La situazione non è migliorata affatto perchè oramai

Salve, gentili medici,
vi scrivo da Bergamo in merito ad una delicata problematica inerente la mia ragazza. Lei è sempre stata una persona un po' ansiosa, soprattutto a scuola, ma senza mai arrivare ad un livello patologico. L'anno scorso, tuttavia, prima dell'esame orale di maturità, l'ansia si manifestò con maggiore intensità e così, per evitare che divenisse invalidante durante l'esposizione delle materie scolastiche, decise di assumere 10/15 gocce di Valium che la aiutarono a tranquillizzarsi (farmaco utilizzato per la prima volta in assoluto). Diversi mesi dopo, la mattina prima di partire assieme per un viaggio a Londra, si manifestò una leggera ansia che, tuttavia, degenerò in modo evidente appena mise piede, sempre per la prima volta, nell'aeroporto di Orio al Serio. In particolare, tale ansia si manifestò con tremori, nausea e vomito, proseguì sul volo ed anche nei primi giorni a Londra (a suo dire forse anche per la paura di attentati). Voglio evidenziare a proposito che non si è trattato solo del primo volo in vita sua, ma anche della prima volta che si trovava da sola in una grande metropoli (in passato era andata tramite autobus in Francia con la propria classe, quindi un contesto ben diverso). Dopo questi primissimi giorni a Londra di ansia, mal di stomaco, nausea, vomito e forti tremori (soprattutto di sera o in luoghi chiusi come la metropolitana) ci rivolgiamo ad una dottoressa inglese che ci prescrive il Valium e la vacanza migliora totalmente, anzi direi quasi che il problema scompare, tanto da poterci recare senza alcun tipo di sintomo ad un concerto degli U2 in mezzo alla gente e alla confusione più totale. Tornati in Italia, la mia ragazza intraprende la carriera accademica in campo artistico a Milano, da fuorisede, ma subito iniziano nuovi problemi: profondo senso di vergogna nell'andare da sola a lezione (non ci andava, quindi, praticamente mai), insicurezza nel dormire da sola, pur in presenza degli altri conquilini nelle rispettive stanze della casa (con me nel letto, invece, si tranquillizzava) e, soprattutto, impossibilità nel sostenere il primo esame a causa della nottata precedente passata a vomitare, tremare e così via dicendo. Tornata a Bergamo a casa, decisa a sospendere l'Accademia e quindi triste per questa ansia invalidante, la situazione non è migliorata affatto perchè oramai di sera già la semplice paura di avere un attacco di panico (soprattutto se sa di essere a stomaco pieno), contribuisce a causare l'attacco stesso, come al solito con forti tremori, tachicardia, mal di stomaco, nausea e vomito. La risoluzione da lei adottata, quindi, è stata quella di cenare molto presto (e molto poco). Purtroppo il problema non è semplicemente legato all'aereo o alla metropolitana ma si estende a molti altri aspetti. La domanda che vorrei porvi è semplice: bisogna rivolgersi ad uno PSICHIATRA? Sono necessari, insomma, dei farmaci? Penso proprio di sì, ma attendo un vostro riscontro. Grazie e buon lavoro!
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Sì deve rivolgersi ad uno psichiatra per un trattamento adeguato dei sintomi.

Dr. F. S. Ruggiero

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Utente
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Salve, Dr. Ruggiero, la ringrazio per la sollecita risposta. I genitori ipotizzavano uno psicologo, ma secondo lei sarebbe una buona idea? Vorrei capire quale fosse la differenza, in sintesi, anche in termini di risultati di cura. Grazie!