Utilizzo del citalopram off-label
Salve, sarei curioso di analizzare l'uso del citalopram per quanto concerne la mia sintomatologia all'apparato digerente. Da due anni sono in cura quotidianamente con pantoprazolo 20 mg, causa un'ernia iatale da scivolamento. Nonostante ció sono stato invitato più volte a sospendere gradualmente il farmaco (per evitare un effetto rebound) e prenderlo soltanto al bisogno. Vorrei tanto riuscirci ma ogni qualvolta ci provo mi ritornano i fastidi tipici della mrge (pirosi, acidità di stomaco). Il mio gastroenterologo, tra l'altro ricercatore di tutto rispetto dell'azienda universitaria Federico II del Policlinico di Napoli, insiste con tale linea guida: Ipp 20 mg poi a staccare 1 giorno sì 1 giorno no per due settimane per poi interromperlo definitivamente e utilizzo solo al bisogno per poi introdurre Citalopram gocce (5 gocce) la sera. A quanto pare l'introduzione del citalopram sarebbe nel mio caso off-label. Le mie domande a riguardo sono varie:
1) L'utilizzo del citalopram potrebbe essere utile secondo alcuni studi per "diminuire" o comunque "inibire" a livello dell' SNC la sensibilità esofagea ai reflussi?
2) Il suddetto antidepressivo potrebbe giovare in forme di somatizzazioni come la mia dispepsia (in parte psicogena, a tal proposito sto seguendo uno psicoterapeuta da mesi con discreti risultati, e in parte iatrogena ossia l'ipp inibendo la secrezione acida rallenta, difatti, lo svuotamento gastrico) ?
3) So che non possedete la sfera magica ma seguendo una linea ipotetico-strategica del mio gastroenterologo, quante gocce sarebbero necessarie in termini terapeutici?
4) Io sono una di quelle persone che, un pó per un sottotesto ipocondriaco e un pó per una reale passione verso la branca farmaco-medica, legge il classico bugiardino di ogni farmaco. È comune e famigerata per profani e non un certo parallelismo tra antidepressivi e disfunzioni sessuali. Quanto sarebbe probabile una problematica di questo genere? Mi è capitato addirittura di leggere anche di un post SSRI, sinceramente fantascienza per i miei occhi che leggono.
Grazie.
1) L'utilizzo del citalopram potrebbe essere utile secondo alcuni studi per "diminuire" o comunque "inibire" a livello dell' SNC la sensibilità esofagea ai reflussi?
2) Il suddetto antidepressivo potrebbe giovare in forme di somatizzazioni come la mia dispepsia (in parte psicogena, a tal proposito sto seguendo uno psicoterapeuta da mesi con discreti risultati, e in parte iatrogena ossia l'ipp inibendo la secrezione acida rallenta, difatti, lo svuotamento gastrico) ?
3) So che non possedete la sfera magica ma seguendo una linea ipotetico-strategica del mio gastroenterologo, quante gocce sarebbero necessarie in termini terapeutici?
4) Io sono una di quelle persone che, un pó per un sottotesto ipocondriaco e un pó per una reale passione verso la branca farmaco-medica, legge il classico bugiardino di ogni farmaco. È comune e famigerata per profani e non un certo parallelismo tra antidepressivi e disfunzioni sessuali. Quanto sarebbe probabile una problematica di questo genere? Mi è capitato addirittura di leggere anche di un post SSRI, sinceramente fantascienza per i miei occhi che leggono.
Grazie.
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La scelta dell'utilizzo del farmaco off-label dipende dal prescrittore.
Non vi sono attualmente evidenze nel trattamento dei suoi disturbi ma se il suo gastroenterologo lo ritiene opportuno ne segua le indicazioni.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Non vi sono attualmente evidenze nel trattamento dei suoi disturbi ma se il suo gastroenterologo lo ritiene opportuno ne segua le indicazioni.
Dr. F. S. Ruggiero
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https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.6k visite dal 13/12/2017.
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