E' possibile essere psicotici e rendersi conto di esserlo? I farmaci sono l'unica strada?
Premesso che ho frequentato psicologia clinica e che quindi qualcosina di psicodiagnosi l'ho studiato, una cosa è leggersi il DSM e una cosa è applicare su di sè quanto appreso. Dall'interno della propria testa non è facile, specialmente se si ha una mente piuttosto fine e contorta, una marcata emotività e una storia di traumi e genetica sfavorevoli che potrebbero aver compromesso la mia stabilità mentale.
Normalmente ho sempre distinto la realtà dalla fantasia, anche se amo molto crogiolarmi nelle storie che invento. Da piccola avevo, e ho tuttora, alcuni amici immaginari con cui "parlo" prima di dormire, ma so che loro non sono lì accanto a me e che sto parlando con me stessa in fin dei conti. C'è gente che parla con Dio, gli angeli e i santi o, per chi ha una fede non cristiana come me, con gli Dei e gli spiriti della Natura.. perchè io non posso parlare con le mie proiezioni? Infatti ricordo che sono sorte grandi liti epistemologiche in aula su dove finiscano le esperienze mistiche e dove inizi la psicosi.
Però ultimamente mi rendo conto che questa forma di pensiero sta diventando un po' troppo prevaricante sulle altre. Mi fisso troppo su alcune convinzioni e purtroppo mi accorgo di CREDERCI, anche se la mia parte razionale mi invita a essere cauta e a far finta che non ci siano. Per esempio mi sto convincendo che la gente mi giudichi ogni volta che mi vede, che mi ignori, mi reputi pazza o strana e non voglia avere a che fare con me. Mi sto convincendo che i miei amici immaginari siano in realtà veri, poichè ricordi di vite passate, e che forse uccidendomi potrei finalmente scappare da questo mondo e ricevere come "premio" una riunione con loro (penso veramente troppo spesso al suicidio ultimamente, ma questo è perchè vengo da una lunga storia di sofferenza emotiva sia personale che famigliare e ora mi sento solo stanca e depressa).
Però io MI RENDO CONTO di tutto questo e persino delle dinamiche che mi hanno portato alla creazione dei miei mondi immaginari. Però è come se avessi la testa divisa in due: da una parte vorrei che fosse così e ci credo, e dall'altra so che non è così e quindi non ci credo. E finisco solo per essere confusa.
Questo la psichiatria come lo giudica?
E soprattutto, è indispensabile un aiuto farmacologico? (Al di là di terapie psicologiche, che ho già affrontato per 6 anni e mezzo e che ora come ora non potrei più permettermi...oltre al fatto che direi anche basta, al continuo scavare dentro di me solo per giungere alla conclusione che ho avuto un'infanzia e una famiglia di m**)
Ho letto diversi studi dove si parla dell'effetto deleterio degli antipsicotici (ma anche di altri psicofarmaci) sui neuroni e sulla massa cerebrale.
Io non sono esteticamente nè bella nè brutta, non sono ricca, non ho una carriera brillante nè alcun supporto di amici o famiglia. La mia intelligenza è l'unica cosa che mi rimane, la mia unica arma in questo mondo per farmi rispettare, e non voglio perderla.
Che cosa posso fare?
Normalmente ho sempre distinto la realtà dalla fantasia, anche se amo molto crogiolarmi nelle storie che invento. Da piccola avevo, e ho tuttora, alcuni amici immaginari con cui "parlo" prima di dormire, ma so che loro non sono lì accanto a me e che sto parlando con me stessa in fin dei conti. C'è gente che parla con Dio, gli angeli e i santi o, per chi ha una fede non cristiana come me, con gli Dei e gli spiriti della Natura.. perchè io non posso parlare con le mie proiezioni? Infatti ricordo che sono sorte grandi liti epistemologiche in aula su dove finiscano le esperienze mistiche e dove inizi la psicosi.
Però ultimamente mi rendo conto che questa forma di pensiero sta diventando un po' troppo prevaricante sulle altre. Mi fisso troppo su alcune convinzioni e purtroppo mi accorgo di CREDERCI, anche se la mia parte razionale mi invita a essere cauta e a far finta che non ci siano. Per esempio mi sto convincendo che la gente mi giudichi ogni volta che mi vede, che mi ignori, mi reputi pazza o strana e non voglia avere a che fare con me. Mi sto convincendo che i miei amici immaginari siano in realtà veri, poichè ricordi di vite passate, e che forse uccidendomi potrei finalmente scappare da questo mondo e ricevere come "premio" una riunione con loro (penso veramente troppo spesso al suicidio ultimamente, ma questo è perchè vengo da una lunga storia di sofferenza emotiva sia personale che famigliare e ora mi sento solo stanca e depressa).
Però io MI RENDO CONTO di tutto questo e persino delle dinamiche che mi hanno portato alla creazione dei miei mondi immaginari. Però è come se avessi la testa divisa in due: da una parte vorrei che fosse così e ci credo, e dall'altra so che non è così e quindi non ci credo. E finisco solo per essere confusa.
Questo la psichiatria come lo giudica?
E soprattutto, è indispensabile un aiuto farmacologico? (Al di là di terapie psicologiche, che ho già affrontato per 6 anni e mezzo e che ora come ora non potrei più permettermi...oltre al fatto che direi anche basta, al continuo scavare dentro di me solo per giungere alla conclusione che ho avuto un'infanzia e una famiglia di m**)
Ho letto diversi studi dove si parla dell'effetto deleterio degli antipsicotici (ma anche di altri psicofarmaci) sui neuroni e sulla massa cerebrale.
Io non sono esteticamente nè bella nè brutta, non sono ricca, non ho una carriera brillante nè alcun supporto di amici o famiglia. La mia intelligenza è l'unica cosa che mi rimane, la mia unica arma in questo mondo per farmi rispettare, e non voglio perderla.
Che cosa posso fare?
[#1]
Potrebbe fare una visita psichiatrica per stabilire effettivamente quali siano gli estremi del disturbo che attualmente la affligge.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.8k visite dal 03/11/2017.
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