Ansia, nausea, Xanax e antidepressivo?
Salve dottori, sono un ragazzo di 30 anni, da circa due anni soffro di una fastidiosa nausea che si presenta in vari momenti della giornata, spesso in modo del tutto casuale e inaspettato. Voglio premettere che sono emetofobico. Due anni fa, ho effettuato tutti i controlli per escludere patologie organiche, cambiato diversi medici (gastroenterologi) e provato innumerevoli terapie, tutte con scarsi risultati. Tornando dal primo medico che mi seguì (un chirurgo), arrivò alla conclusione che la mia fosse una somatizzazione ansiosa, così mi prescrisse Zoloft, Levopraid e Samyr (che assunsi solo un giorno e sospesi non appena vidi la nausea peggiorare). In quel periodo avevo toccato il fondo, non mangiavo nulla, dormivo sempre, piangevo senza motivi validi e avevo pensieri negativi continuamente. Mi rivolsi ad uno psichiatra che in un primo momento mi prescrisse Xanax, ed effettivamente non appena prendo mezza compressa da 0,50 la nausea sparisce e sto molto meglio. In un secondo momento voleva prescrivermi Paroxetina, ma vedendomi riluttante e spaventato dagli effetti collaterali, mi disse di non assumerla e andare da una psicologa. Così feci; sono stato in terapia da una psicologa di tipo cognitivo-comportamentale che, mi consigliò di assumere solo Xanax e Levopraid, e devo dire che uscì da quel periodo pseudo-depressivo. Ma la nausea è tutt'oggi presente. Lasciai la psicologa in quanto non potevo permettermi i costi e allontanai Xanax fino ad eliminarli per un periodo. Ultimamente è tornata l'ansia e la nausea (non che fosse mai sparita)... non mi rendo nemmeno conto, ma credo che si accentui nei periodi di forte stress e nervosismo. Negli ultimi giorni, dopo aver pranzato o cenato mi viene un'ansia esagerata e la paura che il cibo mi faccia male, spesso ci penso così tanto che finisco per star male sul serio e devo assumere un procinetico (Motilex) o nelle crisi forti una putura di Plasil. Insomma, vado avanti con Xanax una/due volte al giorno, mezza compressa da 0,25 o in alternativa, quando l'ansia è minore assumo delle compresse di magnolia che mi controllano la nausea e l'ansia. Continuo a pasticciare con farmaci che non mi risolvono il problema ma lo tamponano. Mi chiedo e vi chiedo: cosa devo fare? Io non vorrei assumere SSRI in quanto ho letto esperienze di pazienti MOLTO negative, e non nascondo che li temo parecchio. Ho sentito parlare di EN che ''dovrebbe'' a differenza di Xanax ''curare'' l'ansia. Ora che non sono al punto in cui stavo lo scorso anno ma sono più ''lucido'', ho deciso di affidarmi ad uno psicologo del consultorio, che non mi seguirà come quella a pagamento, ma che comunque potrebbe darmi un supporto emotivo. Durante la terapia con lui cosa dovrei fare? Tornare dallo psichiatra (indeciso più di me)? O cercare di risolvere il problema con psicoterapia e ansiolitici?
Scusate la mia confusione e grazie in anticipo.
Scusate la mia confusione e grazie in anticipo.
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L'EN è un ansiolitico esattamente come lo xanax ed è soltanto un sintomatico. La terapia dei disturbi d'ansia, se di questo si tratta, vede come farmaci di prima scelta gli ssri. La maggior parte dei pazienti non sperimenta effetti particolarmente fastidiosi per cui la sua paura sembra abbastanza ingiustificata, soprattutto se deriva dalle letture su internet. Sarebbe opportuno discuterne chiaramente con uno specialista, esponendo oltre al problema clinico anche i propri timori, in modo tale che lo specialista possa tranquillizzarla e, eventualmente, programma re un percorso terapuetico con aumenti di dosaggio lenti, tali da minimizzare ulteriormente il rischio di fastidi che sarebbero comunque gestibili e temporanei.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
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Utente
Gentile dottore, grazie per la risposta chiara e immediata. Se non è un fastidio, vorrei farle qualche domanda: se la mia nausea è davvero un fattore psicologico, quindi legato all'ansia, e sembra di sì, visto che si attenua con un ansiolitico che di norma non c'entra niente con la nausea, un atidepressivo, che sia Zoloft, Paroxetina o comunque qualsiasi altro ssri, potrebbe risolvere definitivamente questo mio disagio? Le confesso che per me non è un problema da poco, mi fa vivere male, poiché la nausea e il vomito sono le cose che non tollero proprio, e mi condizionano non poco la vita è le giornate. Quando non ho nausea sto bene, ho voglia di fare, di vivere... quando ho nausea mi crolla il mondo addosso e non ne posso più di vivere così. Non mangio quasi nulla, non posso andare in palestra, sono dimagrito tantissimo e odio vedermi magro. Se fossi sicuro che questi farmaci mi risolverebbero il problema con effetti collaterali controllabili, lo assumerei. Ma ho letto testimonianze di gente che si è trovata malissimo, o addirittura che reputano gli abbiano rovinato la vita, e quando riferisco ciò allo psichiatra, mi manda dallo psicologo, facendo decidere a lui se sia il caso di assumerli o meno, lo psicologo a sua volta mi dice di non assumerli e non vuole sentir parlare di medicine, quindi non so proprio che fare o a chi rivolgermi... sto scrivendo in questo sito per avere delucidazioni o comunque per essere indirizzato su una strada da percorrere. Dovrei cambiare psichiatra? Perché quello dove sono stato non appena mi vede timoroso mi dice di non assumerli, e di conseguenza mi fa spaventare ulteriormente perché penso "ma allora sono davvero così dannosi?" ... per il momento sto "tamponando" come gli ho spiegato nel primo messaggio, ma io voglio eliminare questo problema è vivere come tutti gli altri. Poter mangiare una pizza fuori (cosa attualmente impossibile), poter tornare in palestra, riprende i miei chili e vedermi allo specchio come voglio. Sono stanco ormai... scusi lo sfogo.
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Se la causa della sua nausea è un disturbo d'ansia, il trattamento con ssri o con altri farmaci indicati, che non siano meri sintomatici come gli ansiolitici, può portare alla completa risoluzione della sintomatologia in un gran numero di casi. Gli effetti collaterali potenziali sono generalmente limitati nel tempo e comunque gestibili; molti pazienti addirittura non ne sperimentano alcuno. La terapia una volta raggiunto il risultato clinico desiserato dovrebbe essere continuata per un tempo sufficiente a garantire la massima riduzione del rischio di ricadute. Questo rischio tuttavia non si azzera per cui, nonostante le cure corrette per tempi e per dosaggi può verificarsi che dopo un periodo variabile di tempo, a volte anche di diversi o molti anni, il disturbo si ripresenti. In quei casi la ripresa di un nuovo ciclo di terapia può dare gli stessi risultati positivi. Ribadisco la necessità di parlarne apertamente con uno specialista psichiatra che abbia dimestichezza nel trattare questo tipo di disturbi.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 24.2k visite dal 04/09/2017.
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