Stati di rabbia e agitazione in bambino di 7 anni

Buonasera, il mio bambino di 7 anni vive costantemente in uno stato di ansia e rabbia che esplode per qualsiasi futile motivo, anche la notte (dorme tra me e suo padre nel lettone) si muove continuamente nel sonno. Nei momenti di rabbia è quasi irriconoscibile, cambia anche la voce e diventa tutto rosso, specialmente le orecchie. E' un bambino disubbidiente spesso e volentieri, ma non perchè non conosce l'educazione, ma proprio per ribellione, se non fa un cosa che gli dico è perchè così sa di farmi arrabbiare. Con me lo fa meno, ma con suo padre è una guerra continua, sono sempre a litigare, il padre gli urla e lo brontola e lui per tutta risposta gli fa tutti i dispetti che fanno arrabbiare il padre. A scuola l'anno scorso è stata una tragedia, ho dovuto cambiargli scuola quest'anno in seconda elementare, sembrerebbe un po' meglio, ma non so come andrà a finire. Il bambino è in cura da una neuropsichiatra infantile che gli ha dato da prendere il Pineal, ma serve? Premetto che da piccolino a circa 15 mesi gli abbiamo dato il Nopron, prescritto dal pediatra, perchè non riusciva ad addormentarsi, glielo abbiamo somministrato per circa un annetto, poi è tornato tutto normale e per adesso non ha problemi ad addormentarsi.
Il padre ed io siamo diabetici di tipo II, a volte ho paura che lo sia anche lui e che questo disturbo dell'umore e questo suo comportamento sia dipeso da un diabete latente, 4 anni fa gli abbiamo fatto le analisi del sangue, perchè beveva molto, ma è risultato tutto a posto.
Non sappiamo più come prendere questo bambino, vorrei che fosse più tranquillo, più sereno, che avesse degli amici e che giocasse con loro, è sempre da solo o con il nonno, che lui adora, sopratutto mi preoccupano i suoi attacchi d'ira/rabbia sempre più frequenti. Cosa possiamo fare per aiutarlo? Grazie dell'attenzione. Due genitori disperati.
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4k 202
Gentile utente,
da quello che riferisce il suo bambino è sempre stato piuttosto "nervoso", tanto che il pediatra gli ha prescritto un farmaco per dormire quando aveva 15 mesi.
Sarebbe importante sapere se quando è col nonno si comporta in modo diverso che con voi. E quando è a scuola? Adesso che gli avete cambiato scuola, segue le regole, riesce a mantenere l'attenzione, a casa fa i compiti? A proposito, per quale motivo è stato deciso il cambio di scuola?
Con voi sembra aver instaurato un braccio di ferro, soprattutto col padre, e vi tratta da pari a pari.In più dorme con voi, così la distinzione tra genitori e figlio non esiste più.
In questa situazione non capisco che funzione abbia la melatonina, a meno che il bambino non abbia anche disturbi del sonno.
Se, come mi sembra di capire, vostro figlio si comporta in modo diverso nelle varie situazioni, cioè capriccioso/dispettoso con voi, più calmo col nonno, attento con una maestra e forse inibito coi compagni, allora la cosa migliore sarebbe cercare un aiuto per voi genitori, uno psicoterapeuta che vi aiuti a riprendere le redini del gioco: se il bambino si trova davanti persone sicure, che gli danno regole certe e non genitori arrabbiati o "disperati" diventa meno ansioso anche lui, ma il percorso non è facile e occorre un aiuto esterno,non per il bambino ma per voi genitori.
Cordiali saluti

Franca Scapellato

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Utente
Utente
Buongiorno Dott.ssa Scapellato e grazie per il suo interessamento, il comportamento con il nonno non è poi tanto diverso da quello che tiene con noi, il nonno è talmente "innamorato" di lui che gli fa fare quello che vuole, nei limiti da noi suggeriti, però devo essere sincera, con lui è più sereno.
Gli abbiamo cambiato scuola perchè in quella precedente era impossibile vivere. Nel senso che le maestre non sapevano gestire un bambino vivace come lui, disturbava la classe, c'era addirittura un gruppo di mamme che non ce lo volevano in classe, avevano attivato anche la Preside, che comunque era dalla nostra parte, la Dottoressa che lo ha in cura è venuta a parlare con le maestre e le ha rimbrottate dicendogli che dovevano prendere in mano la situazione e che l'ambiente scolastico era affare loro. Comunque abbiamo preferito cambiargli la scuola per depurarlo da questo ambiente ostile. Quest'anno sembra che vada meglio, anche lui ci ha detto che sta meglio in questa scuola, che gli piacciono le maestre e i compagni. Ho parlato con la maestra spiegandogli tutto il pregresso, mi è piaciuta molto perchè mi ha risposto che con il bambino lei vuole instaurare un rapporto esclusivo e se ci fossero stati problemi ci avrebbe chiamato. Siamo a Dicembre e per adesso ci siamo viste solo per riunioni di classe ecc, mentre l'anno scorso tutti i giorni venivamo chiamati dalla maestre per lamentarsi.
Il bimbo non ha assolutamente problemi e/o disturbi del sonno.
Lo so che il grosso aiuto dovrebbe essere dato a noi genitori, specialmente al padre, che da piccolo ha avuto lo stesso rapporto con il suo di padri e che quindi non conosce altro mezzo di comunicazione per conto mio.
Potrebbe darmi un consiglio a chi rivolgermi, specialmente per mio marito, in quanto sarà difficile fargli accettare questo aiuto.
Grazie infite
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Dr. Gianmaria Benedetti Psichiatra, Neuropsichiatra infantile, Psicoterapeuta 928 16
Intervengo come specialista dell'argomento di cui si tratta, che riguarda la neuropsichiatria infantile o comunque la psicologia evolutiva. Sono abbastanza d'accordo con le considerazioni della collega che ha già risposto, ma vorrei aggiungere qualcosa.
I bambini come questo vengono solitamente chiamati 'oppositivi-provocatori', spesso sono anche 'iperattivi', talvolta sono aggressivi e non trattengono reazioni incongrue verso adulti e coetanei. Si creano così situazioni di classi in subbuglio, altri genitori coalizzati, a volte 'espulsioni' del bimbo e della famiglia, frequenti cambi di scuola. Sono spesso le situazioni che più mettono in crisi scuole e famiglie, e i bambini stessi in causa sono molto stressati e patiscono grandemente e si sentono in colpa e hanno paure, ecc ecc. E' necessario fermare il circolo vizioso che si crea, per evitare che ne vada di mezzo anche il loro apprendimente e iter scolastico, anche se sono normalmente bambini intelligenti, forse più della media. E' richiesto spesso un intervento complesso, con una valutazione approfondita del bambino e della sua situazione, per prima cosa, poi a seconda dei casi e dei possibili fattori in causa, un aiuto alla famiglia, al bambino stesso ed anche alla scuola, che spesso deve attivare forme di sostegno scolastico per contenere la situazione avendo un adulto che si occupa più da vicino del bambino. Per tutto questo sono di solito i servizi pubblici che vengono chiamati in causa. Con fatica, ma attraverso la collaborazione fra tutti gli adulti, è normalmente possibile un po' alla volta uscire dal circolo vizioso e migliorare la situazione, permettendo al bambino di proseguire senza troppi traumi il suo sviluppo. Però di solito è una cosa che richiede tempo, resistenza, pazienza e un gruppo di adulti determinato e collaborante.
In bocca al lupo e coraggio.

Dr. Gianmaria Benedetti

http://neuropsic.altervista.org/drupal/

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