Ansia e pianto
Buonasera dott.ri, sono federico ho 34 anni, sono un ragazzo gay, non dichiarato in famiglia. vi scrivo poichè sto vivendo da alcuni giorni una situazione di panico generalizzato, che si traduce in irrequietezza costante con frequenti sospiri, pianto frequente breve e intenso (solo quando sono solo), sonno irregolare con sogni strani o incubi e risvegli precoci da circa una settimana, calo ponderale (-2kg). il motivo scatenante è il lavoro, ma credo ci sia un magma sotto che è rimasto a "sobbollire" negli ultimi due anni ed ora ha trovato sfogo. cerco di essere sintetico ma esaustivo: durante gli ultimi 10 mesi è finita in maniera definitiva la mia relazione stabile con un compagno coetaneo che durava da 11 anni; 3 mesi dopo, a seguito di una banale discussione, che tutti affrontiamo, mio fratello mi ha cancellato dalla sua vita (4 anni più grande, vive da solo a 10 km da me); discorso simile con mia madre: non mi parla più da agosto pur vivendo nella stessa casa circa 3 giorni a settimana (con mio padre passa il resto dei giorni in campagna, lui mi parla). loro due hanno un carattere simile: a seguito di incomprensioni preferiscono toglierti la parola anche per un anno intero, e lo hanno dimostrato anche con altre persone care. 4 mesi fa ho trovato un nuovo compagno coetaneo ma è una relazione che avverto come faticosa perchè ha una famiglia molto pesante alle spalle (psichiatrici il nonno, la mamma, lo zio, lui no perchè per fortuna adottato, di professione medico) quindi rimanda spesso i nostri appuntamenti facendomi stare spesso deluso; una settimana fa inizio la professione di infermiere a tempo indeterminato in ospedale pubblico: evento questo che considero come scatenante la mia crisi di cui sopra. mi sono laureato nel 2008 come infermiere e subito ho fatto un concorso che si è sbloccato solo ora, ma ho lavorato molto poco nel settore, soprattutto in case di cura per anziani. poi sono stato fermo 3 anni, arrangiandomi con assistenze domiciliari perché ho desiderato prendermi una seconda laurea in biologo nutrizionista. ora mi hanno assegnato in una medicina d'urgenza nonostante abbia onestamente dichiarato la mia scarsa esperienza nell'area critica. ho sempre sofferto di una scarsa stima di me, nonostante abbia avuto anche dei successi: una relazione lunga, che ha rappresentato per me il vero amore, 2 volte 110 e lode, la stima di altre persone che mi hanno sempre visto come preciso, intelligente, alcuni anche interessante fisicamente (ammetto di non essere brutto). eppure da due anni ad oggi sento di essere scivolato in una sorta di immobilismo, non mi escono parole fluide, non amo il contatto con le persone (pessima cosa visto il mio lavoro di adesso!), e mi sento inadeguato in ogni circostanza, ambiente, situazione. trovo conforto solo nel letto, nello stare fermo chiuso in casa.infine, seppure mi piaccia in generale,mi sento più costretto ad accettare questo lavoro perchè indeterminato. chiedo consiglio per un primo passo. grazie!
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Può essere utile una valutazione psichiatrica a breve per capire se effettivamente ci possano essere segni di patologia.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
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Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 961 visite dal 23/01/2018.
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