Angoscia cronica

Buonasera,

mi rivolgo a voi perché da un po' di tempo penso di stare forse sottovalutando quello che potrebbe essere un problema. Da qualche anno soffro di un fortissimo senso di angoscia che non so bene come descrivere perché non è accompagnato da veri e propri attacchi di panico o sintomi fisici di questo tipo. Si tratta di un vero e proprio circolo vizioso ossessivo di pensieri, quali l'ipotesi che muoia qualcuno dei miei cari mentre sono lontana da casa, quanto sia ingiusta la vita, quanto siano terribili le malattie, cosa prova un figlio quando perde i genitori e cosa provano i genitori quando perdono un figlio eccetera. Allora mi sento subito gettata in uno stato di sconforto e dolore lancinante, una sensazione di soffocamento, a volte piango tutta la notte perché non riesco a dormire e non riesco a liberarmi da queste emozioni. Francamente non ci ho mai dato tanto peso perché è uno stato emotivo che ho associato al fatto di essere andata a vivere da sola (tante responsabilità, gestire una nuova vita, gestire una casa..). Quest'anno però questo malessere è peggiorato, probabilmente a causa di una serie di altri fattori, fra i quali l'assunzione della pillola anticoncezionale (magari gli ormoni possono aver giocato un ruolo più o meno importante), un fallimento personale, la fine di una relazione e la fine di un'amicizia. Tutto questo però scatena forse anche di peggio, perché la mia consolazione è affogarmi di cibo (in soli due mesi 11 kg in più), passare intere giornate senza fare nulla, perdere la voglia di uscire e sentirmi in uno stato di inadeguatezza e di agitazione ogni volta che mi rendo conto di non riuscire bene a reagire a questo stato d'animo. Ho accennato di questo al mio medico generale insistendo sull'insonnia, ma mi ha prescritto del Lexotan che chiaramente ho preso solo due volte in un anno onde evitare di abusare di farmaci a questa giovane età senza nemmeno sapere se ci sia un problema o no. Cosa ne pensate? Cosa potrei fare? Grazie mille!
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Se ha bisogno di una cura che non riguarda solo situazioni isolate, evidentemente l'ansiolitico al bisogno non è lo strumento più adatto. Ci sono cure di altro tipo, che prevedono un'assunzione regolare per un periodo, a seconda della diagnosi precisa, che andrebbe definita.

Dr.Matteo Pacini
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Dr. Carlo Ignazio Cattaneo Psichiatra, Psicoterapeuta 72 5
Buongiorno,
Concordo con il Collega, ritengo sia necessario un inquadramento diagnostico più preciso in modo da costruire un progetto terapeutico ad hoc.

Dr. Carlo Ignazio Cattaneo

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Utente
Utente
Buongiorno, Vi ringrazio per la risposta! Ritenete che sia meglio rivolgersi a uno psichiatra o ad uno psicologo? Grazie.
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Dr. Carlo Ignazio Cattaneo Psichiatra, Psicoterapeuta 72 5
Certamente da un medico psichiatra poiché professionista formato alla diagnosi