Ansia generalizzata

Da diverso tempo soffro di stati d'ansia diffusi, continui. Perlopiù si tratta di ansia anticipatoria (anche per i più piccoli eventi). Premetto che sono in cura col litio e 0.5 zyprexa. Dormo bene, ma il giorno era diventato un incubo.
Ora ho cominciatto ad assumere 1,25 mg Tavor al mattino e dopo pranzo. Sto meglio. Prima lo prendevo solo occasionalmente al bisogno. Può funzionare? Sopratutto può funzionare nel lungo periodo?

Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

omette una cosa importante e me ne spieghi il perché. Litio e zyprexa è una terapia per un disturbo bipolare presumibilmente. La componente ansiosa associata a questo disturbo non può essere liquidata come "ansia" ma forse va meglio valutata. Ora, in merito a questo la soluzione di chi la segue non può essere il tavor, che funziona una volta, due, tre ma come strategia generale è impossibile, e rischia di essere peggiorativo di vari parametri psichici. Perde efficacia dopo le prime settimane, induce a pensare che invece sia utile per un meccanismo di fluttuazione dei livelli anche dopo anni, e rischia di indurre tossicomania (meno probabile). Direi che è opportuna una soluzione diversa.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
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Utente
Utente
Gentile dott. Pacini

Ho omesso di essere affetto dal disturbo bipolare per il fatto che lo si poteva dedurre dall'assunzione del litio.
Capisco il suo ragionamento: lo stato d'ansia che può colpire chiunque non è lo stesso che può colpire il bipolare. Occorrerà una valutazione diagnostica ad hoc. Quindi ne parlerò col mio medico (che purtroppo vedo una volta al mese). Circa la perdita di efficacia, mi sembrava possibile. In genere ho assunto il Tavor proprio al bisogno, per mantenere l'efficacia del farmaco nel momento della pressante necessità.

Per il resto, col tempo, ho adottato misure che abbassasno il livello dell'ansia: lunghissime passeggiate nel Parco, ballo solitario in camera mia, corrispondenza con un amico che non esiste. Purtroppo non sempre posso fare queste cose.
In definitiva capisco che l'ansia è un sintomo di qualcosa che c'è sotto. Ma di che cosa?

Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Spesso di un tono che non è quello ottimale, sia per un residuo legato alle fasi "espanse", sia per un effetto stabilizzante che è percepito come verso il basso.
CHi soffre di questa malattia anche se sta fondamentalmente bene in termini di sintomi, si sente inchiodato ad un livello di funzionamento che è solo sufficiente. L'ansia nel bipolare spesso è un equivalente distimico, cioè il segno che non c'è spinta a sufficienza. Quando ci si sente al di sotto degli eventi e della vita, non si ha iniziativa, si aspetta da fuori una svolta e si ha paura di restare sempre sospesi in questa condizione "buona" ma non stimolante.
Fa benissimo a cercare stimoli ambientali, è una via importante che va presa anche come allenamento, perché riallenarsi al piacere è importante in questo disturbo.
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Utente
Utente
Posso provare, dott, Pacini, a tradurre in metafora quel che mi ha scritto. C'è un auto che viaggia bene in autostrada, ma poi deve entrare in una città dal traffico caotico, e a furia di andare a bassi regimi, si scarbura. Fa fatica a ripartire e quando riparte la guida non è nè fluida nè piacevole, ma lenta e affaticata.

Io sento spesso la mancanza di energia di cui parla. Ma la cosa peggiore è che mi ritrovo pieno di timori: le malattie, la perdita dei miei cari. Lo so che non bisognerebbe lasciarsi andare a questi pensieri, o perlomeno bisognerebbe tentare di razionalizzzare. Ma non sempre ci riesco.

A bordo della mia metaforica auto, ho sempre l'impressione che qualcosa si potrebbe rompere, che potrei forare, che potrei grippare. Uffa!

Saluto cordialmente
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Sì è una condizione abbastanza tipica del disturbo bipolare, che ha decorso variabile. Ma Lei sta prendendo le contromisure adeguate, soltanto che andrebbero chiariti alcuni punti "contro-intuitivi", per esempio il fatto che la macchina si scarbura fondamentalmente perché l'accelerazione è difettosa, troppo violenta anche se di pochi giri. Quando decelera avverte la "frenata", purtroppo questa sensazione di frenata non è completamente riassorbita, e ci si sente sempre "abbacchiati". Le psicoterapie sono utili in questo campo, così come la psicoeducazione, cioè capire dov'è che il meccanismo non funziona e dove si può rieducare, e non è semplice "buon senso".
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Utente
Utente
La retta via.

Con l'esperienza mi sono reso conto del fatto che spesso pretendo che esista una linearità e prevedibilità della vita. Cerco cioè una chimera, quella che mi fa pensare che metta a posto definitivamente tutte le cose. Una volta erano delle soglie (laurea, matrimonio, casa).

Quando credi di aver messo a posto qualcosa, ecco che l'indomani ti tocca ricominciare (anche se non da zero).
Per rimanere alla metafora dell'auto, non si può mai guidare dritti dritti,nemmeno su un'autostrada rettilinea. Ci vogliono sempre continue correzioni di sterzo. E le svolte poi non mancano mai.
Forse l'unica cosa veramente assennata che posso fare nei momenti di stanca è di guardarmi intorno. Qualcosa di piacevole la posso sempre trovare.

Dott. Pacini la saluto con i miei auguri di buon anno
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