Mi chiedo se è la cura giusta? Xke mi hanno fatto avere dei dubbi aiutiiio
Salve parlo a nome di mia sorella che ha 29 anni ha sofferto x tanti anni di depressione ed attakki di panico all' inizio prendeva dei farmaci poi ci siamo rese conto che cn questo dottore nn stava bene scenica spesso e abbiamo deciso di cambiare dottore il quale gli diede una cura di dopraxin ed en gocce...ed infatti lei mi diceva che si sentiva bene l ha fatto x ben 5 anni ovviamente nn cn le stesse dosi...pero purtroppo e incalzato un altro problema oltre agli altri che aveva si è aggiunto il gioco d azzardo e il dottore gli ha dato una cura la quale lei dovrebbe prendere dopraxin en depakin 300 mattina e sera ed efexor 150 solo la mattina ....il punto è che qualcosa e cambiato la vedo che dorme di più e x il fatto del gioco rispetto a prima un poco si è calmata...pero la mia domanda è questo è buona questa cura??? Xke mi hanno detto che dopraxin ed efexor sn la stessa cosa siccome io non ne capisco aiutatemi datemi un consiglio ovviamente io ho paura di fargli cambiare dottore xké questo è bravo...x davvero però ora un medico curante di famiglia mi ha messo questo pensiero in testa ed ora ho i miei dubbi ed insicurezze insomma aiutoooo
[#1]
Gent.le Ragazza,
il disagio che descrivi andrebbe affrontato con una presa in carico terapeutica che integri in modo sinergico terapia farmacologica e psicoterapia, tale intervento presume una solida alleanza terapeutica tra tua sorella e gli specialisti coinvolti: psichiatra e psicologo-psicoterapeuta.
Le valutazioni del medico di base, che non ha alcuna responsabilità in tale presa in carico rischiano solo di aumentare dubbi e confusione.
Inoltre c'è da considerare che l'efficacia della terapia farmacologica non può essere valutata da uno psicologo che non è un medico e non prescrive farmaci, per questo motivo è necessaria la collaborazione dello psichiatra e dello psicologo-psicoterapeuta nel realizzare un intervento terapeutico integrato.
Sarebbe opportuno proporre a sua sorella tale possibilità in modo che possa parlarne direttamente con lo psichiatra.
Infine se un familiare ha delle perplessità sull'efficacia della terapia farmacologica l'approccio più corretto è sempre quello di riportarle allo specialista che l'ha prescritta, anziché interrompere la terapia e cambiare di nuovo specialista, contribuendo ad alimentare dubbi e confusione anche in sua sorella oltre che ad incorrere in un ennesimo cambiamento della terapia farmacologica.
il disagio che descrivi andrebbe affrontato con una presa in carico terapeutica che integri in modo sinergico terapia farmacologica e psicoterapia, tale intervento presume una solida alleanza terapeutica tra tua sorella e gli specialisti coinvolti: psichiatra e psicologo-psicoterapeuta.
Le valutazioni del medico di base, che non ha alcuna responsabilità in tale presa in carico rischiano solo di aumentare dubbi e confusione.
Inoltre c'è da considerare che l'efficacia della terapia farmacologica non può essere valutata da uno psicologo che non è un medico e non prescrive farmaci, per questo motivo è necessaria la collaborazione dello psichiatra e dello psicologo-psicoterapeuta nel realizzare un intervento terapeutico integrato.
Sarebbe opportuno proporre a sua sorella tale possibilità in modo che possa parlarne direttamente con lo psichiatra.
Infine se un familiare ha delle perplessità sull'efficacia della terapia farmacologica l'approccio più corretto è sempre quello di riportarle allo specialista che l'ha prescritta, anziché interrompere la terapia e cambiare di nuovo specialista, contribuendo ad alimentare dubbi e confusione anche in sua sorella oltre che ad incorrere in un ennesimo cambiamento della terapia farmacologica.
Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it
[#2]
Una psicoterapia richiede condizioni di eleggibilità che vanno considerate primariamente, diversamente risulta un intervento inutile e costoso.
“Mi hanno detto”che i due farmaci sono la stessa cosa non vuol dire nulla anche perché non è vero, soprattutto se queste informazioni provengono da soggetti non medici o non specialisti.
Il problema è capire se la prima terapia ha slatentizzato i nuovi disturbi per cui la diagnosi sarebbe differente da quella iniziale e pertanto anche la terapia attuale andrebbe rivista in virtù di questo tipo di sintomi.
Le chiedo inoltre di scrivere in italiano corrente evitando di utilizzare K al posto di CH e così via, inclusa una punteggiatura grammaticalmente corretta, in modo che lo scritto possa essere comprensibile.
Dr. F. S. Ruggiero
http://www.francescoruggiero.it
“Mi hanno detto”che i due farmaci sono la stessa cosa non vuol dire nulla anche perché non è vero, soprattutto se queste informazioni provengono da soggetti non medici o non specialisti.
Il problema è capire se la prima terapia ha slatentizzato i nuovi disturbi per cui la diagnosi sarebbe differente da quella iniziale e pertanto anche la terapia attuale andrebbe rivista in virtù di questo tipo di sintomi.
Le chiedo inoltre di scrivere in italiano corrente evitando di utilizzare K al posto di CH e così via, inclusa una punteggiatura grammaticalmente corretta, in modo che lo scritto possa essere comprensibile.
Dr. F. S. Ruggiero
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https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 971 visite dal 28/09/2017.
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