Disturbo borderline di personalità
Gentili dottori, sono una ragazza di 22 anni ed avrei bisogno di chiarimenti riguardo la mia situazione. Sono in cura da cura 7/8 mesi presso uno psichiatra che dopo i primi tre consulti mi ha proposto una psicoterapia analitica. Mi ha diagnosticato il disturbo borderline di personalità. Scusate, sono andata subito al sodo ma in realtà dietro questa diagnosi come ben sapete c'è tanta sofferenza e ci siamo arrivati col tempo (anche se lui l'aveva capito subito) . Il mio dott ha deciso sin dall'inizio di non darmi farmaci. I miei sintomi oscillano dalla depressione e senso di vuoto alla rabbia (immotivata) ed alla paura di poter fare cose impulsive (che poi non faccio perché cmq sono una persona riflessiva). Ho avuto momenti di scissione ossia non riconoscevo me o le altre persone. Ho problemi intestinali e per quelli prendo solo il Valpinax, due cp prima di pranzo e cena e talvolta se ho la cefalea muscolotensiva prendo una cp di tavor prima di coricarmi. Ho difficoltà nella memoria e nella concentrazione anche se son molto intelligente (non per immodestia). Ho sempre saputo sin da piccola di avere dei problemi relazionali. Non ho avuto un'infanzia traumatica ma ho avuto comunque due genitori che non hanno saputo darci il sostegno di cui avevamo bisogno ed io ero più giudiziosa di mio fratello e così ho cercato di non dare mai problemi e sostenerli, poi ad un certo punto abbiamo scoperto la malattia di mamma e li le mie crisi di ansia. La mia vita è molto cambiata, pochi amici e nessun ragazzo, né studio. Non voglio far soffrire nessuno per i miei sbalzi di umore, a volte credo di non voler bene a nessuno altre volte li cerco per chiedere scusa perché so che mi amano e che non sempre possono essere con me. Una montagna russa di emozioni contrastanti. Come se fossi una bambina imprigionata in un corpo di 22enne. Il mio dott mi ha detto di darmi del tempo, che la depressione é un passaggio dovuto, che non sono un mostro e che se mi sento così come se non sapessi chi sono é perché con l'analisi ho tolto le maschere di persona perfetta scoprendo il mio narcisismo ferito. Io sono consapevole di tante cose ma con ben sapete non é una malattia ma un modo di essere e l'uomo tende comunque a ripetere certe azioni o schemi di pensiero perciò il percorso è lungo. Di tutto ciò incolpo mia madre ma ora è arrivato il momento di andare avanti con la terapia e di esperire la mia prima vera relazione con il medico (così come dice lui) per integrare le parte del mio Io che negli anni ho scisso per non soffrire (come quando è morta la mia amata nonna materna ed io non provavo nulla). Ora vi chiedo, é giusta la terapia che sto seguendo? Qualche passettino l'ho fatto ma sto ancora molto male. Sul web ho letto che è usata molto la DBT e la terapia di gruppo. Non è che voglia anticipare i tempi di guarigione,vorrei solo vivermi la vita(che ormai é molto limitata) come gli altri.Scusate se non sono stata esaustiva ma ci sarebbero molte cose da dire.Spero mi rispondiate.
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Se ha dei dubbi sulla terapia ne deve discutere con il suo terapeuta.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
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In effetti la cosa migliore e parlarne con il suo terapeuta. La DBT non puo essere fatta da un solo professionista privato e comunque comprende anche sedute individuali. In linea di massima una psicoterapia individuale sembra adatta a come si presenta. Puo prendere informazioni con il suo terapeuta sul vostro metodo di lavorare. Le terapie analitiche piu usate attualmente sono quella centrata sul transfert di (Kernberg) e quella basata sulla cosidetta capacita di mentalizzazione (Fonagy).
Dr Giovanni Portuesi
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Utente
Dottori vi ringrazio per le risposte. La mia come ho già scritto é una psicoterapia analitica con frequenza di due volte a settimana (da settembre). Prima andavo solo una volta, ora abbiamo intensificato il lavoro. Il mio medico ha una formazione freudiana pertanto il suo metodo é basato sul transfert. Poiché mi dice sempre di riportare ciò che io provo in seduta sulla nostra relazione e su quello che io sento e di cercare di rispettare la regola di dire tutto ciò che penso quando sono sul lettino. Non ho chiesto specificazione sulla terapia in se per se, so soltanto ciò che vi ho riportato. Il mio non è tanto un dubbio quanto una ricerca sulle varie terapie perché leggo sul web che ce ne sono diverse in base ovviamente all'approccio del medico e penso anche della personalità del paziente. Il fatto è che la mia è di per se una terapia che scava nel profondo e pertanto ha dei tempi comunque lenti. Devo usare tanta forza per andare avanti e per crederci giorno dopo giorno. Io mi fido di lui soltanto che talvolta il dolore é tanto e allora mi perdo sul web in cerca di terapia che possano essere più efficaci. Vi ringrazio ugualmente per l'interessamento
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.6k visite dal 02/10/2017.
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