Presunta psicosi con necessità di aiuto
Oggi scrivo qui perché sono disperata e ho necessità di avere un consiglio sul da farsi.
Mi sembra di vivere un incubo che ormai va avanti da diversi mesi ( per la precisione sei) .
Mia madre, medico specializzato in Chirurgia generale, verte in condizioni precarie ormai da troppo tempo alternando durante la giornata momenti in cui sembra stare bene, essere lucida, a momenti di psicosi totale.
Da quando è entrata in malattia ( maggio 2017) ha iniziato ad avere paranoie, credeva che in casa nostra entrassero dei ladri pronti a rubarle i documenti di varie cause, arrivando persino a chiudere a chiave tutte le finestre e sbarrare le porte con le scope. Ha iniziato ad avere dei comportamenti strani, parlava sottovoce da sola per tutto il tempo, certe volte ridendo anche, come se stesse parlando con qualcuno. Ha iniziato ad avere allucinazioni visive, riferendomi un giorno che i miei due nonni ( morti entrambi) le avevano comunicato che per non morire e non far morire noi avrebbe dovuto bruciare tutte le figurine di santi presenti in casa ( poichè maledette) e avrebbe dovuto sotterrarle in terreno consacrato. Mentre accadevano questi avvenimenti, si susseguivano urla, insulti e comportamenti di abbandono totale della sua persona. Insultava e tallonava mio padre dalla mattina alla sera, credendo che lui avesse relazioni extraconiugali con qualunque donna vedesse dalla veranda che sporge in strada, urlando dalla suddetta e mettendoci in cattiva luce sia con i condomini che con l'intera strada.
Mia madre ha 62 anni, ha la tiroidite di Hashimoto e per questo motivo prende ogni giorno un dosaggio autonomo di 100 mg di EUTIROX.
Il nostro medico di base, un neurologo, ci ha suggerito che sarebbe potuto essere un problema psichiatrico di natura paranoide e per questo le ha prescritto analisi ( che si è rifiutata con urla e calci di fare ) e serenase ( che ha rifiutato di prendere, in quanto lei non riesce a comprendere a pieno la condizione in cui verte ) . Quest'estate è stata un'inferno ed io mi sono appellata alla sua famiglia per aiutami a convincerla a fare analisi, in quanto c'erano momenti in cui era lucida e ragionava, altri in cui era in piena paranoia, ma nonostante questo lei ha rifiutato ogni cura. Ormai è in malattia da circa sei mesi e rischia di perdere il lavoro, non vuole più tornare perchè non vuole più abbandonare casa...
Potete aiutarmi? Potete consigliarmi? Io sono una studentessa di Medicina e Chirurgia al 4* anno in corso, ho 21 anni e sono sola. Non so come tirarla e tirarci fuori da questa situazione terribile, perchè lei in primis si oppone strenuamente ad ogni cura... mio padre non ha la forza di prenderla e portarla da nessuna parte. Cosa posso fare?
Mi sembra di vivere un incubo che ormai va avanti da diversi mesi ( per la precisione sei) .
Mia madre, medico specializzato in Chirurgia generale, verte in condizioni precarie ormai da troppo tempo alternando durante la giornata momenti in cui sembra stare bene, essere lucida, a momenti di psicosi totale.
Da quando è entrata in malattia ( maggio 2017) ha iniziato ad avere paranoie, credeva che in casa nostra entrassero dei ladri pronti a rubarle i documenti di varie cause, arrivando persino a chiudere a chiave tutte le finestre e sbarrare le porte con le scope. Ha iniziato ad avere dei comportamenti strani, parlava sottovoce da sola per tutto il tempo, certe volte ridendo anche, come se stesse parlando con qualcuno. Ha iniziato ad avere allucinazioni visive, riferendomi un giorno che i miei due nonni ( morti entrambi) le avevano comunicato che per non morire e non far morire noi avrebbe dovuto bruciare tutte le figurine di santi presenti in casa ( poichè maledette) e avrebbe dovuto sotterrarle in terreno consacrato. Mentre accadevano questi avvenimenti, si susseguivano urla, insulti e comportamenti di abbandono totale della sua persona. Insultava e tallonava mio padre dalla mattina alla sera, credendo che lui avesse relazioni extraconiugali con qualunque donna vedesse dalla veranda che sporge in strada, urlando dalla suddetta e mettendoci in cattiva luce sia con i condomini che con l'intera strada.
Mia madre ha 62 anni, ha la tiroidite di Hashimoto e per questo motivo prende ogni giorno un dosaggio autonomo di 100 mg di EUTIROX.
Il nostro medico di base, un neurologo, ci ha suggerito che sarebbe potuto essere un problema psichiatrico di natura paranoide e per questo le ha prescritto analisi ( che si è rifiutata con urla e calci di fare ) e serenase ( che ha rifiutato di prendere, in quanto lei non riesce a comprendere a pieno la condizione in cui verte ) . Quest'estate è stata un'inferno ed io mi sono appellata alla sua famiglia per aiutami a convincerla a fare analisi, in quanto c'erano momenti in cui era lucida e ragionava, altri in cui era in piena paranoia, ma nonostante questo lei ha rifiutato ogni cura. Ormai è in malattia da circa sei mesi e rischia di perdere il lavoro, non vuole più tornare perchè non vuole più abbandonare casa...
Potete aiutarmi? Potete consigliarmi? Io sono una studentessa di Medicina e Chirurgia al 4* anno in corso, ho 21 anni e sono sola. Non so come tirarla e tirarci fuori da questa situazione terribile, perchè lei in primis si oppone strenuamente ad ogni cura... mio padre non ha la forza di prenderla e portarla da nessuna parte. Cosa posso fare?
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Gentile utente,
La cura degli stati psicotici è di base un problema perché la persona non si rende conto fondamentalmente che la sua lettura della realtà sta avvenendo in quel modo, semplicemente la vive come vera, non importa se non ha ragioni per pensarla così, sa che è così. Questo è il meccanismo del pensiero gratuito, cioè il delirio.
In questi casi si può insistere per far valutare la persona e nei casi estremi sollecitare un intervento da parte della ASL, fino al caso estremo del trattamento obbligatorio.
Chiaramente nei casi in cui si trova una misura tecnicamente non obbligatoria, ma con l'intervento di familiari e persone che la persona ritiene autorevoli, e non ci sono rischi imminenti, si preferisce.
La cura degli stati psicotici è di base un problema perché la persona non si rende conto fondamentalmente che la sua lettura della realtà sta avvenendo in quel modo, semplicemente la vive come vera, non importa se non ha ragioni per pensarla così, sa che è così. Questo è il meccanismo del pensiero gratuito, cioè il delirio.
In questi casi si può insistere per far valutare la persona e nei casi estremi sollecitare un intervento da parte della ASL, fino al caso estremo del trattamento obbligatorio.
Chiaramente nei casi in cui si trova una misura tecnicamente non obbligatoria, ma con l'intervento di familiari e persone che la persona ritiene autorevoli, e non ci sono rischi imminenti, si preferisce.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.2k visite dal 28/10/2017.
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