La terapia cognitivo comportamentale

Salve, ho già scritto in un'altra discussione la mia situazione di DOC, sto assumendo farmaci (Fevarin) e mi avete consigliato di provare la terapia cognitivo comportamentale. Avrei una domanda da farvi a tal proposito. A quanto ho capito questo tipo di terapia si basa non sull'andare a scavare per trovare un'ipotetica origine del disturbo, ma su come modificare le reazioni ad esso e a quanto ho capito, si tratta di una terapia relativamente breve rispetto alle altre.
Siccome il mio disturbo è a volte altalenante, cosa succede se intraprendo la terapia in un momento in cui magari il disturbo va meglio? Non vorrei che quello che acquisisco vada bene in quel momento però non sia sufficiente per i momenti peggiori. Detto in altre parole, affinchè la terapia sia veramente efficace devo intraprenderla in un momento in cui il disturbo va male? Probabilmente vi sembrerà una domanda sciocca, ma nella mia situazione attuale di DOC, tutti i dubbi vengono fuori...

Grazie anticipatamente
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Gentile utente,

all'interno di questi spazi le e' stata data una indicazione che non necessariamente indica la possibilita' di intraprendere il percorso suggerito.

Infatti, devono essere valutate alcune condizioni di eleggibilita' nonche' la possibilita' di trovare un terapeuta nella sua zona.

Attualmente, sarebbe opportuno prima discutere con il suo psichiatra del trattamento eventuale psicoterapeutico, poi discuterne con il terapeuta ed insieme saranno fatte delle valutazioni.
Le domande che pone potra' farle senza problemi alla persona con cui intraprendera' eventualmente il percorso psicoterapeutico.

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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Gentile utente,
è lo psicoterapeuta che dovrà seguirla a dover giudicare se il trattamento può essere iniziato o meno, a seconda anche delle sue condizioni cliniche.
cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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Dr.ssa Danila Russo Psichiatra, Psicoterapeuta 15 1
Gentile utente,
la scelta di intraprendere un qualsiasi percorso psicoterapico, va al di là della fase di maggiore scompenso clinico, anche se è questo il momento in cui, più facilmente, si è spinti da una maggiore motivazione.
Sarà poi l'eventuale psicoterapeuta a prendere in considerazione una serie di variabili e a valutare se è possibile intraprendere una psicoterapia allo stato attuale.

Dr.ssa Danila Russo

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Utente
Utente
Grazie a tutti per le vostre risposte celeri. Vedrò di parlarne con il mio attuale psichiatra e poi con il terapeuta con cui intendo avviare il percorso di tcc, anche se ancora non ho deciso a chi rivolgermi, sto cercando informazioni. Grazie ancora!
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Gentile utente,

forse non mi sono ben spiegato, anche se i colleghi che hanno risposto dopo di me hanno riaffermato quanto gia' le avevo esposto.

Lei intende avviare un percorso sul "falso" suggerimento fornitole in un altro consulto, suggerimento che non emerge proprio in maniera cosi' evidente andando a rileggere il consulto precedente!

Le prove cliniche che i trattamenti psicoterapeutici cognitivo-comportamentali funzionino sono evidenti.

Ci sono pero' delle condizioni da valutare che devono riportarla al dato di realta' relativo alla eleggibilita' della sua persona a tale trattamento, altrimenti rischia di incappare in personaggi che pur di guadagnare dei soldi le possono fare un trattamento anche se lei non e' eleggibile.

E questo glielo dico per chiarezza ulteriore.

Credo di aver inteso che il suo psichiatra non e' favorevole a trattamenti di tipo psicoterapeutico
o probabilmente non le ha chiaramente indicato che lei non e' eleggibile per un trattamento psicoterapeutico.

Discuta chiaramente con il suo psichiatra di questo aspetto ed eventualmente si faccia indirizzare per una valutazione ulteriore.
E' anche utile che sappia che e' molto piu' fruttuoso che lo psichiatra e lo psicoterapeuta lavorino in sinergia piuttosto che non rendere edotto il suo psichiatra.


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Utente
Utente
Gentile dr. Ruggiero,
sono perfettamente d'accordo con lei che prima di intraprendere un eventuale percorso di terapia cognitivo comportamentale bisogna valutarne l'eleggibilità, difatti mi sono spiegato male anch'io, non intendevo dire che vorrei "fare" questo percorso, semplicemente che vorrei che qualcuno valutasse se nel mio caso tale trattamento è eleggibile o meno. Il problema è che ho già chiesto al mio attuale terapeuta (un neuropsichiatra con molta esperienza e con cui ho instaurato un buon rapporto), ma lui viene forse da una vecchia scuola di pensiero, crede nei farmaci e non nella terapia cognitivo comportamentale, mi dice che una terapia di tipo "cognitivo" la stiamo portando già avanti adesso durante le periodiche sedute che facciamo, tentando di risalire all'origine del mio problema, mi cita spesso Freud parlando di questo.
Tuttavia io so che invece la terapia cognitivo comportamentale potrebbe dare dei benefici, ma capirà che se il mio terapeuta non crede proprio in questa terapia, come faccio a far valutare a lui se sono eleggibile o meno? Dovrei affidarmi a qualcun altro per fare questo...
Non le nascondo che, date le sue risposte cortesi e celeri e soprattutto l'onestà nelle sue risposte, se abitassimo nella stessa zona mi affiderei a lei per valutare l'eleggibilità del trattamento nel mio caso, però abitando da un'altra parte sto cercando di guardarmi intorno, proprio per evitare di incappare in personaggi che speculino sulla cosa, come dice giustamente lei... Nel frattempo comunque il mio attuale terapeuta sarà sicuramente informato di tutto, sia perchè ritengo giusto dirglielo che perchè comunque non vorrei abbandonarlo.
Spero che adesso il mio punto di vista sia più chiaro.
La ringrazio ancora e le porgo cordiali saluti
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Puo' trovare il nome di un terapeuta cognitivo sul sito della societa'.

http://www.sitcc.it