Ansia fobia sociale gelosia ossessiva

Gentili Dottori. Vi scrivo per richiedere un analisi sommaria della mia situzione. Premettendo che mi sono già rivolto a due dei miglior specialisti della mia zona uno psicologo e uno psichiatra. La mia situazione è la seguente:
Soffro da praticamente sempre di una fobia sessuale che mi porta ad essere impotente nei rapporti occasionali e una volta acquisita fiducia della partner a riacquistare le mie facoltà sessuali normali. Soffro anche di un problema più grande di questo ovvero la paura di essere giudicato come io giudico gli altri.Soprattutto nella sfera sessuale..non ho paura del sesso in relazione ...ma ho paura del sesso altrui e del sesso che la mia partner ha potuto fare con altre persone...non sopporto questa idea...la giudico...la punisco...cerco di fuggirle...è da poco che sono con lei...e tutto ciò mi sta distruggendo: ansia attacchi di panico (seppur controllati), tic nervosi, pensieri violenti. Il mio psichiatra mi cura da 1 mese con Efexor 150mg...ma ogni volta che la mia partner pensa ricorda o incontra qualcuno io penso subito che abbia avuto esperienze sessuali con questa persona. Sono ossessionato..so che non è razionale...ma i pensieri arrivano come avessero vita propria..ho voglia di farla finita per smettere di pensare...e ho paura di perdere la mia ragazza...è come se non accettassi ciò che è diverso da me..come se la verità del mondo fosse solo la mia e il resto fosse nulla. Ho paura. Continuo a sentirmi solo. La mia ex ragazza (5 anni di rapporto) mi assecondava perchè probabilmente anche lei soffriva di questo o non era sufficientemente razionale e sveglia da capirlo, o non voleva o non mi ha mai amato. La mia attuale ragazza è troppo intelligente e capisce quello che ho...e proprio perchè mi ama mi sta vicina anche se io le dico cose orrende...ho paura di amarla..la giudico una prostituta...anche se sò che è la cosa più bella che potesse capitarmi...aiutatemi vi prego...non so davvero cosa fare.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

Il suo sembra un disturbo ossessivo, ovvero un pensiero che emerge non richiesto e la costringe a reagire al contenuto, in questo caso angoscioso di per sé, in altri casi potrebbe essere semplicemente fastidioso (il suono di una musichetta, per esempio). Un mese è un tempo breve per ottenere un risultato, di solito si inizia a vedere qualche miglioramento dopo un mese, però possono coesistere altri fattori importanti per definire meglio la diagnosi. Tutto quello che sta provando e subendo non ha niente a che vedere con la natura dei suoi rapporti, ma è una interferenza: chiunque credo pensi un secondo alla stessa cosa che pensa lei, ovviamente se il pensiero tornasse fuori cento volte chiunque lo percepirebbe come angoscioso.
Esistono terapie efficaci, il farmaco che ha citato in genere è una seconda scelta, nel senso che ne esistnoo di più vecchi e affidabili, con indicazioni chiare per la cura delle ossessioni.
Comunque, se è già in cura ha fatto quel che aveva senso fare, cioè rivolgersi ad uno specialista.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Gentile Dottore
La ringrazio innanzitutto per la tempestività della risposta.In realtà quello che lei mi dice conferma una mia sensazione che maturavo già da troppo tempo.Da un lato mi sento rassicurato..una sicurezza derivante dalla decolpevolizzazione dei miei atteggiamenti in base ad un fattore esterno come uno squilibrio biochimico.Dall'altro mi terrorizza il fatto di dover limitare la mia vita sociale a causa di un errore della natura o di una passata situazione ambientale sfavorevole che mia ha traumatizzato fino a tal punto. A questo punto le chiedo è possibile uscirne completamente? Sò che non esiste una pillola della felicità...ma è possibile tornare ad essere felici..il mio vero terrore è uno solo che prescinde anche dalla mia salute fisica...ho paura di non riuscire più ad amare...
Grazie del supporto
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
La prognosi non è possibile perché occorre conoscere direttamente la diagnosi, e seguire la persona per un periodo in maniera da rendersi conto di come evolvono le cose. Quindi è prematuro pensare o discutere di questo problema, ma non vi sono particolari ragioni per "disperare". Non deve limitare niente, soltanto curarsi e recuperare la libertà di azione per effetto del funzionamento della cura. La cura la segue il medico, il resto può farlo lei, e se c'è bisogno può riadattarsi al dubbio fisiologico che è una costante della vita con una psicoterapia, fatta quando le ossessioni sono ferme o quasi. Sulle cause la prenda "con filosofia", ovvero sono cose che capitano come tutte le altre malattie per fattori che possono anche essere banali. Per quel che se ne sa il fattore più pesante è una predisposizione biologica primaria, che poi si concretizza ad un certo punto per motivi non chiari e anche poco interessanti, dato che di solito corrispondono comunque a situazioni previste dalla vita.
Vada avanti e si regoli in base agli effetti della cura, seguito da uno specialista.
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Utente
Utente
Gentile Dottore
La ringrazio ancora del supporto in particolar modo dello sminuire saggiamente il mio disturbo in maniera tale da non farmi attribuire le colpe di esso a persone fatti o cose che sono successe nella mia vita e che comunque non avrebbero colpe.Grazie della professionalità dunque.Aspettando un futuro più bello che penso di meritare a 23 anni.Approfitto della sua disponibilità per chiederle l'ultimo consiglio.Oggi dopo l'ennesimo litigio ossessivo con la mia fidanzata,avvenuto ieri sera, ho paura di sentirla, ho paura di essere giudicato e in qualche maniera è come se volessi punirla di cose che non ha compiuto e che ritengo entrare nel carattere ossessivo del mio disturbo.Cosa è meglio fare..lasciare le cose come stanno o reagire e violare questa mia paura cercando di ingoiare quella voglia di punirla..quindi sentirla...in attesa che il farmaco agisca intendo...
Grazie e a risentirci
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
In generale, con le ossessioni il comportamento più utile è non alimentarle, ovvero non fornire altro materiale. Lasciar calmare le acque e non ritornare sull'argomento è il modo migliore per evitare complicazioni. Invece chiarire, cercare di discutere di cose che sono soltanto fonti di ulteriori dubbi, dettagli, elementi di angoscia etc -non importa da dove parta la discussione - finisce con l'esacerbare le ossessioni. L'ossessione è una forma, i contenuti se li cerca da sola, quindi la cosa migliore è non darle spazio. Trovarsi qualcosa da fare che impegni la mente è un buon modo per togliere spazio ai "vuoti" in cui si inserisce il pensiero ossessivo. Anche questo può essere un aiuto nelle ore diurne, quando si lavora o si sbrigano commissioni. Di sera è un pò più difficile.
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Utente
Utente
Seguirò senz'altro il suo consiglio allora cercando di parlarne il meno possibile ma non per questo limitando i miei rapporti con la persona oggetto dell'ossessione.Anche se come giustamente evidenzia lei è l'ossessione a cercare gli argomenti.Grazie e a presto
La terrò aggiornato.
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Utente
Utente
Gentile dottore. Sono stato visitato ieri dal mio psichiatra che non ha fatto rifermento ad un vero e proprio disturbo ossessivo, ma che è questi pensieri sono un moto di assestamento della mia mente che ora sta incominciando a funzionare in maniera normale.Dice che da sola senza l'uso di altri medicinali se non l'efexor troverà una sua sistemazione.Ma io non sto affatto bene...ho paura ora di essere malato e di star sbagliando cura e intanto di far del male a chi mi sta intorno. Cosa ne pensa lei?
Non finirò mai di ringraziarla...
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

a mio parere una diagnosi va fatta. Lei dice all'inizio "Soffro da praticamente sempre di una fobia...", quindi non mi sembra un moto di assestamento, quest'ultimo episodio sarà anche in assestamento, ma sotto terapia, quindi il ragionamento è che non lo sarebbe stato da solo. Peraltro lei dice di non star bene ed esprime una serie di sintomi che poi sono sempre "dubbi", pensieri ripetuti e ossessionanti che esigono una risposta che lei non sa dare, perché non c'è, sono domande che vengono su come onde e lei deve stare a galla, la parte "patologica" sono le domande, non l'incapacità di dare una risposta, che è come essere messo in un angolo.
In conclusione: una terapia senza una diagnosi è poco comprensibile e gestibile, se il disturbo "non c'è" ci sarà comunque un "quasi disturbo", ma il nome sarà sempre quello.
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Utente
Utente
Gentile Dottor Pacini
Effettivamente ho omesso di dirle che il mio psichiatra oltre un mese fà mi ha diagnosticato un disturbo per cui noradrenalina e serotonina non funzionavano più a dovere...e probabilmente da parecchio ormai...quindi non mi ha chiarito in termini clinici il mio disturbo ma penso sia identificabile con un ansia generalizzata...il problema è che le mie ossessioni verso la mia partner si stanno sviluppando pian piano dopo l'inizio della cura...poichè la mia richiesta di uno psichiatra è avvenuta proprio in base alla necessità di calmare un ansia e degli anomali attacchi di panico che mi coglievano in quei giorni..quasi come un senso di orrore...ma non riuscivo ad identificarne l'origine era tutto cosi' confuso..successivamente al medicinale tutto si è cominciato a schiarire le mie emozioni sono diventate più palpabili e l'ansia che prima era cosparsa in tutto ciò che mi circondava piano piano ha incominciato a scemare...ma sono rimaste a galla alcune domande ossessive...ora per esempio è terminata quella della gelosia retrospttiva...è iniziata quella sulla possibilità di stare con la mia attuale compagna come una morbosa sostituzione della mia ex ragazza unita dunque a quella di amare una persona che non corrisponde a quella con cui sto...la cosa assurda che io penso a questo e mi sento ridicolo...la mia stessa compagna ormai ha capito quando il delirio comincia e quando io ritorno in me stesso...il mio prossimo colloquio col mio psichiatra è a gennaio...lei cosa mi consiglia??? e soprattutto l'ossessione e l'ansia generalizzata sono due componenti simili e complementari? o devo solo aspettare la fine di questo altro mese di efexor e forse potrò cominciare ad abbandonare tutte queste domande? perchè effettivamente l'ultimo "dubbio" folle(quello della gelosia) sono riuscito a dominarlo...ad ingoiarlo...è una situazione cosi' anomala...e vorrei tanto che non lo fosse...
Grazie ancora della sua infinita disponibilità
Distinti saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
" il mio psichiatra oltre un mese fà mi ha diagnosticato un disturbo per cui noradrenalina e serotonina non funzionavano più a dovere...e probabilmente da parecchio ormai...quindi non mi ha chiarito in termini clinici il mio disturbo ma penso sia identificabile con un ansia generalizzata..."

La diagnosi è clinica per il momento, noradrenalina e serotonina che funzionano male è come dire che mi hanno diagnosticato un problema di fegato con le transaminasi alte o di reni perché la creatinina è aumentata. Non chiarisce molto le idee.
Anzi, non è neanche così perché lei non ha fatto (e non si fa a scopi diagnostici, quindi non voglio dire che debba fare alcunché di esame in tal senso) alcun esame che misuri serotonina e a noradrenalina. L'ansia generalizzata è una supposizione sua ma il suo psichiatra ha formulato una diagnosi ?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Gentile utente,

i temi che affronta in questa sede devono essere affrontati con i suoi curanti, in quanto non sembra che il suo trattamento stia dando l'effetto dovuto.

La mancanza di serotonina e noradrenalina non vogliono dire molto se poi si utilizza un farmaco che le compensa che pero' non ha gli effetti dovuti.

Deve riparlare con il suo psichiatra.

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Utente
Utente
Gentili Dottori
Effettivamente mi rendo conto di essere stato poco chiaro. Ma vi assicuro che non ho aggiunto nient'altro a quello che ho detto al mio psichiatra. Il problema che mi si pone adesso è come faccio a dirgli io che sta sbagliando cura? Considerando che gli effetti ci sono nel senso che generalmente sto meglio e che il problema verte su altre variabili; il problema è che vorrei capire se queste variabili sono di tipo biochimico(Qundi necessitano un'altro tipo di cura) o sono un decorso normale della mia terapia. Ormai ho paura di avere dubbi perchè non sò mai se siano lucidi o alterati. Ribadisco dunque che il mio psichiatra non mi ha fornito una diagnosi se non quello che vi ho detto: ovvero in seguito ad un forte stress e ad una forte repressione delle emozioni fisiologiche il mio cervello è "esploso" causando appunto: iperattività cerebrale, pensieri ossessivi, ansia , e attacchi di panico...adesso cosa dovrei fare secondo voi? Vi prego, se possibile, rispondetemi con degli ordini veri e propri in maniera tale che non maturi dubbi a riguardo.
Grazie ancora, distinti saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Nessuno dice che stia sbagliando cura, dico soltanto che una diagnosi psichiatrica non c'è: "in seguito ad un forte stress e ad una forte repressione delle emozioni fisiologiche il mio cervello è "esploso" causando appunto: iperattività cerebrale, pensieri ossessivi, ansia , e attacchi di panico"...questo è un elenco di sintomi, presumo detti dal medico, ma la diagnosi qual'è ? Presumo che l'abbia fatta e magari se la tiene per sé pensando che a lei non sia utile più di tanto conoscerla (in fondo sono termini medici) ma in realtà è bene che il paziente sappia che diagnosi ha per potersi confrontare sia con le informazioni che trova disponibili, sia con eventuali altri medici con cui dovesse interagire.
Tutto qui. In ultimo, come ha detto il collega, la terapia che lei assume non è stata messa a punto sulla base di un ragioanmento di chimica cerebrale, ma di efficacia clinica. Se funziona bene, altrimenti la ridiscuterà con il terapeuta.
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Utente
Utente
Gentili Dottori
Ho notato nel mio decorso clinico delle anomalie:
Alcuni giorni fà ho vissuto un miglioramento dell'umore anomalo. Ero felice, innamorato, iperattivo. Ciò è durato tre giorni dopo di che black out. Le ossessioni sono incominciate a venir fuori nuovamente, in altre forme, ma tutte relative alla mia sfera relazionale , facendomi sprofondare nuovamente nel baratro della depressione e della rabbia. Ora sento nuovamente che sto migliorando ma sono in tensione perchè questo equilibrio è cosi' fragile che se tutto non và secondo i canoni da me imposti rischia di saltare in aria e rischio di sprofondare nuovamente. Ora mi chiedo l'unica anomalia è stata nell'assunzione di efexor 150 mg. che assumevo regolarmente alle ore 12:30 di ogni giorno..ho incominciato ad assumerlo prima alle 14:00 , il giorno seguente alle 13:00, il giorno seguente alle 13:30 e poi sono stato male come vi ho descritto pocanzi. Dunque vi chiedo potrebbe essere una concausa delle mie "anomalie". Procedo dicendovi che la situazione è generalmente migliorata. Solo che la delusione di fare dei passi indietro ogni volta mi uccide.
Grazie per la risposta vi auguro un buon natale
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Io continuo a ripetere una cosa fondamentale, senza cui mi sembra poco utile ragionare: la diagnosi. Se non si fa una diagnosi, gli stessi sintomi (per esempio ossessioni) possono essere presenti in un disturbo ossessivo, in un disturbo bipolare o in una psicosi, situazioni che sono diverse, si curano con farmaci diversi con reazioni diverse. Detto ciò sarà bene chiarire da che cosa lei è affetto, e ricominciare da lì.
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