Problemi con lo psicologo
Buongiorno/Buonpomeriggio/Buonasera/Buonanotte a tutti/e voi ed ora, passiamo alla mia problematica:
Come già accennato nel "titolo del consulto", ho un problemino con il mio terapeuta che non sento tra l'altro, da quasi 3 mesi: avendo iniziato gli esami di maturità a giugno, abbiamo concordato di interrompere le sedute fino ad aggiornamenti. La mia storia clinica è un'ansia somatizzata in vomito e nausea, causata dal pensare di non potere essere all'altezza delle aspettative altrui e della mia tendenza un po' da Ubermensch di elevarmi superiormente e come nella maggior parte delle interpretazioni date a Nietzsche, in chiava negativa quindi di giudicatore degli altri ed elevarmi ad un trono. Sono stato per ben un anno in terapia e non nego, sarebbe da stupidi, dei benefici ottenuti ed un concreto miglioramento nell'intrapersonale ed interpersonale ma non nego nemmeno degli attriti tra me ed il mio terapeuta.
Mi ha dato spesso e parecchio l'idea di una persona che voglia avere necessariamente ragione e che rigiri le parole a suo piacere per farmi inquietare, come è successo parecchie volte: potrei anche capire il farmi arrabbiare per farmi sfogare da una rabbia repressa, ma addirittura fino ad urlargli che sta travisando le mie parole e non voglio dire assolutamente quello? Glielo dissi anche parecchio sfacciatemente che per quanto fosse psicologo, non può entrare al 100% nella mia mente e se io ho difficoltà ad esprimere dei concetti e qualche volta a delle domande rispondevo con dei "Non so che dirLe davvero, mi dispiace..." non deve prendersela come un affronto, ma come la pura verità invece di attaccarmi (anche se lui ha affermato anche che lui non mi ha mai attaccato, ANZI):
Solo ora capisco effettivamente tutto questo quadro e non nego che vorrei parlarci e dirglielo in faccia tutto questo, ma temo di perdere le parole lì davanti e dargli più carne da mettere al fuoco.
Voi che ne pensate?
Come già accennato nel "titolo del consulto", ho un problemino con il mio terapeuta che non sento tra l'altro, da quasi 3 mesi: avendo iniziato gli esami di maturità a giugno, abbiamo concordato di interrompere le sedute fino ad aggiornamenti. La mia storia clinica è un'ansia somatizzata in vomito e nausea, causata dal pensare di non potere essere all'altezza delle aspettative altrui e della mia tendenza un po' da Ubermensch di elevarmi superiormente e come nella maggior parte delle interpretazioni date a Nietzsche, in chiava negativa quindi di giudicatore degli altri ed elevarmi ad un trono. Sono stato per ben un anno in terapia e non nego, sarebbe da stupidi, dei benefici ottenuti ed un concreto miglioramento nell'intrapersonale ed interpersonale ma non nego nemmeno degli attriti tra me ed il mio terapeuta.
Mi ha dato spesso e parecchio l'idea di una persona che voglia avere necessariamente ragione e che rigiri le parole a suo piacere per farmi inquietare, come è successo parecchie volte: potrei anche capire il farmi arrabbiare per farmi sfogare da una rabbia repressa, ma addirittura fino ad urlargli che sta travisando le mie parole e non voglio dire assolutamente quello? Glielo dissi anche parecchio sfacciatemente che per quanto fosse psicologo, non può entrare al 100% nella mia mente e se io ho difficoltà ad esprimere dei concetti e qualche volta a delle domande rispondevo con dei "Non so che dirLe davvero, mi dispiace..." non deve prendersela come un affronto, ma come la pura verità invece di attaccarmi (anche se lui ha affermato anche che lui non mi ha mai attaccato, ANZI):
Solo ora capisco effettivamente tutto questo quadro e non nego che vorrei parlarci e dirglielo in faccia tutto questo, ma temo di perdere le parole lì davanti e dargli più carne da mettere al fuoco.
Voi che ne pensate?
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Prementto che ho l' impressione che la lunga pausa estiva possa avere contribuito a questi sentimenti negativi nei confronti del suo psicologo. Questo non vuole dire che lei non abbia le sue "ragioni". Esporle vuole dire mettere della carne al fuoco per lei, auspicabilmente assieme a un altra persona qualificata che intende aiutarla. Certo non è facile fare questo, ma io penso che farlo possa aiutarla anche nelle altre relazioni al di fuori della stanza dello psicologo.
Dr Giovanni Portuesi
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1k visite dal 14/09/2017.
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