Gli incontri non siano stati preceduti
Gentilissimi Dottori, vi scrivo per avere il vostro perito giudizio a proposito della situazione nella quale versa mio fratello di anni 36. Per meglio evidenziare la trasversalità del suo disagio, ritengo possa essere utile suddividere l’analisi nei vari ambiti:
1)Caratteriale:
Studi superiori (diploma di liceo scientifico). Impiegato a tempo indeterminato. Si presenta come una persona con una radicata mancanza di autostima, instabilità dell’umore, marcata incapacità di adattamento allo stress, di talché ogni stimolo – anche il più banale – diviene motivo di reazioni abnormi che vanno dall’aggressività verbale e fisica (quest’ultima principalmente su cose) e/o di pesante abbattimento morale. A ciò si aggiunga una tendenza a coltivare pensieri ossessivi che nel corso del tempo si sono diversificati in: suggestionabilità (notizie di efferati assassinii con paura di poter diventare lui stesso pazzo, ovvero un omicida; impressionalità mediatica a seguito di visioni di film dai contenuti violenti, con conseguente pavor nocturnis (es. occhi di bragia che lo fissano nel buio) e insonnia; da ultimo, dubbi sulla tendenza sessuale (omosessualità), quantunque attratto dal genere femminile (anche qui con accentuata impressionalità da mezzo televisivo che si estrinseca nel decifrare come messaggi della sua ipotetica propensione il fatto di aver cominciato a “fare caso” alla presenza di persone omosessuali in programmi televisivi oppure che molti di questi abbiano fatto outing o che molte pubblicità evochino tale tendenza.
Altri aspetti salienti sono rappresentati da una spiccata deresponsabilizzazione, sia per quanto attiene ad adempimenti di ordine pratico (es. non pagare le multe, non rinnovare l’assicurazione dell’auto, salvo intervento dei familiari per evitargli un più grave danno economico e legale), sia in ordine alle cause dei suoi problemi che vengono imputati o all’esterno o ad una parte incontrollabile di sé.
Inoltre si rileva uno scarso senso morale e di disprezzo delle norme e delle più elementari regole di convivenza sociale. Per converso, presenta - soltanto sul posto di lavoro - una esasperazione maniacale per l’ordine che, qualora venga violato da altri, diviene motivo di collera. In altri ambiti, tuttavia, si presenta estremamente confusionario e disordinato e intrusivo nelle cose altrui.
Per quanto attiene alla verbalità passa dal mutismo alla logorrea (avente ad oggetto sempre soltanto i suoi “problemi esistenziali”), con relativa indifferenza verso l’ascoltatore in termini di tempo e disponibilità di questi ad assecondare l’ascolto. La pulsione a parlare con i familiari si manifesta quando il disagio diviene per lui insostenibile, tendendo così a delegare ad altri la ricerca della soluzione ai suoi problemi. La modalità di esposizione è piuttosto faticosa. Attitudine a “interpunzonare” le frasi con esclamazioni e volgarità e a non concludere il periodo, con rapido passaggio a concetti diversi e del tutto avulsi dal contesto del discorso. Se a turbarlo è un diverbio con una persona dal cui giudizio è fortemente dipendente (ad es. attuale compagna), si riscontra propensione a citare testualmente ogni singola virgola, profondendo una gran quantità di tempo a dettagliare elementi inutili e oltremodo irrilevanti; si giunge così al paradosso, per cui dopo un paio d’ore di ascolto paziente, dinanzi all’invito a sintetizzare e centrare definitivamente il problema, la sua risposta è vaga e imprecisa.
Sul fronte della capacità di ascolto e ricezione dei concetti si presenta piuttosto vacuo. Scadente la capacità introspettiva. Anche nella fisicità dell’eloquio traspare una certa discordanza: nel parlare gesticola molto e con veemenza, lunghe pause tra le parole a cui si accompagna una mimica facciale esasperata (smorfie con la bocca). Per converso, durante l’ascolto si distrae facilmente e tende ad essere passivo e apatico.
Per quanto riguarda la salute, negli ultimi tempi si è mostrato fortemente disinteressato al cibo, tanto da arrivare a pesare 62 kg contro 1.82; situazione che solo di recente ha cominciato a migliorare, sebbene resti comunque sottopeso. A ciò si aggiunge l’abuso di caffè e di sigarette, in una ottica di generale noncuranza per la cura di sé stesso.
Dagli esami di routine pare sia emersa una semplice anemia, mentre gli altri valori rientrano negli standard. Il dosaggio dell’ormone tiroideo, è risultato anch’esso nella norma (padre ipertiroideo).
Sempre per quanto riguarda l’anamnesi ritengo possa essere utile sapere che non più di 7 o 8 anni fa, a seguito del criptorchidismo da cui è affetto dalla nascita, si è lasciato convincere a sottoporsi a visita andrologica e a dosaggio del testosterone, il quale è risultato secreto in quantità esageratamente superiore alla norma. A detta del medico, tale disfunzione si poteva porre come fattore scatenante della violenta aggressività che lo connotava a quel tempo nonché del fenomeno depressivo che già da allora aveva cominciato a manifestarsi. Allo stato dei fatti, stante la sua reticenza a sottoporsi a nuovi accertamenti non è possibile sapere se tale dato, normalizzato a quel tempo con una cura specifica, possa presentare nuovamente delle aberrazioni e con esso eventuali altri paramentri biologici non ancora indagati che potrebbero spiegare le alterazioni del suo comportamento.
In passato ha sofferto sporadicamente di attacchi di panico.
2)Famiglia:
Convive con i genitori. Il rapporto con costoro è conflittuale, quantunque essi siano benevolenti e disponibili nei suoi confronti. Il figlio è distante dalle vicissitudini familiari, manca di empatia, nutre totale disinteresse per le problematiche altrui, e si rivolge ai familiari solo in caso di suo bisogno innescando così un rapporto meramente utilitaristico.
3)Affetti
All’incirca 6 mesi fa, nel bel mezzo dei preparativi per organizzare per la fine di questo anno il matrimonio con la sua ex-fidanzata, scoppia in lui una profonda crisi personale a cui fa da sfondo una relazione intrattenuta in contemporanea con un’altra donna da un paio di mesi. Sebbene abbia sempre negato a sé stesso che potesse essere questa la causa di tale dietro front è plausibile ritenere che tale frequentazione lo avesse in qualche modo “affettivamente” distolto. Fatto sta che il fidanzamento si rompe in modo definitivo (sebbene lui auspicasse che la fidanzata, ignara, accettasse il c.d. “periodo di riflessione” in modo da mantenere il piede in due scarpe) e comincia un periodo disastroso per lui e per le persone che gli vivono intorno. La frequentazione, non più ostacolata, con la nuova fiamma prosegue e tuttavia senza che lui se ne possa rallegrare. Fintanto che è con lei è appagato, quando invece è solo sprofonda nell’ossessione di essere diventato omosessuale, mette in dubbio persino l’autenticità del suo interesse verso questa persona e ciò sebbene ad una visione retrospettiva senta di poter affermare che al momento in lui avviene esso sia senza dubbio spontaneo.
Si dimostra psicologicamente dipendente dal giudizio delle donne che frequenta, nonché inadeguato (“lei merita di più di me”). Inoltre mostra una emotività esasperata e una tendenza, oserei dire patologica, ad idealizzare la compagna per il cui compiacimento è disposto ad annullarsi.
Da gennaio di quest’anno ha iniziato una terapia presso una psicologa. Mi consta che gli incontri non siano stati preceduti da alcuna valutazione o tests né tantomeno da una precisa diagnosi del suo eventuale disturbo, fatta eccezione per una generica diagnosi di “ansia”, considerata dalla medesima facilmente sanabile.
Allo stato attuale, inoltre, le sedute consistono in fiumane di sfoghi da parte sua all’esito dei quali si percepisce momentaneamente rinfrancato, salvo poi sprofondare di nuovo nel turbinio dei pensieri.
Nessuna terapia comportamentale è stata programmata, a meno che il farlo parlare per un’ora una o due volte a settimana sia essa stessa la terapia.
Non assume nessun farmaco.
Scusate la lungaggine, ho cercato di illustrare, come meglio ho potuto, la situazione. Vi sarei grata se poteste darmi delle indicazioni in merito al suo problema e alla migliore strada da seguire per avere una diagnosi e una terapia adeguata, nonché se possibile avere il nominativo di un professionista su Pescara alle cui cure poter affidare mio fratello.
1)Caratteriale:
Studi superiori (diploma di liceo scientifico). Impiegato a tempo indeterminato. Si presenta come una persona con una radicata mancanza di autostima, instabilità dell’umore, marcata incapacità di adattamento allo stress, di talché ogni stimolo – anche il più banale – diviene motivo di reazioni abnormi che vanno dall’aggressività verbale e fisica (quest’ultima principalmente su cose) e/o di pesante abbattimento morale. A ciò si aggiunga una tendenza a coltivare pensieri ossessivi che nel corso del tempo si sono diversificati in: suggestionabilità (notizie di efferati assassinii con paura di poter diventare lui stesso pazzo, ovvero un omicida; impressionalità mediatica a seguito di visioni di film dai contenuti violenti, con conseguente pavor nocturnis (es. occhi di bragia che lo fissano nel buio) e insonnia; da ultimo, dubbi sulla tendenza sessuale (omosessualità), quantunque attratto dal genere femminile (anche qui con accentuata impressionalità da mezzo televisivo che si estrinseca nel decifrare come messaggi della sua ipotetica propensione il fatto di aver cominciato a “fare caso” alla presenza di persone omosessuali in programmi televisivi oppure che molti di questi abbiano fatto outing o che molte pubblicità evochino tale tendenza.
Altri aspetti salienti sono rappresentati da una spiccata deresponsabilizzazione, sia per quanto attiene ad adempimenti di ordine pratico (es. non pagare le multe, non rinnovare l’assicurazione dell’auto, salvo intervento dei familiari per evitargli un più grave danno economico e legale), sia in ordine alle cause dei suoi problemi che vengono imputati o all’esterno o ad una parte incontrollabile di sé.
Inoltre si rileva uno scarso senso morale e di disprezzo delle norme e delle più elementari regole di convivenza sociale. Per converso, presenta - soltanto sul posto di lavoro - una esasperazione maniacale per l’ordine che, qualora venga violato da altri, diviene motivo di collera. In altri ambiti, tuttavia, si presenta estremamente confusionario e disordinato e intrusivo nelle cose altrui.
Per quanto attiene alla verbalità passa dal mutismo alla logorrea (avente ad oggetto sempre soltanto i suoi “problemi esistenziali”), con relativa indifferenza verso l’ascoltatore in termini di tempo e disponibilità di questi ad assecondare l’ascolto. La pulsione a parlare con i familiari si manifesta quando il disagio diviene per lui insostenibile, tendendo così a delegare ad altri la ricerca della soluzione ai suoi problemi. La modalità di esposizione è piuttosto faticosa. Attitudine a “interpunzonare” le frasi con esclamazioni e volgarità e a non concludere il periodo, con rapido passaggio a concetti diversi e del tutto avulsi dal contesto del discorso. Se a turbarlo è un diverbio con una persona dal cui giudizio è fortemente dipendente (ad es. attuale compagna), si riscontra propensione a citare testualmente ogni singola virgola, profondendo una gran quantità di tempo a dettagliare elementi inutili e oltremodo irrilevanti; si giunge così al paradosso, per cui dopo un paio d’ore di ascolto paziente, dinanzi all’invito a sintetizzare e centrare definitivamente il problema, la sua risposta è vaga e imprecisa.
Sul fronte della capacità di ascolto e ricezione dei concetti si presenta piuttosto vacuo. Scadente la capacità introspettiva. Anche nella fisicità dell’eloquio traspare una certa discordanza: nel parlare gesticola molto e con veemenza, lunghe pause tra le parole a cui si accompagna una mimica facciale esasperata (smorfie con la bocca). Per converso, durante l’ascolto si distrae facilmente e tende ad essere passivo e apatico.
Per quanto riguarda la salute, negli ultimi tempi si è mostrato fortemente disinteressato al cibo, tanto da arrivare a pesare 62 kg contro 1.82; situazione che solo di recente ha cominciato a migliorare, sebbene resti comunque sottopeso. A ciò si aggiunge l’abuso di caffè e di sigarette, in una ottica di generale noncuranza per la cura di sé stesso.
Dagli esami di routine pare sia emersa una semplice anemia, mentre gli altri valori rientrano negli standard. Il dosaggio dell’ormone tiroideo, è risultato anch’esso nella norma (padre ipertiroideo).
Sempre per quanto riguarda l’anamnesi ritengo possa essere utile sapere che non più di 7 o 8 anni fa, a seguito del criptorchidismo da cui è affetto dalla nascita, si è lasciato convincere a sottoporsi a visita andrologica e a dosaggio del testosterone, il quale è risultato secreto in quantità esageratamente superiore alla norma. A detta del medico, tale disfunzione si poteva porre come fattore scatenante della violenta aggressività che lo connotava a quel tempo nonché del fenomeno depressivo che già da allora aveva cominciato a manifestarsi. Allo stato dei fatti, stante la sua reticenza a sottoporsi a nuovi accertamenti non è possibile sapere se tale dato, normalizzato a quel tempo con una cura specifica, possa presentare nuovamente delle aberrazioni e con esso eventuali altri paramentri biologici non ancora indagati che potrebbero spiegare le alterazioni del suo comportamento.
In passato ha sofferto sporadicamente di attacchi di panico.
2)Famiglia:
Convive con i genitori. Il rapporto con costoro è conflittuale, quantunque essi siano benevolenti e disponibili nei suoi confronti. Il figlio è distante dalle vicissitudini familiari, manca di empatia, nutre totale disinteresse per le problematiche altrui, e si rivolge ai familiari solo in caso di suo bisogno innescando così un rapporto meramente utilitaristico.
3)Affetti
All’incirca 6 mesi fa, nel bel mezzo dei preparativi per organizzare per la fine di questo anno il matrimonio con la sua ex-fidanzata, scoppia in lui una profonda crisi personale a cui fa da sfondo una relazione intrattenuta in contemporanea con un’altra donna da un paio di mesi. Sebbene abbia sempre negato a sé stesso che potesse essere questa la causa di tale dietro front è plausibile ritenere che tale frequentazione lo avesse in qualche modo “affettivamente” distolto. Fatto sta che il fidanzamento si rompe in modo definitivo (sebbene lui auspicasse che la fidanzata, ignara, accettasse il c.d. “periodo di riflessione” in modo da mantenere il piede in due scarpe) e comincia un periodo disastroso per lui e per le persone che gli vivono intorno. La frequentazione, non più ostacolata, con la nuova fiamma prosegue e tuttavia senza che lui se ne possa rallegrare. Fintanto che è con lei è appagato, quando invece è solo sprofonda nell’ossessione di essere diventato omosessuale, mette in dubbio persino l’autenticità del suo interesse verso questa persona e ciò sebbene ad una visione retrospettiva senta di poter affermare che al momento in lui avviene esso sia senza dubbio spontaneo.
Si dimostra psicologicamente dipendente dal giudizio delle donne che frequenta, nonché inadeguato (“lei merita di più di me”). Inoltre mostra una emotività esasperata e una tendenza, oserei dire patologica, ad idealizzare la compagna per il cui compiacimento è disposto ad annullarsi.
Da gennaio di quest’anno ha iniziato una terapia presso una psicologa. Mi consta che gli incontri non siano stati preceduti da alcuna valutazione o tests né tantomeno da una precisa diagnosi del suo eventuale disturbo, fatta eccezione per una generica diagnosi di “ansia”, considerata dalla medesima facilmente sanabile.
Allo stato attuale, inoltre, le sedute consistono in fiumane di sfoghi da parte sua all’esito dei quali si percepisce momentaneamente rinfrancato, salvo poi sprofondare di nuovo nel turbinio dei pensieri.
Nessuna terapia comportamentale è stata programmata, a meno che il farlo parlare per un’ora una o due volte a settimana sia essa stessa la terapia.
Non assume nessun farmaco.
Scusate la lungaggine, ho cercato di illustrare, come meglio ho potuto, la situazione. Vi sarei grata se poteste darmi delle indicazioni in merito al suo problema e alla migliore strada da seguire per avere una diagnosi e una terapia adeguata, nonché se possibile avere il nominativo di un professionista su Pescara alle cui cure poter affidare mio fratello.
[#1]
Gentile utente,
la meticolosa descrizione comunque consente solo un indirizzo diagnostico che in ogni caso va confermato da una visita specifica.
Innanzitutto, e' necessario il consenso di suo fratello per iniziare un trattamento di qualsiasi tipo.
E' fondamentale una diagnosi psichiatrica adatta per valutare bene la situazione.
E' troppo complesso poter esprimere un parere adeguato in questa situazione. Si rivolga la Centro di Salute Mentale della sua zona.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
la meticolosa descrizione comunque consente solo un indirizzo diagnostico che in ogni caso va confermato da una visita specifica.
Innanzitutto, e' necessario il consenso di suo fratello per iniziare un trattamento di qualsiasi tipo.
E' fondamentale una diagnosi psichiatrica adatta per valutare bene la situazione.
E' troppo complesso poter esprimere un parere adeguato in questa situazione. Si rivolga la Centro di Salute Mentale della sua zona.
Cordiali Saluti
Dr. F.S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Gentile Signora,
la precisa descrizione che Lei riporta della sintomatologia di Suo fratello, non permette purtroppo, neppure una ipotesi diagnostica, condizione indispensabile per ogni terapia.
Il mio consiglio è di convincere Suo fratello a consultare uno psichiatra, unica figura professionale, in quanto medico, abilitata a formulare una diagnosi, e quindi programmare e proporre una terapia, sia essa farmacologica, o una psicoterapia o entrambe.
Sinceramente non mi sembra che quanto è stato fatto fino ad ora sia corretto in campo diagnostico e terapeutico.
A Sua disposizione La saluto cordialmente.
Domenico Mazzullo
la precisa descrizione che Lei riporta della sintomatologia di Suo fratello, non permette purtroppo, neppure una ipotesi diagnostica, condizione indispensabile per ogni terapia.
Il mio consiglio è di convincere Suo fratello a consultare uno psichiatra, unica figura professionale, in quanto medico, abilitata a formulare una diagnosi, e quindi programmare e proporre una terapia, sia essa farmacologica, o una psicoterapia o entrambe.
Sinceramente non mi sembra che quanto è stato fatto fino ad ora sia corretto in campo diagnostico e terapeutico.
A Sua disposizione La saluto cordialmente.
Domenico Mazzullo
[#3]
Utente
Egr. Dott. Ruggiero, la ringrazio per la risposta. Probabilmente mi sono profusa nella descrizione nel convincimento di rendere meglio inquadrabile il caso, sia per avere un indizio di diagnosi un po' più preciso sia per ciò che concerne la strada migliore da percorrere (psicologo o psichiatra? e ancora valutazione sommaria o tests di valutazione? eventuali esami specifici? terapia cognitivo-comportamentale e/o farmaci o "monologhi" con lo psicologo?). Ci siamo già recati presso il CSM della nostra città, ma la prima ed unica seduta (cui ero presente, peraltro) con uno psichiatra si è conclusa con il rimpallare il caso ad uno dei tanti psicologi che prestano servizio lì e che peraltro, senza neppure voler conoscere il caso, si è detto molto impegnato nei prossimi mesi e impossibilitato a occuparsene. Per questo da gennaio fa terapia privatamente presso una psicologa. Ma come ho già detto, dopo 3 mesi, le sedute consistono soltanto in lunghe narrazioni delle sue giornate, delle sue vicissitudini amorose, e quant'altro.
[#5]
Gentile signora,
sono perfettamente d’accordo con i colleghi. E’ indispensabile ottenere la diagnosi da parte di uno psichiatra per poi decidere il miglior trattamento da effettuare. Come spesso ripeto, qui nel forum e senza un colloquio non è possibile fare una diagnosi ben precisa e conseguentemente non è possibile dare indicazioni sulla terapia giusta (farmacologia, psicoterapia o associazione dei due approcci). Io le consiglio di rivolgervi, se suo fratello vuole, ad un altro psichiatra per avere un secondo parere. Purtroppo personalmente non so indicarle alcun nominativo nella vostra città.
Cordiali saluti
Dr.ssa Cristiana Cecchi
sono perfettamente d’accordo con i colleghi. E’ indispensabile ottenere la diagnosi da parte di uno psichiatra per poi decidere il miglior trattamento da effettuare. Come spesso ripeto, qui nel forum e senza un colloquio non è possibile fare una diagnosi ben precisa e conseguentemente non è possibile dare indicazioni sulla terapia giusta (farmacologia, psicoterapia o associazione dei due approcci). Io le consiglio di rivolgervi, se suo fratello vuole, ad un altro psichiatra per avere un secondo parere. Purtroppo personalmente non so indicarle alcun nominativo nella vostra città.
Cordiali saluti
Dr.ssa Cristiana Cecchi
Dr.ssa Cristiana Cecchi
[#6]
E' inutile che le dica, d'accordo con i colleghi, che la situazione di suo fratello è estremamente complessa sul piano psichiatrico e psicologico. Quello che intravedo, sulla base della sua più che esauriente descrizione, è un fondo "ciclotimico"; intendendo per ciclotimia una situazione di instabilità dell'umore che oscilla tra la maniacalità-irritabilità e la depressione-pessimismo. Non parla di vere "fasi", cioè di periodi abbastanza lunghi, alcuni mesi di solito, quindi è probaible che siano in gioco aspetti di personalità ciclotimica. Su questo fondo si sono innestati i problemi ossessivi, i dubbi sull'omosessualità, ecc.
Questo in linea molto generale.
Trattamento, sempre in linea generale: combinato, psichiatrico e psicologico, cioè psico-farmacologico e psicoterapico.
Sul piano farmacologico vedrei sicuramente uno stabilizzatore dell'umore; da valutare l'associazione di un antidepressivo serotoninergico per attenuare le ossessioni; sicuramente no ansiolitici (l'ansia è l'ultimo dei problemi di suo fratello) né sonniferi perchè in queste situazioni il rischio di dipendenza è molto elevato.
Sul piano psicologico un buon intervento cognitivo-comportamentale, per cominciare, e poi si vede.
E' un lavoro lungo e gravoso e suo fratello deve esserne consapevole.
Questo in linea molto generale.
Trattamento, sempre in linea generale: combinato, psichiatrico e psicologico, cioè psico-farmacologico e psicoterapico.
Sul piano farmacologico vedrei sicuramente uno stabilizzatore dell'umore; da valutare l'associazione di un antidepressivo serotoninergico per attenuare le ossessioni; sicuramente no ansiolitici (l'ansia è l'ultimo dei problemi di suo fratello) né sonniferi perchè in queste situazioni il rischio di dipendenza è molto elevato.
Sul piano psicologico un buon intervento cognitivo-comportamentale, per cominciare, e poi si vede.
E' un lavoro lungo e gravoso e suo fratello deve esserne consapevole.
Dr Andrea Mazzeo
Specialista in Psichiatria
Lecce - Roma
[#7]
Gentile utente,
il quadro da lei descritto è estremamente complesso, ma in alcuni casi un bravo psichiatra può anche fare il miracolo. A Pescara proverei con la dr.ssa Sabrina Di Vaio, allieva del Prof. Cassano, nonchè persona molto intelligente e particolare. I suoi appuntamenti vengono presi tramite un cellulare (335-5379602) in orari prestabiliti e riportati nella segrateria del suddetto numero. Data la complessità del caso, non escludete la possibilità di spostarvi per un consulto su Firenze (Dr. Giulio Perugi) o direttamente dal Prof. Cassano (Casa di Cura S. Rossore, Pisa, 050-533372).
Buona Pasqua
Silvio Presta
www.silvio-presta-psichiatra.tk
il quadro da lei descritto è estremamente complesso, ma in alcuni casi un bravo psichiatra può anche fare il miracolo. A Pescara proverei con la dr.ssa Sabrina Di Vaio, allieva del Prof. Cassano, nonchè persona molto intelligente e particolare. I suoi appuntamenti vengono presi tramite un cellulare (335-5379602) in orari prestabiliti e riportati nella segrateria del suddetto numero. Data la complessità del caso, non escludete la possibilità di spostarvi per un consulto su Firenze (Dr. Giulio Perugi) o direttamente dal Prof. Cassano (Casa di Cura S. Rossore, Pisa, 050-533372).
Buona Pasqua
Silvio Presta
www.silvio-presta-psichiatra.tk
Silvio Presta
[#8]
Gentile utente,
come giustamente esposto dal collega e amico Dr. Silvio Presta il quadro clinico attribuibile a suo fratello è particolarmente intricato e nonostante la sua descrizione dettagliata non è possibile eseguire una diagnosi in quanto l'osservazione del paziente in questi casi risulta spesso dirimente; sicuramente è necessario l'intervento di uno psichiatra, lo psicologo lo vedrei più come una figura complementare, di supporto. A Pescara sicuramente la collega e amica dr.ssa Sabrina Di Vaio potrebbe darvi una mano (cell.: 335-5379602). Cordiali saluti.
Claudio Lorenzetti
come giustamente esposto dal collega e amico Dr. Silvio Presta il quadro clinico attribuibile a suo fratello è particolarmente intricato e nonostante la sua descrizione dettagliata non è possibile eseguire una diagnosi in quanto l'osservazione del paziente in questi casi risulta spesso dirimente; sicuramente è necessario l'intervento di uno psichiatra, lo psicologo lo vedrei più come una figura complementare, di supporto. A Pescara sicuramente la collega e amica dr.ssa Sabrina Di Vaio potrebbe darvi una mano (cell.: 335-5379602). Cordiali saluti.
Claudio Lorenzetti
Dr. Claudio Lorenzetti
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 31.7k visite dal 06/04/2006.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Insonnia
L'insonnia è un disturbo del sonno che comporta difficoltà ad addormentarsi o rimanere addormentati: tipologie, cause, conseguenze, cure e rimedi naturali.