Alprazolam, cosa chiedere al medico
Salve,
assumo xanax 0,25 da una ventina di giorni, prescrittomi dal medico di base per generici sintomi di ansia, senza una diagnosi specialistica.
Ne prendo dalle 3 alle 4 compresse al giorno, a seconda del bisogno, ma so che a breve l'effetto si esaurirà, e vorrei sapere cosa è opportuno chiedere al medico, se un aumento del dosaggio o cambiare proprio farmaco o classe farmacologica, se una benzodiazepina diversa a lento rilascio o un antidepressivo, o altro ancora.
Lo chiedo qui perché non sono sicuro della competenza del medico in questione in questo ambito. Ho bisogno di un calmante perché sto affrontando un periodo delicato di cambiamento e mi sta aiutando ad affrontare le situazioni sociali e famigliari.
Grazie
Se deve curare quest'ansia si affidi però ad uno specialista, bastano 1-2 visite.
Mario Savino
medico
Specialista in Psichiatria
Infine, supponendo che i miei sintomi rientrino in realtà un disturbo bipolare minore, come io tendo a pensare, anche un ssri a basso dosaggio potrebbe indurre agitazione o euforia (ipomania)?
Spero di essermi fatto capire. Grazie in ogni caso per la disponibilità.
Anche un ssri a basso dosaggio potrebbe indurre agitazione, seppur raramente.
Se non può rivolgersi ad un privato consulti il suo CPS, dove vive ci sono molti validi professionisti.
Mi dispiace ma è nel suo interesse, non può curarsi di fronte ad un monitor, cerchi di capirmi.
"Vede, è davvero difficile che lo psicotico si renda conto o tema di esserlo. Vive le sue idee come reali e, semmai, i matti sono gli altri."
Ecco, perché a me queste cose non vengono dette con la stessa chiarezza? Ho sempre l'impressione che mi si risponda (tutti gli specialisti che mi hanno risposto qui) con una certa circospezione, una cautela, che mi fa sospettare di essere grave, delirante nelle mie richieste. Mi sbaglio? C'è qualcosa che non mi torna, un dribblare le mie domande che è generale, un riserbo, non so come meglio definirlo, finché non si smette del tutto di rispondermi, di solito. Perché nessuno mi dice chiaramente quel che pensa, come nel consulto che ho citato?
Mi capisca ma non posso aiutarla, il servizio di Medicitalia non comporta il seguire nel tempo l'evoluzione di una terapia.
Non è cattiva volontà, davvero, non mi metta in difficoltà con lo staff del sito, ho cercato di essere esauriente e ho fatto del mio meglio.
Un caro saluto
dopo 10 settimane di xanax 0,25 (in media 4 compresse al giorno) da due giorni ne ho sospeso l'uso, e ieri ho accusato dei sintomi di astinenza. Non l'ho scalato, l'ho sospeso e basta, essendo stanco di recarmi dal medico di base per il rinnovo della ricetta per sentirmi dire che non posso andare avanti con le benzodiazepine ma senza ricevere una prescrizione alternativa o integrativa. Il farmaco mi ha aiutato per alcune cose ma sostanzialmente resto depresso e senza iniziativa, per alcuni versi peggio di quando non prendevo nessun farmaco. Vorrei sapere se al dosaggio da me assunto per il tempo che ho riferito in media possono seguire sintomi da sospensione e astinenza importanti e se è consigliabile riprendere per poi scalare. Se il dr. Savino non può rispondere attendo cortesemente altri riscontri. Grazie
Come le ha scritto il collega deve andare da uno psichiatra e seguirne le indicazioni, se no non ne esce. Non risponda a questo post, prenda appuntamento con uno psichiatra.
Franca Scapellato
Io non sto bene, nel senso che non vivo bene, e spesso vorrei scomparire, smettere di vivere in qualche modo. Se sono arrivato a questo punto lo attribuisco a una serie di circostanze sfortunate, una famiglia purtroppo disgregata e con aspetti patologici ma che si rifiuta di vedere e riconoscere la realtà, genitori infantili, impreparati e inadatti al loro ruolo, fino ad arrivare alla negligenza e all'abuso (psicologico principalmente). Poi il bullismo persistente fino alle soglie della maturità, la violenza, l'omofobia, l'emarginazione. I miei fallimenti personali, scolastici, universitari, lavorativi, l'abbandono progressivo e l'isolamento, fino alla paralisi completa in cui mi trovo adesso, la perdita totale di fiducia nella società, del senso stesso della vita. Ora il punto è: c'è qualcosa da curare a livello medico? O è soltanto il prodotto inevitabile delle mie esperienze di vita? Cosa dovrei curare? Non mi riconosco in un disturbo specifico e definito, non è uno stato costante, sono piuttosto sintomi fluttuanti, a volte prevale l'ansia, altre l'angoscia, più spesso la paura e la disperazione. Ma non capisco se siano sintomi o un malessere esistenziale che non si può risolvere o correggere con una terapia. In queste condizioni ho sempre dubitato dell'utilità e della pertinenza di una visita psichiatrica e di una cura, che potrebbe avere costi, tempi ed effetti non trascurabili, non preventivabili e senza garanzie. Io ho chiesto aiuto qui nella speranza che voi specialisti mi faceste "da specchio" e mi restituiste il mio malessere in una forma oggettiva e comprensibile, cosa che non è mai avvenuta purtroppo. Non so davvero più come spiegarmi.
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