Alprazolam, cosa chiedere al medico

Salve,
assumo xanax 0,25 da una ventina di giorni, prescrittomi dal medico di base per generici sintomi di ansia, senza una diagnosi specialistica.

Ne prendo dalle 3 alle 4 compresse al giorno, a seconda del bisogno, ma so che a breve l'effetto si esaurirà, e vorrei sapere cosa è opportuno chiedere al medico, se un aumento del dosaggio o cambiare proprio farmaco o classe farmacologica, se una benzodiazepina diversa a lento rilascio o un antidepressivo, o altro ancora.

Lo chiedo qui perché non sono sicuro della competenza del medico in questione in questo ambito. Ho bisogno di un calmante perché sto affrontando un periodo delicato di cambiamento e mi sta aiutando ad affrontare le situazioni sociali e famigliari.

Grazie

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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75
Lo xanax non perde efficacia così rapidamente ma non va usato a lungo perchè provoca dipendenza, va usato solo per brevi periodi. Per ansia, stress, etc i farmaci di prima scelta sono gli SSRI.
Se deve curare quest'ansia si affidi però ad uno specialista, bastano 1-2 visite.

Mario Savino
medico
Specialista in Psichiatria

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Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Dottore, d'accordo, ma nel frattempo, siccome questo medico sembra riluttante in genere a prescrivere farmaci ma propende per la psicoterapia (che al momento non posso permettermi, oltre a non sentirmi pronto), proprio per prevenire la tolleranza e la dipendenza, c'è qualche molecola o formulazione diversa (benzodiazepina) che potrei suggerire? Con lo xanax all'attuale dosaggio (0,25) qual è il margine di tempo che mi resta, calcolando che lo assumo da 15 giorni? Per gli antidepressivi so che è necessario il consulto specialistico, non potendo (credo) il medico di base stabilire quale sia il disturbo di fondo (depressione atipica o agitata con doc a mio avviso, o disturbo bipolare attenuato o ciclotimia). Ripeto, chiedo consiglio qui perché non sono in grado al momento di fare diversamente. Se potesse darmi qualche dritta gliene sarei grato.
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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75
Mi creda, mi piacerebbe molto aiutarla ma ci è fatto divieto assoluto di indicare dei farmaci.
Detto fra noi, io andrei dal suo medico di base chiedendogli un SSRI a basso dosaggio...
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Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Dottore, intanto grazie per la risposta e mi scuso se La metto in una posizione difficile. Allora, a puro titolo informativo, le chiedo: un ssri a basso dosaggio mi darebbe una copertura per l'ansia paragonabile a quella di una benzodiazepina? E con gli stessi tempi dell'effetto antidepressivo, a patto che ad un dosaggio basso l'effetto antidepressivo si realizzi? E inoltre, con una benzodiazepina a lento rilascio (o a lunga emivita) il rischio di dipendenza non è inferiore?
Infine, supponendo che i miei sintomi rientrino in realtà un disturbo bipolare minore, come io tendo a pensare, anche un ssri a basso dosaggio potrebbe indurre agitazione o euforia (ipomania)?
Spero di essermi fatto capire. Grazie in ogni caso per la disponibilità.
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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75
un ssri a basso dosaggio darebbe una copertura per l'ansia paragonabile o migliore a quella di una benzodiazepina, con gli stessi tempi dell'effetto antidepressivo. Con una benzodiazepina a lento rilascio (o a lunga emivita) il rischio di dipendenza non è inferiore, tuttavia è più facile ridurla e sospendere.
Anche un ssri a basso dosaggio potrebbe indurre agitazione, seppur raramente.
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Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Dottore, la ringrazio per le risposte puntuali. Tuttavia ho paura e non riesco a vederne la fine. Ho paura di far valutare queste cose al medico di base, ho paura di prendere un antidepressivo senza una diagnosi specialistica, e ho paura di continuare con le benzodiazepine, ho paura della dipendenza, io ho anche fatto uso di cannabis per anni e anche sporadicamente di cocaina. Ho paura di avere una predisposizione alla dipendenza da sostanze, che la cosa possa verificarsi più facilmente nel mio caso, ho paura di perdere il controllo e dei sintomi da astinenza, ho paura di finire male e di suicidarmi. Credevo che con l'aiuto di un ansiolitico sarei riuscito a fare i passi necessari per ottenere una diagnosi e una cura, ma non li sto facendo, non riesco ad uscirne.
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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75
Un bravo psichiatra può indicarle la strada giusta e seguirla tranquillizandola. E' il caso di fare una visita specialistica altrimenti resterà intrappolato in questo loop di dubbi e preoccupazione.
Se non può rivolgersi ad un privato consulti il suo CPS, dove vive ci sono molti validi professionisti.
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Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Salve dottore, ho provato a spiegare la situazione al medico di base, tentando di suggerire tra le righe che forse sarebbe il caso di cambiare la formulazione dell'ansiolitico o proprio classe farmacologica, ma il medico pur riconoscendo il bisogno di una cura "di fondo" si è limitato a confermarmi l'alprazolam allo stesso dosaggio e a rinviarmi a visita specialistica, non potendo o volendo assumersi la responsabilità di prescrivermi altro. Nulla di fatto insomma. Mi permetto di aggiornarla su questo più che altro per poterlo raccontare a qualcuno. Spero di trovare il coraggio di fare la visita specialistica, ma la paura che possa trattarsi di una malattia psicotica è fortissima, e continuo a pensare di uccidermi, che è inevitabile, che è meglio farlo adesso, che non c'è davvero nessuna cura, che la vita per come è realmente io non saprò mai affrontarla. Mi scusi se mi ripeto, ma non riesco a contenere l'angoscia in altro modo.
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Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Dottore, una domanda più specifica: ad oggi è esattamente un mese che assumo alprazolam 0,25, come ho già detto dalle 3 alle 4 compresse al giorno (ma talvolta anche 5), mi verrebbe da dire secondo il bisogno, ma la verità è che le prendo anche preventivamente, ancora prima di sentire l'ansia crescere, specie se devo uscire di casa, anche solo per una birra con un amico, o per piccole incombenze. Le prendo sia quando mi sento depresso, sia per calmarmi quando mi accorgo che mi sto agitando, anche se razionalmente so che non hanno effetto antidepressivo, semmai l'opposto. Il.medico ne ha raccomandata una sola al bisogno, ma dopo un mese a un dosaggio così basso già una non la sento più. È così? Dopo un mese a questo dosaggio è già subentrata l'assuefazione? Sono già in una modalità di abuso? Mi sta aiutando a fare però delle cose che mi sarebbero riuscite impossibili o estremamente faticose senza, tipo ricominciare a guidare o sostenere la quotidianità con la mia famiglia o le occasioni sociali. Effetti collaterali a parte risveglio difficile qualche volta e leggero intontimento di tanto in tanto non ne sto accusando. Però già noto che passo tempo a preoccuparmi di prenderlo, di quante compresse me ne restano, di procurarmelo in farmacia, sperare che non segnino sulla ricetta quante confezioni ne prendo per volta.. È già segno di una dipendenza almeno psicologica? Grazie se vorrà rispondere.
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Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Devo considerare abbandonato anche questo consulto? Mi si potrebbe almeno rispondere alle ultime domande sul farmaco. Vorrei precisare che se insisto nel chiedere qui è perché ho forti difficoltà a parlarne apertamente col medico di base, perché mi vergogno, perché è umiliante passare come un drogato, perché ho.paura che possa togliermi il farmaco. Se non avessi grosse e reali difficoltà ad andare da uno specialista non sarei qui a chiedere. Troverò mai qualcuno disposto a sbilanciarsi e a rispondermi onestamente, visto il mare di informazioni che ho fornito? Se sono ossessivo, dirmi semplicemente che sono ossessivo, se sono ansioso, o depresso, o in uno stato agitato o misto o euforico, o ancora intossicato o con disturbo o strascichi da abuso di sostanze? Perché ad altri utenti le cose si dicono chiaramente e a me lo si nega? Sembra un gioco crudele e paradossale, sono esasperato, e qui pare di essere un polemico scocciatore.
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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75
un attimo, è che talvolta abbiamo periodi di lavoro piuttosto intenso :)
arrivo
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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75
A quello che capisco non si è rivolta ad uno Psichiatra, finché non lo farà e non avrà una diagnosi aggiornata ed una proposta di terapia sarà inutile, anzi dannoso, continuare a formulare ipotesi.
Mi dispiace ma è nel suo interesse, non può curarsi di fronte ad un monitor, cerchi di capirmi.
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Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Dottore, io la ringrazio, la mia non voleva essere una lamentela sui tempi di risposta, né verso di Lei in particolare. È solo molta frustrazione per non aver mai ricevuto dei riscontri nel merito dei sintomi che ho esposto e delle cose che ho raccontato. Evidentemente la mia sintomatologia è troppo sfumata per poter essere inquadrata anche solo ipoteticamente, so che gli aspetti che ho riportato possono coesistere tutti in varia misura, specie nel disturbo bipolare minore e relative e sottocategorie. Voglio credere che se ci fosse qualcosa di abbastanza specifico me lo si direbbe, come accade in altri consulti. Semplicemente ho paura di una visita e di una diagnosi formale, di quello che mi aspetta, di non reggere tutta la situazione, specie se si trattasse di prendere farmaci a lungo termine e a dosi importanti. Mi scuso se ho inutilmente e ripetutamente fatto un uso improprio di questo servizio, speravo solo di fare un minimo di chiarezza prima di affrontare un medico di persona, di poter essere un minimo preparato, non intendevo autogestire né interrogarmi all'infinito come si è più volte prospettato.
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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75
Nessun problema ma deve consultare uno specialista senza paure, la diagnosi è solo un termine che serve ad orientare la terapia e le cure si fanno se servono. Rimandare una cura non serve che a continuare a star male.
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Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Dottore, vista la Sua disponibilità mi permetto di aggiornarla. Ho tentato nuovamente di chiedere al medico di base una cura diversa dall'alprazolam, ma me l'ha nuovamente rifiutata perché sostiene che ho bisogno di essere seguito in maniera continuativa e di una presa in carico a lungo termine sulla quale poter fare affidamento, (in questo ambulatorio i medici si alternano e non ci sarebbe la continuità necessaria). Al mio suggerimento di darmi un ssri ha risposto che secondo lui io avrei bisogno "prima di qualcosa di più forte che la calmi, e POI di qualcosa per tirare su", cito testualmente. Secondo Lei questo cosa significa? Antipsicotici? Quindi la mia non è ansia, ma agitazione? Anche l'altro medico che mi visitò due anni fa sull'impegnativa per la visita psichiatrica (che non ho poi mai fatto) mise "psicosi" come diagnosi, sebbene la visita fosse durata pochissimi minuti. Ma forse si vede dal mio sguardo, da come parlo, si capisce subito che è qualcosa di diverso dalla semplice ansia e dalla depressione? Dottore La prego sia sincero, significa quel che temo? Sull'impegnativa per la visita psichiatrica però c'è scritto: quesito diagnostico: depressione ansiosa, (questa ultima impegnativa intendo, compilata dal secondo medico che mI sta visitato attualmente).
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Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Qualcuno può aiutarmi?
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Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75
Qui, online, non possiamo per evidenti motivi confermare o confutare una diagnosi.
L'unica soluzione, ripeto, e l'unico consiglio sensato è consultare uno specialista psichiatra esperto. Nella sua zona non mancano, mi creda.
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Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Dottore, cito da un Suo recente consulto:

"Vede, è davvero difficile che lo psicotico si renda conto o tema di esserlo. Vive le sue idee come reali e, semmai, i matti sono gli altri."

Ecco, perché a me queste cose non vengono dette con la stessa chiarezza? Ho sempre l'impressione che mi si risponda (tutti gli specialisti che mi hanno risposto qui) con una certa circospezione, una cautela, che mi fa sospettare di essere grave, delirante nelle mie richieste. Mi sbaglio? C'è qualcosa che non mi torna, un dribblare le mie domande che è generale, un riserbo, non so come meglio definirlo, finché non si smette del tutto di rispondermi, di solito. Perché nessuno mi dice chiaramente quel che pensa, come nel consulto che ho citato?
[#19]
Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75
Vede, sono io che sbaglio. Dico quello che penso se ritengo di avere elementi MA l'atteggiamento più corretto è quello dei Colleghi che - giustamente - non si sbilanciano nell'impossibilità di una certezza assoluta. Deve capire che un simile atteggiamento, seppur percepito come eccessivamente prudente, è soprattutto volto alla tutela del Paziente. Dell'Utente che si rivolge a Medicitalia ma non può aspettarsi diagnosi e terapie online per persone che i Medici del sito non solo non hanno mai visitato ma neppure conosciuto di persona. Cerchi di capirci.
[#20]
Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Dottore, sento che lo xanax non sta facendo più effetto, anche due compresse da 0,25 insieme non bastano più. Dovrei prenderne tre? So che non può rispondere nemmeno a questo. Mi sento strano però, più apatico e più depresso, nel senso di spento, e sento che voglio morire. Anche la memoria mi sembra meno salda, so che è un possibile effetto. Di recente due persone più o meno vicine si sono suicidate, e io infondo le invidio. Sono stanco. Non so vivere, non riesco a fare niente, non bene comunque. Mi sento fuori posto ovunque, costituzionalmente difettoso, inutile e dannoso. Non mi vedo nel futuro.
[#21]
Dr. Mario Savino Psichiatra 1.3k 75
Gentilissimo
Mi capisca ma non posso aiutarla, il servizio di Medicitalia non comporta il seguire nel tempo l'evoluzione di una terapia.
Non è cattiva volontà, davvero, non mi metta in difficoltà con lo staff del sito, ho cercato di essere esauriente e ho fatto del mio meglio.
Un caro saluto
[#22]
Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Capisco, grazie lo stesso.
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Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Salve,
dopo 10 settimane di xanax 0,25 (in media 4 compresse al giorno) da due giorni ne ho sospeso l'uso, e ieri ho accusato dei sintomi di astinenza. Non l'ho scalato, l'ho sospeso e basta, essendo stanco di recarmi dal medico di base per il rinnovo della ricetta per sentirmi dire che non posso andare avanti con le benzodiazepine ma senza ricevere una prescrizione alternativa o integrativa. Il farmaco mi ha aiutato per alcune cose ma sostanzialmente resto depresso e senza iniziativa, per alcuni versi peggio di quando non prendevo nessun farmaco. Vorrei sapere se al dosaggio da me assunto per il tempo che ho riferito in media possono seguire sintomi da sospensione e astinenza importanti e se è consigliabile riprendere per poi scalare. Se il dr. Savino non può rispondere attendo cortesemente altri riscontri. Grazie
[#24]
Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Nessuno? Non prendo xanax da 5 giorni e sono tornati prepotentemente l'eccitamento ideativo e l'ossessività, al tempo stesso mi sento più apatico e depresso, dormo meno e peggio. Ho anche una sorta d'indolenzimento a livello muscolare credo, mi sento come se avessi l'influenza. Anche l'ansia e le paure sono tornate tali e quali, se non peggio, accompagnate da occasionali tremori e ripresa della sudorazione fredda. Cosa può significare?
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Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Dottore, mi sento strano. È possibile che in seguito all'interruzione brusca dello xanax possano insorgere sintomi maniacali?
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Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Continuo a ravvivare il consulto, nella speranza che qualcuno mi aiuti a capirci qualcosa.
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4k 202
Ho letto gli scambi che ha avuto col collega. A ogni nuova risposta lei "alza il tiro", e porta nuovi sintomi e nuove paure, tra cui quella di avere una psicosi e parla anche di pensieri suicidiari. Non possiamo gestire una situazione del genere on line.
Come le ha scritto il collega deve andare da uno psichiatra e seguirne le indicazioni, se no non ne esce. Non risponda a questo post, prenda appuntamento con uno psichiatra.

Franca Scapellato

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Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Mi si potrebbe almeno dire se c'è un ansiolitico che si possa prendere a lungo termine, così da poterne discutere col medico di base.
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Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Potreste girare il consulto al Dr. Carbonetti per cortesia? Non si tratta di gestire ma di rispondere nel merito, come si fa in tanti altri consulti, spesso anche al di là delle intenzioni dei richiedenti. Grazie
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Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Dottoressa, la mia paura più grande è quella di dover prendere il litio e simili, per non parlare degli antipsicotici, oltre all'inguaribilità del disturbo bipolare. A quel punto preferirei andare avanti con gli ansiolitici o basse dosi di ssri, o provare una psicoterapia. Perché vi rifiutate di aiutarmi ad escludere le ipotesi peggiori? Se devo diventare uno zombie obeso, diabetico, cardiopatico, cirrotico, perdere i capelli, sviluppare il seno (!), e innumerevoli e ancor più spaventosi disturbi psicofisici preferisco rimanere come sto, cercare un equilibrio con i miei sintomi con i mezzi che ho. Voi psichiatri minimizzate questi terribili effetti dei farmaci "forti". Non si capisce mai infondo dove stia la verità. Inoltre vorrei dire a gran voce che questo servizio dovrebbe essere integrativo e compensare il disservizio e le lacune del sistema sanitario, aiutare soprattutto chi non può o non riesce ad accedere alle cure per vari motivi di ordine economico, sociale, geografico, ecc.
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Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Qualcuno ha apposto l'etichetta "ansia" a questo consulto, evidentemente più a beneficio dei lettori che per aiutare me a trovare una spiegazione. Anche al mio primissimo consulto sul disturbo bipolare qualcuno associò la stessa etichetta. Cosa significa? Che sono "semplicemente" ansioso? O era un modo per avvertire i lettori che quello che dico non va preso seriamente? Se mi si desse una benedetta risposta io potrei insistere con il medico dI base per un antidepressivo senza paura che possa esserci di più, di bipolarismo, di ossessività, o di psicosi da trattare.
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Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Cerco di spiegarmi nuovamente, perché credo che non abbiate capito la mia situazione.
Io non sto bene, nel senso che non vivo bene, e spesso vorrei scomparire, smettere di vivere in qualche modo. Se sono arrivato a questo punto lo attribuisco a una serie di circostanze sfortunate, una famiglia purtroppo disgregata e con aspetti patologici ma che si rifiuta di vedere e riconoscere la realtà, genitori infantili, impreparati e inadatti al loro ruolo, fino ad arrivare alla negligenza e all'abuso (psicologico principalmente). Poi il bullismo persistente fino alle soglie della maturità, la violenza, l'omofobia, l'emarginazione. I miei fallimenti personali, scolastici, universitari, lavorativi, l'abbandono progressivo e l'isolamento, fino alla paralisi completa in cui mi trovo adesso, la perdita totale di fiducia nella società, del senso stesso della vita. Ora il punto è: c'è qualcosa da curare a livello medico? O è soltanto il prodotto inevitabile delle mie esperienze di vita? Cosa dovrei curare? Non mi riconosco in un disturbo specifico e definito, non è uno stato costante, sono piuttosto sintomi fluttuanti, a volte prevale l'ansia, altre l'angoscia, più spesso la paura e la disperazione. Ma non capisco se siano sintomi o un malessere esistenziale che non si può risolvere o correggere con una terapia. In queste condizioni ho sempre dubitato dell'utilità e della pertinenza di una visita psichiatrica e di una cura, che potrebbe avere costi, tempi ed effetti non trascurabili, non preventivabili e senza garanzie. Io ho chiesto aiuto qui nella speranza che voi specialisti mi faceste "da specchio" e mi restituiste il mio malessere in una forma oggettiva e comprensibile, cosa che non è mai avvenuta purtroppo. Non so davvero più come spiegarmi.
[#33]
Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Qualcun altro può aiutarmi?
Ripeto:
"Io ho chiesto aiuto qui nella speranza che voi specialisti mi faceste "da specchio" e mi restituiste il mio malessere in una forma oggettiva e comprensibile".
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