Qualsiasi parere di carattere medico

Gentili Dottori, ho 26 anni e da più di 5 faccio uso di Xanax gocce quotidianamente. Oggi mi limito ad una sola somministrazione di circa 20/25 gocce al giorno, ma fino ad un anno e mezzo fa' ne assumevo anche 300 nell'arco di 12 ore. Ho sofferto di depressione e di attacchi di panico. Tuttora sono vittima di forti sbalzi d'umore, irrequietezza, nausea, urgenza di defecare e senso di inadeguatezza. Ho un pessimo rapporto col cibo ed eccetto il lavoro a cui dedico tutta me stessa, non ho nessun'altro tipo d'interesse. Ho allontanato tutti gli amici e non riesco a costruire un rapporto di coppia normale. Cerco sempre uomini che abbiano disagi di tipo psicologico e/o familiare e mi rendo conto che il mio unico desiderio è quello di arrivare ad un amplesso con loro, per poi cancellarli dalla mia esistenza.
Credo di essere molto lucida e razionale in quello che faccio, nonchè di agire in maniera sempre premeditata. Ho imparato a gestire le crisi di panico persino in luoghi pubblici e cerco di non limitarmi più niente. Se non esco è perchè non voglio, non perchè ho paura, come in passato. Fate conto che tutto questo malessere è scaturito dalla malattia di mia madre e dal suo decesso, avvenuto circa 4 anni fa'. Sono stata in cura presso una psicologa, uno psichiatra ed una psicoterapeuta. Oggi come oggi posso dire di non essere serena, ma di vivere in uno stato meno angoscioso rispetto a prima. Dopo tutta questa lunga introduzione, sono a chiederVi: pur sapendo che lo Xanax mi sta massacrando l'intestino e mi procura una serie di altre sintomatologie quali euforia alternata ad amarezza, amnesie momentanee, ecc... perchè non riesco a smettere? Perchè vedo quella bottiglietta come una nemica e nel contempo la mia unica alleata? Forse non sono ancora così sicura di potermi separare da essa? Appena ho un conato di vomito, butto giù qualche goccia e sto subito meglio. L'effetto placebo è così potente? E ancora, è possibile che l'allontanamento degli amici e le catastrofiche relazioni di coppia siano causate da una depersonalizzazione legata al farmaco? Spero di sì, perchè se così non fosse, ho proprio un caratteraccio. So quali dosaggi seguire per interrompere gradualmente la terapia, ma non riesco a compiere questo passo. Quello che ho fatto sinora, l'ho fatto da sola, nel bene e nel male: se smettessi lo Xanax credo che vorrebbe dire chiudere una fase della mia vita ancestralmente ancora legata a mia madre...
Non saprei!
Qualsiasi parere di carattere medico, sarà realmente ben accetto.
Cordialmente
[#1]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Lei assume da lungo tempo questo farmaco e ne subisce gli effetti tossici, compreso il legame senza senso terapeutico che si instaura dopo le prime settimane. L'effetto farmacologico è assente, se non per il fatto che il "su e giù" con cui procede le fa sembrare che prendendolo l'ansia scenda, in realtà si tratta dell'ansia "astinenziale".In più non comprendo se il disturbo suo è curato in qualche modo o no, ribadendo che lo xanax non una cura in sé. Le sue reazioni agli eventi sono manifestazioni del disturbo piuttosto che non del farmaco, mentre altri (tipo il disturbo della memoria) rientrano tra i sintomi di intossicazione. E' indicato in questi casi l'inizio di un regime terapeutico efficace sul disturbo di fondo, il che renderà la sospensione graduale dello xanax un problema probabilmente pià semplice di quel che sembra ora.

Sull'argomento c'è un mio riassunto con i concetti fondamentali nella sezione MinForma dal titolo mi sembra benzodiazepine: uso abuso e dipendenza.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

[#2]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4k 202
Gentile utente,
la benzodiazepina per lei è un alibi che giustifica tutte le sue sofferenze. Soffre tuttora di attacchi di panico, depressione, disturbi funzionali dell'intestino (che non sono dovuti allo Xanax)e altro. Da quando è morta sua madre scarica la rabbia e l'angoscia di questo lutto su se stessa, si fa del male di continuo, escludendosi dalle relazioni di amicizia e cercando accuratamente uomini sbagliati.
Dal punto di vista farmacologico l'alprazolam dopo cinque anni fa ben poco, nel bene e nel male, ma forse questo lo sospetta già.
Le consiglierei di ricominciare da capo, interrompendo questo circolo vizioso: il fatto che sia già stata in terapia non vuol dire che non possa chiedere un parere a un altro psichiatra o anche tornare da un terapeuta che l'ha già conosciuta.
Quando il rituale delle gocce sarà sostituito o affiancato da qualche azione alternativa, tipo telefonare a un'amica, allora lo Xanax perderà gran parte del suo potere, ma per ora c'è molta strada da fare.
Cordiali saluti

Franca Scapellato

[#3]
Utente
Utente
Gentili Dottori, Vi ringrazio moltissimo per il Vostro pronto riscontro.
Cordialmente
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