Che mi ha detto che si poteva trattare di depressione lieve e mi ha prescritto entact in gocce
Buonasera a tutti, sono un ragazzo di 19 anni, all'inizio della terza superiore ho cominciato ad avere problemi a scuola e ho cominciato ad avere i primi attacchi di panico (ogni volta che mi trovavo davanti al portone scolastico mi veniva da piangere e non riuscivo ad entrare). Per un breve periodo la mia dottoressa di base mi ha prescritto degli ansiolitici e ne ho fatto uso fino alla fine dell'anno e nel frattempo ho cominciato un percorso di psicoterapia. Durante l'estate tra la terza e la quarta non ho piu avuto problemi solo che all'inizio del quarto anno ho di nuovo cominciato a soffrirne molto peggio dell'anno prima anche perchè l'ansia ha incominciato a limitarmi anche nella mia vita al di fuori della scuola, non riuscivo più fare a fare nulla per colpa dell'ansia (per esempio ho annullato viaggi fuori casa solo per la paura di allontanarmi da casa, non riuscivo piu ad andare in posti al chiuso senza sentirmi male) e ovviamente tutto questo condizionava anche le mie amicizie, tutti i pomeriggi li passavo a passeggiare da solo, raramente vedevo gli amici, non perchè mi escludessero ma proprio perchè non avevo nessuna voglia di vederli. Valutando la situazione con i miei genitori ho chiesto aiuto ad uno psichiatra (tra l'altro conoscente di mia madre) che mi ha detto che si poteva trattare di depressione lieve e mi ha prescritto Entact in gocce. Questa diagnosi mi ha tirato giù l'umore, il fatto di dover prendere degli antidepressivi (anche se lievi) mi faceva sentire debole e così sotto consiglio anche del mio psicologo (contrario a tutti i tipi di psicofarmaci) non ho seguito la terapia consigliata dalla dottoressa. Ora frequento la quinta liceo e gli attacchi di panico mi vengono di meno rispetto all'anno scorso. Nel frattempo a settembre ho interrotto il mio percorso di psicoterapia, un po per problemi finanziari e un po per vedere come sarebbe andata senza il sostegno di uno psicologo, ora a scuola ci vado regolarmente, il problema è che anche se gli attacchi di panico sono diminuiti le mie paranoie no (solo i sintomi psicofisici si sono allentati, i pensieri ansiosi no), prima cercavo di cambiare le cose ora invece è come se mi fossi rassegnato al fatto che l'ansia sia parte di me, passo tutti i pomeriggi a passeggiare solo e mi isolo dai miei amici, il mio umore è molto spesso cattivo, guardando i miei coetanei l'unica cosa che provo è invidia perchè loro riescono a fare cose che io non riesco e questo fatto mi ha portato ad essere ancora più insicuro, ogni cosa che faccio non mi soddisfa e credo sempre di farla male, non sono felice della mia vita, riconosco di aver fatto grandi progressi ma nonostante ciò non riesco ad essere felice, mi sento in colpa anche per la più piccola stupidaggine. Purtroppo ora mi ritrovo ad essere pentito di non aver seguito le cure prescritte dalla psichiatra. Secondo quanto scritto secondo voi dovrei ritornarci? Dovrei tornare anche dallo psicologo? Potrebbe trattarsi solo di problemi adolescenziali?
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Ha sbagliato a seguire il consiglio pregiudizievole del suo psicologo contrario all’uso dei farmaci.
La visita psichiatrica è stata chiaramente improntata sulla valutazione dei suoi sintomi e sul trattamento.
Non trattare i suoi disturbi li può portare a cronicizzazione.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
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Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 937 visite dal 08/02/2018.
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