Olanzapina e dpts

Buongiorno,
Ho 29 anni e da Novembre 2016 vado da una psicoterapeuta regolarmente una volta a settimana, vacanze a parte. Da Febbraio 2017 uno psichiatra mi ha fatto assumere Olanzapina 5 mg che sto smettendo adesso in accordo con lui. Mi è stato detto dalla psicoterapeuta che ho un disturbo post traumatico da stress per via di traumi con la t minore e la terapia che mi è stata proposta si avvale del metodo emdr che per me non ha alcun effetto. Olanzapina ha eliminato forti attacchi d'ansia che mi causavano allucinazioni visive interpretando con "fantasia" i dati di realtà. (Così mi è stato detto). Nonostante la cura continuo ad avere periodi depressivi seguiti da periodi dove improvvisamente sono energica e di buon umore, causandomi grosse difficoltà nel rispettare impegni quotidiani e di studio. La mia sensazione è che il farmaco, la terapia.. nulla di tutto questo sia andato veramente bene per me. In parte ne ho già parlato con la mia terapeuta (ora in maternità). Vorrei ora rivolgermi al medico di base per capire se ci siano altre strade, ad esempio valutare cause organiche. Riconosco che la mia vita sia stata costellata da instabilitá emotiva, attacchi di ansia e disturbi alimentari. Tuttavia non ho più alcuna voglia di rivalutare il passato. Vorrei ripartire dalla mia vita presente e pensare come guardare al futuro. Dovrei prendere altri farmaci per controllare i periodi depressivi? Gli episodi di positività non sono più manicali come prima ma quelli depressivi mi costringono a letto per giorni e giorni. Come mi consigliate di agire? Grazie!
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.5k 1k
La terapi farmacologica potrebbe non essere sufficiente per il trattamento dei suoi sintomi, per cui va rivalutata nei dosaggi piuttosto che nella sospensione.

La psicoterapia potrebbe non essere applicabile al suo caso.

Dr. F. S. Ruggiero

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Attivo dal 2018 al 2018
Ex utente
Gentile Dr. Ruggiero,.

Se ho capito bene allora lei comprende la mia insoddisfazione verso le scelte che hanno fatto i miei curanti? Non ho mai preteso di combattere i miei problemi solo con una pastiglia e faccio quello che posso per aiutarmi, quando sto bene. Ma mi era stato promesso che con questa cura mi sarei sentita benissimo e ora, dopo più di un anno, mi sento molto demotivata e sfiduciata. Pensa che a parte il suo parere potrebbe essere giusto parlare con un altro psichiatra? Ho fatto anche il test di Rorschach con il mio, eppure la cura non è sembrata molto mirata. Devo supporre che la diagnosi di DPST possa non essere completamente giusta? All'inizio mi era stato detto bipolarismo e doc poi è cambiata. Inoltre i miei curanti evadono il discorso perchè ritengono non sia utile sapere esattamente la diagnosi e che io non debba fissarmi sul tipo di problema emotivo che ho. Cosa ne pensa? Io vorrei avere delle risposte ma a furia di sentirmi dire picche a un certo punto ho rinunciato..
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Attivo dal 2018 al 2018
Ex utente
Vorrei raccontare un episodio a completamento di quanto scritto. Da quando ho cominciato a sospendere il farmaco (prendendolo un giorno si e uno no come consigliato dallo psichiatra), stanno raffiorando vecchi sintomi. Ad esempio il terrore che dietro ad una porta aperta ci sia qualcuno anche quando è impossibile (tipo di notte). Segue così la tachicardia, la mente ha paura e io comincio ad interpretare le ombre come fantasmi, presenze.. anche se mi rendo conto che tutto questo non è reale. In più, passo diverse ore della giornata, in casa o fuori, a immergermi con la fantasia in un mondo immaginario composto da me e persone conosciute.. recito un'altra vita, di rado senza accorgermi di camminare o essere sovrapensiero in modo bizzarro. È davvero possibile che si tratti unicamente di Disordine post traumatico? Qualcuno può rispondermi per favore? Ho bisogno di comprensione e consigli..
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Attivo dal 2018 al 2018
Ex utente
Non mi risponde più nessuno?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.5k 1k
Un contro è avere una diagnosi di disturbo post traumatico da stress per il quale il trattamento riferito non ha indicazione.

Altro conto è avere sintomi che hanno indicazione al trattamento per i quali lo stesso è indispensabile e non si può considerare che possa essere ridotto nel tempo.

Se pensa che compaiano persone dietro le porte allora vuol dire che il suo trattamento è indicato.
L'utilizzo di interpretazioni immaginarie alla realtà fanno del trattamento una terapia indicata.

La soluzione sta nella terapia continuativa.
Differente è il discorso che la sua terapia possa avere una efficacia ridotta oppure che si presentino effetti collaterali che vanno valutati di volta in volta da parte del suo curante.
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