Ansia debilitante lavoro trauma

Buongiorno lavoro da 7 anni nella stessa azienda. Ho avuto un ingresso in azienda caratterizzato da atteggiamenti fortemente svilenti e vessatori esplicitamente diretti all' orientamento sessuale. Ho iniziato quindi 7 anni fa a soffrire di ansia, seguito da uno psichiatra.
Dopo i primi 2 anni (ho tenuto duro), sono riuscito quasi totalmente a riconoscere la violenza subita, a stigmatizzarla, e a isolare questi fenomeni mettendo a conoscenza, in modo molto pacato, il datore di lavoro.
Ho ritenuto poter proseguire il lavoro, avendo drasticamente ridotto tali ingerenze.
L ansia a volte debilitante non è mai cessata. Nei 5 anni successivi rare provocazioni si sono verificate, che per intensità non posso giustificare l'ossessione ormai maturata di ingiustizia subita. Dopo diversi anni, il mio pensiero ritorna ciclicamente e ossessivamente sul mio ingresso lavorativo. A volte credo che non sia possibile lavorare in un posto con tale passato. Nella mia testa è quasi come se accettassi di restare a lavorare in un posto in cui è avvenuto un abuso mai realmente denunciato.
I percorsi con farmaci e psichiatra riescono si a placare l ansia, nei momenti in cui diventa debilitante; ma non sono riusciti a farmi chiudere e accettare il passato. In questo modo io continuo a ritornare periodicamente su pensieri "avrei dovuto denunciare" senza riuscire a ricostruirmi un presente sereno. e diffidano comunque di qualsiasi scelta aziendale, senza riuscire a sentirmi appartenente ad un gruppo.
Grazie
Ora ho iniziato una psicoterapia...ma secondo voi quali farmaci e psicoterapia sarebbero più opportuni. Se me ne andassi dal lavoro riuscirei a chiudere con questo passato?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Mi faccia capire: se ha iniziato una psicoterapia, vorrà dire che lo psicoterapeuta ha più o meno fatto una diagnosi e le fa una psicoterapia con un determinato metodo, o no ?
Per quanto riguarda i farmaci, quali ha provato o sta prendendo ?

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
la psicoterapia l ho appena iniziata, ho fatto due incontri con una paicoterapeuta e abbiamo deciso di vederci settimanalmente. Ci conosciamo poco nei prossimi incontri avrò. indicazioni.
Con lo psichiatra ci siamo visti negli anni un po' ad emergenza e a periodi. I farmaci che ho preso sono citalopram, Xanax e Tavor orosolubile. Sono stati diminuiti fino a toglierli a fine settembre (eccetto il Tavor ). ... Ora avendo ripreso a star male ho deciso di iniziare appunto la psicoterapia, e l idea dello psichiatra sarebbe riprendere i farmaci. Io ora sono confuso. Non sono mai stato anti farmaci (tutt' altro)... ma non so se provare a dare peso alla psicoterapia per capire la mia ossessione e liberarmi da un evento violento.. Insomma sono indeciso se riprendere i farmaci o tenere solo il Tavor ( 2/3 mg al giorno)..... Ritengo che il Tavor è il farmaco che sembra aiutarmi di più.
Non so se cambiare psichiatra, magari chiedendo consiglio alla psicoterapeuta così da fare un percorso più seguito da specialisti che si conoscono tra loro.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

La diagnosi che ha ricevuto dallo psichiatra qual'è stata ?

Trovo un po' strano che si programmi un incontro settimanale senza che sia definita tecnica e diagnosi.
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Utente
Utente
Ok sono confuso sia dal psichiatrico fatto in questi anni, in cui è emersa ansia e depressione lieve. Forse faccio fatica a entrare in sintonia col medico. Vorrei essere seguito da uno psichiatra e uno psicoterapeuta in team. quale centro in Milano può essere idoneo per questo? Il San Raffaele è specializzato in trattamenti d'ansia? Vorrei riuscire a rivolgermi a una struttura un po' rinomata in modo da non perdere tempo e riuscire a trovare un percorso a me utile, senza continuare a cambiare altrimenti spendo anche soldi senza esiti concreti.
Se qualcuno lei puo' consigliare una buona struttura?
Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Guardi, la cura dei disturbi d'ansia è pratica comune di ogni psichiatra. Però qui "ansia e depressione lieve" non si capisce bene come diagnosi, perché "depressione lieve" può essere una diagnosi, ma "ansia" detto così come va inteso ? Non è chiaro.
Una cura psichiatrica prevede una diagnosi che di solito si pone subito o quasi, e alcune cure che possibilmente facciano riferimento ad uno standard, se esistente.
Inutile mettere in ballo un "team" se nessuno stabilisce che sia indicato un tale intervento.
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Utente
Utente
La ringrazio per la risposta.
Mi pare di capire che non sono stato supportato adeguatamente. Alterno giorni e periodi in cui sto malissimo, ansia davvero debilitante e pensieri ossessivi che non riesco a scaccciare per 8-10 ore di fila, che mi ingombrano a tal punto da non riuscire a concentrarmi su alto. I pensieri ossessi sempre riguardo alla forma di discriminatoria subita. (ormai 5 anni fa-ma mai rimossa)
Sono stato seguito farmacologicamente ( se tutt'ora ho un conservato il lavoro è perchè lo psichiatra ha tenuto alla medicazione -tavor-xanax-citalopram). Ho avuto un mese ad aprile di malattia prescritta dallo psichiatra per stress-ansia.
A parte l'aspetto farmacologico, che mi permette di almeno mantenere un posto di lavoro, credo che non ho un supporto psicologico o poco. E una diagnosi non è mai stata fatta, quando cerco di capire cosa ho che non va mi viene detto ansia debilitante e di conseguenza depressione (non fisiologica, ma dovuta all'ansia).
Anche io vorrei una diagnosi chiara. Non sto bene e ne sono consapevole.
Spero di trovare un affiancamento corretto.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Il problema forse è più semplice. Se la diagnosi è di disturbo d'ansia, magari semplicemente la terapia farmacologica va migliorata. Se citalopram a dose piena non basta, ci sono diverse altre opzioni.
Non è questione di supporto, ma di terapia.
Ovviamente se poi si chiarisce la diagnosi ci si orienta ancora meglio sul tipo di medicinale, le eventuali associazioni con altri interventi, inclusa la psicoterapia, i dosaggi etc.
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Utente
Utente
Buonasera,
ho avuto di nuovo un periodo di ansia sul lavoro molto forte, al limite da riuscire a presentarmi sul lavoro.
Ho ripristinato da 2 settimane su indicazione dello psichiatra una copertura farmacologica un po' più forte:
40 mg citalopram,
4 X 0,5 mg Xanax (1 al mattino, 1 alle 15.00, 2 prima di dormire).

Sicuramente la cura farmacologica è stata essenziale, senza non credo che riuscirei nemmeno a lavorare. Per cui seguo tutte le indicazioni dello psichiatra.

Anche con questa cura farmacologica, l'ansia sussiste.
Non debilitante, ma spesso respiro affannato e pensieri sempre rivolti solo ed esclusivamente al lavoro, e scadenze.
E' da 5 anni che il lavoro è diventata il mio unico pensiero, certo ossessivo.(lo lascio/non lo lascio).

Ora secondo voi, potrebbe essere la copertura farmacologica non ancora sufficiente. Ha senso continuare a prendere farmaci per riuscire a stare o sarebbe ora di cercare di completamente lavoro?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Questo è soltanto un tampone con un ansiolitico, funziona per un po', ma è destinato a perdere efficacia nel breve termine, per sua caratteristica.
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Utente
Utente
Non riesco a capire quale sia la via di uscita.
Se la cura farmacologica è solo un tampone, quale alternative potrei avere?
Premetto che ho difficoltà evidenti a relazionare, e il lavoro lo mantengo con estrema difficoltà, oltre il lavoro da tempo non ho più vita sociale, rapporti, interessi.. e questo mi focalizza sempre di più a considerarmi inadeguato al lavoro che faccio, a non trovare spunti di conversazione, etc..

Ora cosa potrei chiedere al mio psichiatra, oltre al supporto farmacologico? Che tipo di terapia può risultare efficace?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Non è che la cura farmacologica è un tampone, ho detto che l'ansiolitico è un tampone.
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Utente
Utente
Grazie per l'attenzione.
Sto molto meglio da due settimane, sono tranquillo sul lavoro. Credo sia l'effetto della cura.

Mi è chiara la distinzione che fa lei:
-l'ansiolitico tampona
-la cura farmacologica dovrebbe essere efficacie nel tempo e forse risolutiva.

Non mi è chiara pero' la netta distinzione nel mio caso: in cui la cura è Xanax e Citalopram. Lo Xanax è solo ansiolitico e il citalopram curativo? Insomma entrambi insieme formano una cura farmacologica efficace o sono solo dei tamponi? (perché nel caso cercherei di rivalutare i farmaci).

Slegandomi dal discorso dei farmaci una terepia psicologia può essere indicata? quali forme sono migliori per i disturbi d'ansia? Cognitivo comportamentale, analitica, psicodinamica..altro... insomma faccio fatica a orientarmi su questo. Incontri settimanali con uno psicoterapeuta, sono molto onerosi, ma sono consigliabili?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Esatto, come ha capito Lei è la distinzione.

Per alcuni disturbi d'ansia è utile la cognitivo-comportamentale.
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Utente
Utente
Grazie per il chiarimento e la rapidità.
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