Libido persa
Buonasera Dottori e grazie in anticipo dell'attenzione, vi scrivo perché a seguito di una gastroscopia eseguita in data 27/05/2016 ho perso la mia spinta sessuale, non ho più interesse fisico e non riesco più a raggiungere un' eccitazione neanche discreta, gli sporadici rapporti che ho avuto successivamente sono stati sempre su insistenza di mio marito e sono riuscita ad averli solo con l'ausilio di lubrificante apposito, ho provato scarsissimo piacere, lui mi vede apatica e fredda. La situazione ginecologica risulta buona ad eccezione di una lieve colonizzazione da candida, peraltro non nuova. Ho eseguito su indicazione del mio medico di base analisi delle urine complete e dosaggio ormonale plasmatico che sono risultate normali oltre a quelle che regolarmente svolgo tramite l'avis. Ho provato diversi integratori, prodotti topici per migliorare la circolazione, yoga, meditazione, percorsi benessere, ginnastica e anche situazioni erotiche particolari per tentare di svegliarmi ma finora senza successo. Mi sono rivolta privatamente ad una psicoterapeuta specialista in sessuologia clinica da novembre 2016 anche in seguito alle difficoltà poi insorte con mio marito che é stato comunque collaborativo e coinvolto nel percorso psicoterapeutico. Preciso che sono mamma di due figli di 4 e 6 anni, donatrice saltuaria di sangue, non assumo farmaci e la mia vita intima era sempre stata più che soddisfacente sia con mio marito che in altre relazioni in passato. Il sedativo ricevuto in sede di procedura endoscopica é Midazolam 5 mg IV, mi é stato detto che questo farmaco non determina alterazioni della libido se non temporanee, qualche giorno al massimo mentre ad oltre un anno dall'inizio del problema non ho avuto alcuna ripresa e tranne che dalla psicologa mi viene detto che la caduta di libido é solo una coincidenza che sia avvenuta a seguito della gastroscopia ma ho molta difficoltà ad accettarlo come verosimile.
Mi scuso per la lunghezza, spero in un sincero aiuto da parte vostra, sto perdendo le speranze di tornare me stessa e di tante altre cose.
Manuela
Mi scuso per la lunghezza, spero in un sincero aiuto da parte vostra, sto perdendo le speranze di tornare me stessa e di tante altre cose.
Manuela
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Non ci sono motivi per pensare che ci sia una correlazione tra l'uso del sedativo anestetico e questa disfuzione.
In assenza di risultati apprezzabili è possibile considerare una visita psichiatrica per un trattamento specifico.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
In assenza di risultati apprezzabili è possibile considerare una visita psichiatrica per un trattamento specifico.
Dr. F. S. Ruggiero
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https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Utente
Buonasera Dottor Ruggiero,
La ringrazio intanto della pronta risposta,
sono informata del fatto che non esistono precedenti documentati in letteratura medica di quanto accadutomi, tuttavia il nesso causa/effetto fra la mia disfunzione e la giornata dell'esame endoscopico é positivo ed evidente, é stata una cosa letteralmente "ON->OFF" e non posso in coscienza valutare un approccio terapeutico che non tenga conto di questo. Non registro altri eventi rilevanti in senso clinico e psicologico in quel ristretto arco di tempo dal giorno dell'esame a quelli successivi quando mio marito mi ha fatto notare di essermi astratta dalla nostra intimità. Con la psicoterapeuta si é ipotizzata un importante disturbo post traumatico da stress relativo alla gastroscopia che potrei aver interiorizzato a livello subconscio ma della cui genesi non ho memoria per l'amnesia indotta dal sedativo e quindi praticamente intrattabile per lei.
Grazie
La ringrazio intanto della pronta risposta,
sono informata del fatto che non esistono precedenti documentati in letteratura medica di quanto accadutomi, tuttavia il nesso causa/effetto fra la mia disfunzione e la giornata dell'esame endoscopico é positivo ed evidente, é stata una cosa letteralmente "ON->OFF" e non posso in coscienza valutare un approccio terapeutico che non tenga conto di questo. Non registro altri eventi rilevanti in senso clinico e psicologico in quel ristretto arco di tempo dal giorno dell'esame a quelli successivi quando mio marito mi ha fatto notare di essermi astratta dalla nostra intimità. Con la psicoterapeuta si é ipotizzata un importante disturbo post traumatico da stress relativo alla gastroscopia che potrei aver interiorizzato a livello subconscio ma della cui genesi non ho memoria per l'amnesia indotta dal sedativo e quindi praticamente intrattabile per lei.
Grazie
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Utente
Non ho detto questo Dottor Ruggiero. Quello che ho detto, in altri termini, é che non ho intenzione di rivolgermi ad altri medici, di qualsiasi specializzazione, che non tengano conto delle circostanze che con maggiori probabilità possono avere determinato la disfunzione in atto ovvero la preparazione, l'esame o il sedativo. Viceversa dovrei convincermi che si tratti di una mera coincidenza e si sia attivata proprio in quel periodo per cause endogene, come mi hanno suggerito altri professionisti che mi hanno già visitata, primi fra tutti quelli del reparto gastroenterologia che hanno eseguito l'esame. Con la psicoterapeuta abbiamo ricostruito le mie giornate per i 15 giorni precedenti e i 15 successivi all'esame senza rilevare nulla di potenzialmente scatenante. Sto tenendo duro ma mi capisca sono demotivata e vivo sapendo che se non avrò prospettiva di recupero si aprirà una voragine nella mia vita.
Grazie di nuovo
Grazie di nuovo
[#5]
L'unico evento scatenante da poter prendere in considerazione è proprio l'esame che ha sostenuto, per cui non capisco quale possa essere per lei la soluzione se ritiene che non sia opportuno sentire il parere di uno psichiatra, perché una volta valutato quanto possibile il prossimo passo è una terapia specifica prescrivibile da uno specialista in psichiatria.
[#6]
Utente
Buonasera di nuovo Dottori,
dopo vari pensieri mi sono decisa a chiedere un consulto psichiatrico, professionista con il quale ho avuto finora 3 incontri. Il primo incontro è stato unicamente di anamnesi e conoscitivo. Al termine della seconda visita mi è stato invece prescritto un esame del sangue per il livello di serotonina (104) valutato poi nella terza visita dalla quale ho ricevuto la prescrizione di Elontril 1 compressa al giorno da assumere la mattina oltre a una piccola serie di integratori, che sto regolarmente assumendo.
Ho il prossimo incontro fissato la prossima settimana per una valutazione preliminare ed eventuale correzione della terapia. La mia personale valutazione è che non riscontro nessun miglioramento del mio disturbo, anzi dopo circa 10 gg sono insorti alcuni effetti collaterali: un po' di nausea (non quella mia solita legata al ciclo, si presenta quotidianamente verso metà mattinata) rari picchi improvvisi di pressione tanto da darmi fastidio alle orecchie, ho un sonno strano, che tarda ad arrivare poi è estremamente profondo con risveglio difficile e stanco e a tratti scarsa lucidità e sensazione di mente confusa e ovattata rispetto agli stimoli esterni. Contattato telefonicamente lo psichiatra mi ha tranquillizzata dicendo che sono reazioni di assestamento al farmaco e tenderanno a scomparire col proseguire della terapia.
Vorrei un parere rispetto alla terapia in corso e ad eventuali altre strategie terapeutiche.
Grazie buona serata
dopo vari pensieri mi sono decisa a chiedere un consulto psichiatrico, professionista con il quale ho avuto finora 3 incontri. Il primo incontro è stato unicamente di anamnesi e conoscitivo. Al termine della seconda visita mi è stato invece prescritto un esame del sangue per il livello di serotonina (104) valutato poi nella terza visita dalla quale ho ricevuto la prescrizione di Elontril 1 compressa al giorno da assumere la mattina oltre a una piccola serie di integratori, che sto regolarmente assumendo.
Ho il prossimo incontro fissato la prossima settimana per una valutazione preliminare ed eventuale correzione della terapia. La mia personale valutazione è che non riscontro nessun miglioramento del mio disturbo, anzi dopo circa 10 gg sono insorti alcuni effetti collaterali: un po' di nausea (non quella mia solita legata al ciclo, si presenta quotidianamente verso metà mattinata) rari picchi improvvisi di pressione tanto da darmi fastidio alle orecchie, ho un sonno strano, che tarda ad arrivare poi è estremamente profondo con risveglio difficile e stanco e a tratti scarsa lucidità e sensazione di mente confusa e ovattata rispetto agli stimoli esterni. Contattato telefonicamente lo psichiatra mi ha tranquillizzata dicendo che sono reazioni di assestamento al farmaco e tenderanno a scomparire col proseguire della terapia.
Vorrei un parere rispetto alla terapia in corso e ad eventuali altre strategie terapeutiche.
Grazie buona serata
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 1.8k visite dal 11/12/2017.
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