioè in 5 settimane, avrò un giovamento immediato o dalì dovrò aspettare un mese o due ?
Devo ammetere che nonostante la "microdose" un pò sento l'effetto.. stanchezza..
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Presumibilmente i tempi saranno più lunghi delle canoniche 3-4 settimane, perché gli studi iniziano subito con le dosi da testare.
Tenga presente che esiste l'effetto placebo-inverso (nocebo), ci sono persone che hanno fastidi anche intensi prendendo appunto acqua che credono contenere un farmaco.
Quindi l'effetto che sente potrebbbe essere legato ai 2 mg o no.
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Utente
Utente
dottore lei ha pienamente ragione..e' diffcile capire il confine tra nocebo e vero effetto avverso.La ragione dice che 2 mg sono pochi per un effetto avverso.. Certo che sono due giorni che mi sveglio col fiato corto e un po agitato.. Capire se me li sto creando io non e' semplice. Forse non avrei dovuto in passato leggere troppi forum.. Mia moglie alla quale manca la tesi per essere infermiera insiste che di farmaci si deve parlare solo con persone competenti.. E non ha torto a questo punto.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

non è che sia sempre importante sapere se effetti passeggeri siano legati al farmaco o alla paura. La ragione dice cose spesso insensate. faccia riferimento invece alla competenza specialistica in materia.
[#23]
Utente
Utente
gent.mo dottore,
Le rivolgo ancora delle domande che mia aiuteranno a capire ancora meglio e a diminuire la mia ansia.. Purtoppo il mio medico lo vedro solo settimana prossima..
1)Farmacodinamica.. I miei 2 mg domani diventano 4 mg.. Il corpo secondo la tattica del mio medico cosi si abitua senza problemi. la mia curiosita e' capire questa cosa bene.. Allora se io prendessi per un mese 2 mg e poi passassi a 20 mg ad esempio, il mio corpo sarebbe pronto subito evitando effetti collaterali oppure l'abitudine del corpo e' anche riguardo la quantita' e dunque per lui sarebbe troppo ?
2)Il rischio che la molecola non sia quella giusta che incidenza ha solitamente ?
Grazie
[#24]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

questi ragionamenti sono a vuoto, lei non è in grado di ragionare di farmacologia. Potrebbe porre altre mille domande del genere, ma su quale base ?

Il rischio che la molecola non sia quella che funziona non è un rischio, è una eventualità. Frequente.
[#25]
Utente
Utente
ha ragione,non ho sostenuto esami di farmacologia perche sono laureando in sociologia.. Difatti la mia era curiosita specifica riguardo un farmaco.Capisco che lei con 10 anni e piu di studi universitari non mi reputi un soggetto con il quale parlarne e la giustifico. Io sono solo un curioso.. Voglioso di ricominciare a stare bene.. Purtroppo ci vorra ancora tempo di terapia e tempo perche la chimica abbia esiti migliori.. A 2mg per volta sara lunga ma evitero effetti peggiori che ora non vorrei mai!
[#26]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Appunto per questo si affida a un tecnico. Il problema vero è che i pensieri che vengono in mente su come risolvere le malattie sono più sintomatici delle malattie che non "libere" riflessioni. Per questo, al di là della divulgabilità di certe nozioni, è meglio seguire le prescrizioni di un altro. Varrebbe lo stesso se il malato fosse uno psichiatra.
[#27]
Utente
Utente
Buongiorno Dott.
sono arrivato a 24 gg di terapia e sono a 10 mg di seropram. Il medico ha deciso che posso aumentare di 2 mg ogni 4gg e non più ogni 7gg perchè sembra che il mio orgnismo sta rispondendo bene.
L'unico sintomo un pò strano avuto finora è a volte uno stato di irrequietezza strana verso sera (prendo il farmaco di mattina verso le 7). Irrequietezza non proprio "ansiosa" anche solo il non riuscire a star fermo. (poi chiaramente subentra un poco di paura che insorga un attacco di panico). Secondo lei dottore quanto siamo lontani ancora dal cominciare a beneficiare di un effetto terapeutico "deciso" ? Il medico mi dice che l'effetto io non lo sento ma è già in atto.. solo che non essendo alla dose terapeutica finale ha una durata troppo breve per essere efficace. La fase con effetti collaterali è stata superata ? teoricamente da quello che ho capito in soldoni il mio cervello ha metabolizzato il passaggio del farmaco che, andando direttamente nel posto giusto, non mi può creare effetti collaterali, corretto ?
[#28]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Vedo che sta ancora a contare i giorni dall'inizio nonostante le considerazioni fatte.
Vedo inoltre che le domande raggiungono l'assurdo, del tipo: la fase con gli effetti collaterali è finita ? Ma se non lo sa lei...parla come se gli effetti collaterali li stabilisse il medico o una teoria...
Per quanto riguarda le considerazioni sul meccanismo d'azione delle medicine, come le ho già detto non sono cose che spetta a lei sapere e quindi cestinerei perché è una serie di affermazioni senza un senso preciso.
Il suo ruolo è seguire le prescrizioni e riferire al medico come sta. Con questa semplicità si ottengono spesso i risultati migliori.
[#29]
Utente
Utente
Bene dott. pacini quali sono le domande alle quali mi risponderebbe con toni più garbati e meno cattedratici?Lei è certo che se fossi un paziente seguito da Lei (a pagamento) nel suo studio non mi risponderebbe alle mie semplici domande?Insomma rispettiamoci a vicenda.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Ma le domande che ha fatto qui al collega, allora perche' non le ha fatte al collega che l'ha visitata, appunto, a pagamento?

Le sue domande non sono altro che il frutto di una reiterazione e di una cattiva informazione sul trattamento che sta assumendo.
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Utente
Utente
Le ho fatte infatti.. ma se sono in contatto anche con voi le faccio pure a voi. Se siete in questo sito non è sinonimo di disponibitlità`? Invece nei vari post leggo spesso polemica.. noi ansiosi siamo una brutta razza.. ma perfare il vostro mestierre bisogna a volte essere più indulgenti no ?

Bene dott. Ruggero mi dice cosa c'è di sbagliato nelle mie domande ? Doce si nota la mia cattiva in formazione ?
Grazie per una risposta concreta.. e non "lei chiede cose che non può capire.." Sto seguendo una terapia che sale gradualmente.. chiedevo solo a che punto, secondo voi, in base ai miei racconti era il mio corpo in riferimento alla terapia.. dato che fino ai 10 mg ho risposto bene, cosa mi devo aspettare ?
Tutto qui.. non cominci a drei che non ho capito la terapia..

Poi gentili dottori vorrei tornare ad un livello più garbato di discussione. Mi scuso se ho contribuito ad alzare i toni. Rispettiamoci a vicenda, paziente e Medico.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

quando evito di rispondere a certe domande non lo faccio perché potrei esserle utile ma non voglio. Esattamente per la ragione contraria: le farei perdere del tempo convincendola che è utile che lei ragioni sui punti che ha formulato. Siccome sono domande che chiunque abbia un certo tipo di problemi ripete all'infinito, a rotazione, e siccome si tratta di domande senza risposta.
Per fare il nostro mestiere non bisogna essere indulgenti, perché questo peggiora le condizioni della persona. Rassicurare le persone può essere un'ottima cosa, o una pessima cosa, a seconda del tipo di disturbo.
Lei ancora va cercando cosa c'è di sbagliato nelle sue domande e la butta sul piano dell'informazione. Lei non è tenuto ad avere competenza tecnica, non è questo che si richiede ai pazienti. Le domande esprimono dei dubbi aperti generici, sintomo del fatto che ancora probabilmente non sta bene o che avrà un carattere ansioso.
Lei scrive per avere risposte alle sue domande che non hanno risposta. "Cosa si deve aspettare dalla cura ?". Se devo considerare questa domanda ed altre dello stesso tipo come sintomi di un malessere ansioso, allora le confermo che la cosa migliore è non discuterle. Se devo considerarla una domanda a cui dare una risposta, allora francamente mi suona priva di un senso preciso. Ma io presumo che sia la prima ipotesi.

I toni della discussione li ha cambiati Lei, per quanto mi riguarda non ho Le ho mancato di rispetto.

Le viversa, non gliene faccio una colpa ma ogni volta glielo faccio nuovamente notare, non legge il consulto per capire il senso della risposta, ma per cercare una risposta che si aspetta, e se non la trova va oltre e ripete più o meno le stesse domande. Cerchi di non scambiare i tentativi di portarla su una strada pià costruttiva con arroganza, altrimenti è inutile dialogare.
[#33]
Utente
Utente
Gent.mo Dott. Pacini,

darle torto stavolta mi è difficile. Avrà capito che il mio carattere è ansioso.. è il mio tratto più fastidioso.. a volte mi perdo in ricerca di conferme su conferme.. forse ha ragione Lei sul fatto che dovrei pensare meno. Alla fine sono a 10mg di Seropram e non ho avuto effetti collaterali.. dovrei basarmi su questi dati per il futuro ed invece cerco continue conferme. Mi piace a volte sentirmi ripetere va tutto bene ed essere motivato.
Le riconosco dott. Pacini di essere stato a volte molto efficace con me.. in due punti su tutto:
1)Affermando che con un SSRI a pieno regime NON avrò mai un attacco di panico
2)Ricordandomi l'effetto nocebo..

Forse dicendomi che all'inizio ci possono essere aumenti di ansia non mi ha spiegato dettagliatamente come e quando.. e li è il mio cruccio.. :-) Quest'inizio non le chiederò più quand'è e aspetterò.. positivamente :-)

quindi la ringrazio per la pazienza finora mostratami..

Noi ansiosi siamo una brutta razza :-)

[#34]
Utente
Utente
Gent.mo Dott. Pacini

La aggiorno sulla mia terapia. Stavamo salendo una goccia di seropram ogni 7 giorni, poi siamo passati brevemente ogni 4 giorni.. arrivato a 6 gocce però ho cominciato ad evere forti stati di irrequietezza.. come se fossi troppo carico di energia.

Il mio psichiatra ha deciso che visto che il mio caso non ha una componente depressiva di rimanere a 10 mg per un pò.. secondo lui possono bastare e salire non è una neccessità. All'occorrenza se dovessi dovessi ancora avere forti tensioni mi ha prescritto una farmaco che si chiama Temesta (in Italia tavor) sublinguale da 1 mg.

L'altro giorno quando in fase di agitazione acuta l'ho preso e sono stato subito bene.. come se avesse eliminato la componente ansiosa e traformato quell'energia nervosa in energia positiva.

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Una terapia per un disturbo d'ansia non dovrebbe lasciare il risultato sospeso a metà tra il controllo dei sintomi e la terapia al bisogno. I farmaci come il temesta sono destinati ad un uso saltuario e occasionale, cioè non "al bisogno" in un soggetto ansioso, che ne avrà bisogno spesso e per livelli di ansia difficilmente oggettivabili.
Non trovo neanche niente di strano che una dose anche bassa di citalopram possa produrre una sensazione di iperstimolazione. Per capire esattamente a cosa corrisponda si dovrebbe aver chiara la diagnosi di fondo e le sue condizioni "dal vivo". Non comprendo il discorso della presenza/assenza di una componente depressiva come "guida" per l'uso del citalopram e l'interpretazione degli effetti. Si possono avere comunque, il che implica magari un rallentamento oppure una stabilizzazione su dosi basse, ma non lo stazionamento su dosi inefficaci (vista poi la necessità di abbinare un ansiolitico).
[#36]
Utente
Utente
Gent.mo Dottore,
qui vengono un pò fuori i miei limiti.. sono certo che se lei parlasse con il mio medico vi capireste in pochi secondi.. parlare con me non è il massimo.

Temesta io lo tengo nella tasca del marsupio per emergenza.. ma finora per fortuna non ne ho avuto bisogno se non sabato oppure quando l'ho sperimentato un mesetto fà.

Sono altresì convinto che il mio medico voglio stabilizzare gli effetti e poi eventualmente salire.. quello che ho appreso da lui e che non ha per niente fretta di farlo.. e io voglio fidarmi perchè comunque sto meglio, oggi sono più sereno rispetto ai mesi addietro..
La dose attuale comunque sono certo che, per quanto forse non terapeutica, dei riscontri positivi me li stia dando.

Io appartengo alla categoria ansiosi/"rompipalle" quelli che ne hanno sempre una.. certo prima di diventare padre avevo trovato una grande equilibrio, ora è tutto diverso ma sono certo che ce la farò :-)

(devo riconoscere che il pensiero sulla mancata depressione in merito alla posologia riflettendo viene da mia moglie infermiera e non dal medico.. ho fatto confusione..)

DIMENTICAVO
IL TEMESTA MI È STATO DATO SOLO SE AVESSI ANCORA QUELLE ECCESSIVE STIMOLAZIONI DEL CITALOPRAM.. NON COME TERAPIA.

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

non si attribuisca colpe, c'è il medico apposta per gestire le situazioni. Ovviamente un paziente ansioso induce spesso cautele legate più alla volontà di non farlo spaventare per effetti collaterali altrimenti transitori e privi di peso, ma si tratta di una caratteristica del rapporto medico-paziente in queste circostanze. La cosa da evitare però è di traddurre questo limite del disturbo in un limite della terapia, perché allora si asseconda il tratto ansioso del paziente come se dovesse far da guida alla soluzione del problema, e si rimane spesso incagliati in terapie a mezz'asta.
[#38]
Utente
Utente
Come sempre è molto chiaro dottore :-)

Dato che la fastidiosa, come l'ha chiamata Lei, "iperstimolazione" continua un poco ad infastidirmi capisco che la mossa del mio medico sia stata ponderata..
Le premetto che non sto male.. cioè l'umore è nettamente migliorato.. ma sento addosso come al solito troppa elettricità.. vorrei saltare e urlare.. ma poi credo mi licenzino :-) Si tratta,ovviamente, di cose transitorie vero ??!!(altrimenti mi assumeranno in un circo.. :-)

Le confermo che quando mi fece la prescrizioni del seropram già quasi mi anticipò un "..arriviamo a 10mg poi ci fermeremo un poco di più.." Quindi sono fiducioso.. più leggo i suoi post e più comprendo che affidarmi ai vostri consigli come fossero sentenze è la cosa migliore..
Dubito che il mio medico voglio lasciarmi a metà.. mi ha dato un concetto di tempo indeterminato però.. mi ha detto che il tempo che ci metterò per "guarire" non è importante quanto sia.. l'importante è che alla fine stia meglio.

Io mi limito a riportare cosa sento e non devo cercare io una soluzione o specializzarmi in farmacologia, ma ci siete voi.. e stavolta l'ho capita :-)
[#39]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

i nostri consigli non sono sentenze, anche perché il primato ce l'ha comunque chi la visita, altrimenti la medicina diventerebbe virtuale e anche e soprattutto in psichiatria deve invece basarsi sul paziente "visto".
Non si crucci di non sapere di farmaci, questo la rende un paziente meglio gestibile nel suo stesso interesse.
I medici esperti in farmacologia sono in genere pazienti molto difficili perché compiono gli stessi errori dei profani nel rapporto con le medicine, soltanto che ci ragionano in termini tecnici.
Il termine iperstimolazione può avere vari significati, non è un problema se il medico sceglie di usare dosi iniziali minori, e lei sta bene comunque. Il problema sta nel sapere con quale diagnosi si sta "dialogando" mediante il farmaco.
[#40]
Utente
Utente
Difficile capire anche per me a volte.. dopo diversi anni nei quali ho avuto a che fare con analisti, stavolta il medico che ho scelto è congnitivo comportamentale.

Lui dice che attraverso un dialogo cognitivo vuole farmi prendere coscienza del fatto posso stare bene.. lui sostiene che mi manca molta fiducia in me stesso.. e alla fine è vero perchè nella vita mi son realizzato in tutto finora. Essendo cresciuto praticamente con un papà assente per malattia.. fratelli più grandi che mi comandavano.. mamma iperansiosa.. oggi a 29 anni c'è ancora un atteggiamente di rispetto verso di me ma vengo sempre visto come un essere inferiore e contestabile di continuo.. per quanto oggi grazie a mia moglie che già mi aveva aperto gli occhi la situazione sia migliorata, ora ne ho più coscienza. Sono un uomo di 29 anni non estremamente "maturo" per certe cose.. cioè.. lavoro e mi impegno per mia moglie e mio figlio.. non sperpero soldi in giro, insomma vivo per loro ma.. sono un poco egocentrico.. sempre con problemi più degli altri.. ecc.
Forse essere il ragazzo per sempre mi piaceva.. ora con un figlio sembra che il mondo sia cambiato.. ho rimpianto i tempi prima di averlo nei quali ero sempre sereno.. anche se lo adoro e lo rivorrei mille volte. Certo già da un mesetto sto bene, ma l'equilibrio non è ancora quello che vorrei.
Il mio medico dice che io soffro simpaticamente di "panfobia" mezzo panico e mezzo agorafobia.. la mia mente vuole andare ma poi a volte lontano da casa sono fragile (altre sono un leone..)

Secondo lei dott. Pacini stiamo (io ed il mio medico) andando nella giusta direzione. Si sa che un parere in più non guasta mai.. (poi dato il suo curruculum..lei la sa lunghissima..)
[#41]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

le cure mirano alla malattia. Le critiche alla sua personalità francamente mi sembrano poco costruttive. Si può scegliere di cambiare, ma senza il presupposto che c'è una personalità giusta e una non giusta. Si può preferire ad un certo punto "scrollarsi di dosso" una serie di elementi in parte appresi in parte costituzionali che ci impediscono la realizzazione. Ma non deve viverla come una correzione di suoi tratti "sbagliati". Sull'interpretazione del perché lei è quello che è io personalmente sorvolerei perché sono discorsi fumosi.
Panfobia è un termine che capisco poco: il disturbo di panico e l'agorafobia sono una cosa sola, mentre il fatto che si abbia un temperamento fobico-ansioso (questo se mai è un termine tecnico) è un aspetto che però è "altro" dal disturbo di panico.
Purtroppo varie forme di approccio psicologico al paziente si traducono nel voler insegnare "come si vive", mentre la medicina serve se mai per allineare un cervello con la persona, e consentire che questa si realizzi secondo le proprie direzioni e con i propri limiti, altrimenti il fine delle terapie dovrebbe essere l'uomo ideale senza "tendenze" psicologiche o vulnerabilità. Non ha senso che sia così.
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Utente
Utente
grazie dottore.. chissà qual'è il confine tra aver riportato male come sempre il pensiero del mio medico e aver sbagliato medico.. lo scopriremo solo strada facendo :-)

Spezzo solo una lancia a favore del medico sottolineando che il termine panfobia era detto con simpatia.. ma ne dubito che se parlasse con lei lo userebbe :-)

È molto interessante quel discorso di allineare il cervello con la persona.. significa imparare a convivere con se stessi giusto ? È poi quello che dovrei arrivare ad ottenere io..

Confesso che mi dispiace non essere un suo paziente.. (anche se il suo aiuto virtuale mi lusinga e mi pento delle parole delle scorse settimane..)
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Sostanzialmente significa che una persona con un carattere ansioso che ha il panico non deve essere "attaccata" per il suo carattere. Se vuole modificarne alcuni aspetti, può farlo ma è bene che lo faccia nel proprio interesse e per propri scopi, non perché debba essere "più giusta".
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Utente
Utente
Buongiorno Dottore,

sono di ritorno dal mio medico e dunque, essendo magari un pochino più fresco, riesco per una volta a spiegarmi in modo decente.

Anche oggi col medico ho mostrato la mia insofferenza che a tratti mi prende, mi fa sentire piccolo in un mondo così grande che tende a schiacciarmi e mi fa sentire su un equilibrio precario. Ho raccontato a lui di un sogno angosciante che ho fatto la scorsa settimana.. sognai di essere su di un grattacielo e di vedere la città piccolina.. sul grattacielo vedevo la porta per entrare nel palazzo e dunque togliermi dai piedi quel panorama fastidioso e la mia incapacità di arrivare a questa porta perchè in panico completo. Come quando da bimbo sognavo di arrivare senza forze alla porta d'ingresso di casa mia e di vedere i miei fratelli o mia nonna correre verso di me come per aggredirmi ed io che non riuscivo ad alzarmi e scappare. Le paure che oggi riporto quando giudo e mi trova sotto determinate montagne e l'ansia mi porta a pensare che all'improvviso mi possa trovare sulla cima di esse senza via d'uscita..
Ho in atto un trasloco, finalmente lascio una valle montuosa nella quale vivo da maggio scorso per ritornare sul lago e vorrei sapere se quei fantasmi arriveranno sotto altre forme..
Il medico sottolinea come essere diventato padre e marito, per quanto a livello conscio mi renda felice, abbia sconvolto i miei equilibri. Lo vedo molto proiettato nel rimarcare il ruolo nella mia vita di mia madre (iperansiosa e iperprotettiva) e nel lutto malelaborato della perdita di mio padre. Come se cercasse di rendermi indipendente, avverto il suo volermi staccare e farmi prendere nuove coscienze di me..

Ho spiegato che continuano i miei fenomeni di ipereccitazione col seropram, ma gli ho confessato che vorrei salire anche magari a costo di un temesta in più..
Purtroppo non ho avuto molto tempo e sono dovuto correre a prendere il bus per il lavoro..

Alla fine sono sempre qui a sognare di ritrova l'equilibrio lasciato per strada dal trasloco in quella valle "maledetta" e dalla nascita del mio bel bimbo..

Spero oggi di essere stato più chiaro. :-)

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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Ma lei con quale fine sta utilizzando questo servizio?

A me e' divenuto incomprensibile e non credo che le possa servire a qualcosa.
[#46]
Utente
Utente
Buongiorno dott.Rugggero,

grazie per la risposta, essendo, immagino, Lei pieno di altri impegni allora eviti di rispondermi ulteriormente.
Io sto cercando di capire con il dott Pacini quale strada percorrere.. ma finora non ero riuscito a spiegare adeguatamente il mio problema e ci sto provando.
Lei e le sue canoniche polemiche potreste stare fuori da questo post ?
Grazie e arrivederci
[#47]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

devo dire però che l'ultimo post invece mi suona abbastanza confuso.
I suoi ragionamenti sui farmaci sono. E soprattutto non è lei a dover proporre quali dosi usare, con questo rapporto confidenziale con i farmaci ("a costo di un temesta in più") come se potesse capirne i principi d'uso. Il suo ruolo non è quello di guidare il medico nella prescrizione. Ne otterrebbe una cattiva cura.
Il racconto dei sogni non è che aggiunga più di tanto a quello che si può intuire dal racconto della sua vita. L'esame psichiatrico è un colloquio finalizzato a evidenziare dei segni e dei sintomi, non tanto a conoscere la persona singola nella sua stora individuale.
[#48]
Utente
Utente
Gent.mo dott. Pacini,

sono convinto che lei abbia pienamente ragione sul fatto che io non ho i mezzi per prescrivermi una cura efficace. Solo mi piacerebbe rimanere meno possibile a dosi inefficaci di seropram.. tutto qui. Dato che spesso la discriminante È stata la mia paura di effetti collaterali, pensavo che forse è ora che smetto di metterli cosi in risalto.. e sopporto un poco di più. La teoria del mio medico che il seropram già a 10 mg per me può bastare si scontra con ciò che dice Lei e con i libri di farmacologia di mia moglie che parlano chiaro di dosaggio da 20 a 60 mg.. attenzione non sto addentrandomi in richieste di spiegazioni tecniche non mi fraintenda.. io non sono tenuto a sapere ed è meglio non sapere.. certo è oggettivo, come lei mi dice, che 10 mg è solo una via di mezzo pure fastidiosa se mi costringe ad alcuni temesta..

Non vorrei comunque sostituirmi alla vostra esperienza.. ma pure Lei dottore mi ha evidenziato che rimanere con terapie a mezz'asta non aiuta troppo.

Poi parliamo per parlare, capisco che finche non mi visiterebbe di persona parliamo solo pour parle.
[#49]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Gentile utente,

leggo solo ora la sua spocchiosa risposta.

Per quanto mi riguarda restero' ancora per molto in questo post, visto che dopo 49 risposte ancora non e' riuscito ad arrivare ad una risposta che la soddisfi probabilmente perche' mai nessuna risposta la soddisfera' in quanto il suo disturbo e' caratterizzato proprio da tali atteggiamenti.

Le sue richieste sono totalmente finalizzate ad ottenere una prescrizione dai colleghi.

Questo non avverra', e se mai dovesse avvenire provvederei ad intervenire come faranno anche altri.

Pertanto, la smetta di fare sempre la stessa domanda, perche' non otterra' la risposta che desidera.
[#50]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

confidi che il suo medico stia seguendo un strategia. Non ne anticipi le mosse..
Semplicemente chiarisca con il medico un piano di massima per avere un'idea di tempi e obiettivi previsti.
[#51]
Utente
Utente
Gent.mo dott. Ruggero,

effettivamente ho attraversato qualche brutto periodo ultimamente.. ma ora che sto meglio riesco a riconoscere con più tranquillità i miei sbagli. Mi pento di esser stato sgarbato con lei.

Io non volevo prescrizioni ma imparare cose che non dovevo imparare perchè per ogni cosa ci siete voi a far questo lavoro, come io faccio il mio.

Aver traslocato nel posto dove sognavo di andare mi ha dato più serenità di 100 mg di Citalopram.

Il mio medico mi ha lasciato sulla dose di 12 mg giornalieri e ora attendero sereno le sue mosse :-)

Sono certo che più avanti avrò i giovamenti ancora superiori per la terapia di seropram e sento che realizzerò il sogno di tornare a giudare da solo in autostrada :-) Poi con una bella terapia cognitivo comportamentale manterrò i progressi :-)

Sono fiducioso, e grazie anche a voi per avermi sopportato in questi mesi "neri" a lei ad al Dott Pacini.

Grazie
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