DOLORI ARTICOLARI E REUMATICI, DEBOLEZZA
Buongiorno,
Vi chiedo la cortesia di non prendere sotto tono questo mio post in quanto i dolori che sto provando sono atroci e si perpetuano ormai da mesi, ogni giorno, quasi ogni ora (salvo quando mi "bombo" di xanax o sono particolarmente distratto).
Il mio psichiatra e i precedenti non denotano in me alcun tipo di depressione o ansia. Solo tristezza e preoccupazioni che derivano per lo più dai dolori che mi "aspettano" ogni santa mattina fino alla sera.
Attualmente prendo Zarelis 150 la mattina, Seroquel 150 la notte per dormire e Xanax in una quantità che può variare dalle 60 gocce fino ad arrivare anche a 120 a seconda dei casi.
Premetto che gli antidolorifici non funziano, vi elenco i disturbi fisici che rendono la mia vita non degna di essere vissuta:
- Cervicale che si estende fino a tutta la spalla sinistra;
- Dolore al centro della spina dorsale;
- Dolore al braccio sinistro e alle mani (nocche e falangi);
- Dolore al ginocchio sinistro;
- Dolore dietro lo sterno (specie quando ho reflusso acido e fumo e bevo caffè che non dovrei assumere);
- Mancanza di fiato (fumo 20 sigarette al giorno);
- Fortissima debolezza cronica quasi perenne;
- Mancanza di interessi;
- Sudorazione nei momenti di sconforto.
Ora, alzarmi ogni santo giorno in queste condizioni mi provoca una tristezza e una svogliatezza che le parole non possono descrivere e sono certo che lo stress possa incidere sui fattori sopra indicati ma non possa essere la sola causa.
Che esami mi consigliereste? Io vorrei eseguire:
- esami ematici relativi alla situazione reumatologica, marker tumorali e standard;
- RX toracica;
- Visita fisiatrica e/o reumatologica.
Sono certo stiate pensando sia il solito ipocondriaco e avete ragione. Come potrei non esserlo vivendo una vita di perenne sofferenza fisica? Come posso ignorare questa situazione e convincermi che siano solo somatizzazioni? Non metto in dubbio che il mio stile di vita possa aumentare queste sofferenze ma non possono essere la sola causa.
Attendo una vostra risposta.
Vi chiedo la cortesia di non prendere sotto tono questo mio post in quanto i dolori che sto provando sono atroci e si perpetuano ormai da mesi, ogni giorno, quasi ogni ora (salvo quando mi "bombo" di xanax o sono particolarmente distratto).
Il mio psichiatra e i precedenti non denotano in me alcun tipo di depressione o ansia. Solo tristezza e preoccupazioni che derivano per lo più dai dolori che mi "aspettano" ogni santa mattina fino alla sera.
Attualmente prendo Zarelis 150 la mattina, Seroquel 150 la notte per dormire e Xanax in una quantità che può variare dalle 60 gocce fino ad arrivare anche a 120 a seconda dei casi.
Premetto che gli antidolorifici non funziano, vi elenco i disturbi fisici che rendono la mia vita non degna di essere vissuta:
- Cervicale che si estende fino a tutta la spalla sinistra;
- Dolore al centro della spina dorsale;
- Dolore al braccio sinistro e alle mani (nocche e falangi);
- Dolore al ginocchio sinistro;
- Dolore dietro lo sterno (specie quando ho reflusso acido e fumo e bevo caffè che non dovrei assumere);
- Mancanza di fiato (fumo 20 sigarette al giorno);
- Fortissima debolezza cronica quasi perenne;
- Mancanza di interessi;
- Sudorazione nei momenti di sconforto.
Ora, alzarmi ogni santo giorno in queste condizioni mi provoca una tristezza e una svogliatezza che le parole non possono descrivere e sono certo che lo stress possa incidere sui fattori sopra indicati ma non possa essere la sola causa.
Che esami mi consigliereste? Io vorrei eseguire:
- esami ematici relativi alla situazione reumatologica, marker tumorali e standard;
- RX toracica;
- Visita fisiatrica e/o reumatologica.
Sono certo stiate pensando sia il solito ipocondriaco e avete ragione. Come potrei non esserlo vivendo una vita di perenne sofferenza fisica? Come posso ignorare questa situazione e convincermi che siano solo somatizzazioni? Non metto in dubbio che il mio stile di vita possa aumentare queste sofferenze ma non possono essere la sola causa.
Attendo una vostra risposta.
[#1]
"Che esami mi consigliereste? Io vorrei eseguire:"
Non ci siamo per niente.
Lei è in cura per che cosa ? Zarelis e seroquel per una diagnosi di.. ? Non si capisce cosa voglia dire quando dice che non ha elementi di depressione e ansia e poi riferisce una cura che potrebbe essere per disturbo di quel tipo, e elenca una serie di sintomi che sono invece compatibili con questo.
Inoltre, cita l'ipocondria, forse perché così le è stato detto, ma non ha capito di cosa si tratta, il che sarebbe compatibile con l'ipocondria di fatto. Nell'ipocondria la persona ritiene di essere ansiosa a causa dei sintomi che ha, e che i sintomi ansiosi o gli altri siano aggravati dallo stress. Risolti i sintomi, finite le preoccupazioni e lo stress. Invece è all'inverso. La preoccupazione crea dei sintomi, non per somatizzazione, ma perché crea oggetti di preoccupazione, e quindi sintomi, che altro non significa che "ciò che la persona riferisce al medico".
Partiamo dalla diagnosi ricevuta dallo psichiatra.
Non ci siamo per niente.
Lei è in cura per che cosa ? Zarelis e seroquel per una diagnosi di.. ? Non si capisce cosa voglia dire quando dice che non ha elementi di depressione e ansia e poi riferisce una cura che potrebbe essere per disturbo di quel tipo, e elenca una serie di sintomi che sono invece compatibili con questo.
Inoltre, cita l'ipocondria, forse perché così le è stato detto, ma non ha capito di cosa si tratta, il che sarebbe compatibile con l'ipocondria di fatto. Nell'ipocondria la persona ritiene di essere ansiosa a causa dei sintomi che ha, e che i sintomi ansiosi o gli altri siano aggravati dallo stress. Risolti i sintomi, finite le preoccupazioni e lo stress. Invece è all'inverso. La preoccupazione crea dei sintomi, non per somatizzazione, ma perché crea oggetti di preoccupazione, e quindi sintomi, che altro non significa che "ciò che la persona riferisce al medico".
Partiamo dalla diagnosi ricevuta dallo psichiatra.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
Salve Dottor Pacini,
Capisco la sua risposta, Le chiedo di comprendere il dolore fisico insostenibile che provo ogni giorno. Cercherò di rispondere alla sua risposta:
- sono sotto cura per ansia. La mia ansia è accuita dai dolori che ho descritto nel primo post.
- ipocondria: sfido chiunque, nella mia situazione, a non preoccuparsi per questi fortissimi dolori invalidanti per condurre una vita serena. Assumo queste medicine nella speranza possano sparire ma così non è. Da qui la mia preoccupazione che siano di origine organica e non psicosomatica.
- Vorrei fare delle analisi specifiche proprio per sincerarmi, mi auguro, di godere di buona salute. Se così fosse, sarebbe confutata la tesi per cui questi dolori derivino da ansia e preoccupazioni e che forse la terapia che seguo non è corretta.
- Da ignorante in tema medico non capisco come il dolore alle ginocchia, alla schiena e sterno, la sensazione di gonfiore e torpore al collo possano essere tutte legate a somatizzazioni da ansia. Aggiungo che sono un forte fumatore e non nego che la cosa mi preoccupi e crei in me dei collegamenti con questo mortale vizio e i dolori suindicati.
Dottore ho molta paura. Paura di vivere con questi dolori, paura di ignorarli e non indagare in modo preventivo al fine di capire l'origine di essi.
Sono ipocondriaco? Solo il re dell'ipocondria. Immagini però di vivere la Sua vita, 24 ore su 24, soffrendo com e un cane a livello muscolare e scheletrico.
Cosa potrebbe consigliarmi? Io vorrei parlarne con il mio medico di base ma temo le tempistiche degli appuntamenti per le visite. Io voglio risolvere tutto immediatamente. Io voglio vivere, voglio svegliarmi la mattina come gli attori della mulino bianco: sorridenti e forti.
Sto rischiando il posto di lavoro per colpa di questa sofferenza fisica e debolezza.
Capisco la sua risposta, Le chiedo di comprendere il dolore fisico insostenibile che provo ogni giorno. Cercherò di rispondere alla sua risposta:
- sono sotto cura per ansia. La mia ansia è accuita dai dolori che ho descritto nel primo post.
- ipocondria: sfido chiunque, nella mia situazione, a non preoccuparsi per questi fortissimi dolori invalidanti per condurre una vita serena. Assumo queste medicine nella speranza possano sparire ma così non è. Da qui la mia preoccupazione che siano di origine organica e non psicosomatica.
- Vorrei fare delle analisi specifiche proprio per sincerarmi, mi auguro, di godere di buona salute. Se così fosse, sarebbe confutata la tesi per cui questi dolori derivino da ansia e preoccupazioni e che forse la terapia che seguo non è corretta.
- Da ignorante in tema medico non capisco come il dolore alle ginocchia, alla schiena e sterno, la sensazione di gonfiore e torpore al collo possano essere tutte legate a somatizzazioni da ansia. Aggiungo che sono un forte fumatore e non nego che la cosa mi preoccupi e crei in me dei collegamenti con questo mortale vizio e i dolori suindicati.
Dottore ho molta paura. Paura di vivere con questi dolori, paura di ignorarli e non indagare in modo preventivo al fine di capire l'origine di essi.
Sono ipocondriaco? Solo il re dell'ipocondria. Immagini però di vivere la Sua vita, 24 ore su 24, soffrendo com e un cane a livello muscolare e scheletrico.
Cosa potrebbe consigliarmi? Io vorrei parlarne con il mio medico di base ma temo le tempistiche degli appuntamenti per le visite. Io voglio risolvere tutto immediatamente. Io voglio vivere, voglio svegliarmi la mattina come gli attori della mulino bianco: sorridenti e forti.
Sto rischiando il posto di lavoro per colpa di questa sofferenza fisica e debolezza.
[#3]
Gentile utente,
Ansia è una diagnosi vaga, ma se appunto è come dice Lei, cioè è il "re" dell'ipocondria, deve curarsi l'ipocondria.
Quindi deve farsi dare un'indicazione su questo, capire se il medico non discute i suoi suggerimenti, capire se non le dà risposte alle domande ipocondriache. Altrimenti la cura diventa una serie di risposte, esami e modifiche suggerite da Lei, il che non serve assolutamente a niente.
Ansia è una diagnosi vaga, ma se appunto è come dice Lei, cioè è il "re" dell'ipocondria, deve curarsi l'ipocondria.
Quindi deve farsi dare un'indicazione su questo, capire se il medico non discute i suoi suggerimenti, capire se non le dà risposte alle domande ipocondriache. Altrimenti la cura diventa una serie di risposte, esami e modifiche suggerite da Lei, il che non serve assolutamente a niente.
[#5]
Il problema però non è moltiplicare i canali con cui chiede il consulto, ma seguire bene una cura per l'ipocondria, e naturalmente far confermare la diagnosi dal medico (come dicevo, "ansia" dice poco, ma se le hanno detto che ha ipocondria la cosa torna).
[#7]
"confutino" in che senso ? paura di malattie che causino i dolori ?
Lei diceva che non le hanno riscontrato alcuna ansia, poi dice che la sua diagnosi è ansia.
Ha una terapia con un ansiolitico, che assume non si sa perché a dose costante, cosa che può peggiorare tutta una serie di sintomi, da quelli mentali a quelli corporei.
Ha reflusso acido, ma non per questo evita di assumere caffé o fuma. Idem per la mancanza di fiato.
Afferma di essere ipocondriaca (ma lo psichiatra afferma anche lui questo ?), dice giustamente che ipocondria è la paura della malattie, ma poi alla fine la definisce come una paura di malattie "causata" dai sintomi dolorosi, e quindi non ha un'idea precisa di cosa sia l'ipocondria.
Se la sua diagnosi ha a che vedere con ansia, ipocondria, la faccia definire meglio dallo psichiatra e curare in maniera più efficace (la cura attuale evidentemente non funziona granché).
Lei diceva che non le hanno riscontrato alcuna ansia, poi dice che la sua diagnosi è ansia.
Ha una terapia con un ansiolitico, che assume non si sa perché a dose costante, cosa che può peggiorare tutta una serie di sintomi, da quelli mentali a quelli corporei.
Ha reflusso acido, ma non per questo evita di assumere caffé o fuma. Idem per la mancanza di fiato.
Afferma di essere ipocondriaca (ma lo psichiatra afferma anche lui questo ?), dice giustamente che ipocondria è la paura della malattie, ma poi alla fine la definisce come una paura di malattie "causata" dai sintomi dolorosi, e quindi non ha un'idea precisa di cosa sia l'ipocondria.
Se la sua diagnosi ha a che vedere con ansia, ipocondria, la faccia definire meglio dallo psichiatra e curare in maniera più efficace (la cura attuale evidentemente non funziona granché).
[#8]
Utente
Sinceramente ci rimango un pò male. Sembra mi voglia coglionare quando dall'altra parte dello schermo c'è una persona che soffre tremendamente.
Non dispongo della pecunia che mi permetterebbe di eseguire le analisi. Recarmi in pronto soccorso è sconsigliato perché mi risponderebbero che loro non fanno analisi ma si occupano di emergenze.
La mia situazione va peggiorando giorno dopo giorno. Non sono in grado di lavorare a causa di questi dolori.
Non dispongo della pecunia che mi permetterebbe di eseguire le analisi. Recarmi in pronto soccorso è sconsigliato perché mi risponderebbero che loro non fanno analisi ma si occupano di emergenze.
La mia situazione va peggiorando giorno dopo giorno. Non sono in grado di lavorare a causa di questi dolori.
[#9]
Gentile utente,
Intanto dovrebbe esprimersi con un rispetto, che agevola la comunicazione.
Non capisco di che analisi stia parlando, io le ho detto di farsi curare l'ipocondria da cui afferma di essere affetto, e presumo corrisponda più o meno alla diagnosi fatta, anche se sulla diagnosi è stato generico (ansia).
Quindi se uno soffre e gli si risponde di farsi curare per la diagnosi che ha ricevuto, e che evidentemente non è ben contenuta dalla terapia in corso, questo per Lei significa "coglionare".
Se ha un'ipocondria, la strada non è quella di fare indagini ovviamente. Non c'entra niente con la sua risoluzione. Se poi torniamo sul fatto che l'ipocondria origina da sintomi terribili di cui uno non può non preoccuparsi, allora no, non è in questo che consiste l'ipocondria.
Intanto dovrebbe esprimersi con un rispetto, che agevola la comunicazione.
Non capisco di che analisi stia parlando, io le ho detto di farsi curare l'ipocondria da cui afferma di essere affetto, e presumo corrisponda più o meno alla diagnosi fatta, anche se sulla diagnosi è stato generico (ansia).
Quindi se uno soffre e gli si risponde di farsi curare per la diagnosi che ha ricevuto, e che evidentemente non è ben contenuta dalla terapia in corso, questo per Lei significa "coglionare".
Se ha un'ipocondria, la strada non è quella di fare indagini ovviamente. Non c'entra niente con la sua risoluzione. Se poi torniamo sul fatto che l'ipocondria origina da sintomi terribili di cui uno non può non preoccuparsi, allora no, non è in questo che consiste l'ipocondria.
[#10]
Utente
Dottore, il termine coglionare è solo una parola. Niente più che una parola. Vorrei solo che qualcuno mi ascoltasse. Mi prendesse sul serio da un punto di vista fisico-psicologico.
Non sono uno stolto: ho tre lauree e due master in economia. Lavoravo presso multinazionali all'estero e Italia. Questo problema, che mi porto avanti da anni e che va sempre peggiorando, mi ha sempre portato a presentare le dimissioni. Non riuscivo a reggere lo stress della sofferenza fisica, specie in contesti in cui non potevo scappare o non volevo stare.
Ora ho aperto partita iva con la speranza di poter meglio gestire questi dolori e poter gestire il mio tempo.
Io sono certo che la mia routine sia condita da atteggiamenti poco salutari, come bere caffè, fumare, non svolgere attività fisica, preoccupazioni amorose e finanziarie....ma i dolori che ho indicato nei precedenti post mi costringono a vivere in loro funzione.
Le dico la verità: vorrei farmi ricoverare e risvoltare come un calzino, sentirmi dire: LEI E' SANO. Poi eventualmente affrontare full time il problema psicologico-psichiatrico.
Vivo in funzione della sofferenza e dell'amore. Lo stesso scrivere mi crea dolori alla spalla, al collo.
Ho molta paura.
Non sono uno stolto: ho tre lauree e due master in economia. Lavoravo presso multinazionali all'estero e Italia. Questo problema, che mi porto avanti da anni e che va sempre peggiorando, mi ha sempre portato a presentare le dimissioni. Non riuscivo a reggere lo stress della sofferenza fisica, specie in contesti in cui non potevo scappare o non volevo stare.
Ora ho aperto partita iva con la speranza di poter meglio gestire questi dolori e poter gestire il mio tempo.
Io sono certo che la mia routine sia condita da atteggiamenti poco salutari, come bere caffè, fumare, non svolgere attività fisica, preoccupazioni amorose e finanziarie....ma i dolori che ho indicato nei precedenti post mi costringono a vivere in loro funzione.
Le dico la verità: vorrei farmi ricoverare e risvoltare come un calzino, sentirmi dire: LEI E' SANO. Poi eventualmente affrontare full time il problema psicologico-psichiatrico.
Vivo in funzione della sofferenza e dell'amore. Lo stesso scrivere mi crea dolori alla spalla, al collo.
Ho molta paura.
[#11]
Lei fraintende l'esser preso sul serio dal ragionare insieme all'ipocondriaco sui sintomi, le possibili malattie, i meccanismi.
Prendere sul serio un'ipocondria significa ragionare sull'ipocondria, non su quello che l'ipocondriaco teme.
"Lei è sano" non mi pare, sta assumendo una cura psichiatrica, quindi una diagnosi le è stata fatta.
Il problema è che dire "Lei è sano" all'ipocondriaco che insiste con richieste di visite e esami dovrebbe essere un modo per tranquillizzarlo seccamente, e invece non funziona così. Guardi, lo stesso tipo di richiesta di ricoverarsi per sentirsi dire Lei è sano orienta verso una diagnosi del genere, poiché altrimenti uno vorrebbe sentirsi dire che è malato e farsi togliere la malattia, possibilmente. Se funzionasse così, non sarebbe ipocondria.
Ragion per cui, deve partire dalle diagnosi fatte. Sono diagnosi psichiatriche ? Bene, parta da quelle. La cura di adesso non ha cambiato le cose ? Allora va valutata una cura diversa.
Prendere sul serio un'ipocondria significa ragionare sull'ipocondria, non su quello che l'ipocondriaco teme.
"Lei è sano" non mi pare, sta assumendo una cura psichiatrica, quindi una diagnosi le è stata fatta.
Il problema è che dire "Lei è sano" all'ipocondriaco che insiste con richieste di visite e esami dovrebbe essere un modo per tranquillizzarlo seccamente, e invece non funziona così. Guardi, lo stesso tipo di richiesta di ricoverarsi per sentirsi dire Lei è sano orienta verso una diagnosi del genere, poiché altrimenti uno vorrebbe sentirsi dire che è malato e farsi togliere la malattia, possibilmente. Se funzionasse così, non sarebbe ipocondria.
Ragion per cui, deve partire dalle diagnosi fatte. Sono diagnosi psichiatriche ? Bene, parta da quelle. La cura di adesso non ha cambiato le cose ? Allora va valutata una cura diversa.
Questo consulto ha ricevuto 13 risposte e 8.2k visite dal 01/09/2017.
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